Re: Non conoscere sè stessi
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Re: Non conoscere sè stessi
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Se hai tempo prova a leggere il mio thread. |
Re: Non conoscere sè stessi
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se l'identità fosse solo una corrispondenza si potrebbe creare un software che ci dica cosa siamo (effettivamente ci stanno provando ). ma in verità definiscono maggiormente un essere i suoi limiti più che il suo valore attuale. Immagina l'identità come un insieme di variabili aleatorie correlate, o ognuna oscilla all'interno di alcuni limiti. I limiti sono come la struttura di un edificio, difficilmente li cambi nel corso del tempo, se non attraverso un progetto mirato, l'edificio deve stare in piedi. uscendo dalla metafora quello che mi pare di capire è che inevitabilmente ci si deve prima identificare in quello che si fa (e si è) per poter aggiungere altro alla propria identità. sia il mio stato attuale che quello che voglio aggiungere hanno dei limiti che vanno capiti, altrimenti il rischio è ritrovarsi confusi e non sapere più chi si è diventati e che cosa si è fatto. quando si vive in un contesto con altre persone alcuni limiti corrispondo altri no, ed è evidente, è ingannevole ricercare delle corrispondenze poiché non esistono, semmai esistono limiti simili. Sono i limiti che ci raggruppano! la costituzione stessa non fa che porre dei limiti entro i quali o da non superare , ed essa definisce l'identità "cittadino italiano" edit: quando ti chiudi in una stanza puoi essere chi vuoi, lo stesso se ti chiudi nella fantasia, ma quando esci per interfacciarti col mondo devi prima capire cosa il mondo ti permette di fare (e quindi ti limita) e poi costruire un identità su quei limiti. |
Re: Non conoscere sè stessi
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devi pensare che la persona oscilla sempre, per questo una struttura di valori non basta dato che in mote circostanze ti ci dovrai allontanare dai tuoi valori. il fatto è che le persone qui vedono la mancanza di identità come l'incapacità di agire con identità. poi capisco quello che intendi, se hai una struttura di valori forte ti farai influenzare e limitare meno dall'esterno, però non è proprio questo il caso |
Re: Non conoscere sè stessi
Io so bene chi sono, cosa mi piace, cosa voglio, il problema principale nel mio caso è, come diceva Battiato, mantenere "un centro di gravità permanente che non mi faccia mai cambiare idea". Purtroppo io tendo a perdere "la mia identità" quando mi metto in rapporto con gli altri, quando parlo di "annichilimento" quando entro in relazione con il mondo esterno parlo di questo. Io sono come un camaleonte per essere facilmente accettata (e non sembrare strana) e andare incontro alle esigenze altrui tendo a sopprimere la mia personalità e "assorbire" gli interessi, i gusti, ecc della persona con cui mi trovo a rapportarmi. Io conosco bene me stessa ma ci sono periodi in cui non mi riconosco... non so come fare ad equilibrare le due cose, rimanere me stessa anche quando mi relaziono con gli altri, senza apparire eccentrica, ripiegata su me stessa, egocentrica e accondiscendere anche ai bisogni ed esigenze altrui.
Solo con pochi riesco ad essere pienamente me stessa. |
Re: Non conoscere sè stessi
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Re: Non conoscere sè stessi
Si fanno scelte nella vita dettate dalla ragione o dal sentimento sono scelte che possono mettere dubbi su ciò che si vuole, questa per me è identità.
Il centro di gravità permanente secondo me non esiste, o esiste solo in certi momenti. L'identità siamo noi con le paure con i pianti con la gioia e i sorrisi, difficilmente riusciamo a percepirci con la ragione e a sentirci ciò che siamo razionalmente. |
Re: Non conoscere sè stessi
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Ma non c'è un punto di equilibrio? |
Re: Non conoscere sè stessi
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il punto di equilibrio se esiste è in movimento. esiste lo stare in equilibrio, ma ci vuole consapevolezza... per questo ci chiediamo quale sia la nostra identità. se non lo sappiamo non possiamo capire quando stiamo cadendo. un fatto però è che se siamo caduti ce ne accorgiamo, ma perché???? uno potrebbe anche vivere senza identità, solo razionalmente..ma la vita è irrazionale quindi no. allora si potrebbe vivere di istinto, ma la società vuole essere il più razionale possibile quindi no. l'identità serve a dare equilibrio??? quale identità è giusta??? razionalmente, quella che non danneggia troppo il tuo vicino, altrimenti reagirà. allora l'identità deve essere qualcosa che sta tra te, la società (che è poi il mondo) e il tuo vicino. quindi , senza rendere questa discussione inutilmente metafisica torniamo alla domanda iniziale Perché si è arrivati al punto che non conosciamo noi stessi???? penso che la risposta sia, perché abbiamo evitato di conoscere la società e i vicini. Non è banale. se non ci si rapporta con l'esterno, o magari si indossano delle maschere l'esterno non riuscirà a rapportarsi con noi , e noi non capendo l'effetto che facciamo non possiamo stabilire la nostra identità. |
Re: Non conoscere sè stessi
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Dov'è il punto di incontro? |
Re: Non conoscere sè stessi
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Re: Non conoscere sè stessi
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Ma mi stai prendendo in giro? Lol |
Re: Non conoscere sè stessi
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non sapevo cosa rispondere non ho capito la tua domanda, speravo di riportare la discussione più terra terra, altrimenti siamo io e te. Poi possiamo dire che il concetto di identità lo abbiamo definito in vari modi, ora bisogna semmai capire a cosa serve avere una identità, e se si può modificare..che relazione c'è tra identità e obbiettivi della vita. non capisco se capisci quello che dico, ho fatto ancora discorsi del genere , ma qui, al solo livello semantico è difficile, faccia a faccia potrei capire dalle tue espressioni se ci siamo intesi oppure no. possiamo girare all'infinito con questa gioco domanda e risposta |
Re: Non conoscere sè stessi
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La mia opinione riguardo all'identità è la seguente. Ciò che caratterizza la nostra persona è il nostro sistema valoriale profondo. In cosa consiste questo sistema valoriale, a mio parere? Consiste in un dettagliato, non banale, sistema di priorità e per l'esattezza è il sistema di priorità che ci causa meno sensi di colpa e meno disagi in generale, quale che sia la situazione in cui ci potremmo trovare. Ad esempio: mettiamo che io trovi un barbone per strada e che tale barbone mi domandi del denaro. Io posso scegliere di offrirgli e di non offrirgli il denaro. Mettiamo che io scelga di non offrirgliene. Questo mi causerà disagio, sentirò di non essere stato solidale. Evidentemente, la solidarietà è un mio valore. Mettiamo, invece, che io decida di offrire a questo barbone un po' di denaro, qualche euro. Poniamo che tale barbone mi domanderà ulteriore denaro. Supponiamo che io sia in possesso di poco denaro, destinato al ritorno a casa. Supponiamo che io gli dia tale denaro. Proverò disagio, perché qualcosa che mi serviva ed era strettamente correlato alla mia autosufficienza l'ho dato via. Evidentemente, ho bisogno di un minimo di autoaffermazione nella vita per ottenere benessere. E si può anche notare come tale autoaffermazione, nell'ordine di priorità, venga dopo la solidarietà: io capisco che lui abbia bisogno di soldi, glieli do finché ciò non compromette le radici del mio benessere, poi stop: lui non ha diritto di esigere da me qualcosa che non gli posso dare. Otterrò in questo caso un senso sia di pace con l'esterno che con l'interno, e varrà quindi la pena identificarmi coi valori derivati dalle azioni che ho compiuto, in quanto stabilizzano sia gli altri, sia me. In poche parole, sono stato morale... quanto basta. |
Re: Non conoscere sè stessi
interessante, sono d'accordo con te su questo. i valori sono la base dell'identità.
Ma solo interagendo con l'esterno si capisce quanto siano profondi, e come hai mostrate nell'esempio, come è formata questa scala di valori. La mia definizione di insieme di variabili aleatorie allora cade se i valori si configurano come una scala. quindi: scala di valori->esperienza-> comportamento morale |
Re: Non conoscere sè stessi
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Ad esempio quale è la tua scala di valori? |
Re: Non conoscere sè stessi
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(libertà , operosità) diciamo che questa coppia non sta funzionando bene. Forse senza saperlo è il contrario, ma è una coppia critica per la maggior parte. (collaborazione , indipendenza) di questo sono quasi sicuro preferisco vendere un po di indipendenza per avere più collaborazione che rinunciare alla collaborazione per l'indipendenza. o meglio, nell'indipendenza andrei comunque a ricercare della collaborazione anche se non sarebbe necessaria. (libertà , collaborazione, solidarietà , indipendenza ,operosità ,autosufficienza) ?? bene o male, direi che sto rivalutando l'operosità. forse sta salendo. L'autosufficienza è una cosa a parte, credo che sia fondamentale per tutti tranne che qualche santa eccezione |
Re: Non conoscere sè stessi
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Re: Non conoscere sè stessi
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É difficilebilanciare, direi che è meglio partire da se stessi, liberta, e poi includere gli altri, deviando ,allungando la strada. |
Re: Non conoscere sè stessi
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