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parole vuote
Ho partecipato a un evento in cui si poteva consegnare il curriculum alle aziende e fare un breve colloquio conoscitivo (ma alla fine inteso più che altro a far conoscere l'azienda ai candidati e non viceversa).
Ovviamente ho avuto difficoltà in fase di colloquio, ma non tanto quando parlavo io, ma quando dovevo ascoltare ciò che doveva dire il rappresentante aziendale. Guardare negli occhi l'interlocutore e ascoltare i fiumi di parole che diceva. Nel frattempo la concentrazione su ciò che si dice diminuisce, comincio a perdere il filo del discorso, annuisco per far capire che ci sono ancora, ogni tanto ritorno a carpire i concetti, interrompo più che altro per riacquisire un minimo di lucidità, rischio di rispondere in modo non coerente a ciò che si dice... essenzialmente risulto preoccupato per quello che percepisce l'altro di me e temo di perdere il controllo. Insomma l'ansia sembra aumentare nel momento in cui ho un ruolo di 'spettatore', anche se in genere spontaneamente assumo quel ruolo essendo abbastanza introverso e apatico, ma quando ci si aspetta che io debba fare quella parte, cioè rimanere fermo ad ascoltare e fissare chi parla, la cosa mi stressa alquanto. E' come se avessi bisogno di una barriera tra me e l'altro e quando resto a guardare l'altro parlare è come se questa difesa mancasse. |
Re: parole vuote
ciao perchè non ti concentri su quello che ti dice la gente?
e ti capita sempre? e solo con gli estranei? |
Re: parole vuote
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Re: parole vuote
Alien boy, sai ovviamente che questi sembrerebbero i sintomi che ti riporterebbero a una diagnosi (non sono psichiatra, eh? Né comunque appassionato della materia, ma riconosco in te parte di me) di fobia sociale. E' gravemente intaccata l'autostima.
La barriera di cui parli, che dici di aver bisogno, è appunto una barriera protettiva tipica del fobico... tanto protettiva e spessa da risultare calcarea, impenetrabile e insondabile. Col tempo ti isola e... beh, credo che hai capito. Forse lo sapevi anche prima e ho parlato a vuoto. Ne hai mai parlato con un professionista? Non sono cose da sottovalutare. Avuto qualche attacco di panico, tachicardia et simila..? |
Re: parole vuote
Mi dispiace, credo di avere lo stesso problema pure, specialmente per questioni lavorative.
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Re: parole vuote
Succede anche a me, soprattutto al lavoro e la cosa mi ha causato qualche imbarazzo, credo non sia infrequente tra chi si trova a disagio in certe situazioni, o in generale con le persone, vivere questi momenti di estraneamento.
Le cause scatenanti possono essere diverse, lo sforzo che si fa per cercare di mantenere il controllo della situazione preoccupati dell'immagine che diamo all'altro, la mancanza di abitudine ad interagire con gli altri in determinati contesti, il senso di inadeguatezza, la poca convinzione in ciò che stiamo facendo..... Comprendo il disagio che hai provato, cerco sempre di mantenere la concentrazione quando mi trovo in queste situazioni, memore delle brutte figure passate, ma prima o poi finisco per ricaderci, non so come e se si possa risolvere la questione. |
Re: parole vuote
Se può esserti (o esservi) utile, a me succede perché ho timore di non sentirmi all'altezza di quanto dice. Le persone che mi parlano con un atteggiamento distaccato e serioso, mi fanno impressione...
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Re: parole vuote
Io non so se è lo stesso problema, però ho timore irrazionale di fare lavori dove devo ascoltare richieste veloci ma articolate.
Ad es. lavorare in uno sportello al pubblico, in un call center, o anche in un bar. Ho come il terrore di avere momenti di buio in cui perdo le parole, o comunque non seguire il filo del discorso. Però mi tranquillizzo pensando che mi sono laureato, sostenendo un sacco di esami orali, che sono sempre andati bene, e in realtà un esame orale che cos'è se non rispondere velocemente a delle domande? |
Re: parole vuote
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Attacchi di panico non ne ho avuti, derealizzazione (sperando di aver azzeccato il termine giusto) direi di sì. Quote:
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Re: parole vuote
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_ il tuo grado di "inibizione" _ quanto è interessato, sveglio o "empatico" il tipo che hai di fronte A seconda delle cose puoi passare dal risultare nervoso, in tensione, e pensieroso a trasmettere un idea di insicurezza, timore o addirittura... mh, stranezza (penso che non si debba approfondire il significato dell'ultimo termine...). Quote:
Cioè: Io non sono capace, loro mi vedono per come sono. Punto. La cosa ti fa incazzare, fai di tutto per convincerti che non ci credi, che certamente non è così, basta dimostrarlo... ed è proprio quando pensi che "basta dimostrarlo" che sei approdato inconsciamente al fatto che loro ti vedano, in fondo in fondo, per come sei. In verità le persone sono assai meno interessate a darti aggettivi di quanto pensi... Quote:
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Re: parole vuote
Avere bisogno di mantenere una barriera di vario genere tra me e l'altro... Mia connotazione tipica sotto diversi aspetti.
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