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31 anni di Grandi successi!
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... Mi terrorizzano due cose (pensieri disfunzionali, lo so) 1. Ma potrò mai avere la carriera che ho tanto sognato di avere? 2. Palesemente parlando, esiste una donna che si cagherebbe un "nulla di fatto"? |
Re: 31 anni di Grandi successi!
non sono io è un altro forumista hahaha :D
sei in buona compagnia non preoccuparti :) |
Re: 31 anni di Grandi successi!
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Allora non sono solo! :mrgreen: (è tristemente confortante, non è vero anche per te?) |
Re: 31 anni di Grandi successi!
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lo so che dire trent'anni è altisonante, ma fregatene dell'età, ci restano altri 60 anni vuoi mettere? |
Re: 31 anni di Grandi successi!
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Mi sa che presto arriva Barclay su questo thread :D |
Re: 31 anni di Grandi successi!
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Re: 31 anni di Grandi successi!
Sì, è vero. Diciamo che nel mio personale caso io mi immaginavo fortemente diverso anni fa alla mia età.
Ma come detto sopra, un brillante studente universitario soggetto a depressione può sul serio convincersi di essere inadatto per qualsiasi cosa e, di colpo, fermarsi. È dura per questo aspetto, quello lavorativo. È dura perché dipendi dai tuoi genitori ma tu non vorresti con tutte le tue forze, ma non c'è alternativa. Perché diventa difficile presentarsi a gente nuova dicendo "sono uno studente universitari di qualche anno fuoricorso..." E sai bene che quell'essere fuoricorso non dipende dall'essere un incapace, ma dipende dall'esserlo diventato per colpa di una malattia viscida e subdola. E sì, è ovviamente una idea nella mia testa e sicuramente sarà sbagliata, ma ad una donna non dice molto una persona nelle mie condizioni, condizioni che vengono più viste come tipiche del mammone e/o del mantenuto di turno. Cosa che io non ho mai voluto essere. |
Re: 31 anni di Grandi successi!
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Comunque anch'io sto cercando di "controllare" questa bestia che mi perseguita che è la depressione,se riesco a finire il quinto anno gia è un miracolo,non tanto per lo studio ma più che altro perchè non dovrò stare più in un contesto sociale come la scuola che mi mette molta ansia |
Re: 31 anni di Grandi successi!
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È capitato, durante la mia vita ricchissima di esperienze (...) di fare conoscenza con qualche gentil donzella. Dunque, una, due... uhm, aspetta! Tre! Insomma, queste ragazze non mostravano un palese interesse per me e comunque, sotto sotto, a me non interessavano perché caratterialmente incompatibili. Voglio essere più preciso. Sono una persona timida e solo alla soglia dei trent'anni ho capito che è meglio provare a baciarla una donna quando si è intimità (ovviamente, volete che io abbia il coraggio di fare una cosa del genere?) Ma di occasioni concrete per fare una cosa del genere, nella vita, ne ho avute soltanto DUE. Ed in entrambi i casi ho fatto la figura dell'allocco, fesso e imbranato di turno (discutendo di Filosofia o Scienza invece che andare al sodo...:miodio:) Detto questo, queste due esperienze comunque hanno qualcosa di positivo: a me queste ragazze, in realtà, non piacevano al di là dell'aspetto (gradevole) fisico. |
Re: 31 anni di Grandi successi!
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Re: 31 anni di Grandi successi!
comunque c'è da dire che a quanto pare i 30 anni sblocchino qualcosa, ti viene voglia di recuperare, di salvare la barca il più possibile...
magari questa barca non è da salvare bisogna soltanto mollare gli ormeggi una volta per tutte... |
Re: 31 anni di Grandi successi!
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In una società come la nostra un uomo nelle mie condizioni è malamente giudicato. L'etichetta che mi si affibia è quella del fannullone, del buono a nulla. E ovviamente nessuno sa cosa c'è dietro, nessuno conosce le mie angosce, i pensieri disfunzionali, gli assolutismi che condizionano un depresso e lo spingono fino al suicidio. Non è facile nemmeno parlarne. Io lo sto facendo anche perché spero che questo topic possa dare una mano a quelli che sono nelle mie stesse situazioni, perché io voglio davvero laurearmi, voglio davvero mettermi in gioco. Ma i pregiudizi sono come pugnalate che ti colpiscono alle spalle e non ti danno modo di alzarti dal quel pantano di sangue, il tuo sangue, che si viene a creare. E io, come tanti, di pregiudizi ne abbiamo subiti tanti... Ma non voglio fare la vittima. Dico solo che è normale, e lo trovo pure ragionevole, che una donna, senza conoscermi bene e quindi a primo impatto, creda che io sia un fannullone buono a nulla. E comunque uno che non lavora, non porta il pane a casa ecc Non che sia un problema della donna (perché questo pregiudizio non è soltanto femminile), ma per me, che sono un uomo eterosessuale, rientra in quella sfera di agenti sociali che creano sofferenza. |
Re: 31 anni di Grandi successi!
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Re: 31 anni di Grandi successi!
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Re: 31 anni di Grandi successi!
dal titolo mi aspettavo un topic su radio italia o rtl 102.5 :ridacchiare:
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Re: 31 anni di Grandi successi!
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Mi ripetevo che non dovevo pensarci, che non è importante e anzi, più risalirò questa montagna, che è la vita che mi è sfuggita di mano, da solo, più sarà prezioso e importante il mio gesto. Più sarà grande il progresso che il mio sé avrà fatto, mi dicevo, facendo tutto da solo. In verità è proprio la solitudine che mi aiuta più di altri. Ho pochi amici, due, che non vedo mai. Il resto è solo collezione di francobolli... Ogni tanto si fanno sentire e comunque non abbiamo nulla in comune. Forse siamo solitari, è questo il nostro principale difetto. Abbiamo grandi idee in testa, questo ci rende quasi dei sognatori: siamo idealisti? Cos'è un rapporto di amicizia o sentimentale, senza la condivisione? È la condivisione il parametro direttamente proporzionale alla qualità di una relazione, quale essa sia. Ma capirai, più sei "diverso", più sei "te stesso", più ti avvicini all'essere una perla solitaria in un oceano di creature a te estranee. Più sei te stesso, più è probabile rimanere soli. E io sto cominciando a sospettare che gli uomini non possono vivere da soli per tutta la vita... |
Re: 31 anni di Grandi successi!
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Re: 31 anni di Grandi successi!
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Re: 31 anni di Grandi successi!
esatto, ti sei risposto da solo...
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Re: 31 anni di Grandi successi!
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Essere solitari, finché si ha un padre e una madre, non è esattamente come essere soli. L'angoscia del pensiero di perdere quel nucleo familiare, che è un importante sostegno in questo momento e che costituisce i propri unici veri affetti, a parte i due o tre amici (che si incontrano ogni morte di papa, per svariati motivi) potrebbero già suggerire, almeno nel mio caso, che forse sto aspirando ad un modello di übermensch irraggiungibile. Tutti abbiamo bisogno di un po' di affetto. Ma l'emarginazione è ancora peggio di non avere un affetto. Mi spiego, no? Nella mia condizione, io non solo mi ritrovo con colleghi universitari 10 anni più giovani di me (e comunque di femmine sono poche), ma mi sentirei un perfetto sfigato a provarci con una ragazza 10 anni più piccola di me. E quella della mia età, perché non dirlo? Possono ambire a qualcosa di meglio, a qualcosa che offra più garanzie di una persona come me. |
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