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XL 26-12-2014 18:24

Sulle relazioni di aiuto
 
3.141592653589793238462643383279502884197169399375 10582097494459230781640628620899862803482534211706 79821480865132823066470938446095505822317253594081 28481117450284102701938521105559644622948954930381 96442881097566593344612847564823378678316527120190 91456485669234603486104543266482133936072602491412 73724587006606315588174881520920962829254091715364 36789259036001133053054882046652138414695194151160 94330572703657595919530921861173819326117931051185 48074462379962749567351885752724891227938183011949 12983367336244065664308602139494639522473719070217 98609437027705392171762931767523846748184676694051 32000568127145263560827785771342757789609173637178 72146844090122495343014654958537105079227968925892 35420199561121290219608640344181598136297747713099 60518707211349999998372978049951059731732816096318 59502445945534690830264252230825334468503526193118 81710100031378387528865875332083814206171776691473 03598253490428755468731159562863882353787593751957 78185778053217122680661300192787661119590921642019 9

Noriko 26-12-2014 19:42

Re: Sulle relazioni di aiuto
 
L'aiuto che gli altri possono dare alla persona che sta male è la vicinanza la condivisione, l'ascolto, la presenza e ciò è molto raro perché difficilissimo.

In fondo condividere il disagio significa farsi carico di una parte di te e sentirlo addosso identificandosi e alla fine rimanere impotente riconoscendo di non avere le soluzioni.

Quello che rimane a te è un grande dono di vita.
L'essere compreso, accettato e "sentito".

Quello che rimane a lui è una crescita interiore è il sentire che questa sofferenza l'appartiene ed è universale, forse meno profonda ma è ciò che lo salva.

Si capisce perché è così difficile aiutare.
Perché è un "dispendio di energie" e ha un costo notevole e non tutti lo possono e lo vogliono pagare.

pokorny 26-12-2014 20:23

Re: Sulle relazioni di aiuto
 
Quote:

Originariamente inviata da XL (Messaggio 1428549)
[...] Io sinceramente preferisco chi mi è apertamente nemico, le persone che affermano di aiutarmi a parole e poi non lo fanno, nel senso che per me ha davvero senso, le trovo davvero le più viscide.
Chi mi è apertamente nemico veramente lo preferisco di gran lunga rispetto a tutta questa schiera di volontari ai quali nessuno ha mai chiesto questo tipo di aiuti qua.

Davvero pensi che tu o tutti noi abbiamo dei "nemici"? Io penso di no, penso che grandi amici e grandi o anche "medi" nemici sono altrettanto rari, rarissimi. L'inimicizia è un grande sentimento a modo suo, e come tale è raro perché implica un'elevata dose di considerazione se pure in negativo. Quello che accade di trovare quasi sempre è una sorta di indifferenza mista a buonismo, che effettivamente è un mix un po' irritante. Tutti noi, nessuno escluso salvo i santi, anche quando aiutano lo fanno a fini egoici, magari per poter essere contenti con sé stessi e potersi dire di aver fatto qualcosa di positivo. In questo senso molti aiuti del genere che censuri, spesso a colpi di frasi fatte, sono inquadrabili in questi termini.

Come è stato detto, è già qualcosa essere ascoltati e compresi. Io personalmente so bene che non sono in grado di aiutare nemmeno me stesso e mi sono sempre limitato a intervenire su problemi piccoli o comunque circoscritti, se non da me personalmente superati almeno affrontati con un minimo di risultato. Questo assicura a me stesso di parlare a ragion veduta.

Sugli altri non posso dire niente, non leggo nella mente del prossimo. Le persone a cui credo tu stia pensando non le vedo gente cattiva o superficiale; magari non si rendono conto di sortire il risultato opposto ma qual è l'alternativa? Fare come faccio io di solito che metto il carico da undici sulla tristezza per poter dirci a vicenda "mal comune mezzo gaudio"? Io preferisco, se pure mi irrita, sentirmi dire le cose che come a te dànno fastidio perché almeno mi ricordano di tentare di fare qualcosa. Da qui a considerare i latori del messaggio come persone realizzate, da imitare o cose così ce ne passa, ma tanto nessuno di noi è obbligato a sposare il prossimo.

Tornando a bomba, io credo che il nemico sia altrettanto raro dell'amico, quindi parliamo di casi statisticamente insignificanti. Purtroppo, ma è così. Il sentimento dominante è ben peggiore: credo che l'indifferenza sia peggio di qualsiasi altra cosa.

senyek 26-12-2014 20:39

Re: Sulle relazioni di aiuto
 
Io penso che generalizzare è sbagliato in questo caso come nel resto dei casi quando si parla di qualsiasi altra cosa.
Ci sono casi e casi, capita spesso che chi fornisce aiuto non sia preparato o nella condizione di dare nessun aiuto, quindi si riempie la bocca di buone intenzioni o buoni propositi seguiti da un nulla di fatto.
Ci sono anche quei casi in cui chi ha bisogno di aiuto non è predisposto a ricevere aiuto o non lo apprezza, facendo un esempio banale, in riabilitazione da un incidente, un fisioterapista spesso può farti del male e tu puoi odiare la presenza di una persona che acuisce il tuo dolore, che ti sta oggettivamente aiutando ma aiutandoti ti fa male anche se è oggettivamente nel tuo bene.

Detto questo riesco però forse a capire bene di cosa parli. Io ho i miei genitori che dicono di volermi aiutare, mi danno consigli e spesso cercano di impormi delle scelte insistendo sulla loro validità nel rendermi un aiuto, tuttavia, oggettivamente parlando, anche se il proposito è quello buono di voler davvero aiutare qualcuno che si ha a cuore, in realtà il risultato è controproducente e dannoso sotto ogni punto di vista.

Le persone che devono aiutare devono essere oggettivamente preparate ad aiutarti e devono fare oggettivamente la cosa giusta per aiutare te, la cosa giusta che tu potresti anche percepire come negativa.
La regola d'oro dovrebbe essere che, se io decido di dare supporto a qualcuno che ha un problema, io quel problema devo conoscerlo e devo averlo risolto e affrontato dignitosamente, se sono obeso non posso dire a un altro che deve dimagrire o se non ho autocontrollo non posso spiegare agli altri come devono stare calmi, ed è quello che succede in pratica.

qwerty93 26-12-2014 20:51

Re: Sulle relazioni di aiuto
 
A mio parere un aiuto può venir fuori sotto molteplici forme, a seconda della natura di colui che vuole riceverlo. C'è chi ha un problema specifico e vuole una risposta specifica, e in quel caso qualunque altra forma di aiuto risulterà superflua e fastidiosa. C'è chi ha una marea di problemi ma una semplice chiacchierata su un tema leggero è utile per risollevare la situazione, o chi vuole soltanto sfogarsi. I problemi che vengono presentati in questo forum secondo me sono talmente complessi, poco esplorati e con talmente tanti fattori incogniti che trovare una forma univoca di aiuto non penso serva a molto.
E' assodato che la maggior parte della gente che vuole aiutare qualcun altro non ha idea di quello che l'interlocutore stia passando, ma (sempre secondo me) può capitare anche abbastanza spesso che non sia necessario, in quanto al tizio in questione farebbe piacere soltanto scambiare 4 chiacchiere per sentirsi molto meglio.
Si aiuta come si può, al meglio delle proprie possibilità.

alien boy 26-12-2014 21:24

Re: Sulle relazioni di aiuto
 
Non ho letto le altre risposte, spero di non ripetere cose già dette.
Ci sono cose per cui semplicemente non si può essere aiutati da nessuno.
Alle volte poi l'aiuto non manifestato può essere utile, una persona si comporta in modo tale da indurti a seguire una strada che porta vantaggi anche alla tua persona, senza che ci sia stata una richiesta di aiuto ma si è percepita la sofferenza dell'altro.
Spesso chi vuole essere aiutato non sa neanche come essere aiutato, anzi a volte non sa neanche cosa desidera veramente. Certo non possono saperlo gli altri per lui, ma a quel punto gli altri tentano qualcosa e non è detto che agiscano in modo completamente egoistico.

Angus 26-12-2014 22:35

Re: Sulle relazioni di aiuto
 
Penso che tu abbia ragione.
Da un lato un certo tipo di problemi (psicologici, esistenziali, ...) nella nostra cultura sono tabù, quanto meno quando impediscono di essere "normali". Un depresso, per fare un esempio, spaventa, poiché dietro il suo malessere si intravedono stigma sociale ed emarginazione.
Dall'altro molte persone problematiche nel loro intimo sono arrabbiate con il mondo ed entrano in sciopero esistenziale, rifiutandosi di "collaborare" (cioè di cercare attivamente di superare i problemi) imputando tutto al "disturbo" (come se fosse qualcosa di esterno alla soggettività, e non parte di noi) e scaricando implicitamente le responsabilità sugli "altri". Questo atteggiamento, sottilmente ostile e vittimistico, viene percepito e più o meno giustamente stigmatizzato.

Noriko 27-12-2014 06:06

Re: Sulle relazioni di aiuto
 
Quote:

Originariamente inviata da Joseph (Messaggio 1428718)

Non ho ben capito il meccanismo che descrivi, però una fatica di questo tipo la può fare solo un Grande Amico, non il tizio x che stà sui forum per dare consigli per il 90% sentirsi bello e per il 10% dire agli altri che sono brutti (ok, parlo di me, ma anche gli altri non penso siano proprio così altruisti). :D

Ah si, la fatica descritta la può fare un Grande Amico un amico che ti vuol bene, cosa che alla maggior parte di noi manca ed è questo uno dei motivi principali del perché scriviamo in un forum.

Ippo 03-02-2015 13:03

Re: Sulle relazioni di aiuto
 
I fatti parlano più delle parole.

Proprio recentemente ho incontrato (virtualmente) un paio di persone alle quali ho spiegato per filo e per segno i miei problemi.
Una si è proposta di aiutarmi concretamente, si iniziava a parlare di un progetto comune poichè anche lui ha attraversato un periodo di seria difficoltà, ma poi la sua vita ha preso una piega positiva e ha messo me e il progetto in stand-by. Sia chiaro, son contenta per lui, so che è davvero importante quello che sta facendo, ma evidentemente i buoni propositi e l'amicizia non sono una priorità (vabbè... ormai a questo dovrei iniziare a farci l'abitudine, eppure fa sempre male ad ogni conferma).
L'altra persona si è proposta come amica. Ti do volentieri la mia amicizia MA....
Quando c'è un ma di mezzo, è un contratto.

Entrambi erano spinti dalla voglia di aiutarmi. Entrambi si comportano però come se io dovessi comunque aiutarmi da sola.
Manda in confusione.
Di fatto, l'aiuto non c'è.

Detto questo, però, non se ne può far loro o a noi (perchè credo che se qualcuno si rivolgesse a me - cosa mai successa, non son buona per niente!!! :D-, anche io non so se saprei aiutare) una colpa. Secondo me, per voler aiutare qualcuno, devi credi che quella persona sia davvero importante e unica. Devi sentirne il bisogno, la necessità. Cioè il bisogno di saperla bene. E quando sei un fantasma... nessuno si accorge che sei una persona. E nessuno aiuterebbe mai un fantasma.
Nemmeno in ferramenta gli venderebbero le catene da sbatacchiare la notte.

Comunque, al di là dei mille discorsi che si possono fare: i fatti aiutano, le parole lasciano il tempo che trovano. E spesso si è più bravi a parlare che ad agire, indipendentemente dalla fobia o dall'essere estroversi.

C'è anche un altro esempio...

un vagabondo sta seduto in strada e chiede la carità.
Una persona passa con un panino al prosciutto ancora intatto e vedendo il vagabondo glielo porge.
Il vagabondo dice "cosa c'è dentro? Prosciutto? No, non mi piace"
La persona che voleva aiutare se ne va incavolata, se quello ha fame, perchè fa il difficile?

Ma se sei un vagabondo, perdi il diritto di avere gusti? E se hai davvero fame, perchè disprezzare il gesto?

super unknown 03-02-2015 13:38

Re: Sulle relazioni di aiuto
 
Non ho voglia di leggermi tutte le filippiche... riporto solo esperienza personale... da certe persone e meglio stare lontano... ti assorbono fino al modollo per poi gettarti via quando non hanno più bisogno di te... morale, ci sono persone di buon senso che si offrono di aiutare, ma se fiutato IL pericolo ti scaricano... non è cattiveria , e semplicemente istinto di autoconservazione...

alien boy 03-02-2015 14:24

Re: Sulle relazioni di aiuto
 
Quote:

Originariamente inviata da XL (Messaggio 1449714)
Non credo che chi chiede qualcosa non conosce quel che desidera davvero, a me sembra che quel che manca è la possibilità agevole di realizzarlo quel che si desidera, non la conoscenza della sua natura.

Avevo scritto a volte, non sempre. Se poi tutti sanno tutto ciò che vogliono, cadrebbe tutto il mondo dell'inconscio. Può pure essere che questo sia sopravvalutato (dico l'inconscio), chissà.
Comunque cerco di parlare considerando la mia esperienza personale per giustificare almeno in parte quel che avevo scritto. Riprendo l'esempio che avevi fatto: desidero anche io avere una donna, eppure mi sono trovato in condizioni di poter avvicinarmi sentimentalmente a qualche ragazza che mi piaceva ma il mio agire (consapevole) ha ostacolato ogni possibilità. Per cui deduco che sono un po' indeciso su cosa voglio, c'è qualche blocco che mi impedisce di seguire i miei istinti. Ho scritto 'blocco', allora mi potresti dire che invece so cosa voglio ma non so come togliere quell'ostacolo. Però potrebbe essere che quella cosa che mi frena c'è ma non è tutto, ci può essere qualche altra tendenza (no doppi sensi please :ridacchiare:) che prevale e mi porta a preferire una vita solitaria, forse perchè mi rendo conto che le due spinte (vedi parentesi precedente) non possono trovare sintonia e ne pagherei le conseguenze e anche la ragazza in questione.

Keith 03-02-2015 15:17

Re: Sulle relazioni di aiuto
 
Quando ho chiesto di aiutarmi a cambiare lavoro, vivendo una condizione di profondo disagio dovuta proprio alla natura del lavoro stesso, che comunque tutt'ora perdura, paradossalmente le persone più vicine sono quelle che mi hanno aiutato di meno e spesso mi sono sentito dire "ma che vai cercando, hai un lavoro a tempo indeterminato, tienitelo e ritieniti fortunato, perché io per esempio sto a progetto!", facendomi sentire persino in colpa.
Invece da persone che mi erano meno vicine ho ricevuto un aiuto inaspettato, che poi non ha portato all'obiettivo per altri problemi. Quindi, in base alla mia esperienza, quando si chiede aiuto bisogna prima capire bene quali sono le persone giuste a cui chiederlo.

ansiosa 03-02-2015 15:27

Re: Sulle relazioni di aiuto
 
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Weltschmerz 03-02-2015 16:39

Re: Sulle relazioni di aiuto
 
In pratica: ti hanno detto che ti devi dare una mossa e te li hai mandati a cagare (giustamente)?
Fottitene e se non riesci a fottertene rifletti sul perché ti dà noia.

alien boy 03-02-2015 19:58

Re: Sulle relazioni di aiuto
 
Quote:

Originariamente inviata da XL (Messaggio 1449785)
E quindi torniamo al punto di partenza, anche a te è ben chiaro cosa desideri, ma è ben chiaro credo a tutti.

Ritorno ancora sull'esempio della relazione con una ragazza.
Se da un lato sono attratto da una persona (tralasciamo i tipi di attrazione esclusivamente sessuale) perchè in quella persona vedo la possibilità di sperimentare un congiungimento emotivo/sentimentale che arreca belle sensazioni (scusate ma non sono riuscito a spiegarmi in modo diverso :nonso:), dall'altro lato sento che ho dei bisogni che sono incompatibili con un sano legame tra due persone, che non ho ancora individuato bene ma intuisco che ci sono (inconscio?). E siccome per provare a conquistare quella persona e mantenere il rapporto si devono superare dei blocchi (ad es. eccessiva timidezza, preoccupazione per l'inesperienza, ecc.), il pensiero è: varrà la pena sforzarsi a fare ciò (superare i blocchi) quando non sono sicuro di voler andare esclusivamente in una direzione ignorando totalmente l'altra esigenza, con la prima incompatibile?
Diciamo così: parto dal presupposto che non si può ottenere TUTTO quello che si vuole, non si può avere questo, quello e quell'altro nella vita reale, per cui bisognerà scegliere, capire qual è l'esigenza a cui bisogna dare priorità. In questo senso avresti ragione nel dire che si sa cosa si vuole se ti sono chiare queste esigenze diverse, ma appunto il discorso è capire quale/i si 'vuole/vogliono' di più. Fermo restando, che ci possono essere, tra queste, spinte inconsce che appunto non si possono ancora definire desideri (che è qualcosa che si conosce).

Keith 03-02-2015 23:11

Re: Sulle relazioni di aiuto
 
Quote:

Originariamente inviata da XL (Messaggio 1449970)
Guarda ti comprendo perfettamente, certe volte il lavoro risucchia energie. Certo una persona guadagna ma poi che te ne fai dei soldi guadagnati oltre a sopravvivere se non hai più energie per fare altro?

è esattamente così :mannaggia:
Quote:

Originariamente inviata da XL (Messaggio 1449970)
Io in realtà non chiedo nemmeno aiuto a nessuno, non rompo le scatole a nessuna persona per questo. Quel che mi infastidisce è quando si risponde ad un mio malcontento, relativo a quel che non mi sta bene, con un "è tutto a posto" o con un "puoi aggiustare tutto" senza poi dirmi come si dovrebbe aggiustare questo tutto frantumato di cui mi sto lamentando.

ma infatti anche io non chiedo più aiuto a nessuno, è un problema che potrò risolvere soltanto da solo.
Già, per gli altri è "tutto a posto"..


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