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Il vostro percorso di accettazione
Circa due anni fa, più o meno in corrispondenza con la mia iscrizione a questo forum, ho dovuto fare i conti con la mia condizione.
Sapevo fin dalla tenera età di avere dei limiti ma non ci avevo mai dato più di tanto peso e avevo abbastanza fiducia in me stesso e pensavo di "potercela fare".. ora voi vi chiederete "potercela fare a fare cosa?" risposta mia: "ad avere una vita normale". Normale significa semplicemente normale, però se qualcuno vuole possiamo approfondire il concetto di normalità. Dapprima ho intrapreso un percorso di introspezione e poi cause di forza maggiore mi hanno costretto ad intraprendere un iter terapeutico che ha avuto alterni successi, che però nel complesso definirei moderatamente positivo. La consapevolezza dei miei limiti e il fatto che ne siano consapevoli anche le persone che mi circondano mi ha dato più tranquillità, sono conscio delle mie caratteristiche e so che più di tanto non posso pretendere e diciamo che questo mi ha portato un senso di serenità, ma anche un velo di tristezza per quello che poteva essere e non è e non sarà. Il fatto di aver fatto in tarda età questo percorso limita un pochino le possibilità di miglioramento.. certo meglio averlo fatto a 36 anni che a 70, comunque meglio tardi che mai. Vorrei sapere se qualcun altro ha avuto questo iter di accettazione in età "tardiva" e le conseguenze che ne sono derivate. |
Re: Il vostro percorso di accettazione
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Re: Il vostro percorso di accettazione
Con tardivo da che età in poi intendi?
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Re: Il vostro percorso di accettazione
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Re: Il vostro percorso di accettazione
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Re: Il vostro percorso di accettazione
per ora ho solo messo un piede sul percorso (e ho una certa età)
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Re: Il vostro percorso di accettazione
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Re: Il vostro percorso di accettazione
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bisogna anche considerare il modo in cui si giudicano questi risultati, spesso mi capita di considerarli eccessivamente positivi(?) o negativi(?) in fattore del mio umore, che purtroppo anche questo spesso è altalenante... |
Re: Il vostro percorso di accettazione
ho sempre saputo di avere un carattere particolare, per accettarmi mi accettavo, solo che da ragazzi/ni si vive male il confronto
quando vedi che tutti sono diversi da te hai due possibili reazioni istintive - sono peggiore di tutti faccio schifo gli standard degli altri sono irraggiungibili per me - sono migliore di tutti, gli altri tendenzialmente fanno schifo e nessuno si può minimamente avvicinare ai miei standard (questa tendenzialmente è la mia) fino al momento in cui la vita ti obbliga per forza di cose alla logica del "gruppo" (fino all'età scolare perlomeno mezza giornata è vissuta così da tutti) è complicato non vivere il confronto senza reazioni interiori scomposte verso i 20/23 c'è poi lo sbandamento di trovarsi soli, spesso senza lavoro o con una carriera universitaria fatta di incognite, e dello scoprire che il tanto odiato "gruppo" in realtà fungeva anche da protezione. è il momento peggiore. poi finalmente il fobico comincia a stabilizzarsi, conosce meglio se stesso, capisce che d'amore e di fobia non si muore e soprattutto guardandosi intorno non vede più superdonne e superuomini belli alti biondi intelligenti ma comincia a vedere le miserie di tutti, ecco che allora su facebook il tuo compagno di classe che faceva il figo con tutte le stragnocche ora è felicemente fidanzato con una che Wrong definirebbe....:pensando: vabbè insomma diciamo che compenserà l'estetica con una forte personalità ._. vedi gli amici di un tempo con lo sguardo spento di chi ha perso l'arroganza giovanile, vedi che ognuno posta sui social ossessivamente foto dei suoi cani e gatti o bambini piccoli e capisci che sono lontani i tempi dell' "andiamo tutti a far casino e tu perchè non vieni" oggi nessuno di loro potrebbe venire.... e allora realizza che sì, è diverso ma non tantissimo, forse è migliore ma non ha molto da vantarsi, oppure è peggiore ma alla fine nessuno è nelle condizioni di rinfacciarglielo...e finalmente si accetta (per fortuna che usa l'accetta e non la sega, altrimenti l'ultima frase avrebbe fatto apparire questo post simile ad una famosa canzone di lucio dalla ._.) (quella del turista che si perde nel centro di bologna) (detto per inciso pure io nel centro di bologna non mi sono trovato proprio al volo, con tutte quelle viuzze strette e mura e portici tutti uguali ._. però mi ricordo che trovai una osteria/trattoria nella quale si mangiava molto bene, purtroppo non mi viene in mente il nome) |
Re: Il vostro percorso di accettazione
Bello il post di Inosservato, io però sto ai 23 anni quindi per il momento di accettazione non se ne parla proprio. Vi faccio risapere tra una decina d'anni.
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Re: Il vostro percorso di accettazione
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ma tu ci credi veramente o te la racconti? :interrogativo: se ce la fai a crederci buon per te eh, io gna faccio.. per il resto concordo! Quote:
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Re: Il vostro percorso di accettazione
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Conseguenze: vivo più sereno e illudo molto meno me stesso e gli altri; conoscendomi meglio per quel che sono ed essendo consapevole dei miei limiti, sono arrivato via via a prendere coscienza: - di quello che posso ottenere facilmente - di quello che posso ottenere con più fatica / sforzi - di quello che rimane incerto, ma per cui vale comunque la pena di lottare - di quello che invece NON potrò MAI ottenere in ogni caso, per vari motivi. |
Re: Il vostro percorso di accettazione
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Re: Il vostro percorso di accettazione
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*me lo dico sempre e non lo faccio quasi mai. |
Re: Il vostro percorso di accettazione
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:lingua: |
Re: Il vostro percorso di accettazione
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poi, non sono psicologo, ma secondo me lo svalutarsi ed il sopravvalutarsi sono parenti strettissimi, se in fondo in fondo fossi così sicuro di me da essere addirittura spaccone penso avrei avuto altri percorsi nella vita piuttosto che collezionare 25mila post su fobiasociale.com ._. |
Re: Il vostro percorso di accettazione
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anche i figli piccoli (lì però c'è esagerazione, ci sono le donne over 50 attaccate agli smartphone con le foto sti bambini che sembrano drogate -_-) (non spio gli smartphone altrui, cioè forse solo un pò, è che sulla metro tutti schiacciati l'occhio sfugge naturalmente ._.) ma dicevo, non è patetico, però dimostra che quasi nessuno vive perennemente in mezzo a gruppi sterminati di amici e ragazze tipo festa da college americano nei film per teenager, a sto punto il mio profilo instagram non sfigura :pensando: non ho animali, ma tutto sommato rientro nella media una foto allo stadio un'altra al tramonto di turno e via ._. |
Re: Il vostro percorso di accettazione
Ho accettato che non arriverò a grandi traguardi nella vita, ma manterrò la mia grande vita interiore, i miei interessi e i miei affetti (pochi). Accetto che non sono in grado di fare molte cose ma sono in grado di farne altre. Per il resto, no all'accettazione negativa: non accetto che mi si debba lasciare in un angolo a deprimermi
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Re: Il vostro percorso di accettazione
Ho avuto coscienza sin da quando ho memoria di una sorta di diversità rispetto agli altri.
Ho passato periodi lunghi in cui quasi li odiavo, gli altri. Il confine tra sociofobia come problema e come rimedio a una socialità invivibile, come punto d'orgoglio, è stato a lungo sottile. Ancora adesso permane tale, a volte. La mia sociofobia si è estrinsecata (o tuttora si estrinseca) soprattutto nella difficoltà forte nel compiere azioni di semplice quotidianità nella gestione della propria vita: fare la spesa, pagare bollette, avere a che fare con gente sconosciuta dietro ai banconi e così via... ho dovuto durare enorme fatica per imparare tutte queste cose, e l'ho fatto in età piuttosto avanzata. In parte l'ho fatto per conto mio, in parte con l'aiuto di persone che mi sono state vicine a cui avevo rivelato queste mie singolari difficoltà. Non c'è stato un momento preciso in cui ho assunto consapevolezza di questi problemi, in cui ho cominciato a vederli come tali. Si sono rivelati tali da soli man mano che la necessità (leggi: l'impossibilità di vivere in eterno alle dipendenze di una famiglia anch'essa problematica) s'è fatta viva. È solo da un anno e mezzo che ho cercato l'aiuto di figure professionali, leggi psicologi, psichiatri, ecc... devo ancora capire bene quanto questo aiuto sia effettivo o non sia invece completamente inutile. Il discrimine, nel mio caso, non è stato nell'accettazione di avere un problema, ma nella consapevolezza di non riuscire a superarlo con le mie sole forze, cioè nell'ammettere di dover chiedere aiuto ad altre persone (professionisti o no) per superarlo o perlomeno convincerci. |
Re: Il vostro percorso di accettazione
Ho iniziato a 27-28 anni a capire che il problema andava circoscritto e non si sarebbe risolto da solo, e a 30 ho iniziato terapia e altre cose per accettarmi.E anch'io vorrei aver iniziato prima a prendere coscienza, non so se avrei risolto qualcosa in tempo, ma sicuramente non mi sarei ammazzata di sensi di colpa
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