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Serata disastrosa
Per Halloween non sapevo che fare, un ragazzo che ho conosciuto da poco mi chiede se voglio passarlo con lui e dei suoi amici, e io accetto, tutto speranzoso e ottimista. La serata inizia bene, lui mi presenta gli amici e si chiacchiera un po', bevo un drink. Lui é uno di quelli che conosce tutti, quindi capita che va in strada e si ferma a chiacchierare con altri, lasciandomi con i suoi amici (che si conoscono fra loro) e facendomi sentire un pesce fuor d'acqua, proprio non riesco a interagire nei loro discorsi, sembro un idiota. Piano piano l'alcol inizia a fare effetto e mi sento più rilassato. Nonostante ciò, mentre stiamo andando in un locale, lui continua sempre a parlare con altri e mai con me. Fatto sta che, dopo essere andato in bagno, esco e tra tutta la gente non lo trovo, tra me e me penso che non mi va di passare una serata così, e anche per causa dell'alcol mi dirigo verso l'auto, senza avvertire nessuno (avevo perso di vista pure gli altri). Questo mio amico mi chiama due volte e io non rispondo, faccio passare la sbornia e me ne torno a casa, e ora sto a letto a scrivervi questo resoconto.
Che dite, ho fatto male a comportarmi così? Voi che avreste fatto? Nonostante i buoni propositi proprio non riesco ad ingranare la marcia con nuove persone. |
Re: Serata disastrosa
Beh, il tuo amico si sarà preoccupato, magari potevi rispondergli o mandargli un messaggio per avvisarlo che te ne andavi con la prima scusa che ti veniva in mente, non si sparisce così. :)
Potresti contattarlo almeno domani per spiegargli la situazione in qualche modo, magari che non stavi bene per aver bevuto, sennò poi passi per "quello strano". :pensando: |
Re: Serata disastrosa
Mi è successo tante di quelle volte... però ho imparato che è sempre meglio inventare una balla il giorno dopo, perché se non si è convincenti le conseguenze son pesanti, si è considerati quello "anomalo" e non di compagnia con le conseguenze del caso. Ovvero, poi non si viene più chiamati.
Penso che però vada fatto solo in casi di emergenza. Se diventa un'abitudine è chiaro che la strategia viene scoperta. |
Re: Serata disastrosa
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Re: Serata disastrosa
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Io ormai ho rinunciato da tempo a fare cose del genere. Del resto sono pure situazioni che non mi interessano per niente(intendo feste e locali). A volte mi chiedo se siamo fobici o se semplicemente non abbiamo affinità con le altre persone(salvo alcune). E' la mancanza di affinità che genera la fobia? O la fobia genera l'incapacità di trovare affinità? Io credo la prima. Tu del resto ci hai messo buona volontà,ma se poi l'affinità non c'è di fatto...che ci puoi fare? |
Re: Serata disastrosa
Sono d'accordo con Stregatta, ti conviene inventare una scusa sul perché tutto d'un tratto te ne sei andato senza avvisare.
Io di solito limito al minimo questo tipo di uscite ma quelle poche a cui partecipo le porto tutte al termine per evitare figuracce che per me sono peggio della noia e dell'ansia da prestazione da uscita. |
Re: Serata disastrosa
Nonostante non sia andata come speravi hai fatto bene ad uscire e a provarci ... uscire con una compagnia già consolidata è molto difficile e penso lo sia per tutti indipendentemente dal fatto di essere fobici o meno .
In questi casi di solito io evito direttamente di uscire anche in seguito ad una serie di esperienze poco confortanti; se il gruppo è piccolo è più facile e si può anche riuscire a passare una bella serata altrimenti la vedo veramente dura. Concordo comunque , contatta il tuo amico e raccontagli una scusa :) |
Re: Serata disastrosa
digli che hai ricevuto una telefonata urgente per un'emergenza famigliare :pensando:
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Re: Serata disastrosa
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Re: Serata disastrosa
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Gli ho mandato un messaggio stamattina scrivendo di avere avuto un attacco di ansia e di essere scappato via, che in fondo è più o meno la verità. Aspetto la risposta. |
Re: Serata disastrosa
se non sei orgoglioso, potresti dirgli semplicemente la verità. Raccontandogli una scusa, la cosa potrebbe ripetersi. Anche se, pur dicendogli la verità, non puoi essere sicuro che non accadano di nuovo cose di questo tipo.
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Re: Serata disastrosa
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Re: Serata disastrosa
Esperienza per certi versi simile alla tua. Avrei fatto come te, se non fosse che ero ospite e stavo a 600 km da casa mia...
Alla fine in 3 giorni non mi ha quasi mai cagato, se non per cazziarmi per aver acceso una sigaretta, fuori dal negozio in cui erano entrati lei ed i suoi inutili amici. Poi ho pure scoperto che non gliene fregava un cazzo di me, come a molti altri... l'avessi saputo subito mi sarei risparmiato soldi, mesi e fegato. |
Re: Serata disastrosa
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Re: Serata disastrosa
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Re: Serata disastrosa
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p.s. comunque Unison, stai tranquillo, è una buona cosa che ti sei fatto vedere e sei uscito. Adesso basta che scrivi un messaggio (che forse era meglio scrivere ieri ma va bene uguale) dove dici che avevi bevuto un pò troppo e sei tornato a casa. Gli dici che lo avevi cercato per salutarlo ma non lo hai trovato (cosa vera tra l'altro). EDIT non avevo letto come poi è andata a finire. Non era necessario essere così sincero, ma non è nemmeno sbagliato. |
Re: Serata disastrosa
Probabilmente ti sei sentito trascurato e non accettato e allora hai reagito così non rispondendo, ma haifatto un errore. Magari lui era in un'altra parte del locale e semplicemente non ti ha visto: il fatto che ti abbia chiamato è una prova che in realtà ti cercava.
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Re: Serata disastrosa
stavo per scriverti un papiro, poi ho lasciato perdere.
Comunque l'ho vissuto, per diversi anni, il tuo disagio. Ti conviene valutare se ce la fai a farti forza e cercare di interagire con gli altri. Se ce la fai, e riesci a tener duro a lungo, beh, io c'ho messo 2 anni per vedere risultati. Ora (son passati 12 anni da quando mi trovavo in quella condizione) io mi trovo in una situazione opposta, cioé che se vado in locali o altro mi piace spesso aver la libertà di girare da solo e attaccare bottone, pertanto trovo poco interessante uscire in certi luoghi con persone che hanno bisogno di qualcuno che gli dia corda. Mi piace uscire con persone indipendenti come me, e non sono molte. Comunque, ti han dato dei buoni consigli, quindi innanzitutto rimedia alla piccola gaffe, la maggior parte delle persone sono comprensive, ti capiranno. La prossima volta se ce la fai cerca di attaccar bottone con gli altri, chiedendo cosa fanno e qualsiasi altra cosa ti venga in mente, l'alcol può aiutare se non esageri. Infine, cerca di sentirti felice per ogni piccolo risultato che ottieni. Sei uscito con della gente, non è affatto una "serata disastrosa". Conosco l'ansia che rapisce quando ci si deve preparare per uscire, specialmente con gente sconosciuta. Bravo. Batti il 5! |
Re: Serata disastrosa
Concordo alla grande con Marco Russo.
Oh, comunque, bastano poche parole con gli altri. Io per anni, quando uscivo in situazioni così caotiche tipo feste o locali, puntavo a "portarla a casa" cioè fare il minimo sindacale per sembrare socievole, e poi starmene per conto mio o con amici sicuri per tutto il resto del tempo. Infatti sono sempre stato considerato uno con comportamenti un pò ondivaghi, cioè magari per cinque minuti stavo lì sorridente e facevo presenza, poi scomparivo per mezz'ora prendendomi delle pause (tipo andavo in bagno e ci stavo più tempo possibile, facevo due passi con la scusa di fumare una sigaretta e mi allontanavo un pò, e coglievo ogni occasione per stare solo con quegli amici che conoscevo). Basta scambiare quelle due parole ogni tanto nel corso della serata e farti vedere come uno alla mano, così nessuno potrà dire che te ne sei stato sulle tue, e poi per il resto della serata cerchi diversivi per startene tranquillo. Questi sono compromessi che si cercano quando non si sopporta la troppa esposizione: prendersi più pause possibile. |
Re: Serata disastrosa
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Ce da chiedersi: perchè il fobico diventa fobico? La mia esperienza è questa: io prima ho iniziato a sentirmi diverso dagli altri,incompatibile con gli usi e le abitudini e i modi di pensare della massa, poi in un secondo momento visto che questa mia diversità non era capita, apprezzata o addirittura sminuita-derisa, ho iniziato ad isolarmi e poi a prendere i tratti caratteristici del fobico-evitante. Ogni tanto lego con qualcuno per alcuni periodi,soprattutto se con questo qualcuno ci sono degli interessi in comune. Ma in generale con le abitudini,gli interessi e i divertimenti della gran parte delle persone non ho nulla a che fare: se mi sforzo di partecipare ad un evento sociale ad un certo punto mi dico: ma a me che me ne frega di stare qui con questa gente a cui non ho nulla da dire e ad ascoltare sta marea di cazzate ecc.ecc... Posso-avrei potuto sforzarmi di frequentare persone, ma è appunto uno sforzo. Vado dove gli altri si divertono e non mi diverto,e per questo mi sento a disagio. Affianco a questo ho anche la mia timidezza che col tempo,in abbinamento al mio sentirmi diverso si è trasformata in chiusura nei confronti degli altri,tanto che ora probabilmente se incontro qualcuno con cui ho affinità potrei anche non accorgermene. O magari lo frequento, ma lo tengo a distanza,poi smette di frequentarmi lui... Quindi è anche vero che i tratti del fobico mi impediscono di trovare le affinità,ma i tratti del fobico secondo me li ho acquisiti proprio perchè di base non ho affinità con la maggior parte delle persone. In conclusione mi sembra che una cosa alimenti l'altra e che l'altra a sua volta torni ad alimentare la prima. A me sembra che Unison si sia sforzato di frequentare quelle persone, ma non riuscendo a "interagire nei loro discorsi" (che io leggo "non avendo con loro affinità"), si è sentito a disagio e se ne è andato. Quindi io leggo: non affinità>disagio, ecco perchè ho fatto le considerazioni che ho fatto. |
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