Le nostre paure sono giustificate
L'osservazione critica della comunicazione degli esseri umani mi ha fatto notare che molti pensieri "disfunzionali" dello stato mentale del socialfobico non sono in realtà irrazionali, ma hanno un fondamento logico e intelligente di sussistere.
Non è vero cioè quello che dicono molti psicologi e persone comuni che non c'è nessun motivo oggettivo per aver paura, e che le preoccupazioni del socialfobico siano infondate e frutto di distorzioni della realtà. Anzi, le preoccupazioni del socialfobico, a differenza forse del depresso, sono a un'attenta analisi il risultato di una consapevolezza acuta di certi meccanismi della comunicazione, e quindi di una forma di intelligenza applicata alla comunicazione, e non di una paranoia. Ho trovato delle prove di questa mia conclusione che potrei argomentare. Per esempio ho scoperto una proprietà mooooolto interessante delle persone non socialfobiche, e cioè questo: quando ho provato a far immedesimare il mio interlocutore non socialfobico nella condizione di un individuo che non ha appreso il linguaggio comportamentale medio della popolazione (naturalmente, a sua insaputa), il mio interlocutore ha manifestato la confessione che, in quelle condizioni, produrrebbe gli stessi pensieri disfunzionali del socialfobico, cioè, darebbe fondamento alle preoccupazioni del fobico. Forse non sono chiare le implicazioni di questo fatto, ma in realtà sono implicazioni importantissime: significa, se non fosse stato notato, che non è vero che le preoccupazioni del socialfobico siano pensieri disfunzionali, ma sono anzi preoccupazioni fondate, talmente fondate che persino una persona normale, non affetta da fobia sociale, riconosce che, se non avesse padronanza del linguaggio verbale-extra-verbale, proverebbe le stesse preoccupazioni. E il fatto che le persone normali riconoscano il fondamento di tali preoccupazioni, implica... che quelle preoccupazioni non sono paranoie!!! Tenere conto di questo fatto è importantissimo, perchè capire che quei pensieri disfunzionali siano razionalmente fondati preserva la nostra autostima, che viene invece ingiustamente demolita dalla convinzione che le nostre preoccupazioni sociali siano irrazionali e infondate... tutt'altro! Sono la conseguenza di un'osservazione intelligente dei meccanismi della comunicazione unita al nostro mancato apprendimento del linguaggio comunicazionale (verbale / extra-verbale). Io sono sempre più convinto che sia così, osservare le confessioni inconsce dei miei interlocutori mi fa vedere sempre più chiaramente che loro stessi riconoscono il fondamento delle paure del socialfobico. Quindi non facciamoci demolire la nostra autostima, non facciamoci punire dalla società solo per una nostra forma di intelligenza sociale superiore alla media. I pensieri disfunzionali, quelli paranoici, sicuramente esistono nei socialfobici, [b]ma sono causati dal dar retta a chi nega il fondamento razionale delle preoccupazioni ansiogene [/], cioè, sono una conseguenza dell'errore analitico di chi sostiene che le preoccupazioni sociali del socialfobico siano infondate. In sostanza, non è vero che la mancanza di autostima sia la causa dei pensieri disfunzionali e della fobia, la mancanza di autostima è l'effetto di un errore di analisi psicologica diffuso dalla gente comune (che poi si contraddice spudoratamente quando ammette che, stando nelle nostre condizioni, proverebbe le stesse preoccupazioni ansiogene). |
Re: Le nostre paure sono giustificate
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Già il presupposto di avere un'intelligenza superiore alla media la dice lunga.................................... Non critico in toto il contenuto del tuo post ma il punto debole è che i sociofobici non sono paranoici ma più semplicemente persone che amplificano quello che sentono. per fare un' esempio se per una persona "normale" (esemplare in via di estinzione) andare a fare la spesa al supermarket costituisce un fattore di stess uguale a 3 per un sociofobico la stessa situazione può presentare un fattore di stess uguale a 6. Tutto qui. ciao :) |
Re: Le nostre paure sono giustificate
, la mancanza di autostima è l'effetto di un errore di analisi psicologica diffuso dalla gente comune
dalla o della? |
Re: Le nostre paure sono giustificate
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Osservazione intelligente non sottintende "Oh come sono bravo a osservare la realtà", come tu erroneamente credi, ma solo che noi siamo sensibili a diversi livelli di linguaggio e meta-linguaggi comunicazionali e, di conseguenza, la nostra mente deve lavorare di più di una persona comune per gestire la comunicazione (prevedere tutte le possibili reazioni, tutte le variabili della comunicazione). Tutto qui :D |
Re: Le nostre paure sono giustificate
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Re: Le nostre paure sono giustificate
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Comunque non è stato tempo perso perchè usando il filtro dell'olio della mia auto anzichè il filtro delle emozioni sono giunto all'illuminazione: non sono i socialfobici ad essere paranoici; sei tu!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Ps. C'è un post che parla di un libro sulle seghe mentali magari dacci un'occhiata. Byeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee eeeeeeee |
Re: Le nostre paure sono giustificate
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Tu hai lanciato una provocazione per primo (accusandomi di presunzione), e io ho dimostrato l’infondatezza di questo tuo attacco ad personam (sleale!). E invece di riconoscere il tuo errore di valutazione, e il fatto di aver provocato per primo che fai? Continui a trattarmi come un presuntuoso? Allora non ti è bastata la mia argomentazione per dimostrare che non c’era presunzione in me, allora forse hai bisogno di un’ulteriore dimostrazione del fatto che non ci sia presunzione nella mia affermazione. Ti ho convinto che non c’è nessuna presunzione nell’affermare che un socialfobico abbia un’intelligenza particolare in un determinato contesto? Se ti ho convinto perché ti rivolgi a me come se fossi presuntuoso? Se ti rivolgi a me come se fossi presuntuoso ne deduco che non ti ho convinto che non sono presuntuoso. Ma se non ti ho convinto di non essere presuntuoso, ne deduco che non hai la capacità di analizzare le argomentazioni logiche, dal momento che l’argomentazione logica con cui argomentavo la mia non presunzione era coerente. Quindi come la mettiamo? Riconosci il tuo errore di valutazione (e in questo caso cesserà il mio tono di difensiva in favore di uno scambio dialettico equilibrato)? Oppure continuerai a ribaltare i fatti perseverando nel tuo giudizio errato di presunzione? Se nonostante la dimostrazione che ti ho dato continui a darmi del presuntuoso peccheresti di saccenza, al massimo puoi "accusarmi" di essere appassionato di logica dialettica (e da quando la passione per la logica dialettica sarebbe presunzione? :lol: ). Te l'ho fatto il quadro della situazioni, le scelte sono due e sono tutte tue: 1) riconosci il tuo errore di valutazione e ottieni un ritorno a uno scambio dialettico equilibrato 2) non ammetti il tuo errore di valutazione e continuerò ad applicare una relazionalità simmetrica (provocatorio con il provocatore, gentile con il gentile, simpatico con il simpatico, etc...). A te la scelta :D Quote:
Fosse per me quel libro lo intitolerei “come costruirsi un metodo cognitivo incoerente e rendere la propria mente plagiabile”. Quel libro, se venisse sottoposto ad un’analisi epistemologica, verrebbe fatto a pezzi, e l’autore sarebbe costretto a nascondersi dietro un dito, ovviamente io ce l’ho e l’ho letto per poter trarre questo giudizio: con una mente incoerente e non analitica, forse, il buon G.C. Giacobbe riuscirà facilmente a stregare il lettore con i suoi sofismi, ma non con la mia. Ad maiora! |
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Il mio ego è lusingato dalla consapevolezza di avere una simile proiezione mentale nella tua mente :P |
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http://www.fobiasociale.com/postp65210.html#65210 Quote:
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In compenso, se scopro una contraddizione nella mia rappresentazione mentale della realtà provvedo subito a correggerla, e a verificare se l'incoerenza è dovuta a un uso improprio del linguaggio formale o a un difetto nel modello della realtà della mia mente :D Quindi, ho la garanzia di non cadere nella follia 8) Tu invece tenti di insinuare nella mia mente i semi della follia, tentandoci invano (con la mia mente i tuoi memi distruttivi non attaccano 8) ). La domanda ora è... perchè stai tentando di demolire il mio modello cognitivo tentando sofisticamente di dimostrare che è difettoso? Antipatia personale? Perchè il tuo è sarcasmo, non ironia (vuoi che non me ne accorga eh furbartro/a? :lol: ). Per mettere in dubbio il mio modello cognitivo ne devi fare di sforzi, riprova la prossima volta, forse sarai più fortunato/a 8) Se invece noti qualche contraddizione ti sarei grato se me la facessi notare in modo che possa verificare e correggere l'eventuale difetto :roll: |
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Commenterò i vari punti del tuo commento. 1) Penso che questo sia un fatto dimostrabile sperimentalmente (per dimostrare che le preoccupazioni di un socialfobico siano fondate, basta dimostrare che sono fondate per le persone normali, cosa facilissima), e penso che però si dia poco accento a questo fatto. 2)Dipende da cosa intendiamo per intelligenza. Io per intelligenza intendevo un maggiore intuito/sensibilità dei linguaggi e metalinguaggi della comunicazione: questo maggiore intuito implica la tendenza necessaria di costruire un modello della comunicazione più complicato (che tenga conto di più variabili), e quindi porta necessariamente a un incremento della probabilità di costruire modelli di rappresentazione della comunicazione errati, come ad esempio modelli di impostazione solipsistica. 3)E' vero che è difficile stabilire se la mancanza di abilità sociale sia la causa o l'effetto (l'uovo o la gallina), ma nei modelli fisici uno solo deve essere la causa, perchè nei modelli fisici non è compatibile il regresso all'infinito (a differenza che nei modelli matematici astratti). Però saremo d'accordo a ipotizzare che la mancanza di abilità sociali sia a volte la causa e a volte l'effetto dell'ansia sociale. 4)Per verificare se il socialfobico abbia o meno un'intelligenza attiva nella comunicazione bisogna verificare esponendo il socialfobico a una situazione sociale, e analizzando se la difficoltà comunicazionale è causata da reazioni nervose o da processi cognitivi. 5)Se come dici tu le persone normali non hanno interesse ad applicare l'intelligenza nella comunicazione, se ne dedurrebbe che non hanno l'interesse etico di facilitare la comunicazione di un socialfobico, oppure, se hanno questo interesse etico, non hanno abbastanza intelligenza da capire che il socialfobico ha le stesse possibilità cognitive per partecipare ad una comunicazione. Quindi, si può dire che le persone normali abbiano più intelligenza nella comunicazione del socialfobico solo nel caso in cui abbiano un'etica che non li motivi ad aiutare, nella comunicazione, i socialfobici. Riguardo alla tua affermazione che l'intelligenza nella comunicazione non implica la consapevolezza dei linguaggi e dei meta-linguaggi nella comunicazione, secondo me è fondata per il fatto che la consapevolezza di quei metalinguaggi, nelle persone normali, è arbitraria (possono scegliere di non attivarla ottenendo così la spontaneità). Viceversa nel socialfobico la consapevolezza dei metalinguaggi è necessaria per risolvere indecidibilità comunicazionali (quindi il blocco non sarebbe causato dalla mancanza di abilità sociali, ma dall'indecidibilità su quale simboli attivi del linguaggio comunicazionale usare). Questo è analogo un po' alla differenza tra chi legge un articolo essendo consapevole dei passaggi logici dell'articolo, curandosi di assegnare un significato ad ogni parola, facendo cioè una lettura riduzionista e analitica, e una persona che invece legge l'articolo in modo non riduzionistico e non analitico accontentandosi dell'interpretazione globale dell'articolo: quest'ultimo usa un metodo meno intelligente nella lettura(anche se lo leggerà più velocemente). Il blocco del socialfobico, nell'analogia tra il linguaggio comunicazionale e il linguaggio verbale, equivale all'indecidibilità di quali parole usare per esprimere un concetto, indecisione che implicherà una maggiore lentezza nel comunicare il concetto che ha in mente ma, in compenso, una maggiore precisione nel formalizzare il concetto, e quindi renderlo comunicabile. 6)Nel punto 5 ho argomentato perchè, invece, secondo me l'analisi del linguaggio comunicazionale è necessaria per l'apprendimento della comunicazione, al massimo si può ridurre questa analisi a un'analisi elementare fondata su un modello logico associativo (e non deduttivo), inoltre la consapevolezza delle connessioni tra linguaggi e meta-linguaggi nella comunicazione, unita alla necessità di decidere come usarli per comunicare, implica un lavoro maggiore del cervello nel socialfobico, perchè deve gestire pile di memoria maggiori. 7) Questa tua analisi coglie il fondamento logico della preoccupazione maggiore del socialfobico, però io credo che, anche se questa preoccupazione non ha a che fare con la mancanza di autostima, se il soggetto non è cosciente di questo fondamento logico della sua preoccupazione, rischia di assegnare il fondamento alla mancanza di autostima (cadendo così in depressione). Poi tu presupponi, nel punto 7, che nella comunicazione della società sia posta la condizione che se non hai un uso rapido e buono della comunicazione non sei accolto nella comunicazione, e se le persone pongono questa condizione, vuol dire che le persone normali (che pongono le regole della comunicazione) hanno un'intelligenza minore del socialfobico, perchè se avessero un'intelligenza maggiore capirebbero che questa condizione che pongono è una regola non necessaria (visto che un socialfobico può comunicare lo stesso, anche se più lentamente): se invece pongono questa condizione come necessaria, vuol dire che non arrivano a capire che non è necessario porre quella condizione, e se non arrivano a capire che non è necessario porla, se ne deduce che o non sono abbastanza intelligenti, o che non applicano l'intelligenza nella comunicazione, o che scelgono di non applicarla perchè hanno un'etica che non li motiva a rendere accessibile la comunicazione a tutti (compresi i socialfobici). |
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poi correggi il sistema operativo :) |
Il genio è un uomo capace di dire cose profonde in modo semplice. 8)
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Io d'altra parte cerco di essere il più sintetico possibile, ma chiunque abbia un minimo di competenze logiche sa che la sintetizzabilità di un'informazione è inversamente proporzionale alla complessità dell'informazione (più è complessa meno è sintetizzabile). Ovviamente chi non ha interesse a discutere dell'argomento del topic ma solo a deridermi fa finta di non saperlo e tenta di allontanare la concentrazione dei lettori dal mio messaggio. E dato che lo scopo del mio topic è mandare un messaggio ai lettori, vuol dire che stanno tentando di ostacolare il mio obiettivo solo perchè animati dalla proiezione mentale negativa che di me che disturba il loro ego. Una gratificazione proprio da asilo infantile :lol: Fate prima ad ammettere che siete troppo pigri intellettualmente per fare una lettura riduzionista del mio post per interpretare il messaggio che volevo mandarvi :roll: |
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- tutte chiacchiere e distintivo;sei Tutto chiacchiere e distintivo- |
Il difficile non è essere intelligenti, ma sembrarlo. 8)
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Ragazzi secondo me harry up ha ragione, continuate a postare frasi inutili che non c'entrano nulla con la discussione che ha aperto. Sono convinto che lui scriva in modo così elaborato non per presunzione e poi mai come questa volta il suo topic era perfettamente comprensibile, infatti è la prima volta che l'ho capito essendomi concentrato sui passaggi logici del testo :D . Secondo il mio parere alla base della timidezza o fobia sociale c'è la scarsa autostima, quindi per me è la causa e non l'effetto della nostra bassa capacità comunicativa.
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Loro mi hanno detto che i miei post comunicano presunzione, e io ho confutato questa critica in modo inconfutabile :D La verità è che loro volevano dirmi che i miei post sono demenziali, e qui potrebbero anche avere ragione dal momento che la proprietà "essere demenziale" è una proprietà soggettiva :) Ma questa critica mi fa un baffo perchè io sono il primo a chiarire che il modo in cui strutturo i miei post è artificiale e finalizzato a rendere più chiara possibile lo scheletro logico delle mie argomentazioni, per fare questo devo scendere al compromesso di rendere "demenziale" il mio stile, ma solo un ingenuo dedurrebbe da questo fatto che io non abbia il senso della misura (in particolare, che non abbia il senso della misura di "demenzialità :D ). |
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