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A cena col fobico
Da diversi mesi sto frequentando un corso di lingua.
Siamo un gruppo di circa 20 persone,di varia età,indicativamente dai 25 ai 55 anni.Col tempo si è creato in discreto feeling tra i membri della "classe".Anche il sottoscritto,con qualche difficoltà,è entrato nelle simpatie del gruppo,nonostante mi venga detto che sono "troppo serio" perchè parlo il giusto...:pensando: Il corso dura dalle 18 alle 20:30,così,via via si è creata l'abitudine di rimanere talvolta a cena insieme.Io,a volte con un pò di sforzo,sono sempre rimasto con i miei colleghi. Nel gruppo c'è anche un ragazzo che ha sempre evitato di rimanere a cena con noi(con la giustificazione che abita vicino e gli conviene tornare a mangiare a casa),ed effettivamente se ne sta spesso in disparte,solo ogni tanto partecipa a qualche conversazione con i membri della classe.Manco a dirlo,ha legato più di tutti con me,tanto che gli altri membri della classe spesso mi chiedono "che tipo è" come se fosse un oggetto misterioso. Qualche sera fa,avvicinandosi la fine del corso,è stata organizzata una cena "di classe". Ovviamente è stato invitato anche il ragazzo di cui sopra,ma ho notato che, alla notizia,ha praticamente dovuto dire di sì. La sera si svolge la cena. Atmosfera abbastanza ansiogena per la presenza di una ventina di persone compresi i prof del corso,per cui anch'io all'inizio sono abbastanza bloccato e la sera procede tra alti e bassi.Dopo circa un'ora,approfittando del fatto che uno dei partecipanti doveva allontanarsi per motivi familiari,il ragazzo si alza di scatto e,praticamente senza salutare nessuno,se ne va velocemente. Al che chiaramente scattano i commenti degli altri: "ha avuto un attacco di panico" e così via. Ciò che mi ha fatto piacere è vedere che (al di là di poche inevitabili battute)molti si sono preoccupati per lui,hanno cercato di ricontattarlo,qualcuno ha citato anche la possibilità che soffrisse di ansia sociale.Ho visto cioè un atteggiamento di umanità e non di derisione del "diverso". Certo,mi ha fatto dispiacere vedere questo ragazzo "costretto" a scappare da un profondo disagio. Morale della favola:i problemi di ansia sono più comuni di quanto si possa pensare. Ma è possibile trovare anche persone comprensive!:bene: |
Re: A cena col fobico
Hanno fatto qualcosa per cercare di metterlo a suo agio durante la cena?
Oppure l'hanno lasciato là in disparte ad "arrangiarsi" senza cagarlo e poi si sono stupiti che se ne sia andato? |
Re: A cena col fobico
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Re: A cena col fobico
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Era in una posizione "scomoda",però,perchè aveva vicino più professori che colleghi,e con i primi ha ancora meno confidenza che con i secondi. A mio avviso doveva essere un pò più accorto,io ho aspettato che gli altri prendessero posizione e poi mi sono seduto vicino ai colleghi con cui ho maggiore confidenza-Il problema è che il suo atteggiamento non fa avvicinare gli altri(è una cosa che purtroppo,spesso contraddistingue anche me),quindi è difficile pretendere che gli altri si avvicinino se tu non fai mai un passo verso gli altri. |
Re: A cena col fobico
Diciamo che sono stati comprensivi, ma solo a posteriori. Piuttosto che niente.
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Re: A cena col fobico
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Re: A cena col fobico
Ma infatti la gente si preoccupa ed è l'atteggiamento da timido/fobico che non fa legare.
Tuttavia pur di convincersi che non hanno problemi, molti si autoconvincono che fuori siano tutti stronzi, menefreghisti, approfittatori, ecc, ecc. |
Re: A cena col fobico
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non sono tutti stronzi, menefreghisti ed approfittatori ma ce ne sono parecchi in ogni caso :ridacchiare: |
Re: A cena col fobico
Ma gli altri colleghi quando lo hanno rivisto al corso gli hanno detto come mai è andato via, se gli era successo qualcosa? Sarebbe un gesto di attenzione chiederlo direttamente a lui piuttosto che fare supposizioni
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Re: A cena col fobico
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Re: A cena col fobico
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Suppongo che abbia preferito non venire per evitare di rispondere a domande possibilmente imbarazzanti,tenuto conto che la prossima lezione sarà dopo le feste natalizie e magari nessuno a quel punto gli potrebbe fare osservazioni sul suo comportamento. Vedo che trova un certo consenso l'idea che il principale ostacolo tra noi e gli altri sia il nostro modo di essere verso gli altri. In questo gruppo all'inizio ho fatto fatica anch'io,però ho trovato persone che hanno saputo "stanarmi" e da lì mi sono sciolto,piano piano ho preso fiducia e sono andato più incontro al prossimo.E vi dirò che adesso mi mancano le lezioni,lo stare insieme con gli altri,l'abitudine dell'appuntamento fisso. Bisogna avere anche un pizzico di fortuna nell'incontrare le persone giuste, :bene: |
Re: A cena col fobico
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Re: A cena col fobico
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Re: A cena col fobico
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Chi in passato ha sofferto scherzi,derisioni,prese in giro,se non veri e propri atti di bullismo,ha sviluppato una ipersensibilità verso queste situazioni e ha paura di rivivere il trauma in altri contesti sociali.Da qui la diffidenza,fino ad arrivare alla paura.E magari poi scopri che quelle persone che temi sarebbero pronte ad accoglierti... Quote:
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Re: A cena col fobico
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Re: A cena col fobico
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Re: A cena col fobico
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Che cosa avrebbe potuto dire:"Ho avuto un attacco di panico?" No di certo. Io,per dire,non gli avrei chiesto nulla.Altri,magari,non l'avrebbero fatto,secondo me,a sproposito. Quote:
Ad un certo punto si è alzato di scatto,farfugliando qualcosa del tipo "devo andare,devo andare..." Una delle prof che gli stava di fronte mi ha detto: "eppure gli avevo anche parlato...",nel senso che aveva,secondo lei,cercato di metterlo a suo agio. Comunque ci sarà un'altra cena di classe dopo le feste,vediamo che succederà... |
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