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Realtà, inesperienza, tristezza, dolore
Torno reduce dall'ennesima dimostrazione della mia incapacità sociale, ma in fondo sapevo di fare una cosa che al mio superiore non sarebbe piaciuta. Ma che il mio superiore mi facesse così male, che dicesse quelle parole non lo immaginavo.
Ennesima dimostrazione che chi ha vissuto la vita vera riesce a capire molto bene quello che hai vissuto tu, in relazione a come ti comporti. Ennesima dimostrazione che chi è sicuro di sè non ha alcun problema a dirti la verità in faccia, per quanto male possa fare. In fondo è la realtà delle cose e non è colpa loro se è così. Ennesima dimostrazione di quanto io sia ancora indietro e poco adeguato a questo mondo. Possibile che 21 anni di invalidante fobia sociale siano così invalidanti? "Eravamo a pranzo. Chiedo ai colleghi come era andata la riunione telefonica della mattina con i nostri clienti. <Hanno chiesto, preferibilmente, di usare le librerie QT, tu le hai mai usate?>. <No, ma le conosco un po'. Sono scritte in C++, ma ci sarà sicuramente qualcosa anche per Java> Rispondo io. Mi viene detto che sono un terreno inesplorato è che servirebbero mesi per impararle e quindi è meglio lasciar perdere. Per me è una specie di sfida. Nel pomeriggio provo a scaricarle ed in 30 minuti riesco ad utilizzarle. Soddisfatto, faccio notare come ci sia voluto poco a metterle in piedi e che quindi tanto terreno inesplorato non sono." Sapevo che la cosa non sarebbe piaciuta al project manager, perchè se lui dice di no, è no. Perchè se lui non sa usare una cosa, non si usa. Oppure si usa, ma si dice al cliente che tutto costerà mille volte di più e ci vorranno 8 mesi in più, cosicchè il cliente sarà costretto ad accettare la nostra soluzione. Ed oggi, il mio caro superiore, mi prende e mi fa la predica, come moltre altre volte ha fatto in passato per cose che ho detto/fatto e non avrei dovuto dire/fare. Tipo babbo al proprio bambino. "Te hai fatto un gran casino. Non dovevi andare a dire a quell'altro che ci vuole mezz'ora per usare quelle librerie perchè ora lui crede che noi siamo in grado di saperle usare. Si vede che te non hai hai esperienza con le donne, che sei alle prime armi a 23 anni, perchè lui là è una donna e te gli dovevi dire di NO. Che non si possono usare. NO punto fine. Te sei ancora al livello fidanzatino delle medie, ma con le donne arrivi che o le ammazzi o ti ammazzi te oppure le capisci come tanti, come tutti, hanno fatto e allora sopravvivi. Certe volte devi dire di NO e fine. A lui là dovevi dirgli di NO subito, non stiamo a tirarci mazzate sui coglioni da soli. [...]" Era da tanto che non rimanevo così male, così ferito proprio nel profondo di me. Era da tanto che non diventavo rosso per imbarazzo, per inadeguatezza. Era da tanto che non sentivo quella sensazione di dolore al petto, quella tristezza, quel senso di vuoto. Non mi è riuscito di replicare nulla, avevo delle cose da dire per difendere il mio punto di vista, ma quel paragone mi ha distrutto, spazzato via. Pagherei oro per sapere cosa è che fa capire agli altri la mia "non vita". Quelle persone che durante il primo incontro riescono a dirmi: "Tu non fumi..........e non bevi.......... e sei una brava persona, vero?". Già vengo perfettamente inquadrato. Possibile che 21 anni di fobia sociale siano così invalidanti? Possibile che in 2 anni di lotta giorno giorno mi abbiano solo garantito 8 amici al posto di 0, ma che comunque sia un buono a nulla, un infantile? Possibile che nessuna delle ragazze che ho incontrato sia stata interessata a me? Possibile che tutto quello che sto facendo e ho fatto sia comunque insufficiente? Possibile un netto 0 appuntamenti con ragazze in 23 anni? La mia insicurezza viene sgamata subito? Ho comportamenti da chi cerca l'approvazione altrui perchè sa di essere inferiore? Che diavolo c'è che non va? Sogno una vita normale, ma anche il mio caro capo mi fa tornare alla triste realtà. Sono ancora al livello fidanzatino delle medie inesperto, che non ha girato il mondo. Che male.... |
Re: Realtà, inesperienza, tristezza, dolore
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Poteva e doveva in quanto è il suo compito farti la predica sul lavoro se pensava tu avessi sbagliato, ma metterci la storia dell'inesperienza di vita mi sembra una cattiveria del tutto gratuita, una piccatina trasversale che esula dalla questione lavorativa e va sul privato. E' uno stronzo in genere? |
Re: Realtà, inesperienza, tristezza, dolore
Quoto e cmq poteva risolvere la situazione spiegando al cliente che vi state orientando verso l'utilizzo di quelle librerìe ma che questo non significa che le abbiate approfondite completamente e pertanto per il momento preferite ancora usare le altre. Non ha senso ed è controproducente secondo me offendere i propri dipendenti tanto più in un caso come questo in cui sei stato mosso dalla voglia di provare, conoscere, approfondire. Che dovrebbe essere al contrario incentivata.
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Re: Realtà, inesperienza, tristezza, dolore
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Re: Realtà, inesperienza, tristezza, dolore
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Io, piuttosto che aspirare a diventare come uno di questi stronzi, preferisco senza il minimo ripensamento di rimanere nel mio stato attuale. Altro che leader e uomini di successo, chiamiamoli pure con il loro nome: merde. |
Re: Realtà, inesperienza, tristezza, dolore
Il tuo capo ha semplicemente capito che hai una mente molto più aperta della sua e che lui è un incapace, preso dalla frustrazione ha quindi deciso di mettere la cosa sul personale tentando di ferirti per farti sentire in torto.. Fidati, lui ha un'autostima molto più bassa della tua e si è sentito un incompetente quale è, quindi invece di sfruttare una conoscenza di uno del suo team per far fare bella figura all'azienda (cosa che fa qualsiasi manager degno di tale nome) si è inviperito perchè non ha accettato che qualcuno fosse così palesemente superiore a lui da rischiare di screditarlo e, quindi, ha tentato di demolirti. Sono cose che non mi invento io per consolarti, sono meccanismi scientificamente provati.
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Re: Realtà, inesperienza, tristezza, dolore
Doveva sfogarsi, ogni sera appena torna a casa la moglie lo obbliga a portare fuori il chihuahua e a raccogliere le sue cacchine con paletta e sacchettino ... :mrgreen:
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Re: Realtà, inesperienza, tristezza, dolore
L'errore è aspettare di aver acquisito quella che chiami "vita vera" per poi dunque essere legittimato ad agire solo al termine di questo processo di adeguamento.
Ma questo stato di pacificazione permanente lungamente sognato, in cui ci si guarderebbe negli occhi da pari a pari con l'ammiccare reciproco di "gente che sa", quello stato, dico, conseguibile una volta eliminata la distanza di un'esperienza di vita (intesa poi solo quantitativamente), è un traguardo fantasma che non potresti mai smettere di spostare te stesso sempre più in là. Qui il modello, quello "che ha capito come va il mondo", non va investito come tale, ma va piuttosto rifiutato, rinnegato con tutta l'ostilità che il conflitto comporta. Questo per dire che si cresce ( ma in senso autentico, come coscienza) quando contro gente del genere si usa la violenza, non quando la si venera. |
Re: Realtà, inesperienza, tristezza, dolore
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Il suo capo lo comprendo bene, al posto suo avrei fatto lo stesso. |
Re: Realtà, inesperienza, tristezza, dolore
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Re: Realtà, inesperienza, tristezza, dolore
Allo scopo di far portare a casa le pagnotte.
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Re: Realtà, inesperienza, tristezza, dolore
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Ho letto recentemente un sito di un famoso business coach americano e sconsigliava assolutamente questo tipo di gestione eccessivamente aggressiva che sulla base di numerose sue esperienze porta ad un rendimento pessimo.. al contrario i dipendenti si devono sentire felici e motivati di lavorare ed è solo con la massima adesione del team di lavoro che si ottengono i migliori risultati. Ed un vero capo deve suscitare il rispetto e l'ammirazione in tutti quelli con cui lavora perchè tutti diano il massimo. Infatti in tutti gli studios veramente importanti del mondo si respira quasi un clima amicale e il risultato è un grado di competitività che noi ci scordiamo con i nostri metodi da anteguerra. Da noi la classe dirigente ancora esce con il frustino in mano e non hanno realmente capito che non è frustando di più che si ottengono performance migliori.. non si riesce ad uscire da quella mentalità obsoleta. |
Re: Realtà, inesperienza, tristezza, dolore
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Non dico che l' insicurezza di Kody non sia palese, e che anche esperienze del genere possano servire per farlo crescere, ma francamente non mi pare che questo tipo di persona possa essere un modello ... poi, bisognerebbe conoscerlo di persona e bisognerebbe vedere "dall' interno" la situazione che ha scatenato questo tipo di reazione. Io mi sento abbastanza d'accordo con quanto scritto da Daniele89, si è cresciuti davvero quando si ha la capacità di reagire con fermezza a queste persone che sfruttano il potere intimidatorio dato dalla loro posizione. Il che però non vuol dire necessariamente usare la violenza secondo me, vuol dire anche solo riuscire, quando partono certi "predicozzi", a guardare l' altro negli occhi e dire "la mia vita personale non la riguarda". |
Re: Realtà, inesperienza, tristezza, dolore
Certo che l'ha umiliato, come lui sarà stato umiliato al suo tempo. Il meccanismo, in questi ambienti, è edipico.
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Re: Realtà, inesperienza, tristezza, dolore
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Ma ciò non giustifica, si possono "portare a casa le pagnotte" anche senza la volontà di umiliare i propri dipendenti in caso di errori e di sfogare su di loro le proprie frustrazioni. |
Re: Realtà, inesperienza, tristezza, dolore
E chi lo giustifica. Son stato il primo a definirlo una merda.
Il problema non è di ordine etico-pedagogico, è strutturale. |
Re: Realtà, inesperienza, tristezza, dolore
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Re: Realtà, inesperienza, tristezza, dolore
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Re: Realtà, inesperienza, tristezza, dolore
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Re: Realtà, inesperienza, tristezza, dolore
questo é chiaramente bossing,spero per te sia solo un episodio isolato o inizieranno i problemi
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