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timidi dentro
Qualche volta mi è capitato di osservare che una persona estroversa quando si trovava da sola con me si conformasse al mio carattere. Forse si può trasferire una dose di timidezza temporanea in determinate situazioni? Immagino di no, altrimenti dovrebbe diminuire nella persona da cui parte il 'disturbo', cosa che invece non ho notato nel mio caso. Scherzi a parte, evidentemente in quella persona c'è un lato di ansia relazionale coperto in genere da un atteggiamento socievole. Insomma voglio dire esiste l'estroverso timido? E quando questo incontra l'introverso o l'evitante o il fobico si intimidisce? E tra voi ci sono estroversi timidi?
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Re: timidi dentro
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Re: timidi dentro
e mica si puo essere timidi fuori... :p
forse, quello che hai notato è l'adattamento che hanno le persone in base all'individuo che hanno davanti... inutile fare l'estro con un timido in una situazione vis a vis... gli estroversi ci captano , hanno le antenne per ste cose :mrgreen: |
Re: timidi dentro
scusa in che senso si conformasse al tuo carattere ? non ho capito..
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Re: timidi dentro
@super unknow
parlavo di persone che riuscivano a non far notare la propria timidezza, tranne in situazioni in cui magari non si sentivano a proprio agio, perchè in quel caso non 'addestrate' a sapere come comportarsi. @Ansiaboy volevo dire che in un certo senso una persona timida, introversa, chiusa può mettere in difficoltà chi si trova con lei (in mancanza di altre persone) per via della minimizzazione della comunicazione, del linguaggio non verbale, della poca 'scioltezza' che caratterizza il tipo fobico, e quindi rendere un po' 'imbarazzata' l'altra persona. |
Re: timidi dentro
Questo perché non si è mai completamente estroversi o introversi, ci sono occasioni che possono imbarazzare anche la persona più estroversa e a suo agio.
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Re: timidi dentro
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Re: timidi dentro
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Re: timidi dentro
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Re: timidi dentro
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Re: timidi dentro
Cazzo ho perso il post che stavo scrivendo, che palle avevo scritto un sacco di cose arghhhhhhhhhhhh. Ci riprovo:
Il comportamento del tuo amico è perfettamente naturale ed indice di una "sana" personalità. Imparare a rimodulare se stessi sulla base dell'ambiente circostante è una qualità che tutti, intro ed estro,se vogliamo continuare a usare queste categorie, dovrebbero imparare a sviluppare. Questo non significa affatto "violentare la propria personalità" o peggio ancora essere ipocriti e falsi (o incoerenti), come molti credono. Molti "intro" ed in particolare i fobici credono che la maggior parte degli "estro" siano persone superficiali, senza sensibilità e mondi interiori. Chiaro che in apparenza è così e che gli stronzi/stronze senz'anima ci sono sempre stati e ci saranno sempre, aggiungo che le pressioni omologanti (l'omologazione è la più potente forma di controllo) di questo schifo di società sono potentissime e in qualche modo ognuno di noi (qui dentro intendo) resiste stoicamente a tutto ciò (come diceva Friedrich, "in tempo di pace il vero guerriero distrugge se stesso"), ma la realtà è che questo è un pensiero altamente disfunzionale per il nostro benessere. E' funzionale nel momento di emergenza (emergenza in entrambi i sensi),perchè funge da "protezione", ma non lo è più non appena si comincia ad avere pregiudizi che appunto pregiudicano la qualità della relazione e della comunicazione. Inutile dire che il persistere in questo pensiero comporta conseguenze alla lunga funeste. Per mia fortuna, ho superato da tempo la fase degli "assoluti" ma magari qualcuno non ha ancora le idee chiare su questo punto. Poi c'è anche chi sceglie deliberatamente di stare da solo o di frequentare pochissime persone, ma non ha alcun tipo di problema a rapportarsi con gli altri quando è necessario farlo (che fondamentalmente è ciò che vorrei riuscire a fare io, imparare a saper stare con gli altri per riuscire a farmi i cazzi miei in serenità). In aggiunta a ciò,e' importante capire che non siamo "monadi senza finestre" ma che tutto cambia in base all'ambiente circostante (con ambiente intendo anche le persone, oltre al mero luogo) esempio: tu sei A, un tuo amico B, l'amico del tuo amico C,e un perfetto sconosciuto D. A si relaziona con B in un certo modo nell'ambiente 1 (poniamo che 1 sia un ambiente che ti sembra sicuro, casa tua o casa sua ad esempio). A si relaziona con B in un altro modo nell'ambiente 2 (poniamo che 2 sia un ambiente che però ti mette a disagio, un luogo affollato ad esempio, un luogo dove "qualcuno" potrebbe sentirti/vederti/giudicarti ecc) Se oltre a B si aggiunge C nell'ambiente 1, il tuo modo di rapportarti con B cambierà e lo stesso nell'ambiente 2 ma in maniera ancora diversa. Anche il tuo modo di rapportarti con C sarà diverso a seconda dell'ambiente (1 o 2, in presenza di B o meno) Se poi a C si aggiunge D (ambiente 2) cambia di nuovo tutto perchè magari B,C,D si relazioneranno in un modo a te non confacente che ti farà sentire escluso o inadeguato. Però magari C si relazionerà con D e tu riuscirai a relazionarti con B come se ci fosse solo lui, ma sarà completamente diverso se B si relaziona con C o con D e a te tocca relazionarti con D o con C in base al tipo di comunicazione che si instaurerà. In base a tutte queste variabili cambia modalità e tipo di comunicazione e i nostri problemi spesso si traducono nell'incapacità di adattarsi a questi cambiamenti. |
Re: timidi dentro
@ DownwardSpiral2
infatti, però l'adattamento potrebbe essere reciproco, trovare un punto di incontro. Anche se ci sono più persone che fanno parte di un insieme X che si relaziona in un certo modo e arriva uno che si comporta in modo diverso, si può dare un po' più di spazio di libertà a quest'ultimo, che comunque deve rispettare ovviamente le regole necessarie affinchè non si crei casino nell'insieme X. |
Re: timidi dentro
Magari si é semplicemente tolto la sua maschera sociale, capita che quando si sta in branco si cerca di adeguarsi allo standard generale, per poi tornare se stessi quando si é soli o in compagnia di una persona con cui si sta bene
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Re: timidi dentro
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Re: timidi dentro
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Come tutte le cose ci vuole allenamento, ma anche energie per prendere l'iniziativa e reggere il colpo nel caso le cose andassero male (come figuracce o disagio), il fobico non ce le ha perché la posta in gioco è troppo alta e finisce per esaurirle a causa di rimuginazioni e dolore. Magari l'introverso consuma un po' più di energie, niente che impossibiliti a socializzare. |
Re: timidi dentro
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se lo dici tu.. |
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