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lupanisky 27-03-2015 23:13

Sindrome dell'epoca d'oro
 
La sindrome dell'epoca d'oro è l'amore verso un'epoca passata,penso spesso a ciò,sia perchè ritengo di essere "vecchio dentro" per un diverso pensiero sulla società e gusti musicali... E' sbagliato avere nostalgia di una società passata magari neppure vissuta perchè ogni società ha i pro e i contro,ma sento come un vuoto in questa società odierna e sia dentro di me,perdita di valori che per me sono fondamentali... Magari mi sono stati impartiti grazie all'educazione ma ormai li ritengo(almeno una buona parte) fondamentali

A voi i commenti

cancellato15306 27-03-2015 23:17

Re: Sindrome dell'epoca d'oro
 
E' a mio parere un atto pericoloso, per noi stessi, l'idealizzazione di un'epoca passata, per varie ragioni.

Prima di tutto, la nostra vita è nel presente quindi si rischia, idealizzando ciò che fu, di rifiutare categoricamente tutto ciò che è, evitando di sviscerarlo e trovarne il meglio per aumentare il nostro benessere, scavandosi un'area più riparata e sicura in ricordi nemmeno nostri.

Secondo, rischiamo anche di accentrare su noi stessi la presenza di valori fondamentali sentendoci così fuori posto, quando l'atto più equilibrato è la conoscenza di nuove persone e il riconoscimento di valori importanti pur diversi anche il loro per attuarne una realizzazione nella vita di tutti i giorni migliorando le condizioni della società fattive.

pokorny 27-03-2015 23:47

Re: Sindrome dell'epoca d'oro
 
Non ho capito se ti riferisci a una precisa epoca storica nella quale vorremmo essere vissuti perché ci piace e ci attira l'immagine che ne abbiamo, o ti riferisci a periodi della vita.

Nel primo caso non so; una parte di me vorrebbe essere vissuta nel rinascimento per il senso del colore (basta vedere gli abiti nei ritratti), per il senso di nuovo e soprattutto perché fantasticare per fantasticare, immagino che avrei potuto conoscere i musicisti che tanto amo. Ma l'altra parte di me sa che si moriva per un nonnulla, la medicina era al di là da venire, la vita era decente (ma sempre incerta) solo per le classi sociali molto elevate. Da questo punto di vista sono relativamente contento di vivere ora, sperando di non rimangiarmi tutto questo se mi venisse diagnosticata una malattia che ora non si sa come curare.

Nel secondo caso, anche stavolta non so. Ricordo bene che da adolescente, negli anni '70 tante cose erano oggettivamente migliori, e non credo di essere vittima del bias di selezione che porta a ricordare solo le cose belle. Al contrario ne ricordo tante spiacevoli, ma esisteva il senso della speranza nel futuro, cosa che ora non vedo. Forse questa è la mancanza più grave. Anche negli anni successivi ricordo che i controlli agli imbarchi aerei erano quasi inesistenti, altro dei tanti indizi che rimandava a un'epoca sempre difficile ma che tutto sommato si sentiva che se pure con difficoltà si poteva vivere. Soprattutto, mancava Internet e se volevo un libro relativamente raro, dovevo andare in biblioteca e passare un pomeriggio alle fotocopie. Libri "sudati" poi si leggono e si approfondiscono; ora lo metto lì perché devo fare il download del prossimo, e finisco per non leggere niente. Ora ho tutto sottomano, anche cose che pensavo non avrei mai visto. Ma c'è anche lo sconforto, il ricordo di piccole "avventure" per mari, grotte e monti che ora non avrei la forza di ripetere. Sì, alla fine, come per chiunque non sia stato infelice per fame o grossi problemi, l'adolescenza si ricorda sempre come l'età d'oro nonostante il ricordo delle frustrazioni che già allora subivo non sia affatto attenuato.

Weltschmerz 27-03-2015 23:51

Re: Sindrome dell'epoca d'oro
 
Non ha senso mettere etichette "giusto" o "sbagliato" già implicano un giudizio.
A volte è una questione di gusti, altre di giustificazioni.

Intanto puoi metterti alla ricerca del perché hai un vuoto e cosa fare per ricostruirti, se vuoi. È già una buona cosa che tu te ne sia accorto :)

cancellato15306 27-03-2015 23:53

Re: Sindrome dell'epoca d'oro
 
Quote:

Originariamente inviata da Ramingo (Messaggio 1482310)
Lungi da me il voler restare equilibrato e oggettivo (ci riescono meglio altri e al momento proprio non mi va), probabilmente avrà anche ragione chi dice che ogni epoca ha i suoi pro e i suoi contro, però sono pienamente d'accordo con te: perlomeno, secondo il mio punto di vista, i pro della nostra sono meno allettanti di quelli delle precedenti.

Io, ad esempio, non ho un'epoca "d'oro"... ho più un'epoca di popò: la nostra post-modernità.

"Comodo, Ramingo, scriverlo al pc, tra le moderne spensieratezze e comodità! Ti vorrei vedere a far guerre, o che prendi il colera, o braccato dalla Santa Inquisizione, o deportato in Siberia... comodo, comodo, sì, cia'"

Ma difatti non ce l'ho certo con la tecnica o il progresso scientifico... sono i contenuti che mancano: credere in qualcosa, che sia la Rivoluzione o Dio, oggi è fatto individuale (aspramente criticato) e, all'apparenza, indifferente. Non c'è altro che Individuo. Individualmente la ritengo una noia mortale: c'è più poesia a contemplare la morte dietro un elmo che la non vita dietro uno schermo.

Ah, per dovere di cronaca: dentro io sono decrepito! :D

Ti cito solo perché... mi hai citato :)

I difetti della nostra epoca sono lampanti. Sono difetti diversi dai difetti del passato. Ma se vogliamo che il nostro presente migliori non possiamo crogiolarci nel passato, quanto estrarre dal presente ciò che c'è di positivo. Sarò ancora più chiaro: le persone vivono oggi, l'individualismo è attuato da individui di oggi, fra cui noi stessi. Se ci soffermiamo troppo su ciò che fu rischiamo di isolarci invece di migliorare le cose. Invece dobbiamo parlare con gli altri e, se lo reputiamo essenziale, diffondere messaggi che siano volti al miglioramento della situazione.

Milo 28-03-2015 01:02

Re: Sindrome dell'epoca d'oro
 
Mah,io non capisco come si fa a rimpiangere il passato,io rimpiango solo che ero più giovane per il resto oggi è molto meglio.

Gummo 28-03-2015 01:29

Re: Sindrome dell'epoca d'oro
 
A volte mi immagino la storia della terra come una lunga linea con un inizio e una fine, tutta già esistente, e noi veniamo inseriti a random su questa linea. Abbiamo un ruolo, nel caso di molti di noi poco influente. A noi è capitato di nascere nel '900 e di vivere questa fase di storia, ma non è nulla in confronto alla storia del nostro pianeta, e ancor meno rispetto alla storia dell'universo; mentre su altri pianeta proprio ora nuova razza sta nascendo e un'altra sta morendo. Ok la smetto di esprimere banali concetti sulla sterminatezza dell'universo. Comunque sì, mi sarebbe piaciuto nascere un po' di anni prima, ma non dentro questo corpo e questa testa.

Etairos 28-03-2015 01:36

Re: Sindrome dell'epoca d'oro
 
Noi in questo momento viviamo in un'epoca di profondi cambiamenti e trasformazioni, le nostre convinzioni e il nostro credo che ci sono stati tramandati e hanno una tradizione pluri centenaria sono stati spazzati via e adesso abbiamo bisogno di certezze, che nel mondo odierno non possiamo trovare. Questo porta a una crisi inevitabile di valore, che è ciclica all'interno delle società umane. Ci sono sempre periodi cupi in cui si cerca di sfuggire al presente aggrappandosi al passato.
Riprendere i valori del passato, credendo i nostri non più adatti e non più praticati, è un topos consolidato. Anche i Romani nella fine del II e nel I a.C. agivano allo stesso modo, vedevano la loro società e il mos maiorum scadere nella ricerca personalistica del potere e alcuni si aggrappavano a questo per ripristinare un ordine inattuabile.
D'altra parte vale anche il detto "si stava meglio quando si stava peggio" xD

Io ho sinceramente sempre visto e ritenuto l'epoca greco-romana come l'ideale (con tutti i suoi pro e contro), soprattutto per quanto riguarda l'epoca augustea e quella in cui Socrate impartiva in quel di Atene i suoi insegnamenti.
Secondo me (sono un po' di parte, ma spero di risultare utile), bisogna proprio prendere spunto da questa nostalgia per il passato e muoverci in un'operazione positiva verso il presente, cercando di far prevalere quello che c'era di positivo nella situazione precedente nel mondo odierno con tutti i provvedimenti del caso. Cioè quello stimolo negativo iniziale, dovuto a uno stato di crisi temporanea, deve essere trasformato in un atto positivo nel presente, capace di modificare il presente almeno nel nostro piccolo ovviamente.

DownwardSpiral2 28-03-2015 02:19

Re: Sindrome dell'epoca d'oro
 
Quote:

Originariamente inviata da Etairos (Messaggio 1482402)
Noi in questo momento viviamo in un'epoca di profondi cambiamenti e trasformazioni, le nostre convinzioni e il nostro credo che ci sono stati tramandati e hanno una tradizione pluri centenaria sono stati spazzati via e adesso abbiamo bisogno di certezze, che nel mondo odierno non possiamo trovare. Questo porta a una crisi inevitabile di valore, che è ciclica all'interno delle società umane. Ci sono sempre periodi cupi in cui si cerca di sfuggire al presente aggrappandosi al passato.
Riprendere i valori del passato, credendo i nostri non più adatti e non più praticati, è un topos consolidato. Anche i Romani nella fine del II e nel I a.C. agivano allo stesso modo, vedevano la loro società e il mos maiorum scadere nella ricerca personalistica del potere e alcuni si aggrappavano a questo per ripristinare un ordine inattuabile.
D'altra parte vale anche il detto "si stava meglio quando si stava peggio" xD

Io ho sinceramente sempre visto e ritenuto l'epoca greco-romana come l'ideale (con tutti i suoi pro e contro), soprattutto per quanto riguarda l'epoca augustea e quella in cui Socrate impartiva in quel di Atene i suoi insegnamenti.
Secondo me (sono un po' di parte, ma spero di risultare utile), bisogna proprio prendere spunto da questa nostalgia per il passato e muoverci in un'operazione positiva verso il presente, cercando di far prevalere quello che c'era di positivo nella situazione precedente nel mondo odierno con tutti i provvedimenti del caso. Cioè quello stimolo negativo iniziale, dovuto a uno stato di crisi temporanea, deve essere trasformato in un atto positivo nel presente, capace di modificare il presente almeno nel nostro piccolo ovviamente.

Quoto tutta la prima parte e l'ultima che condivido appieno,tranne la parte centrale che ha bisogno almeno di una specificazione: quando ci riferiamo a queste altre epoche idealizzate dobbiamo immaginare i noi stessi attuali proiettati in altre epoche? Questo però è impossibile perchè i noi stessi attuali sono il risultato dell'esperienza della contemporaneità. Quindi nel tuo caso dovresti immaginarti allievo di Socrate o quantomeno nella posizione di poter conoscere Socrate. Nel senso che hai molte più possibilità adesso di poter studiare Socrate rispetto a un greco qualunque suo contemporaneo. E se fossi nato schiavo?
Per questo, anche se ho i miei periodi prediletti (i più recenti nemmeno troppo lontani nel tempo,questione di pochi anni: tipo avere 20 anni a San Francisco nel '65 ), dico no alla sindrome dell'epoca d'oro, perchè non potrei in nessun modo essere me stesso, al di là del bene e del male, e quindi magari avrei avuto la sindrome di un'altra epoca d'oro o potrei non averne avuta alcuna, che implicherebbe l'essere totalmente un'altra persona. Rappresenterò una minoranza qui dentro, ma ho smesso di dispiacermi di essere me (e se poi me ne pento?)...ho deciso di accettare il pacchetto completo, evitamento ansie depressioni e ambaradan vari compresi.
da vedere in sequenza:

ps.: la sindrome dell'epoca d'oro non è che uno degli effetti della "storia monumentale" di cui scrive Nietzsche nella seconda inattuale.

nellamerda 28-03-2015 02:23

Re: Sindrome dell'epoca d'oro
 
life is now;) :bene: :D...
comunque, apparte gli scherzi, ho pensato spesso a quello che hai scritto tu....mitizzare il passato può avere effetti molto deleteri per il nostro presente, è un errore che facciamo in molti, spesso dimenticando che noi viviamo in quest'epoca e sostanzialmente del passato non c'è ne frega niente, per quanto bello possa essere stato..

Demiurgo 28-03-2015 02:55

Q
 
Parafrasando Sally Jupiter di Watchmen... "Quando invecchi il futuro ti sembra ogni giorno un po' più nero... mentre il passato, anche i momenti brutti, sembra sempre più luminoso"...

E' un punto di vista che capisco e comprendo... che poi sia una visione unicamente soggettiva sono concorde, ma oh, la realtà è quella filtrata dalle nostre impressioni, dal modo in cui la vediamo

cancellato15306 28-03-2015 09:13

Re: Sindrome dell'epoca d'oro
 
Comunque, vorrei ricordare una cosa, nel caso mitizzassimo il passato.

Registro dei morti di Piancastagnaio, provincia di Siena, anno 1833:
http://antenati.san.beniculturali.it...00153.jpg.html

Guardate le età di morte..

Anni 7
Anni 75
Anni 1 mesi 7
Anni 60
Mesi 9
Giorni 3
Giorni 5
Anni 5
Anni 1
Anni 63
Mesi 1
Anni 63
Giorni 3
Giorni 17
Anni 54
Anni 73
Anni 60
Anni 17
Anni 9
Mesi 10
Anni 32
Anni 73
Anni 23
Anni 34
Anni 33
Giorni 1

Per dire che se il presente non ci dà molte certezze di natura morale, che a mio parere si possono comunque trovare in determinati contesti socioculturali anche oggi [non è solo una questione di tempo ma anche di spazio e, soprattutto, di persone e di periodi vissuti da tali persone] almeno ci dà la quasi certezza che la vita che vivremo sarà abbastanza lunga. E non solo: è lunga per tutte le classi sociali.
Naturalmente una vita lunga non è sufficiente di per sé a garantire benessere, però è un punto di partenza fondamentale almeno per poter fare dei progetti.

Svers0 28-03-2015 09:31

Re: Sindrome dell'epoca d'oro
 
Quote:

Originariamente inviata da lupanisky (Messaggio 1482283)
La sindrome dell'epoca d'oro è l'amore verso un'epoca passata,penso spesso a ciò,sia perchè ritengo di essere "vecchio dentro" per un diverso pensiero sulla società e gusti musicali... E' sbagliato avere nostalgia di una società passata magari neppure vissuta perchè ogni società ha i pro e i contro,ma sento come un vuoto in questa società odierna e sia dentro di me,perdita di valori che per me sono fondamentali... Magari mi sono stati impartiti grazie all'educazione ma ormai li ritengo(almeno una buona parte) fondamentali

A voi i commenti

Colpa del libero mercato basato sul profitto.

varykino 28-03-2015 12:37

Re: Sindrome dell'epoca d'oro
 
la capisco bene la sindrome dell'epoca d'oro , nn c è niente di male basta che resti un ammirazione e non diventi un ossessione .... in fin dei conti a scuola ci siamo andati tutti e se uno ha sta sindrome vuol dire che almeno un epoca l'ha studiata per bene e l'ha resa sua :sisi: .... sennò a che serve studiare? :D

è vero che è facile finire nella zona di conforto etc.. come avete scritto ma è altrettanto facile uscirne :sisi: , t'arriva un avviso di sfratto col cazz che pensi a jimmy page :D o a giovanna d'arco.

Weltschmerz 28-03-2015 13:11

Re: Sindrome dell'epoca d'oro
 
Quote:

Originariamente inviata da Fluviale (Messaggio 1482443)
Registro dei morti di Piancastagnaio, provincia di Siena, anno 1833:
http://antenati.san.beniculturali.it...00153.jpg.html


cancellato15306 28-03-2015 13:29

Re: Sindrome dell'epoca d'oro
 
Quote:

Originariamente inviata da Weltschmerz (Messaggio 1482539)

Non morivano solo da piccoli, ma anche a 10, 20, 30, 50 anni. Praticamente c'era il rischio costante di morire...

Non penso che vivere con l'ansia di un'epidemia fosse la cosa più simpatica della terra :nonso:
Ho anche un file excel con circa 500 età alla morte, volendo...

DownwardSpiral2 28-03-2015 14:19

Re: Sindrome dell'epoca d'oro
 
Quote:

Originariamente inviata da Fluviale (Messaggio 1482551)
Non morivano solo da piccoli, ma anche a 10, 20, 30, 50 anni. Praticamente c'era il rischio costante di morire...

Non penso che vivere con l'ansia di un'epidemia fosse la cosa più simpatica della terra :nonso:
Ho anche un file excel con circa 500 età alla morte, volendo...

Onestamente la prospettiva di arrivare a 80 anni suonati in stati pietosi non mi alletta molto, e ci arrivavano anche all'epoca se erano "fortunati".

Etairos 28-03-2015 16:59

Re: Sindrome dell'epoca d'oro
 
Quote:

Originariamente inviata da DownwardSpiral2 (Messaggio 1482419)
Quoto tutta la prima parte e l'ultima che condivido appieno,tranne la parte centrale che ha bisogno almeno di una specificazione: quando ci riferiamo a queste altre epoche idealizzate dobbiamo immaginare i noi stessi attuali proiettati in altre epoche? Questo però è impossibile perchè i noi stessi attuali sono il risultato dell'esperienza della contemporaneità. Quindi nel tuo caso dovresti immaginarti allievo di Socrate o quantomeno nella posizione di poter conoscere Socrate. Nel senso che hai molte più possibilità adesso di poter studiare Socrate rispetto a un greco qualunque suo contemporaneo. E se fossi nato schiavo?
Per questo, anche se ho i miei periodi prediletti (i più recenti nemmeno troppo lontani nel tempo,questione di pochi anni: tipo avere 20 anni a San Francisco nel '65 ), dico no alla sindrome dell'epoca d'oro, perchè non potrei in nessun modo essere me stesso, al di là del bene e del male, e quindi magari avrei avuto la sindrome di un'altra epoca d'oro o potrei non averne avuta alcuna, che implicherebbe l'essere totalmente un'altra persona. Rappresenterò una minoranza qui dentro, ma ho smesso di dispiacermi di essere me (e se poi me ne pento?)...ho deciso di accettare il pacchetto completo, evitamento ansie depressioni e ambaradan vari compresi.

Bhè secondo me è inutile proiettarsi indietro se non facendolo con il nostro occhio contemporaneo. Cioè io lo faccio e prediligo quell'epoca proprio perché sono io, che ho studiato determinate cose, che ha avuto un vissuto particolare ed è proprio a causa di ciò che nasce il fenomeno. Non mi posso porre come un altro da me, non avrebbe senso, cioè se fossi nato schiavo in quell'epoca sicuramente non sarei stato io, ma sarei stato un'altra persona, magari con interessi e peculiarità diverse dalle odierne e quindi di fare sto ragionamento me ne sarei bellamente sbattuto xD. A me la voglia che mi spinge a andare "indietro nel tempo" è per la mia curiosità non soddisfatta di conoscere le dinamiche di quel mondo, che a me sta particolarmente a cuore ovviamente attraverso i miei occhi di studioso inappagato di quelle epoche. Sarei curioso di osservare ogni singolo aspetto della vita in quei determinati periodi oltre che nel caso avere l'opportunità di conoscere o anche solo di vedere all'opera determinate personalità e le interazioni all'interno della società.
Comunque essere schiavo non equivale sempre e comunque avere una condizione di vita negativa, sia in epoca greca che romana, dipendeva un po' con chi ti toccava stare e quale era il retroterra da cui provenivi.

Beato te che ti sei accettato, io per esempio non ce la faccio proprio, non riesco a accettare proprio me stesso in quasi nessuna caratteristica (forse proprio nessuna).
Scusa se magari posso sembrare troppo invasivo, ma come hai fatto a arrivare a questo passo? Non è che accettare te stesso ti porta un po' troppo a adagiarti su te stesso e a non tentare di migliorare la tua condizione?

DownwardSpiral2 28-03-2015 17:21

Re: Sindrome dell'epoca d'oro
 
Quote:

Originariamente inviata da Etairos (Messaggio 1482704)
Bhè secondo me è inutile proiettarsi indietro se non facendolo con il nostro occhio contemporaneo. Cioè io lo faccio e prediligo quell'epoca proprio perché sono io, che ho studiato determinate cose, che ha avuto un vissuto particolare ed è proprio a causa di ciò che nasce il fenomeno. Non mi posso porre come un altro da me, non avrebbe senso, cioè se fossi nato schiavo in quell'epoca sicuramente non sarei stato io, ma sarei stato un'altra persona, magari con interessi e peculiarità diverse dalle odierne e quindi di fare sto ragionamento me ne sarei bellamente sbattuto xD. A me la voglia che mi spinge a andare "indietro nel tempo" è per la mia curiosità non soddisfatta di conoscere le dinamiche di quel mondo, che a me sta particolarmente a cuore ovviamente attraverso i miei occhi di studioso inappagato di quelle epoche. Sarei curioso di osservare ogni singolo aspetto della vita in quei determinati periodi oltre che nel caso avere l'opportunità di conoscere o anche solo di vedere all'opera determinate personalità e le interazioni all'interno della società.
Comunque essere schiavo non equivale sempre e comunque avere una condizione di vita negativa, sia in epoca greca che romana, dipendeva un po' con chi ti toccava stare e quale era il retroterra da cui provenivi.

Beato te che ti sei accettato, io per esempio non ce la faccio proprio, non riesco a accettare proprio me stesso in quasi nessuna caratteristica (forse proprio nessuna).
Scusa se magari posso sembrare troppo invasivo, ma come hai fatto a arrivare a questo passo? Non è che accettare te stesso ti porta un po' troppo a adagiarti su te stesso e a non tentare di migliorare la tua condizione?

Però questa proiezione può funzionare solo come una sorta di viaggio nel tempo perchè appunto non avresti nessuna garanzia che nascendo in quell'epoca saresti riuscito a soddisfare la tua curiosità. L'esempio della schiavitù era solo per farmi capire meglio...metti che morivi di bronchite a 2 anni in conseguenza di un raffreddore...vabbè ci siamo capiti :p
In parte è vero che potresti essere portato ad "adagiarti" ma se ci pensi l'accettazione di sè è proprio il primo passo per poter effettuare un miglioramento....se non accetti cosa vuoi migliorare? La non accettazione è negazione, non c'è margine di manovra.
Cmq personalmente la mia "condizione ideale" sarebbe starmene in una fattoria a curarmi le bestie e le piante guardando l'erba crescere mentre leggo un buon libro...se arrivassi a una situazione del genere non vedo propria cosa ci sarebbe da migliorare ulteriormente. Bisogna uscire dalla ruota del "peso" michelstaedteriana.

Weltschmerz 28-03-2015 17:38

Re: Sindrome dell'epoca d'oro
 
Quote:

Originariamente inviata da Fluviale (Messaggio 1482551)
Non morivano solo da piccoli, ma anche a 10, 20, 30, 50 anni. Praticamente c'era il rischio costante di morire...

Adesso non c'è? :D


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