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uahlim 14-03-2008 21:45

Credo nel destino
 
Io credo nel destino, o meglio, credo che i nostri pensieri non siano veramente nostri, o meglio, che noi siamo i nostri pensieri e comandiamo il nostro corpo che è nostro perchè lo comandiamo con il nostro pensiero, ma che il nostro pensiero sia coprodotto dal nostro cervello e dalle circostanze esterne, dal caso, da un insieme di circostanze che posso anche chiamare necessità, e che tutto questo lo posso chiamare destino. Quindi non penso che siamo veramente noi responsabili di quel che pensiamo ed in definitiva di quello che siamo, e che quindi in un certo senso non siamo, pensiamo e dunque siamo, ma siamo continuamente creati dal caso ed in parte da noi stessi. Cio non ostante amo i miei famigliari perchè loro mi vogliono bene, ma credo che sia un'illusione, che noi non siamo perchè siamo il prodotto del destino o di Dio, oppure che siamo tutti delle divinità perchè pensiamo e siamo una volontà, sentiamo di volere, anche se penso che in definitiva questa volontà sia un prodotto della natura e parte di un tutto, e non una individualità ben precisa, anche se i singoli flussi di pensiero sono separati, io non leggo nel pensiero di un altro. Ecco, in questo senso penso che siamo delle divinità, perchè siamo delle volontà coprodotte ma individuali. E' complesso, lo so. Tutto questo per dirvi che non credo nei giudizi morali perchè non credo nel libero arbitrio, o meglio, che ci credo in maniera relativa, come credo nella vita e nella mia individualità ed esistenza in maniera relativa. Credo di essere ma nel contempo di non essere.

calinero 14-03-2008 21:56

io non so bene a cosa credere

forse credo che c'è un inizio prestabilito ed una fine prestabilita
ma come ci arriviamo è libero

il cervello poi, cavoli, è solo un agglomerato di neuroni, assoni ecc... tristenji, il frutto dell'evoluzione e dell'adattamento... a volte certe cose è meglio non leggerle

Jessica2 16-03-2008 15:38

STE DOMANDE ME LE FACCIO MOLTO SPESSO..
IO CREDO CHE C'è SOLO UNA COSA CERTA DI NOI, DI QUELLO CHE SIAMO: IL NOSTRO PENSIERO.

88_ThE_BeSt_88 16-03-2008 15:45

il destino è quello ke si crea ogni persona da sola

knap 16-03-2008 17:32

non so se ho afferrato bene il senso del tuo post, però rispondo per quello che ho capito: :oops:

vabbè escludendo i discorsi sulle divinità ecc. ecc. direi che quello che dici è un'idea sociologica solida, in qualche modo proposta anche da Durkheim,uno dei padri della sociologia cioè che sono i "fatti sociali" a determinare le azioni individuali, nelle società le persone sono vincolate a seguire modelli vigenti per l'intera società in cui vivono.
Poi ci sono altre teorie che mettono in primo piano l'azione individuale ovviamente, però anch'io sono molto attratto da questa idea di costrizione, comunque lasciarei a parte, per questioni personali, ogni discorso su dei et simila; per me tutto è inevitabile perchè è necessario alla società per mantenere l'equilibrio grazie al quale tutto si regge.

Se posso vorrei consigliare la lettura di un autore giapponese di fine '800 Natsume Soseki che in tutta la sua opera,incentrata sul tema della solitudine, fa trasparire sempre l'idea che la solitudine sia un prezzo da pagare perchè la società si mantenga così come, un peso che solo poche persone devono portarsi sulle spalle per salvare il bene comune.

...perlomeno per un pò ci si può vedere come degli eroi!!! :roll:

Milo 16-03-2008 20:58

Se il destino è contro di noi...peggio per lui.

TheSorrow 16-03-2008 21:47

invece secondo me il destino è solo una scusa.. se una cosa va male, diciamo "era destino" , e così ci laviamo le mani... ci sentiamo meno in colpa se crediamo che la nostra vita sia già stata scritta..

HurryUp 18-03-2008 00:33

Io credo che l'esistenza del destino che l'intuito ci suggerisce, sia una particolare forma del numero di Godel, ossia il teorema che è isomorfo all'affermazione:
"io sono vero ma non dimostrabile".
In questo caso, il numero di Godel è codificato così:
G="il destino è vero, ma non dimostrabile".
La nostra coscienza, avendo accesso alla realtà attraverso un sistema di percezione formale, può rappresentarsi la realtà entro i limiti del teorema di Godel, quindi non potrà "percepire" l'esistenza del destino, di conseguenza potrà fare queste due scelte:
1) considerare G vero, quindi postularlo
2) considerare G falso, quindi negare l'esistenza del destino

ovviamente, la "sensazione di avere il libero arbitrio" non aiuta il soggetto ad analizzare la verità o falsità di G, perchè la proprietà della realtà affermata da G è indecidibile nel sistema cognitivo umano.

Io penso che G sia vero, ma che descriva un particolare meta-livello della realtà, che non ha conseguenze sul livello del libero arbitrio, quindi credere in G non può giustificarmi a togliermi le mie responsabilità.

Ho anche la sensazione intuitiva che solo il "programmatore" della realtà abbia una visuale completa della realtà, e che io non devo aspirare a raggiungere questo livello, di conseguenza sento di dover superare tutte le pulsioni che vogliono farmi raggiungere quel livello che appartiene solo a Dio (il programmatore), perchè ho la sensazione che coltivando quelle pulsioni otterrei solo frustrazione.

ansiosissimo 18-03-2008 02:02

Re: Credo nel destino
 
Quote:

Originariamente inviata da uahlim
Io credo nel destino, o meglio, credo che i nostri pensieri non siano veramente nostri, o meglio, che noi siamo i nostri pensieri e comandiamo il nostro corpo che è nostro perchè lo comandiamo con il nostro pensiero, ma che il nostro pensiero sia coprodotto dal nostro cervello e dalle circostanze esterne, dal caso, da un insieme di circostanze che posso anche chiamare necessità, e che tutto questo lo posso chiamare destino. Quindi non penso che siamo veramente noi responsabili di quel che pensiamo ed in definitiva di quello che siamo, e che quindi in un certo senso non siamo, pensiamo e dunque siamo, ma siamo continuamente creati dal caso ed in parte da noi stessi. Cio non ostante amo i miei famigliari perchè loro mi vogliono bene, ma credo che sia un'illusione, che noi non siamo perchè siamo il prodotto del destino o di Dio, oppure che siamo tutti delle divinità perchè pensiamo e siamo una volontà, sentiamo di volere, anche se penso che in definitiva questa volontà sia un prodotto della natura e parte di un tutto, e non una individualità ben precisa, anche se i singoli flussi di pensiero sono separati, io non leggo nel pensiero di un altro. Ecco, in questo senso penso che siamo delle divinità, perchè siamo delle volontà coprodotte ma individuali. E' complesso, lo so. Tutto questo per dirvi che non credo nei giudizi morali perchè non credo nel libero arbitrio, o meglio, che ci credo in maniera relativa, come credo nella vita e nella mia individualità ed esistenza in maniera relativa. Credo di essere ma nel contempo di non essere.

BELLE PAROLE :wink:
non ciò capito n'cazzo, comunque belle parole. :idea:


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