Re: Aiutare un figlio
Dopo quasi 6 mesi di antidepressivo, sto notando chiaramente che il mio problema non è solo l'umore terribilmente a terra, ma anche i pensieri e le ansie. Ora che sono leggermente più motivata, rischio di tornare giù proprio a causa di quei problemi che mi paralizzano.
Ho un pessimo rapporto con i miei, mi sono isolata anche durante i pasti (quando li faccio) e meno ci parlo, meglio sto. Mi trascuro e sentire qualcuno che mi insulta o si arrabbia per questa mia condizione, mi fa star peggio. Non mi sento compresa, mi sento rifiutata e sminuita. Sto male psicologicamente e mi sono sentita dire dai miei che faccio la bella vita, mah. Non vedo spazio e rispetto per un dolore come quello psicologico da parte loro, mi dicono pure che mi comporto come una bambina capricciosa. Non è la prima volta che cado e mi rialzo, ma di sicuro non devo ringraziare i miei. Invece, tu mi sembri realmente disposta a comprendere tuo figlio. Magari il mio caso può esserti di una qualche utilità... :nonso: Quote:
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Re: Aiutare un figlio
Io non coinvolgerei i suoi amici, che si vedano quando vogliono, se la mamma si intromette lui potrebbe pensare che lo facciano per obbligo... Se ci sono questi amici e ogni tanto si vedono (non ho capito ogni quanto) è già molto.
Certe cose magari fatte in buona fede possono arrivare come una violenza... Parlando del mio caso personale, quando mia madre torna a casa ed è di buon umore ed è dolce con me mi si toglie un peso dal cuore, anche se poi non faccio un cazzo comunque ma questo è un altro discorso : D però è vero, anche mia madre sa essere molto entusiasta in stile caretta caretta, magari per cose più banali però, cose tipo: adesso oggi puliamo e mettiamo in ordine tutta la tua stanza! : D oppure: dai che domenica andiamo a fare un giro in bici! Poi magari c'è la fase sclero in cui lei è esausta e non ne può più di me e di mio padre, e si sfoga dicendo che sto in casa a non fare un cazzo, che lei ci serve e ci riverisce etc., allora poi io esplodo dicendo che loro mi hanno rovinato la vita etc. ... Insomma la cosa peggiore è il senso di colpa e a volte l'impossibilità di avanzare pretese perché già è tanto che non ti buttano fuori di casa (questo non me lo hanno detto ma è quello che penso io e che condiziona ogni mia azione), in generale ho notato che a contatto con i miei (specialmente con mio padre) mi rimbambisco, divento isterica, capricciosa, nevrotica, insopportabile etc. etc., perché si vive nella contraddizione di voler essere indipendenti, autonomi, e nel dramma di non riuscire o di non potere diventarlo nei fatti... Io non desidero la morte, quindi c'è una parte della questione che non comprendo e che non vivo, però non voglio lavorare, non riesco a reggere i rapporti con gli altri, non voglio mostrarmi etc. etc., se penso a quello che desidero è chiudermi in casa a guardare film serie tv e cartoni animati, il passo successivo sarebbe riuscire a studiare cose e disegnare da autodidatt., ma già sarebbe oro rispetto a quello che faccio di solito. Al di là della scarsità di opportunità che offre oggi il panorama, non mi sento molto in sintonia con i valori che muovono il mondo, con l'imperativo della fatica, del sudore sulla fronte, del farsi il culo perché nessuno ti regala niente, della forza di volontà, del volere è potere, dell'avidità, della competizione, dell'arrivismo etc., e al di là di quello che non mi va giù, nemmeno saprei sopravvivere in un ambiente lavorativo. |
Re: Aiutare un figlio
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Ora, la crisi del gemello "forte", se dapprima ha innescato i consueti meccanismi di incredulità, rabbia e dolore, forse ora potrebbe indurci tutti a darci più tempo per rifiatare e magari migliorare la nostra situazione complessiva, spingendoci a soluzioni migliori. Alla fine sarà stata una risorsa in più. Quote:
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Forse posso esserti utile anche io. Un genitore che vede il figlio adorato o la figlia adorata distrutto da un dolore così forte, paralizzato dall'ansia, recluso senza colpe, come prima cosa si sente impazzire! Ma come! è lì, bella, forte, intelligente, ha tutto il mondo da scoprire e si isola dalla realtà? E dunque cerca di scuotere. Anche mio marito, all'inizio, gli diceva cose terribili! Tu non hai voglia di fare un ca**o, vai a lavorare, troppo comodo così, etc etc. Il problema è che non serve, perché non dipende dalla volontà. Perché è come un meccanismo che si è rotto e si deve riparare. Vedendo che mio marito si stava dirigendo verso la strada sbagliata e vedendo l'acuirsi del dolore di mio figlio, ho chiesto un incontro con lo psichiatra, per capire cosa potevamo fare noi, come dovevamo comportarci noi. Lo specialista non ci ha dato molte indicazioni; ci ha detto comunque di dargli tempo e di non pressarlo, ma la vera lampadina è scattata quando ha parlato di fobia sociale. Non mi servivano tanto quei consigli sul comportamento migliore, quanto quella diagnosi, quel dare un nome a una cosa sconosciuta. Ho cominciato a cercare informazioni sull'argomento e sono approdata qui, dove ho letto come vi sentite voi, da una prospettiva interna e non esterna come è anche quella dello specialista. Qui ho capito cosa intendesse dire lo psichiatra e perché. Prima non l'avevo capito! Qui ho visto cosa stava vivendo mio figlio e ho anche considerato eroico il suo tacere temendo di farci preoccupare ancora di più. Ma tacere non va bene! Io sono sicura che i tuoi, se fanno così con te, non abbiano ancora capito cosa ti sta succedendo. Se non riesci a parlarne con loro, falli leggere. Lascia una pagina stampata sulla fobia sociale, informali! Magari potrebbero cominciare a mettersi in discussione. Ci vorrebbe un gruppo di auto aiuto per i genitori, ci vorrebbe un forum a parte o un sotto forum. Quote:
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Anche io non mi sento in sintonia con i valori che muovono il mondo, soprattutto con quelli da te elencati. Ma stare reclusi, senza prospettive per il futuro, rappresenta una resa incondizionata proprio a quei valori, equivale ad alzare bandiera bianca, è come darla vinta agli arrivisti superficiali qualunquisti che popolano il mondo e si riproducono pure. Io ho capito che, nella mia vita, potevo far trionfare i miei valori. Ho scelto di avere accanto persone come me, le ho trovate e sto bene. E faccio trionfare i miei valori persino nel mio lavoro, quando posso e per quanto io possa. Aiutare una donna violentata ad avere giustizia, aiutare un perseguitato politico togolese o un omosessuale pachistano con la schiena piena di cicatrici per le frustate ad ottenere lo status di rifugiato, aiutare una lavoratrice mobbizzata ad avere il giusto risarcimento… Il resto del mondo continui pure a cazzeggiare con il lusso, il gossip, la corruzione, l'arrivismo; nel mio mondo si sta bene e si vive nella collaborazione, nel rispetto, nell'empatia, nell'amore per gli altri, nella fede in Qualcosa di più grande. Ti abbraccio. Forza, forza, un giorno ce la farai e sarai felice. |
Re: Aiutare un figlio
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Re: Aiutare un figlio
Tanti auguri per tutto a tuo figlio e congratulazioni a te.
Vedrai che riuscirà a superare questo momento :) |
Re: Aiutare un figlio
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Trovo che sia molto importante che ci sia serenità in casa, comprensione e accoglimento dei problemi e delle fragilità dei componenti della famiglia. Io non le ho avute e non credo di avere molte speranze in tal proposito. La prima volta che mi ero isolata abbandonando tutto e tutti con un taglio netto, avevo quasi vent'anni: mi son rivista molto in tuo figlio e solamente ora posso dire, col senno di poi, che a quei tempi era l'ansia ad avermi dato il colpo di grazia. Dopo un lustro ci sono ricaduta, stavolta però mi son tenuta stretta un paio di persone importanti che sanno e che vedo una volta ogni tanto quando le energie me lo permettono, perché mi fanno stare bene. Insomma, qualcosa è cambiato ed ho imparato la lezione; tutto sommato questo per me è un percorso formativo importante, anche se impregnato di ombre e sofferenza. Forse anche tuo figlio dovrà capire da solo e col tempo tutte queste cose, potrebbe essere pure confuso o non riuscire ad accettare questa sua sofferenza interiore, non ne rimarrei stupita, se fosse così, proprio perché l'ho provato. Da fuori quindi potrebbe essere ancora più difficile aiutare una persona in una condizione simile ed è comprensibile che tu ti senta spaventata ed impotente... Comunque a pelle mi piace molto leggerti. :timidezza: |
Re: Aiutare un figlio
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Re: Aiutare un figlio
[quote=Alex88;1525611 molti si crogiolano su sta cosa, incolpando i genitori..
[/QUOTE] e se non si incolpano i genitori, chi si deve incolpare!?! il fatto è che i genitori non sono onnipotenti, ma ci vuole tanto tempo per capirlo… Quote:
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baci :) Quote:
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