disastrototale |
07-02-2008 12:07 |
Myself
Sono un disastro totale. Sì, d’accordo. Fisicamente non sono messo male. Ma resta il fatto che faccio fatica a vedermi come una persona normale. Certo, non è facile poter definire in maniera corretta ed unanime che cosa sia la normalità. Ma se in qualche modo riuscissimo a trovare un meccanismo che separi con assoluta certezza le persone che non hanno problemi da quelle che li hanno beh, ecco, io sarei senza dubbio classificato tra quest’ultimi. Ok, voi vi starete chiedendo e che ci sarà mai di male ad avere problemi? I problemi ce li hanno tutti. Mica ha il copyright sui problemi questo qua. E’ che c’è problema e problema. I miei si vedono. Ecco, è questo che li differenzia in maniera sostanziale dagli altri. Uno magari va in giro per strada vestito in giacca e cravatta e sorride e ti stringe la mano e poco importa tutto sommato se è malvagio, bugiardo o insensibile o manesco o quant’altro. Perché lì per lì questo non traspare. Ma se vedi quest’altro altrettanto carino ma che soffre d’ansia e non riesce proprio a stare calmo e rilassato o magari ci riesce anche ma a fatica, una ragazza tende a scartarlo a priori. E’ nella natura delle cose. Senza scomodare Darwin o la Teoria della selezione naturale è così che funziona. Poco importa che poi quella seconda persona sia intelligente, sensibile o di talento perché tanto ci si fermerà inevitabilmente alle apparenze. E le apparenze sono a tutto vantaggio dell’altro. Non me ne duolo. O meglio, non lo faccio più. Certo non è stato facile accettare questa situazione. Ma ormai le cose funzionano così. Esco, quando esco, vedo una ragazza che mi piace ma non ci provo. Non faccio niente. Vorrei andare lì e dirle qualcosa di spiritoso. Ci riuscivo una volta. Ma ora. Ora non più. Ah, se ripenso a qualche anno fa. Prima ero tutt’altro. Ero espansivo, cordiale, affabile. Riuscivo a conquistare una ragazza col solo sguardo. La adocchiavo e lei sentiva il mio apprezzamento verso di lei. Non era uno sguardo languido o prepotente. No, tutt’altro. Diceva semplicemente 'Hey, mi piaci'. Non 'Hey, sei uno schianto'. No, diceva proprio 'Hey, mi piaci'. Anche di una ragazza che non conoscevo nulla ci doveva essere qualcosa che destava il mio interesse. Gli occhi, la postura, i vestiti che indossava. Un corpo e basta per quanto attraente non è che dica granché. E’ quel che se ne fa di quel corpo che svela chi siamo nel più profondo del nostro essere. Tutto passato. Ora c’è il presente. Questo presente. Che non è né amaro né dolce. E’ insapore. E questo il mio più grande cruccio. Fosse almeno profondamente sgradevole forse sarei riuscito a fare qualcosa di più per migliorarlo. Ma non ci riesco. E dire che non sono uno che molla, uno che non ci prova. Ho raggiunto traguardi importanti nella mia vita. Affrontato sfide lavorative che solo poche persone al mondo sono state in grado di superare. Eppure. Non so perché le cose siano andate così. E’ successo ed è difficile trovare una spiegazione razionale, onnicomprensiva. Uno ci prova, formula tutte le ipotesi del caso. Ma sembrano tutte valide e, col tempo, ci si stufa anche di cercare le risposte. Così aspetto. Non c’è nulla di nuovo all'orizzonte eppure aspetto. Che una ragazza un giorno si fermi e mi dica ciao. Sì, proprio ciao. Non un complimento da togliere il fiato. Un ciao sarebbe perfetto. Giusto per rompere il ghiaccio, per iniziare una conoscenza reciproca che vada oltre la semplice disanima delle fattezze corporee. Ma so che non succederà. Perché la vita non è quella che noi tutti sogniamo. Magari di innamorarci di una persona e amarla per tutta la vita e avere 4 figli e formare con essa una famiglia felice. E’ quel che ne facciamo noi con i nostri comportamenti quotidiani che la determina. E se non si fa nulla per cambiarla rimarrà quella che è. E’ un dato di fatto. Che suona così crudo e affascinante allo stesso tempo. Perché se da un lato si possono toccare con mano tutte le possibilità che la vita offre dall’altro sappiamo che la stragrande maggioranza di queste possibilità rimarranno appunto solo possibilità. E forse è anche bene che sia così. Se si avesse tutto non ci sarebbe più nulla da desiderare. Ma anche non avere niente non mi sembra corretto. In fondo, sarei contento anche di veder realizzato solo qualcuno dei miei sogni. Qualcuno. Mica tutti. Ma so che non è facile. E so anche che la felicità va cercata. Come ogni altra cosa bisogna darsi da fare per trovarla e quando la si trova impegnarsi ancora più a fondo per non lasciarla andare via. Io non posso dire di averla trovata. Mi piacerebbe poterlo dire. Ma proprio non ci riesco.
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