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Mi capita che nei periodi di ipocondria io non riesca e non possa stare sola, una cosa che solitamente affronto con tranquillità e che infondo mi piace, la solitudine, quando sono in ansia (la mia ansia è solo ed esclusivamente legata alle malattie) non riesco a sopportarla, non sopporto di stare in casa quando invece di norma adoro stare i ncasa, non riesco a dormire e devo tenere una luce accesa perchè il buio mi angoscia,(oppure devo stare con il pc acceso con in sottofondo un film) non sopporto il silenzio e devo stare in luoghi affollati. Oggi sono stata tutto il giorno fuori ma adesso arriva la notte e sto già male, vorrei stare in compagnia ma non so chi chiamare. Capita anche a voi? Cosa potrei fare per stare meglio?

vedici un lato positivo, almeno questa cosa ti spinge a cercare gli altri e starci insieme.
la paura del buio, della notte soprattutto, ce l'ho pure io, è andata un po' scemando dai 25 in poi.
a volte mi capita ancora e allora dormo anche io con la luce accesa.

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Originariamente inviata da DarkRose90 (Messaggio 1674869)

Mi sta succedendo la stessa cosa, ma non c'entra l'ipocondria.
E' un bel po' che non lavoro e ho forze in esubero,inoltre prima almeno vedevo i colleghi. Ora non vedo nessuno. A volte mi prende un ansia da tachicardia che non riesco a stare fermo e neanche a pensare.
Poi per la notte è la stessa cosa, mi prende un po' di angoscia e vorrei avere qualcuno vicino.
Al posto del film in sottofondo mi metto della musica contro l'insonia che aiuta a dormire, e aiuta davvero.

Ne trovi quante ne vuoi su youtube, la metti in sottofondo e via.

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Originariamente inviata da Abuela (Messaggio 1674881)

Si diciamo che nei periodi di ansia/ipocondria divento un'estroversona (ed anche parecchio lamentosa cosa che non sono di natura visto che sono poco propensa a lamentarmi con gli altri), se non fosse che soffro molto me la terrei l'ansia.

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Originariamente inviata da Semifobico (Messaggio 1674902)

Nel mio caso la musica non sarebbe una buona idea, io ascolto musica prevalentemente per estraniarmi dal mondo e pensare, cosa che solitamente amo fare e che faccio quotidianamente ma che nei periodi di ipocondria rifuggo come la peste, i film invece mi "estraniano" ma in modo diverso, non mi fanno pensare e poi le voci umane mi rilassano molto.

Comunque stanotte si prospetta terribile, non ho mai avuto una crisi così forte, vorrei che qualcuno dormisse con me...

Non c'entra nulla con l'ipocondria, ma con la paura del buio, qualche giorno fa ho letto questo articolo di psicologia da quattro soldi in cui però mi sono riconosciuta e da cui anzi dovrei cercare di imparare.

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Coloro che soffrono, con l’arrivo della sera e soprattutto con l’inoltrarsi della notte, di paure “ingiustificate” di solito manifestano nella loro vita un forte bisogno di controllo sulla realtà. È frequente che queste persone si sentano meglio quando sono indaffarate, piene di cose da fare, quando sono dentro l’azione. Il difficile per loro è fermarsi, stare nelle sensazioni. Hanno sempre qualcosa da fare. Preferiscono fare piuttosto che stare.

Cosa intendo per stare? Intendo essere presenti, viversi a pieno la situazione, assaporarla, fermarsi a sentire cosa accade dentro se stessi. Per esempio sono al mare davanti ad un bellissimo tramonto; invece di godermi lo spettacolo, dopo poco tempo penso già a cosa farò quando tornerò a casa, “Devo farmi la doccia, poi faccio questo o farò quest’altro, però quella cosa che ho visto ieri potrebbe essere un’idea e via così…”. Come possiamo notare, sono completamente da un’altra parte. Sono nell’azione futura, non riesco a stare nel presente.

Agire diventa un modo per non entrare in contatto con le proprie sensazioni, pensieri, emozioni e vissuti. Agendo, facendo delle cose, si tiene a bada la realtà esterna, ma anche quella interna.

Quando arriva la notte, tutto prende ritmi più lenti. Si spengono le luci ed ecco venir fuori tutte quelle cose che durante il giorno abbiamo tenuto sotto controllo, a cui non abbiamo dato ascolto.

Se gradualmente ci si confrontasse con questo aspetto della nostra personalità, potremmo piano a piano migliorare le nostre capacità di “stare” nelle varie situazioni durante il giorno. Questo vuol dire dare spazio alle nostre insicurezze, ascoltarle, conoscerle. Invece che immergersi nelle cose da fare, ogni tanto si potrebbe fare che ci si dedica alle nostre insicurezze, così da diventare sempre più bravi nell’affrontarle.