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La torta alle medie
Vi racconto questa storiella.
Alle medie facevo un corso sperimentale, con molte ore di compresenza che prevedevano attività differenti dal mero studio. C'era il cineforum, c'era la 2° lingua straniera, c'erano altre cose che non ricordo. Un giorno le prof se ne vennero fuori che volevano farci fare una torta. Eravamo in 27 in classe, bella numerosa. Così, iniziarono a esser divisi i ruoli, in forma autogestita. Le insegnanti si limitavano a supervisionare. Ma in breve ci si rese conto che 27 persone per fare una torta erano troppe. Allora altri si staccarono e si misero a fare spremute. Anche lì però i posti risultarono al completo fin da subito. Qualcuno si interessò delle vettovaglie, qualcun altro di controllare il forno, e alla fine rimasero fuori 5 o 6 sfigati. Tra cui, prevedibilmente, me. Alla fine di tutto, era arrivato il momento di mangiare. Ma appena fecimo per avvicinarci alla torta, tutti i nostri compagni ci dissero "voi non avete fatto niente! non avete diritto alla torta!". Ci siamo difesi dicendo che non c'era niente da fare più. Ma effettivamente io mi sentivo una merda. Alla fine, grazie alla mediazione degli insegnanti, fu dato a ciascuno un pezzo di torta (proprio microscopico) e un mezzo bicchiere di spremuta. Ho pensato a quell'episodio per vent'anni. Ancora adesso quando sento parlare di problema disoccupazione mi viene in mente. Ho imparato diverse lezioni da quell'episodio. Voi cos'avreste imparato? |
Re: La torta alle medie
Che bisogna darsi una mossa a darsi da fare senno' gli altri ti fregano i posti migliori e la torta te la sogni:interrogativo:
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Re: La torta alle medie
Penso sia stata colpa delle insegnanti che non hanno saputo gestire bene le risorse umane e materiali.
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Re: La torta alle medie
Quando penso all'utilità della burocrazia penso ad una cosa analoga,
forse serve proprio per non lasciare quei 5-6 senza far niente , si inventa una legge che mi tolga dalla circolazione tot persone disoccupate. |
Re: La torta alle medie
...che se ti accontenti di quello che rimane non puoi fare un cazzo tranquillamente e magari potrebbe essere pure meglio.
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Re: La torta alle medie
Bisogna fare come quel tipo che per vivere si è inventato l'espediente di tenere la fila ai supermercati facendosi pagare
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Re: La torta alle medie
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Re: La torta alle medie
Mi pace questa metafora/caso reale della torta.
Secondo me avreste dovuto cercare di fare qualcos'altro; contemporaneamente però vi sarebbe dovuta essere data l'opportunità di fare qualcos'altro. |
Re: La torta alle medie
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Re: La torta alle medie
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Re: La torta alle medie
eh ma Muttley uno non può incolpare sempre se stesso, altrimenti farebbe prima a buttarsi dal balcone...
La soluzione "muovi la chiappe, datti da fare, inventati un lavoro, sii intraprendente, trasferisciti, emancipati dalla situazione, inventa, crea, entusiasmati, trovati un inpiego, cerca, chiedi, fai", è sicuramente quella vincente, però se fossimo tutti in grado di adottarla non saremmo qui a scrivere. Le difficoltà esistono, vanno superate ma esistono :mrgreen: |
Re: La torta alle medie
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Re: La torta alle medie
In primo luogo anche a me viene da pensare ad una certa ingenuità degli insegnanti, che non hanno previsto il possibile instaurarsi di una dinamica del genere: ma credo che certe cose siano effettivamente molto difficili da capire per chi non le ha mai vissute.
Fondamentalmente penso che le persone diciamo “normalmente estroverse” siano tali per una sorta di imprinting infantile ( parlo di periodo pre-scolare, nella scuola è già tardi, lì il tutto si sta solo manifestando apertamente ), nel quale hanno imparato a vivere l' interazione con gli altri prima di tutto come un piacere : il “ragazzino medio” si unisce al “gruppo torta” perché lo trova del tutto normale, agisce in totale spontaneità. Ciò non significa che collaborazione=pace e armonia, le dinamiche di conflitto sono inevitabili, ma, appunto, mentre per una personalità normalmente estroversa anche queste non offuscano il piacere dell' interazione, per una personalità più introversa sono più difficili da gestire, dal momento che percepisce chiaramente solo queste ultime, senza sperimentare pienamente il piacere sottostante ( e quindi gli fanno più paura ). Per questo poi il ragazzino del “gruppo torta” guarda con uno stupore che poi può degenerare nelle dinamiche di esclusione più svariate a colui che non partecipa: non perché lui sia cattivo, perché la scuola blabla, perché la società blabla, ma perché l' altro gli pare effettivamente strano. E, dal suo punto di vista, ha pure ragione. Ecco, prima che alla disoccupazione a me vengono in mente discorsi simili … a livello di piccoli gruppi la divisione del lavoro dipende più dalle dinamiche caratteriali che si instaurano tra gli individui, mentre su di un piano sociale esteso come quello del mondo del lavoro, che si riferisce a realtà sociali immensamente più grandi composte da singoli tra loro sconosciuti, il tutto è abbastanza diverso. |
Re: La torta alle medie
Non mi piacciono i dolci.
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Re: La torta alle medie
Forse quell'insegnante non aveva a disposizione abbastanza risorse per un'equa ridistribuzione dei compiti e dei ruoli. Ciò potrebbe significare che nel capitalismo la disoccupazione è la necessaria risultante delle dinamiche di libero scambio e non regolamentazione dell'economia. Ciò potrebbe significare che o socialiasmo o barbarie :D
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Re: La torta alle medie
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Non c'è pericolo. Quote:
Beh, allora a me riesce difficile immaginare una condizione di occupazione non causata dai propri problemi psicologici. :mrgreen: |
Re: La torta alle medie
Quanto sono sempre d'accordo con Franz, cacchio.
Pur essendo io un vecchietto e lui giovine, s'intende. Potrebbe essere il mio nipotino ecco. :laugh: |
Re: La torta alle medie
io non so se gli insegnanti siano stati tanto fini da prevedere la dinamica; ho avuto insegnanti tanto fini, ma loro non erano tali.
Tuttavia credo che se semplicemente si fossero prestate a organizzare tutto, l'insegnamento che ne ho ricavato sarebbe venuto meno. Quindi, non parlerei di inettitudine degli insegnanti. Anche se è stato solo un caso, hanno fatto proprio un buon lavoro. |
Re: La torta alle medie
Dovevano farvi fare più torte, diverse. Così oltre ad occupare tutti avrebbero stuzzicato il vostro spirito competitivo e avreste mangiato tutti una fetta decente invece di un pezzetto.
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Re: La torta alle medie
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Comunque, mentre mangiavo due mandarini, mi è venuto un pensiero ( quasi ) più serio ( il dettaglio dei mandarini è ovviamente fondamentale ): una differenza sostanziale tra la disoccupazione nel "gruppo torta" e la disoccupazione in età adulta è data dalla dilazione temporale. Mentre il ragazzino che vuole partecipare va e partecipa, nel lavoro ( ma potremmo dire più in generale nell' età adulta ), per ottenere qualcosa bisogna aver costruito le fondamenta ... tu ( generalmente ) passata una certa età cominci a non poter più dire con tutta facilità "voglio questo, ora vado e me lo prendo", perché l' età in cui quella logica funziona ( quasi ) sempre è passata. Secondo me c'è molto di questo "pensiero infantile" nel forum, anche per quanto riguarda, ad esempio, le relazioni sentimentali. Sì, si potrebbe anche dire che i "requisiti psicologici" siano il presupposto dell' integrazione nel "gruppo torta", ma nell' età adulta contano sempre più anche degli ulteriori requisiti materiali ( del tipo che certi lavori senza certi requisiti me li scordo ) che ci si costruisce in maniera consapevole nel tempo. Quote:
:laugh: |
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