Raccontami una storia...
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Re: Raccontami una storia...
Non è proprio una storia, ma una ''vicenda'' di fantascienza/fantapolitica che scrissi di getto in una mattina dell'Estate 2006, durante il mio (memorabile) soggiorno trimestrale in Canada.
Rileggendola ora...forse avrei dovuto svilupparla... Avevo 16 anni...bei tempi quelli... ''SENZA TITOLO'' (agosto 2006) Il sole era appena sorto ed illuminava il golfo con i suoi raggi delicati, rivelando un cielo azzurro e sereno. La notte era trascorsa, ed alcune stelle erano ancora visibili nel cielo mattutino, ma ben presto la luce del giorno le avrebbe celate dietro il blu cobalto. All’orizzonte, la dove il mare ed il cielo si confondono, alcune grosse navi apparivano e scomparivano nella bruma mattutina, come creature notturne che sfuggono al sol nascente. Nell’aria del porto gia si poteva respirare l’odore del pesce fresco che le navi avevano pescato durante la notte, dopo ore di attesa e pazienza, ed I pontili si stavano animando di marinai e pescatori che scaricavano o caricavano merci e pesce dalle navi. Ben presto, tutta la città si sarebbe risvegliata e avrebbe ripreso il ritmo frenetico e caotico di sempre. Dall’alto del balcone del Palazzo del Sinodo,dove poteva osservare tutta la città, Andrivius Telpezar scrutava pensieroso l’orizzonte. Dalla sommità del Palazzo, l’intera città di Auralyon sembrava una giungla di grattacieli e parchi, una sterminata distesa di metallo e natura brulicante di vita. Andrivius si era appena svegliato, e dopo avrebbe avuto una riunione con il ministro della tecnologia, Lord Palander; nell’attesa meditava sul livello di progresso raggiunto dalla sua civiltà: Auralyon era la capitale dello stato che la sua dinastia, i Telpezar, reggevano da quasi 2500 anni,e da allora c’erano stati secoli di relativa pace e benessere, un arco di tempo in cui la civiltà era progredita e si era evoluta, raggiungendo il massimo splendore e il più alto livello tecnologico che un popolo possa raggiungere. Le antiche guerre per la sopravvivenza e le lotte civili erano ormai mito, e da tempo le armi erano utilizzate solo nelle parate militari o nelle rievocazioni storiche. In questi anni di pace la civiltà, dal nucleo originario di Auralyon, lentamente si era estesa al continente e di lì i coloni si erano sparsi su tutto il pianeta, costruendo strade, ponti e città e portando il progresso in zone selvagge e disabitate, espandendosi in perfetta simbiosi con la natura e l’ambiente e nel rispetto della fauna. Da 500 anni, la civiltà aveva occupato tutto il pianeta trasformandolo in un'unica grande nazione. Ed ora i progetti erano andati oltre ogni immaginazione: diffondere la civiltà fra le stelle, il più grande progetto di tutti i tempi, sogno dell’uomo fin dall’antichità…ora stava per realizzarsi. Per secoli la civiltà aveva prosperato e l’attuale livello tecnologico avrebbe permesso un viaggio interstellare verso il Nuovo Mondo, un pianeta gemello incontaminato. l’umanità nello spazio infinito… Andrivius era talmente assorto nei suoi pensieri che non si accorse dell’esile figura femminile che gli si avvicinò silenziosa, mettendosi al suo fianco. “sei stato sveglio quasi tutta la notte,ed ora ti vedo pensieroso e preoccupato…da giorni sei assorto in non so quali pensieri. Dimmi, Andrivius, c’è qualcosa che ti turba? Forse in qualche modo ti ho offeso?”. Andrivius la osservò nel volto e la rassicurò “oh, no, Alyan. Tu non hai colpe, anzi, mi sei sempre vicina e mi sostieni. ti ringrazio di questo”. “Andrivius, non ti avrei sposato se non avessi voluto starti vicino. Ora dimmi, cosa ti preoccupa? Devi essere sincero con me” Andrivius rimase un attimo in silenzio e pensò che Alyan avesse ragione. Alyan Rigeldun era una donna giovane e molto comprensiva. Era alta, dai capelli neri lunghi e dal viso delicato. aveva gli occhi verdi ed era snella, dai lineamenti perfetti. era decisa e sensibile, per questo Andrivius l’aveva sposata 5 anni prima, e da allora i due erano diventati inseparabili, una coppia perfetta. Andrivius la abbracciò e iniziò a parlarle dolcemente: “vedi, quando tre anni fa,dopo la morte di mio padre, sono diventato Gran Kaliban, non avrei mai immaginato che avrei avuto una responsabilità così grande come in questi giorni”. Lo guardò enigmatico, mentre lui proseguiva la spiegazione, osservando la città “il Progetto Nuova Auralyon è il più grande mai concepito e realizzato nella storia umana. Migliaia di coloni inviati lassù,soli nello spazio infinito…e io sarò responsabile della loro vita. E un peso enorme!” Terminando queste parole, si sdraiò sul letto. Alyan gli si mise affianco “Andrivius, quel che farai oggi ti consacrerà alla storia. Nessun Kaliban dai tempi di Dartan ha avuto un onore così grande. Qualunque cosa accada, io ti sosterrò e ti sarò vicina”. I due si abbracciarono per un lungo istante, poi lui sia alzò e, senza dire una parola, si diresse al balcone e guardò fuori. Il sole era ormai alto nel cielo, e il nuovo giorno era iniziato. |
Re: Raccontami una storia...
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Hai un gran talento, storia molto interessante :) |
Re: Raccontami una storia...
diamine, una bella iniziativa
posterei volentieri qualcosa ma son tutte cose che superano i 10000 caratteri vediamo un pò... ecco, il primo capitolo di una storia che scrissi anni e anni or sono (neanche ricordo quanti) (la copio-incollo dal testo originale d'allora, quindi neanche controllo gli errori che ci sono) lo leggerete in 10 secondi, assicurato titolo: la leggenda dello scalpellatore genere: random (o nonsense, come volete) Quote:
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Re: Raccontami una storia...
Bell'idea ! Ma mi vergogno troppo a postare qualcosa.[emoji16]
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Re: Raccontami una storia...
beh skyl, posso postarti il resto della mia insensata storiella
... anzi, altri due capitoli per colpa del limite dei caratteri...prossimamente il quarto ed ultimo... si, vi creo pure la suspense, vi creo 2 da una rivista senza nome: "SONO PASSATI MESI DAL MIO ULTIMO SERVIZIO E SONO STATA LICENZIATA DAL TIGGI', ECCOMI ORA IN VESTE DI GIORNALISTA, DI QUESTO GIORNALE DI CUI NON VI DICO IL NOME PERCHE' VI BASTERA' GUARDARE LA PRIMA PAGINA...RICORDERETE IL MIO ULTIMO SERVIZIO ALLA CASA DEL VECCHIETTO CHE SECONDO ALCUNI SGOZZEREBBE FANCIULLE PER COLLEZIONARNE SCALPO E TESCHIO PER, SECONDO INDISCREZIONE, CREARE UN MUSEO IN FUTURO... EBBENE, QUESTO FUTURO FORSE AVRA' DIFFICOLTA' AD ARRIVARE! IL VECCHIETTO IN QUESTIONE, ALLA BENEMERITA ETA' CHE NON DICIAMO PERCHE' LO STESSO HA ESPRESSAMENTE CHIESTO DI NON FARLA DIVULGARE, E' STATO RICOVERATO D'URGENZA QUANDO, DOPO UNA BOTTA IN TESTA PIU' FORTE DEL SOLITO DAL SOLITO IGNOTO, GLI E' STATA DIAGNOSTICATA UNA COMMOZIONE CEREBRALE... TUTTO IL PAESE E' IN ATTESA DELL'ESODO I QUESTA STRANA SITUAZIONE...ORA IL VECCHIO E' SOTTO ESAMI E ACCERTAMENTI...E TUTTO IL PAESE (E ANCHE NOI) ATTENDIAMO NOVITA'" ... "SALVE, QUI PARLA LA NUOVA INVIATA SPECIALE DEL SENZA-NOME-TG DA SENZA-NOME-NETWORK, SIAMO NELLA CLINICA DI LOS ANGELES DOVE IL VECCHIO LA CUI SORTE E' SEGUITA DA DECINE DI SUOI COMPAESANI E' SOTTO ACCERTAMENTI PARE CHE LA POLIZIA SI AGGIRI NEI DINTORNI DELLA CLINICA PER FARE IN MODO CHE NESSUNO NE APPROFITTI PER FAR FUORI IL VECCHIO DEFINITIVAMENTE, COME MOLTI SI ASPETTANO QUALCUNO VOGLIA FARE UN ALTRO SERGENTE, SEMPLICE NUOVA RECLUTA ALL'EPOCA DELL'ULTIMO SERVIZIO DELLA MIA EX-COLLEGA, STIA INTERROGANDO IL VECCHIO PER TENTARE DI FARLO PARLARE RIGUARDO IL BUNKER SOTTERRANEO NEL QUALE SECONDO INDISCREZIONI SAREBBERO NASCOSTI SCALPI E TESCHI DI FANCIULLE CHE SAREBBERO STATE DECAPITATE DAL VECCHIO... IL SUO SOGNO ERA QUELLO DI RACCOGLIERNE MOLTE E APRIRE UN MUSEO...MA QUESTO DURO COLPO POTREBBE INFRANG "CLUC" "BAH, TUTTI LE STESSE COSE DICONO...GIORNALI, TIGGI'...E LI SPACCIANO ANCHE PER SERVIZI IN DIRETTA", disse il sergente "SE NESSUNO FINORA HA TROVATO QUEL MALEDETTO BUNKER, LO TROVERO' IO, FOSSE L'ULTIMA COSA CHE FACCIO!" e così detto partì per la villetta di campagna del campagnolo. ... "SALVE A TUTTI, QUI PARLA LA VECCHIA INVIATA DEL TIGGI' APPENA TORNATA IN SERVIZIO!!! LA NUOVA ORMAI EX INVIATA E' SCAPPATA APPENA HA VISTO LA TESTA DA UNA PARTE E IL CORPO DALL'...EHM...DICEVO...SIAMO QUI NELLA VILLA DEL VECCHINO DOVE ANCHE IL SERGENTE E' STATO DECAPITATO...MA ORA IL VECCHIO NON E' PIU' QUI...NON SO PIU' COSA DIRE GENTE..." "IL FANTASMA DEL CUGINO DELL'EX-PROPRIET AHIOOO" "CHIUDI QUELLA BOCCA, FRANK" "DICEVO...DICEVO...DIC...AAAAAAAAAAAARGH" "AAARGH" "AAARGH" "AARGH??? CHI FA AAAARGH NEL MIO PAESE?" disse lo sceriffo del posto, appena assunto e del tutto estraneo alla vicenda del vecchio. "EHI VOI, NON LO SAPETE CHE E' VIETATO FARE...AAARGH" "VEGNOOOOO IIIIIN PAAAAAASCEEEEEEE" "AAAAAAARGH" "NON URLATEEEEEEEE, HO LE RECCHINE DELECATEEEEEEEE" "AAARGH" "NON URLATEEEE, O DOVRO FAR FORI PURE VOIIIII" "AAARGH" "AO', E V'HA DETTO DE NON URLA, STATEVE ZITTI NO? SCUSATELI, SIGNOR MOSTRO, CONTINUATE PUR AHIO..." "CHIUDI QUELLA BOCCA, FRANK!" "INSOMMAAAAA MAAAIIII CHEEE SI POSAAAA STARE EN PASCEEEEEEEEE...SEMPRE QUALCUNO E' PRONTO A SCOSCIARTIIIII ANCHE ALLA DOMENICAAAAAAA" "MA...CHI SIETE...VOI...?" "NOOOOON NE HOOOO IIIDEEEEEEAAAAAA..." "SIETE PER CASO IL CUGINO DELL'EX...AHIO" "CUUUUSCINOOO? COSA ESEREEEE CUSCIIINOOOO?" "QUELLO CHE CI APPOGGI LA TESTA QUAN AHIO" "FA NULLA, SIGNOR FANTASMA, SE QUESTO SIETE..." "COSA E' FANTAAAASMAAAAA?" WWWWWROOOOM "Q-Q-UI -P-PARL-LA QUEL-L-LA DEL TI-TITIG-G-G-GI A B-B-ORDO DI UNAU-U-TOVETTURA CHE V-VA A 100K-K-KM OR-R-ARI VER-R-SO LOS-LOS-LOS-ANGE-GE-GE...LES...MANN.N.NAGG-GIA STE-STE BU-BU-BUCHE...QUAN-ANDO SI DE- SI DECIDERAN-NO AD ASFALTA-TARE STO DESER-SER-TO?" "VIIIIIAAAA DIIIII QUIIIIIII" "AAAAAARGH" "FIIIINALMEEENTEEEE PASCEEEE" la porta si chiuse in un fragoroso "BUM" 3 "SALVE A TUTTI, BENTORNATI AL NOSTRO TG...SIAMO OGGI ALLA SOLITA CASA DEL SOLITO VECCHIETTO...NO, NIENTE DECAPITAZIONI STAVOLTA...MA UN GRUPPO DI FAMOSISSIMI SI E' RIUNITO PRONTO A SCOPRIRE IL SEGRETO CHE CELA QUESTA CASA! ALLA MIA DESTRA, I PIU' FAMOSI DETECTIVE, DA CONAN A TIGRO L'INVESTIGATIGRO, DA SCOOBY DOO ALLA SIGNORA IN GIALLO! ED ECCO ANCHE BAT-MAN, SUPERMAN, ROBIN HOOD E SUPERPIPPO! TUTTI PRONTI A ENTRARE IN QUESTA CASA E CERCARE DI SCOPRIRE COSA NASCONDE! PER L'OCCASIONE IL SINDACO DEL PAESE, D'ACCORDO CON LO SCERIFFO, HA MESSO UNA TASSA D'INGRESSO ALLA CASA, UN PARCHIMETRO, CON IL QUALE FINANZIERA' UNA TAGLIA SUL MOSTRO CHE ABITA LA CASA" "DANNATI CITTADINI, TORNATEVENE DA DOVE SIET...AHI" "ZITTO, FRANK" "LA TENSIONE COME POTETE VEDERE E' MOLTO ALTA...ALLE 15:00 LA CASA APRIRA' I BATTENTI!" "MA CHE DIAMINE DI FINE HA FATTO QUEL VECCHIACCIO?" "IL VECCHIO E' IN VIA DI GUARIGIONE" "E TORNERA' QUI?" "L'ATTIVITA, TROVANDOSI IN CASA SUA, GLI FRUTTERA' IL 20% DEGLI INCASSI...ALLA FINE DELL'EVENTO LA CASA RESTERA' SUA E POTRA' TORNARVI AD ABITARE!" "MALEDIZION...AUCH" "ZITTO, FRANK" "3....2....1...SPEM! LA CASA E' APERTA, SI APPRESTANO A ENTRARE I PRIMI ESPLORATORI, OVVERO...UN MOMENTO...LA PORTA SI E' APERTA...NON DAL SINDACO NE DALLO SCERIFFO...DALL'INTERNO..." "COOOOOOOOSCIA VOLEEEEEEEEETE ANCIORAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA????" qualche secondo dopo... "SONO SCAPPATI TUTTI, GENTE! L'ATTIVITA CHIUDE PRIMA ANCORA DI ESSERE STATA APERTA! QUESTA AZIENDA ENTRERA' NEL GUINNES COME L'AZIENDA MENO DURATURA!" "VIIIIIIIIIIIAAAAAAAAAAAAAAAA DI QQUIIIIIIIIIIIIIIIIIIII" "ANCHE QUESTA VOLTA LO SPETRO HA SCACCIATO TUT...TUT...TUT...CHE DIAMINE...???" ueeeeeeeeeeeeoooooooooooooooooo ueeeeeeeeeeeeeoooooooooo ... |
Re: Raccontami una storia...
Aspetto con ansia la quarta parte... Sono curioso... Che ci sarà sotto quella casa?
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Re: Raccontami una storia...
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4 ueeeeeeeeeeeeeeeoooooooooooooo ueeeeeeeeeeeeeooooooooooo "UN AMBULANZA, GENTE! UN AMBULANZA! COSA FA QUA UN AMBULANZA???" "UAAAAAAAAAAAAAAAAARGH, MALEDETTI CITTADINI, VIA DA CASA MIAAAAAAAAAAAAA" "AAAAAAAARGH, GENTE, IL VECCHIO DELLA CASA E' TORNATO, HA L'ARA ARRABBIATA E UNA SPINGARDA CARICATA A SALE GROSSO! COSA ACCADRA'?? SI STA DIRIGENDO VERSO CASA SUA...ENTRA...SI SENTE UNA CERTA CONFUSIONE...EHI!!!" "FUORI DA CASA MIA, VECCHIO PAZZO TRAVESTITO DA FANTASMA!" "MA NON CAPISCI? POTEVAMO TORNARE MILIARDARI" "QUESTA STORIA MI HA STUFATO E QUEI MALEDETTI CITTADINI NE HANNO SUBITO APPROFITTATO" "MA..." BOAM "SI, SI, CAPITO, SLOGGIO..." "NO, FERMO, PRIMA LIBERA I PRIGIONIERI!" "MA LA CHIAVE E' IN CASA" "VALLA A PRENDERE" "SI, SI...SUBITO..." "NON CAPIAMO COSA STIA SUCCEDENDO, GENTE! SONO SENZA PAROLE! NON SI CAPISCE NULLA DI QUESTA STORIA! SEMBRA CHE IL VECCHIO DELLA CASA ABBIA CACCIATO IL FANTASMA DA CASA SUA A CALCI...E CHE IL FANTASMA FOSSE UN VECCHIETTO CON UN LENZUOLO IN TESTA!" "MA...MA...MA..." "COSA TI BALBETTI, FRANK?" "QUELLO E'...IL CUGINO...DELL'EX...PROPRIETARIO...DELLA VILLA!!!!!" "COSA BLATERI, FRANK?" "LA VERITA', QUELLO E' LUI, PROPRIO LUI, IL CUGINO DEL VECCHIO PROPRIETARIO DELLA VILLA!!!" "LA TENSIONE TI HA DATO ALLA TESTA, FRANK?" "COLPI DI SCENA QUA, GENTE, IN DIRETTA AL NOSTRO TG!!!" ""NON SIAMO IN DIRETTA, CAPO!" "COOOOOME NOOOOO???" "E...ECCO LE CHIAVI.." "APRI LA BOTOLA!" screeeeeeeeeeeeek "EHI, MA QUELLO E'...IL BUNKER SOTTERRANEO...NASCOSTO..." "BAH, UN VECCHIO MAGAZZINO DOVE TENEVO I PELATI, NIENTE DI PIU'!" "I PELATI???" "SI, I PELATI! VOI CREDEVATE SCALPI? BAH, MALEDETTI CITTADINI ESAGERATI..." "MA COSA C'E' LI DENTRO? DI CHE PRIGIONIERI PARLAVI?" "SE QUESTO VECCHIO PAZZO SI SBRIGA, RIAVRETE TUTTI I...DEFUNTI!" "ECCO, ECCO...LA SERRATURA E'...E'...ARRUGINITA!!!!!" "CHE DIAMINE DICI???" "SI...SI...SI...E'...ARRUGGINITA..." "NON E' POSSIBILE, LA OLIAVO TUTTI I GIORNI..." "MA SEI STATO UNA SETTIMANA IN OSPEDALE..." "E TU NON POTEVI OLIARLA?" "MA ERO UNO SPETTRO...GLI SPETTRI TEMONO IL BUIO...E POI DOVEVO RESTARE NASCOSTO...NON RICORDI???" "AAAAAIUTOOOOOOOOOOO" "DIAMINE, TELESPETTATORI, URLI AGGHICCIANTI PROVENGONO DAL SOTTERRANEO...QUALCOSA MI DICE CHE STIAMO PER FARE UNA SCOPERTA...SENSAZIONALE!!!" "CHIAMATEMI QUALCUNO CAPACE DI ROMPERE QUESTA SERRATURA!" "AIUTOOOOOOOOOOOOO" "SE LA ROMPI SARA IMPOSSIBILE APRIRE!" "AIUTOOOOOOOOOO" "POSSIAMO SCAVARE ALLORA???" "AIUTOOOOOOOOOOOOO" "FORSE...PORTATE UNO SCAVATORE!" "MA CI VORRA TEMPO PER PORTARLO QUA!" "PRENDETE VANGHE E BADILI!!!" "VANGHE E BADILI?" "SI, SI, VANGHE AI BADILI, SI PROCEDE ALLA VECCHIA MANIERA" tutto il paese iniziò a scavare sac...sac...sac...stump "STUMP? EHI, ABBIAMO TOCCATO QUALCOSA DI METTALICO!!!" "ORA RICORDO, IL SOTERRANEO ERA RINFORZATO!" "OH NO, CHE SI FA???" "CHIAMATE UNA TRIVELLA!" "MA POI TRIVELLATE PURE QUELLI LA DENTRO!" "ANDIAMO, QUANTO CHIASSO PER UN PO DI LAMIERA!!" "LAMIERA?" "COSA CREDETE CHE SIA? ACCIAIO INOX?" "DIAMINE...SFONDIAMO STO MUROOOOO" "OOOOOOOOOOH IIIISSA OOOOOOOOOOH IIIISSA" "AIUTOOOOOOOOO SIAMO QUIIIIIIIIIIIII" "LO SAPPIAMOOOOOOOOOOO" "CI SENTITE????" "AIUTO SIAMO QUIIIIIIIIII" "EHI, NON MI SENTITE????" "LA SALA E' INSONORIZZATA..." "E SI SENTE ALL'ESTERNO?" "BO, VA A CAPI..." "MALEDETTI CITTADINI, MALEDETTO VECCHIO PAZZO!" "ZITTI!!!" "BASTA, PROVIAMO CON QUESTO BISTURI!!!" "BISTURI???" "BISTURI!" zac...zac...skreeeeeeec... "FATTO, CHE CI VOLEVA?" "LIBERTAAAAAAAAA ALEEEEEEEEEEEEE" "MA STA GENTE NON E'...I DEFUNTI???" "SI, SI, SO' PROPRIO LORO" "NON ERANO DECAPITATI???" "E' TEMPO CHE MI PRESENTI!" disse il vecchio travestito da fantasma "SMITH SMITHSON, ATTORE DI SUCCESSO E ECCELLENTE INTAGLIATORE DI CERA!" "MA...MA...VOLETE DIRE CHE ERANO STATUE DI CERA??????? CHE IL CIMITERO E' PIENO DI DEFUNTI DI CERA? E CHE NESSUNO SE N'ERA ACCORTO?" "VE L'HO DETTO, MALEDETTI E STUPIDI CITTADINI!" "COSA CI HA DETTO?" "CHE SIETE STUPIDI!" "PIANO CON GLI INSULTI!" "IO EVIDENZIO LA REALTA'...E ORA SE NON VI DISPIACE...ME NE TORNO A CASA!" sbum "E COSI, TUTTA 'STA STORIA...MA PERCHE???" "SOLO QUEL VECCHIO LO SA...DOPO CHE SON TORNATO QUI A VEDERE COSA NE STAVA FACENDO DELLA CASA DI MIO CUGINO, MI HA PROPOSTO QUESTO LAVORO...E NON HO POTUTO RIFIUTARE!" "E PERCHE'?" "QUELLA SPINGARDA MI FA PAURA" "TUTTO CHIARO...TRANNE UNA COSA..." ueeeeeeeeoooooooooooo "FERMI TUTTI, SIAMO DELLA POLIZIA, NESSUNO SI MUOVA!" "LA POLIZIA?" "CI AVETE CHIAMATO IERI, NO? CE N'E' DI TRAFFICO DA LOS ANGELES A QUA!" "MA ORMAI E' TUTTO RISOLTO!" "CHE COSA? DEVO FARVI UNA MULTA PER AVERCI DISTURBATO PER NULLA?" "MA VI ASPETTAVAMO IERI!" "SE SAPEVATE CHE IERI SAREBBE SUCCESSO QUALCOSA, DOVEVATE CHIAMARCI L'ALTRO IERI!" "MA...MA...MA..." "BASTA, NOI TORNIAMO A LOS ANGELES, PASSI PER STAVOLTA, CHE E' IL COMPLEANNO DI MIA MOGLIE E MIA FIGLIA SI E' LAUREATA" "GRAZIE...TROPPO BUONO..." "AMICI TELESPETTATORI...NE SON SUCCESSE IN POCHI MINUTI...MA RESTA UNA COSA DA CHIEDERSI...SE I DECAPITATI ERANO STATUE DI CERA, DA DOVE VENIVA QUEL SANGUE?" ueeeeeeeeeee "CHI ALTRO C'E'?" "SIAMO DELLA SCIENTIFICA, DOBBIAMO ESAMINARE UNA COSA..." "E COSA?" ... "QUESTO...NON E' SANGUE..." "E CHE ROBA E'?" "KETCHUP...ARRIVEDERCI" ueoueoueoueoueoueoooooooooooooo "TUTTO E' CHIARO...RESTA SOLO UNA DOMANDA..." "ANCORA?" "PERCHE' TUTTO QUESTO?" skreeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeek "QUESTO POSSO DIRVELO IO" "E VOI CHI SIETE?" "MA QUELLO E'..." "CHI E', FRANK?" "CUGINO, CUGINETTO MIO! CHE BELLA SORPRESA!" "CUGINETTO, EH, CUGINACCIO?" "VOLETE DIRE CHE QUESTO E'..." "IL PROPRIETARIO DELLA VILLA!" "DICI DAVVERO, FRANK?" "DAVVERO, DAVVERO!!! CRDEVO MORTO PURE LUI!" "MA SE HO POCO PIU DI TRENT'ANNI" "CUGINETTO, DA QUANDO TI SEI TRASFERITO IN CITTA' NON CI SIAMO PIU' SENTITI..." "SONO QUI PER METTERE FINE A QUESTA STORIA E PER SPIEGARVI PERCHE' MIO CUGINO SI E' TRAVESTITO DA FANTASMA E HA FATTO TANTO CHIASSO! PER DIMOSTRARE, A FACCENDA CONCLUSA, QUANTO FOSSE BRAVO AD INTAGLIARE LA CERA!" "ESATTO, GENTE!!! ESATTO! E SE VOLETE, LE STATUE ORIGINALI DI TUTTA QUESTA STORIA SARANNO DISPONIBILI IN TUTTI I NEGOZI A PARTIRE DAL 16 DI QUESTO MESE! LI STANNO GIA DISSOTTERRANDO! A SOLI 99,99$ L'UNA! VI ASPETTO" ... ... ... "MA VA..." "CHISSA CHE MI CREDEVO..." "CHE BUFFONATA..." "TANTO CHIASSO PER NIENTE..." "UN CIMITERO PIENO DI STATUE DI CERA, CHE BUGGERAMENTO..." "VISTO CHE ERA VERA LA STORIA DEI CUGINI E DELLA CASA?" "ZITTO FRANK" "DUBITO CHE AVRAI SUCCESSO, CUGINO" "IDEM..." sbam "ANCORA QUA? VIA, VIA, VIAAAAAAAAAAAA" "CERCA DI RAGIONARE..." "VIAAAAAAAA" "VA BENE, VA BENE, NON TI SCALDARE, CHE SUSCETTIBILE" ... "AVETE VISTO QUEL CHE E' SUCCESSO CON I VOSTRI OCCHI GENTE...E' TUTTO!" |
Re: Raccontami una storia...
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Oltretutto hai uno stile scorrevole. Di recente ho letto "Blade Runner" di Dick, suppongo tu lo conosca già, e non è che lo stile di Dick fosse poi tanto arzigogolato come mi aspettavo, considerando la fama dello scrittore. Comunque pensavo che lo sci-fi fosse un genere più da maschietti che da femminucce, quindi sono piacevolmente sorpreso. E' sempre bello costatare la fallacità degli stereotipi. |
Re: Raccontami una storia...
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Il Telefono I (su 4) Quel maledetto telefono sembrava non voler squillare mai. E si che era stato a fissarlo per tanto, ma proprio tanto tempo. Giorni, settimane, mesi, anni e pure secoli si susseguivano fuori dalla finestra, senza sosta, cambiando inesorabilmente il paesaggio visibile. Aveva visto davvero di tutto attraverso quella finestra, spettacoli per cui si può restare davvero a bocca aperta. Barchette di legno diventavano grossi velieri e poi potenti navi a vapore, casette minuscole e fatte di paglia si trasformavano prima in grosse case di pietra e infine diventavano enormi grattacieli…anche la gente cambiava, ovviamente. I ladri per esempio! qualche secolo prima era certo di averne visti alcuni scappare inseguiti da un esercito di forconi…e poi, tempo di dare un'altra occhiata al telefono, e ZAC, eccoli lì, tutti riuniti in parlamento. Certo di cose buffe ne vedeva molte e non aveva tempo per annoiarsi. In quel momento per esempio era tutto indaffarato nel tentar di capire come funzionano le banche, cosa non certo facile…aveva sempre l’impressione che ci fosse sotto una fregatura e lui questo non l’avrebbe certo tollerato. E intanto quel maledetto telefono non squillava. “Bof”, sospirò. “Sono stanco di star qui ad aspettare. Credo che oggi fumerò la pipa”. E così dicendo volse lo sguardo dietro di se, dove, dietro una grande scrivania di mogano, stava a scartabellare lo scriba Nabu, e lo chiamò a gran voce: “Nabu!, Nabu! Tu e le tue cartacce!”. Il povero Nabu, che non udiva la voce dell’Eccelso da più o meno trecento anni, trasalì e fece cadere non poche carte per terra, ma fu prontissimo nella risposta: “si, sua Eccellenza, Nabu il Sukkal a suo servizio!”. “Riposo!” rispose sua Eccellenza con tono autoritario, poi addolcendosi un po’ riprese: “gioisci Nabu perché ho finalmente deciso di tornare a fidarmi di te e ho intenzione di promuoverti. Ti consentirò di star qui a vegliare a tempo pieno su questo telefono. Esatto! Voglio soprassedere su quanto è successo in quell’infausto giorno di trecentododici anni fa, quando squillò il telefono e tu…” – “Ma Illustrissimo!” cominciò Nabu “avevano sbagliato numero e…” – “NON INTERROMPERMI” sbottò l’Illustrissimo di nuovo irato, “non provarci mai più! Mai, mai più dovrà accadere una cosa simile! Che tu sia maledetto se squillerà il telefono e io non verrò avvisato! Oh, saprei bene io a chi affidarti, e non ti piacerebbe affatto!”. A quel punto Nabu, bianco come un cencio, fece solo silenzio, si inchinò e si dirisse verso la nuovissima scrivania di acero dov’era collocato il telefono e un simpatico Quetzacoatl di legno che faceva su e giù su un perno anch’esso di legno. Sulla destra stava la finestra. “Bene Nabu, a presto. Io andrò a fumare la pipa con Gandalf”. “A presto sua Maestà” rispose Nabu ancora terrorizzato, e poi si sedette nella poltrona dietro la scrivania. Beh, perlomeno la vista non era male. |
Re: Raccontami una storia...
II
Sua Maestà stava ora nell’orto e attendeva. Aveva inviato Uriel e Ramiel a cercar Gandalf e chiesto ad Hariel se, gentilmente, poteva andare a prendere la sua pipa, ed ora stava a gironzolare menando il cane Xolotl per l’aia, e ancora attendeva. Dopo meno di cinque minuti Uriel e Ramiel furono di ritorno, e tra i due vi stava un vecchio barbuto con un grosso cappello a punta e vesti lunghe e bianche. “Gandalf, vecchio mio! Quanto tempo!” e si avvicino per abbracciarlo. Il vecchio Gandalf sorrise di rimando e per tutta risposta fece: “mio Signore, io sarò certamente vecchio, ma cos’è in fondo la mia età in confronto all’eternità?”. Il suo Signore ridacchiò compiaciuto e rispose “oh beh, ora basta coi convenevoli, orsù siediti poichè vorrei godere un po’ della compagnia di un vero maestro nell’arte del fumar la pipa, oltre che del consiglio di un saggio amico”. E così i due sedettero su una splendida e grande altalena tanto grande da poter contenere Bəhēmôth, sguainarono le pipe e cominciarono a disegnare le più bizzarre figure di fumo. Dopo aver espirato una perfetta tartaruga di terra impegnata nell’affogare in uno stagno di rane gracidanti, Gandalf finalmente domandò: “Dunque Illustrissimo, mi vuole parlare di cosa turba i vostri perfettissimi pensieri?”. E l’illustrissimo, che aveva proprio in quel momento finito di espirare una talpa ipermetrope, lo guardò in tralice e, con voce grave rispose: “ahimè Gandalf, amico mio, temo che nel mondo si siano davvero dimenticati di me, o forse…forse sono solo timidi? Proprio non comprendo! Laggiù son già nel 2311, secondo il calendario che diede loro mio figlio, sai, quello con quella bella figliuola nazarena in copertina… è stato il primo sai, i Maya non ci avevano mica mai pensato alle belle figliole in copertina!” nel frattempo Gandalf annuiva interessato e si lisciava la barba, e l’Illustrissimo continuò “Orbene, nonostante il tempo continui a passare e gli uomini continuino a creare problemi su problemi, a nessuno è ancora passato per la mente di chiamarmi. Nessuno! A parte quel tipo che ha sbagliato numero…che vergogna. Ho visto spesso molti matti inginocchiarsi a mani giunte, guardare verso l’alto e parlare pretendendo che io possa sentirli!” Gandalf sbottò in una risatina “ohohoh, ma che assurdità!”. Di rimando il Supremo scosse la testa sconsolato e fece silenzio. Forse parlare con Gandalf non era stata poi un’idea così buona, ma in fondo ne aveva già discusso con personalità del calibro di Enki e Apollo, e non aveva ricevuto nessun consiglio utile. Cosa mai si aspettava? “Forse, sua Celestialità” disse a un certo punto Gandalf “ne dovrebbe parlare con suo figlio, di nuovo e con calma.” – “Oh!” esclamo sua Celestialità “Mio figlio, certo. Tu non hai idea di quante volte ne abbiamo parlato! Ed è sempre la stessa storia: “io gliel’ho dato il numero!” mi dice, e continua “ad Antonio Meucci in persona, nel 1854” e mi ha anche garantito che Antonio gli avrebbe solennemente promesso che l’avrebbero saputo tutti gli altri nel giro di pochi mesi!” – “Mmm” fece Gandalf pensieroso rigirandosi la sua pipa in bocca “evidentemente questo Antonio non è stato di parola…e che fine ha fatto a proposito?” la faccia del Celeste diventò d’improvviso cerulea e rispose “ahimè, questo è un vero e proprio mistero! Pare che sia defunto, ma tra le nostre schede di censimento non c’è! E nemmeno tra quelle di Ba'al zĕbūb lì sotto, se è per questo…l’ho perso di vista, come uno sciocco! Oh, Gandalf , cosa debbo fare!” Gandalf dunque guardò per qualche istante il Maestro e si mise a pensare, finchè un bagliore fugace illuminò il suo viso e così rispose: “perché semplicemente non provi a chiamarli tu?” – “A sentire questa risposta il Maestro rimase visibilmente deluso e così ribattè “alla fine dite tutti quanti così, tu, Enki, Apollo e qualsiasi aruspico da me interpellato, persino Nabu! Invero ci avevo già pensato da solo ma non ho alcuna intenzione di farlo, e ti spiegherò il perché. Se loro non mi hanno mai cercato sinora vuol dire che non hanno bisogno di me, dunque perché io dovrei aver bisogno di loro? Io ho donato loro il libero arbitrio e un numero di telefono, e loro non mi prendono neanche in considerazione! No, di chiamarli proprio non se ne parla”. Trascorse un istante di silenzio, poi il Maestro continuò “Perdonami Mithrandir, ma ho davvero bisogno di stare da solo e pensare un po’ per conto mio. Grazie per la chiacchierata.” – Mithrandir, abbastanza rabbuiato, ma cercando comunque di soppesare ogni parola rispose: “sono desolato, mio signore Eru Ilùvatar, ma forse dovrebbe tenere in maggior conto quei matti che la cercano in maniera così assurda, dopotutto non è colpa loro se non hanno mai imparato ad usare il telefono o a memorizzare il Suo numero, come potrebbero mai farlo, se sono fuori di testa? Ma sono certo che sarebbero comunque molto desiderosi di parlare con Lei, perché anche i matti hanno un cuore. Bene, con permesso”. Così Mithrandir si inchinò e si accommiatò, lasciando il suo Signore da solo in compagnia del cane Xolotl che lo guardava in tralice. “Tsk, desiderosi di parlare con me” disse il Maestro tra se e se “fesserie! Cosa mai avrebbero da dirmi quei matti presuntuosi, che hanno frainteso e trasmutato qualsiasi cosa abbia detto loro, che non sanno nulla di me e pure continuano a scannarsi e a martoriare se stessi e la loro intelligenza in mio nome? Continuino pure a parlare a mani giunte con chi dicono loro, io non ho nulla a che fare con quelli là né loro con me. Darò loro conto solo se mi chiameranno direttamente al telefono”. - “BAU!” rispose Xolotl. |
Re: Raccontami una storia...
III
Pensa che ti ripensa, il tempo passava e di telefonate neanche l’ombra. E infine arrivò come ogni anno il giorno di un’importante festività, ed Eru si diresse verso l’enorme sala da pranzo, dove l’aspettavano sua moglie e suo figlio, più ovviamente la servitù tutta indaffarata a disporre la cena per centinaia e centinaia di ospiti. Molti uomini laggiù credono, chissà poi per quale motivo, che Eru non sia sposato, il che ha dell’assurdo perché come saprà qualsiasi persona dotata di buon senso, dietro ogni grande uomo c’è sempre una grande donna. E infatti Egli è sposato, e ha un figlio: Jeshua. Quella cena era un evento importantissimo ed erano stati invitati proprio tutti, infatti era il giorno del ringraziamento in cui si celebra la nascita di Eru, il figlio diretto dell’Universo. Questi ovviamente sedeva a capotavola, con la moglie Amaterasu alla sua sinistra e il figlio Jeshua alla sua destra. La sala risplendeva sfarzosa di una luce dorata e bianca, troppo forte per qualsiasi essere umano. Non mancava proprio nessuno: c’erano gli Æsir e i Vanir, i Greci e i Romani, Gli Ainur, i Valar e i Maiar. Poi c’erano Mitra, Sìva e Visnu, e pure gente molto anziana e poco conosciuta, come Ahuramazdah e Uitzilopochtli. Ovviamente c’era pure Nabu, anche se avrebbe preferito essere milioni di km lontano da quel luogo, considerato che era seduto proprio di fronte al tremendo Ba'al zĕbūb. Nabu teneva saldamente in braccio il telefono, il cui lungo filo era stato fatto passare dalla porta accanto (dove stava proprio la sala del telefono). Tra gli altri invitati non mancavano nemmeno Muhammad e la sua splendida figlia Fāṭima al-Zahrā che era intenta a chiacchierare animatamente col vecchio Yosef di Nazareth, mentre vuotavano grossi calici di birra. “Il matrimonio ti dico” vociava lei già un po’ rubiconda in viso “è da evitare come la peste! Guarda me, ho fatto tutto il mio meglio per essere una brava moglie, ero buona cara e gentile, e lui sai come mi ha ricambiato? Andandosene con delle sgualdrine! Voleva persino prendere una moglie in più, quel cane, perché è ovvio, Fāṭima da sola non gli bastava! Una volta l’ho beccato mentre…” – “Mentre faceva le zozzerie con una concubina” intervenì Yosef sbadigliando sonoramente “ti cadde il cucchiaio con cui stavi cuocendo il semolino e continuasti a mescolare la cena con la mano, senza sentire tralaltro alcun dolore”. Fāṭima guardò Yosef e le si allargò in volto un sorriso un po’ triste, stupendo e straziante allo stesso tempo, cosicchè Yosef sorridendole di rimando continuò con piglio più ironico “conosciamo tutti questa storia Fāṭima, e gli uomini ti ringraziano sentitamente per quella tua mano…ma io piuttosto cosa dovrei dire? io che ho vissuto la mia esistenza con una moglie vergine??” – “prego, un po’ di silenzio!!” si sentì tuonare a un certo punto Ζεύς, che non voleva mai rinunciare a stare al centro dell’attenzione (e che proprio per questo motivo, ogni anno litigava con Thor, altra testa calda), ora è il momento di ascoltare i soavi canti degli Ainur e…di giocare a chi ha più mira con le saette! Oh oh oh!”. E alla faccia del canto degli Ainur, Thor e Ζεύς cominciarono ad azzuffarsi e a reclamare ad alta voce la propria superiorità in fatto di fulmini e saette, fino al punto in cui il Sommo proprio non ce la fece più. “Nabu passami quel telefono!” disse all’improvviso alzandosi dal trono, e i due contendenti si bloccarono all’istante. Poi, senza attendere nemmeno che l’ordine fosse eseguito, il Sommo stesso percorse la stanza, all’improvviso divenuta muta come una tomba, in direzione del telefono. Tra lo stupore generale e il sorriso soddisfatto di Mithrandir, Egli prese la cornetta in mano. Un boato di eccitazione scoppiò nella sala, e tra urli di gioia e compiacimento si creò un gran trambusto, fra angeli e arcangeli che brindavano, Ainur che cantavano la melodia della creazione, Ζεύς e Thor che si abbracciavano (mentre Óðinn scattava loro una foto singhiozzando per la commozione) e il cane Xolotl che ululava felice insieme allo sciacallo Anubis. Persino Fāṭima e Yosef ora ridevano e si stringevano forte, immemori del triste passato. Gli unici che non sembravano eccitati da quell’improvviso gesto erano solo Ba'al zĕbūb, Ἅιδης e Melkor, che invece sparlottavano tra di loro visibilmente indignati. Gli occhi del Sukkal Nabu erano rigati da lacrime di gioia mentre poggiava il telefono sul tavolo e indicava alla platea con ampi gesti che era arrivata l’ora di fare silenzio. Finalmente era giunto il momento tanto atteso di ascoltare il primo scambio di parole tra un comune mortale e Lui, l’Altissimo, Il divino Signore di tutto. Egli compose un numero, e il silenzio cadde come una piuma nell’abisso. IV Il telefono squillò per pochi interminabili istanti, poi una voce maschile, ad occhio e croce appartenente ad un uomo di buona volontà sulla quarantina, finalmente rispose: -“Si, pronto?” -“Salve! prallo conasa diaceto?, sonìo, Antani!” -“Come scusi? Non ho capito…chi cerca?” -“Antani! Occhiello di previdenza come se fosse antani per lei, ispettore tombale” “emh….cosa?” “PUPPA!!!”. E fu così che Dio sbattè violentemente il telefono in faccia agli uomini di buona volontà. |
Re: Raccontami una storia...
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Re: Raccontami una storia...
Siete tutti bravissimi a scrivere :riverenza:
Io è un po' di tempo che mi sono messo in testa di scrivere una robba semi-comica abbastanza contorta, non vi sto a spiegare la trama per conservare quel minimo di reputazione che mi sono conquistato a fatica :D Questa è una bozza del primo capitolo. Se ne stava tranquillo in un angolino, muovendo ogni tanto la coda per rimanere in asse, mentre osservava placido e meditativo lo scorrere delle bollicine. Dal suo comportamento non sembrava quindi essere consapevole di avere ancora pochi minuti di vita. Chissà cosa avrebbe fatto, in quel poco che gli rimaneva, se solo avesse saputo della fine imminente. Forse avrebbe fatto un’ultima nuotata attorno a tutte quelle attrazioni che gli avevano accuratamente disposto, forse si sarebbe fatto prendere dal panico e avrebbe tentato un’improbabile fuga dall’acquario, forse avrebbe rotto gli indugi tipici dei pesci e avrebbe cominciato a parlare. Molto più probabilmente, invece, sarebbe restato lì, tranquillo in un angolino, muovendo ogni tanto la coda e osservando le bollicine. Quindi si potrebbe concludere che non sapremo mai se fosse stato davvero consapevole di avere ancora pochi minuti di vita. Ma la sostanza non cambia, il povero pesce stava comunque vivendo i suoi ultimi minuti, consapevole o meno. Vide entrare nella stanza un bambino che aveva l’aria di chi sta per compiere qualcosa di cui non è ancora in grado di capire le conseguenze. Lui odiava i bambini. Da giovane dovette assistere inerme ad un autentico genocidio al negozio di animali, causato dal sadismo di un bimbo che staccò brutalmente la spina della corrente che alimentava tutti i dispositivi di un complesso acquario, vitali per i delicatissimi pesci dell’oceano indiano che ci vivevano dentro. Ricordava a memoria i nomi di tutti quei martiri. Il bambino spostò il coperchio dell’acquario. Il pesce, avendo a questo punto la conferma che quella piccola peste fosse proprio interessata a lui, si andò frettolosamente a nascondere nel relitto di una piccola automobile che giaceva sul fondo. Tra tutte le attrazioni che erano collocate nell’acquario, l’auto era quella che preferiva. Forse fantasticava spesso di metterla in moto, sfondare una parete dell’acquario e darsi alla fuga. Più probabile che non sapesse nemmeno cosa fosse un’automobile. Il bambino prese qualcosa di piccolo dalla mano e la gettò in acqua. Dopo qualche esitazione, il pesce trovò il coraggio di guardare in alto, e vide scendere una palla di una materia indefinita, che piano piano si calò fino a posarsi sul fondo, proprio fuori dalla portiera dell’autovettura. «Mirko!», una voce femminile tolse l’inquietante sguardo del piccolo dal pesce. «Mirko dove sei?». Il bambino si girò e comunicò con la madre che nel frattempo si trovava al di là della porta, fuori dalla stanza. Il pesce era troppo confuso per capire quale fosse l’oggetto della conversazione, ma essa non fu molto lunga. Nel frattempo approfittò del diversivo e uscì dall’automobile, avvicinandosi a quella palla indefinita. In un attimo si rese conto di come quella sostanza fosse semplicemente qualcosa da mangiare, e di come il fanciullo volesse solo nutrirlo. Così, dopo aver circumnavigato per bene la preda, la inghiottì, e se ne tornò nella sua automobile. Pensò a come si stesse bene in quella serata di dicembre, ora che cominciava a sentire lo stomaco pieno. Quando si ha la pancia piena, la vita assume tutto un altro colore. Nel frattempo il faccione del bambino era tornato a imprimersi sulla superficie della parete dell’acquario, ma non faceva più inquietudine. Il pesce voleva solo riposare tranquillo per digerire quell’ottimo pasto che gli aveva donato. Forse era stato un pasto anche troppo abbondante, dato che cominciava a percepire qualche difficoltà digestiva. Il bambino gettò altre palline spugnose nell’acqua, che si calarono come mine sottomarine tutte attorno all’autovettura, ma il pesce stava cominciando ad avere degli spasmi non molto rassicuranti. |
Re: Raccontami una storia...
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e dato che, riguardo alla letteratura di "romanzi, storie e simili" non riesco mai ad andare oltre la terza pagina per noia...quando scrivo cerco di far prevalere gli avvenimenti e l'avanzamento della trama alle descrizioni la tua storia non era male, anzi, l'ho letta volentieri ed era abbastanza random da poter essere apprezzata dal sottoscritto in ogni caso mi son reso conto d'una cosa...in gran parte delle storie che stiamo postando ci son "casi psicologici" nella storia di stefania, il robot che vorrebbe provare emozioni mentre l'umano dice che è meglio non provarne; in quella di ventolin una certa disillusione; nella mia la "fuga individualistica" rappresentata dal "vecchio contadino rintanato nella sua fattoria che detesta i cittadini" e, infatti, da quei cittadini rimane fregato coincidenze? |
Re: Raccontami una storia...
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Vedrò se pubblicare quaclosaltro, comunque aspettiamo anche qualche tua altra storia, la tua storia è molto triste:piangere: ma scritta molto bene quindi aspettiamo dell'altro. |
Re: Raccontami una storia...
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Anche a me piacerebe tantissimo scrivere un racconto di genere, ho anche provato a iniziarne uno, ma sono bloccato perchè purtroppo mancano le idee e non so proprio dove pescarle...e a parte la carenza di idee, non sono mai soddisfatto nè di come scrivo nè di quello che scrivo...anzi se hai delle dritte da dare ad un aspirante scrittore senza idee (mi pare un ossimoro) sono tutto orecchie. Comunque sono contento che questo raccontino ti abbia intrattenuta e soprattutto che ti abbia divertita :) |
Re: Raccontami una storia...
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Come letture però (anche se non sono di certo un gran lettore) preferisco uno stile più "serioso" per i romanzi, non cerco quelli divertenti, anzi forse li scanso...ma si, questa è un altra storia. Quote:
La questione dei "casi psicologici", a ben pensarci...certo la cosa si nota più nei racconti di Stef e di Skyl, ma in effetti è vero, non si vede un lieto fine neanche a cercarlo col lumicino, con umorismo o senza umorismo :) |
Re: Raccontami una storia...
Erano gli anni 80, la stagione delle mie prime cotte; all'ex foro boario di Ferrara si facevano delle serate danzanti; ricordo i miei compagni di scuola con cui c'incontravamo sempre: Daniela, Roberta, Lucia, Marco, Enrico, Edy, GianLuca e c'era un figo che era parente a Gianluca, poi c'erano quelli di Milano, i fratelli Nucci, certe volte veniva mio cugino che si portava un amico tonto appresso. Eh sì che tempi!!
Erano gli anni 90, l'ex foro Boario fu abbattuto, e viene costruito un centro commerciale; dentro al Centro commerciale ci costruirono anche delle sale giochi e poi anche un bowling. Era il ritrovo di noi ragazzi; sì eravamo tutti: Marcella, la mia migliore amica, con cui poi litigai, Fabio, il mio ex, Davide, Andrea con cui ebbi una storia, Roberto, che amai in segreto; lì conobbi la mia futura cognata, Silvia, con le sue amiche, Diana, Lucia e Rachele, coi loro corrispettivi fidanzati, Gino, Manuel e Massimo, che venivano spesso con uno poco loquace, che era di Ferrara e che veniva anche durante le sagre parecchi anni prima. Poi c'erano dei fiorentini, due fratelli di Napoli ecc ecc. Eh sì che tempi! Era il 2003, il centro commerciale diventò una mega-disco, lo Zoo Animal Sound, che poi diventò Madame Butterfly; veniva gente da fuori, ogni volta gente nuova, qualche pasticca, qualche avventura, i tentativi di arruffianarsi con quelli dello staff, per i pass. Mi ricordo quelli che ci provavano, ad alcuni dissi di sì, ad alcuni non li cagai nemmeno; ricordo quel figo di Roger, Costantino, Gerry, Luigi, quegli sfigati di Alberto e Giulio che si portavano spesso uno che parlava pochissimo, che già avevo visto chissà quante volte; dicevano che gli piacevo; poi fortissime erano le ragazze dello staff, Mary era bellissima, strafiga, Gioia, una ragazza aperta col coraggio di un maschio, Claudia che si scopava tutti i migliori ragazzi e soprattutto c'era Giorgia, il mio amore, che veniva sempre con me. Arrivò il 2011, il Madame Butterfly venne trasformato in Palacongressi e all'occorrenza Palasport o cinema. Il Fattoriland, si chiamava. Venne ingrandito. Spesso per lavoro mi mandavano lì, poi c'erano concerti e feste di gala. Veniva spesso i più illustri della Ferrarabene, il marchese Ottoni, con le sue amanti, l'assessore Ahkmerabad, Costanzo il produttore, l'on. Mazarescu, poi Ahmed, con qualche suo amico figo, Shu con Lisa, il centravanti della Spal di cui non ricordo il nome, l'ex-presidente della squadra di basket, Kaers, che era uno degli principali azionari della Ferrari, ma venivano anche i soliti imbucati, Bellin, il panettiere, l'ex-presidente della Pro-loco, Ignazio, che veniva spesso con uno che non sembrava molto sveglio, che conoscevo bene di vista; Ignazio poi mi fece la dichiarazione e ovviamente dissi di no. Che ricordi! Arriva il 2030. Il Fattoriland è diventato un centro di realtà virtuale. Ovviamente ha cambiato diversi nomi ed è stato ingrandito. Il comune di Ferrara è spostato nelle sue vicinanze. Il VTKF è l'attrazione di Ferrara. Io lavoro lì. Vengono molti ospiti illustri a mostrare i loro programmi virtuali. Ci sono delle riunioni dove emiliani e non, vengono regolarmente. L'ex moglie del figlio di Fattori gestisce tutto da casa attraverso un telecomando. Si vendono sofisticate bibite emotive. I viaggi virtuali stanno diventando accessibili ai più; qui al VTKF incontro spesso alcuni amici di mio marito, qualche mio ex collega dell'anagrafe e spesso viene un signore molto gentile ed educato che conoscevo di vista già da tempo immane. Non è neanche sposato. |
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