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La sindrome dello studente
Ho appena iniziato a frequentare, non per hobby, un corso di lingua straniera. Come quando andavo a scuola sto riprovando un disagio conseguente al dover ascoltare per ore, con attenzione e formalità, una persona messa sul piedistallo (anche se a merito per me non cambia) senza poter interagire in modo personale, magari anche divagando un po' ma non con battutine che, un clima così antidemocratico, non mi ispira. La passività indotta sia del mio Io che fisica presto mi inibisce e mi toglie la grinta anche ventiquattrore su ventiquattro. Finisco per andare avanti per inerzia. Così, ad esempio, i miei rapporti informali con chicchessia da spontanei diventano forzati, quindi a quel punto, se posso, preferisco troncarli (come appunto feci in passato).
Le mie esperienze professionali invece non mi hanno mai dato un tale disagio. Nessuno di voi attribuisce, in parte o completamente, l'origine della propria timidezza al fatto di essere o essere stato recentemente uno studente? Lo chiedo a voi anche se d'istinto mi piacerebbe chiederlo alle budella di qualcuno messe a nudo da innumerevoli fendenti. Per rabbia e frustrazione trasformerei l'aula in un mattatoio di esseri umani o in un girone infernale. :moltoarrabbiato::piangere: |
Re: La sindrome dello studente
no a me no , nel senso quando frequentavo le scuole , l'ambiente scolastico era una cosa e tutto il resto un altra , e forse sta cosa di nn interaggire che dici tu con uno messo sul piedistallo faceva in modo che appena uscivi da quella farsa assurda interaggivi pure coi marciapiedi perchè sapevi che il giorno dopo il teatrino si ripeteva ..... ma forse è meglio chiedere agli altri io la scuola la vedevo come una condanna da scontare :D .
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Re: La sindrome dello studente
secondo me esistono contesti peggiori...
con un pò di fortuna, noia e apatia si riesce a mantenere una condizione di anonimato e mediocrità, fregandosene di tutti |
Re: La sindrome dello studente
beh ma se è un corso può essere anche interessante stare zitti per un pò ad ascoltare. Ma nemmeno parlare ogni tanto si può? e che sei in un lager
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Re: La sindrome dello studente
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Re: La sindrome dello studente
boh non so dirti se ho lo stesso disagio ma a una certa età di seguire corsi ne ho piene le balle a meno che non siano per hobby. Non riesco tanto a stare ferma a sentire per 6 ore e neanche a interagire tutto sto tempo con i compagni. Una volta invece a scuola era più facile
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Re: La sindrome dello studente
È uno dei motivi per cui ho abbandonato l'università
Centinaia di persone in un'aula, depersonalizzazione totale, senso di estraneità, perdita dei confini del proprio io. Preferirei laboratori con piccoli gruppi che collaborano, ma poi lì verrebbero fuori le dinamiche dei piccoli gruppi e allora addio. Niente, non si sa come si deve fare con gli esseri umani. |
Re: La sindrome dello studente
mi è venuto in mente che quando andavo all'università mi immaginavo durante la lezione di alzarmi in piedi in mezzo all'aula e mettermi a gridare come una pazza. Mah forse stare in mezzo a così tanta gente ti agita qualcosa dentro, ti senti soffocare ma anche scomparire dentro questo fiume di gente.. Magari aveva ragione Bukowski
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Re: La sindrome dello studente
Anc io Hazel, o cose più estreme per suscitare una reazione, tipo salire in piedi sul banchetto e pisciarci sopra.
Perché l'approccio è troppo demoralizzante, sarebbe bella una collaborazione ma come la crei con centinaia di persone, poi boh. Adesso mi sembra una cosa lontana, perché da un lato uno la può pure pigliare che va là, ascolta, va a casa, fa il suo. Ma è che era proprio fame di altro. E cioè ero nello stato d'animo del “Arrivasse uno stimolo dall'esterno. Uno.” Insomma da un lato mi pare un segno di immaturità, dall'altro trovo che l'Università sia deludente e che sarebbe meglio fosse un ambiente più stimolante. Contando però che sono le persone a fare un ambiente... Non saprei... Bah vabbe'. |
Re: La sindrome dello studente
... non fa parte di me questa sindrome.. perchè io mi trovo da Dio nei contesti in cui devo ascoltare un insegnante e stare passiva ad apprendere e basta, e dove ci sono migliaia di persone e l'attenzione non è concentrata su di me, come può accadere invece in una piccola aula. Prendo i miei appunti, seguo per benino e mi rilasso... e poi vado via tutta contenta quando è finita la lezione frontale.
L'ansia (di prestazione e non solo) mi salirebbe se dovessi intervenire per rispondere a domande dirette poste dall'insegnante, ed ovviamente in fase di esame.. ma il periodo delle lezioni con l'insegnante in un piedistallo per me è sempre stato il preferito ;) E' quello che segue che mi terrorizza... ovvero la verifica delle nozioni apprese, esami, studio di gruppo eventuale, etc. Nessuno è come me? |
Re: La sindrome dello studente
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Re: La sindrome dello studente
Mah, io sarò strana ma è il mio ideale... non sono costretta a socializzare. In Università mi sedevo nel mio banco e ascoltavo, se la lezione era noiosa prendevo svogliatamente appunti ma tanto poi finiva.
Molto meglio delle scuole dell'obbligo in cui ti prendevano per i fondelli perchè non parlavi e te ne stavi sola all'intervallo. Personalmente non ho mai creduto che l'ambiente ideale per socializzare fosse la scuola, in quanto lì ti trovi con tanta gente che devi per forza di cose frequentare che ti piaccia o no. Ad un corso o all'Università segui la tua lezione e poi fine, se qualcuno ti ispira puoi tentare un approccio, altrimenti amen. Certo l'approccio può essere faticoso, magari alza la mano e fai qualche domanda intelligente e stimolante. Oppure arriva un po' prima e tenta quattro chiacchere con chi è già lì. Oppure tenta in pausa, non la fate la pausa? |
Re: La sindrome dello studente
2 allegato(i)
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Re: La sindrome dello studente
"... non fa parte di me questa sindrome.. perchè io mi trovo da Dio nei contesti in cui devo ascoltare un insegnante e stare passiva ad apprendere e basta, e dove ci sono migliaia di persone e l'attenzione non è concentrata su di me, come può accadere invece in una piccola aula. Prendo i miei appunti, seguo per benino e mi rilasso... e poi vado via tutta contenta quando è finita la lezione frontale.
L'ansia (di prestazione e non solo) mi salirebbe se dovessi intervenire per rispondere a domande dirette poste dall'insegnante, ed ovviamente in fase di esame.. ma il periodo delle lezioni con l'insegnante in un piedistallo per me è sempre stato il preferito ;) E' quello che segue che mi terrorizza... ovvero la verifica delle nozioni apprese, esami, studio di gruppo eventuale, etc. Nessuno è come me?" Eccomi! Io amavo (almeno nei primi periodi) seguire le lezioni all'Universita' ed uno dei motivi era proprio questo. |
Re: La sindrome dello studente
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Re: La sindrome dello studente
Le tue mancanze come studente diventano mancanze in quanto essere umano.
E' un contesto in cui sei in mezzo a molte persone (non so per voi, ma anche se non stanno guardando me comunque è pesante...). Dunque sì. Quote:
P.S. Sì, vale anche per me. :) Originariamente inviata da *Stellina* Nessuno è come me? |
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