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Timidi/sociofobici di successo
Sto leggendo un libro molto interessante che si chiama "breve storia di quasi tutto" di Bill Bryson che "parla di diverse aree della scienza in un linguaggio semplice. È stato il libro di divulgazione scientifica più venduto in Inghilterra nel 2005, con oltre 300.000 copie" (cit. wikipedia).
Comunque leggendo una parte del libro si parlava di uno scienziato londinese di nome Cavendish molto intelligente che però aveva tutte le caratteristiche da sociofobico : "..Henry Cavendish, uno scienziato londinese di grande intelligenza ma estremamente schivo. Cavendish, da solo, costituirebbe materia per un libro intero. Destinato per nascita a una vita da grande privilegiato (i suoi nonni erano duchi, rispettivamente da Devonshire e di Kent), Cavendish fu uno degli scienziati inglesi piu' talentuosi del suo tempo, ma anche uno fra i piu' stravaganti. Soffriva, stando a quanto riferisce uno dei suoi pochi biografi, di una timidezza che rasentava la patologia. Ogni contatto umano lo metteva profondamente a disagio. Una volta aprì la porta di casa e si trovò davanti un ammiratore austriaco appena arrivato da Vienna. L' Austriaco cominciò a balbettare le sue lodi, e per qualche istante Cavendish se ne stette immobile a incassare i complimenti come fossero stati colpi inferti con un oggetto contudente. Poi, incapace di reggere oltre, fuggì lungo il viale e uscì dal cancello, lasciando il portone spalancato. Occorsero alcune ore prima che si riuscisse a convincerlo a tornare a casa. Perfino la sua domestica comunicava con lui per lettera. Sebbene qualche volta si avventurasse in societa' (in particolare, era assiduo frequentatore delle soirees scientifiche settimanali organizzate dal grande naturalista Sir Joseph Banks), gli altri ospiti venivano sempre esplicitamente edotti del fatto che Cavendish non doveva essere in nessun caso avvicinato e nemmeno guardato. A coloro che anelavano una sua opinione veniva consigliato di provare ad aggirarsi nelle sue vicinanze come per caso e di "fare come se parlassero al vuoto". Se le loro osservazioni avevano un qualche valore scientifico, poteva darsi che ricevessero una risposta borbottata; piu' spesso pero' accadeva loro di udire uno squittio infastidito (sembra che avesse una voce dai toni alti) e voltandosi non trovavano piu' nessuno, a parte la sagoma di Cavendish in fuga verso un angolo piu' tranquillo. I mezzi economici e le inclinazioni solitarie gli consentirono di trasformare la sua casa di Clapham in un grande laboratorio dove poter spaziare indisturbato visitando ogni angolo delle scienze fisiche: l' elettricita', il calore, la gravita' , i gas, qualsiasi cosa avesse a che fare con la composizione della materia. " aggiungo un altro pezzo stravagante su Cavendish che ho trovato su wikipedia: "Conduceva da solo le sue ricerche e si racconta che quando un giorno una cameriera entrò per errore nella sua stanza, egli rimase così sconvolto da quella inaspettata presenza da licenziarla in tronco. In seguito fece costruire dei soppalchi per andare da una stanza all'altra della casa senza essere visto. Alcuni storici ritengono che avesse la sindrome di Asperger." Ecco conoscete altri timidi patologici o sociofobici che sono diventati famosi in qualche campo? Magari potreste qui raccontare la loro storia |
Re: Timidi/sociofobici di successo
:pensando: Qualche serial killer lo conosco... di così estremi non mi sovviene nessuno... ma di sociofobico, evitante... sì... a d'esempio, il mitico, Jim Clark...
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Re: Timidi/sociofobici di successo
Viene in mente David Helfgott, la cui vita è stata raccontata, e romanzata, nel film Shine
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Re: Timidi/sociofobici di successo
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Re: Timidi/sociofobici di successo
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Re: Timidi/sociofobici di successo
Molti scienziati artisti e grandi pensatori erano evitanti (Newton, Kant, ad esempio). Ma non credo che sia il tipo di successo a cui aspirano i frequentatori di questo forum..
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Re: Timidi/sociofobici di successo
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Ultimamente sembra che eviti di muoversi per il campo, sta quasi fermo per lunghi tratti :D P.s. no comunque non ho mai letto nè visto con attenzione una sua intervista, dovrei informarmi un pò di più su di lui, a maggior ragione perché lo ritengo un calciatore pazzesco. |
Re: Timidi/sociofobici di successo
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Re: Timidi/sociofobici di successo
Anche Jochen Rindt era schivo evitante...
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Re: Timidi/sociofobici di successo
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Re: Timidi/sociofobici di successo
Però nel fatto di guidare un'auto da corsa c'è una certa dose di "figaggine" che un evitante non vuole avere. Quale evitante ha piacere nell'eseguire manovre a folle velocità da vero estroversone, davanti a un sacco di persone che lo stanno a guardare?
E se vince poi non vuole andare sul podio per non dover incontrare le ragazze degli sponsor o dover stappare la bottiglia :D |
Re: Timidi/sociofobici di successo
George Harrison,scommetto che non lo conoscete senza fare una ricerca su Google
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Re: Timidi/sociofobici di successo
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piu' che altro se fai un errore finisci a fare figure di merda in mondovisione vabbe' io rilancio con bukowski |
Re: Timidi/sociofobici di successo
Molto probabile che chi ha disturbi da evitante e co, si trovi meglio in lavori da solitario... con scarsa interazione...
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Re: Timidi/sociofobici di successo
Neil Young
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Re: Timidi/sociofobici di successo
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Re: Timidi/sociofobici di successo
Fabrizio de André (aveva difficoltà ad affrontare il pubblico senza ubriacarsi)
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Re: Timidi/sociofobici di successo
Jim Morrison... anche lui beveva per lo stesso motivo... ma erano timidi o sociofobici e co.?
Mi sovviene un altro grande della musica... Eddie Vedder... |
Re: Timidi/sociofobici di successo
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cmq il Cavendish citato all'inizio poteva nascere solo in Inghliterra... col caldo sole mediterraneo sarebbe impossibile d'altra parte Freud pensava ceh la psicoanalisi non attecchisse in Italia terra di sole mare pizza e ammmore :mrgreen: (che anima candida quel Sigmund) |
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