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E oggi la cavolata è toccata a me [al bar]
Premessa: episodio insignificante ma mi ha fatto un po' riflettere. Oggi vado come tutti i giorni al bar a prendere un tramezzino e come sempre sono sempre l'ultimo a essere considerato. Come in tutte le cose della vita bisogna sgomitare un po' e se vedo i baristi indaffarati non mi metto a pressarli. A furia di accumulare questo imprinting di quello-che-non-rompe, il risultato è quello di cui sopra: spesso sono servito dopo altri entrati dopo di me... E il bello è che i rapporti con il personale sono (erano?) ottimi, sono anni che vado lì.
Sicuramente era un malessere accumulato nel tempo perché per l'ennesima volta il mio caffè era stato messo tra le non priorità, ebbene, stavolta mi sono incaxxato, e sono andato alla cassa a pagare, senza darlo a vedere. Dato che sono più abitudinario di quanto lo era Kant, si stupiscono che non ci sia il caffè e me ne esco "boh, a quanto pare non me l'hanno fatto". La proprietaria mi dice che non c'è problema, richiama il barista che mi dice "ma è qui" (e difatti era rimasto sulla macchina per un paio di minuti buoni, come sempre). Non ricordo l'ulteriore pezzo di conversazione ma poi me ne esco "certo se devo aspettare mezz'ora..." e il marito della proprietaria che seccato mi risponde "scusi è davvero mezz'ora che aspetta?". Io che ormai ero su di giri gli replico che certamente mezz'ora di orologio non era ma che se la mette sull'ironia allora inutile parlare. E lui si riprende in corner dicendo che se era tanto che aspettavo avrebbe rimproverato i dipendenti. Si offrono di offrirmi il caffè ma ormai l'atmosfera si era guastata e me ne vado. Non sono qui per chiedere consigli o commenti (beninteso dato che sto scrivendo via alle danze, qualsiasi cosa vogliate scrivere) ma solo per riflettere su un altro dei danni della timidezza. Sono anni che conosco il personale nel bar e sono sicuro che dopo che me ne sono andato saranno stati rimproverati, e ovviamente l'atmosfera non sarà più la stessa da adesso in poi. Io ho questo dispiacere accumulato nel tempo che è solo causato dal mio carattere. La gente ti si caga solo se insisiti, vale in tutte le cose; questo mi fa sempre considerare un po' l'ultima ruota e chiudendo il cerchio, grazie alla timidezza di uno, sono sicuramente stati rimproverati altri e si è rotta una buona atmosfera. Ecco un altro motivo del perché penso che condizioni come quella del timido o dell'evitante siano tragedie, e si tratti di un problema tutt'altro che secondario in un mondo che ha regole sue cui il timido non riesce a conformarsi. |
Re: E oggi la cavolata è toccata a me [al bar]
Ogni tanto accadono anche a me cose simili, situazioni in cui vengo considerato dopo degli altri nonostante dovevo essere il primo ad essere interpellato o servito, a seconda del caso. Ho potuto osservare come tutto dipende dall'immagine che ti crei attraverso parole e comportamenti, saranno questi a stabilire l'importanza che ti sarà data. Il bello è che le poche volte in cui mi sono fatto sentire di più e ho insistito o fatto notare qualcosa ho avuto esiti negativi e non mi è stato riconosciuto di aver ragione. Sembra quasi che una volta che si ha una certa immagine cambiarla è impossibile, perché ormai per le persone sei quel tipo di individuo e ti vedranno sempre come tale.
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Re: E oggi la cavolata è toccata a me [al bar]
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Re: E oggi la cavolata è toccata a me [al bar]
Non ti rimproverare troppo dai. Prova magari ora a non andarci per un po', fai passare un po' di tempo e poi tornaci come nulla fosse.
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Re: E oggi la cavolata è toccata a me [al bar]
Ottima riflessione. Anche a me è capitato più di una volta così, per esempio al bar della scuola, solo che io mi incazzo più facilmente.
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Re: E oggi la cavolata è toccata a me [al bar]
Ricordo che anche a me successe... lì da un quarto d'ora con la gente che mi passava davanti e io che nemmeno riuscivo ad avvicinarmi al bancone.
Oppure cose simili in posti in cui andavo spesso, tipo il tizio della palestra che non sapeva mai come mi chiamavo, o quello del bar che non si ricordava mai di me... odio essere invisibile. |
Re: E oggi la cavolata è toccata a me [al bar]
Innanzitutto, dal tuo racconto mi pare che tu ti sia fatto rispettare, e ciò è bene. Che poi si sia rotto un equilibrio lo capisco, noi timidi odiamo l'attrito sociale e ci sacrifichiamo spesso e volentieri pur di evitare che un rapporto sociale si incrini, anch'io sono vittima di questi fenomeni.
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Re: E oggi la cavolata è toccata a me [al bar]
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Il coattone romano un po' prepotente a queste cose non ci arriva mai, perché si fa notare e si fa valere, quindi nel caso specifico i baristi non lo avrebbero certo lasciato in un angolo... :( |
Re: E oggi la cavolata è toccata a me [al bar]
Se i rapporti erano ottimi fino al fattaccio di oggi probabile che i dipendenti del bar considerassero il loro modo di comportarsi accettato da te,
da oggi sapranno che non era vero e ti terranno in considerazione maggiormente . |
Re: E oggi la cavolata è toccata a me [al bar]
Purtroppo è una condizione difficile la nostra.
Quando decidiamo, dopo mille ripensamenti e dopo aver contato fino a cento, di farci valere, ecco che la nostra rimostranza appare qualcosa di sorprendente, di eccessivo, di disarmonico. Questo perchè fin dal primo momento abituiamo le persone con cui abbiamo a che fare a non temere reazioni da parte nostra. Noi siamo quelli di cui non ti devi preoccupare, anche se gli metti i piedi in testa. Infatti quando reagiamo, ecco che vediamo sguardi stupiti e sbigottiti. Inconsciamente pensano di noi "e mò questo che vuole? se non gli stava bene il modo in cui lo trattavamo doveva dirlo subito". |
Re: E oggi la cavolata è toccata a me [al bar]
Potevi scherzare chiedendo se lo stessero coltivando il caffe o fare un'osservazione qualora tu venga servito dopo qualcuno che è arrivato dopo di te. Capisco però che ti sei incazzato
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Re: E oggi la cavolata è toccata a me [al bar]
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Re: E oggi la cavolata è toccata a me [al bar]
Cose del genere succedono anche a me.
Io faccia a faccia col barista cui sto per esporre il mio bisogno, e quello che volge l'interesse verso l'ultimo arrivato lasciandomi li con la rabbia che dentro quasi mi esplode, perché l'essere non considerati è tra le cose che più mi avvilisce e mi manda in bestia allo stesso tempo. A volte mi fa talmente astio che prendo e me ne vado sperando che il barista mi veda e si mortifichi perché ha perso un cliente ed un incasso.. Mentre la realtà è che probabilmente nemmeno si sia accorto della mia presenza. Una volta però è successo che mi chiamarono dietro ma io nulla, prosegui diritto godendo quasi come in un amplesso... Pur potendo comprendere che sono cose che possono capitare a tutti, estroversi criminali e fobici , quando vengono vissute da questi ultimi il rammarico si espande dentro a dismisura andando a ledere la già fragile autostima. |
Re: E oggi la cavolata è toccata a me [al bar]
Beh forse non è solo questione di timidezza, ma servono chi hanno davanti.
Sticazzi solo a leggere mi sento a disagio :miodio: Non avrei mai insistito, anche ad aspettare mezz'ora, piuttosto cambio bar e vado dove c'è poca gente. |
Re: E oggi la cavolata è toccata a me [al bar]
Pokorny ti capisco benissimo
Tu non sbagli nulla, è il nostro modo di fare ordinato che spesso non è adeguato a quello degli altri |
Re: E oggi la cavolata è toccata a me [al bar]
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Re: E oggi la cavolata è toccata a me [al bar]
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Concordo che poi la timidezza e una traggedia . |
Re: E oggi la cavolata è toccata a me [al bar]
Cerca di non farne una tragedia...il guaio nostro è che non diamo il giusto peso alle cose. Avranno semplicemente pensato che quel giorno ce li avevi girati...tornaci come nulla fosse....e se hai un minimo di confidenza ordina un caffè che..che non sia da andare a prendere direttamente in piantagione :mrgreen:
Scherzaci su.... Ps cmq hai fatto bene a farti sentire un po', vedrai che la prossima volta sarai il primo ad essere servito.. |
Re: E oggi la cavolata è toccata a me [al bar]
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Poi ci ritorni a quel bar? |
Re: E oggi la cavolata è toccata a me [al bar]
ma comprati un bar per i cazzi tuoi!!
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