Re: L'importanza della solitudine: il potere degli introversi
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L'introversione è biologica e genetica, non dipende da fattori ambientali ed è una caratteristica "non patologica" della personalità, chi nasce introverso non necessariamente deve soffrirne, semplicemente sarà un tipo più solitario. "L'introvertimento" cioè il diventare introverso per motivi di origine ambientale non è biologico e naturale ma patologico. Molti qui sono estroversi introvertiti, e questo crea disagi spsichici quali depressione, senso di solitudine, ansia. Chi nasce introverso "puro" non per forza nella vita deve soffrire di problemi psichici, anzi, sviluppando al meglio la propria personanilità e assecondando la propria introversione può diventare una persona molto valida. Albert Eistain era introverso, ma io non ho mai sentito che si lamentasse della solitudine anzi, spesso diceva che si trovava meglio solo, perchè era introverso dalla nascita, stessa cosa per Ghandi ecc tutti introversi puri che non hanno mai sofferto della propria condizione perchè gli introversi non soffrono la solitudine in genere, mentre gli "estroversi introvertiti" ne soffrono e come. Bisogna assolutamente distinguere queste due cose, perchè l'introvertimento poichè patologico può essere curato, l'introversione in quando "fisiologica" no. |
Re: L'importanza della solitudine: il potere degli introversi
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Re: L'importanza della solitudine: il potere degli introversi
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"shyness items (as well as scales) correlate about equally with measures of introversion and neuroticism, suggesting that the construct of shyness should be located somewhere between these orthogonal dimensions." "Examination of a number of major studies of personality questionnaires reveals the existence of a shyness factor which is related to but separable from both introversion and neuroticism." E poi andando anche a logica se uno è timido è ovvio che sarà portato a non esprimere sè stesso e quindi a sviluppare una personalità introversa. |
Re: L'importanza della solitudine: il potere degli introversi
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Ma può presentarsi anche nelle persone estroverse. Chiedevo riferendomi al "molto più facile trovare timidi introversi piuttosto che estroversi" se esistessero delle statistiche in merito, per chiarire un po' la questione. C'è differenza tra dire 1 timido estro ogni 99 intro, piuttosto che 30 timidi estro contro 70 intro. Ad ogni modo la società è a misura di estroverso, mi sembra normale che chi fin da piccolo tende a doversi isolare un po', dovendosi scontrare col muro ideologico che la società gli pone di fronte (sì, la "società brutta e cattiva" come qualcuno ironizza ad cazzum canis) può tendere a snaturarsi (e quindi vivere in conflitto con sè stesso) oppure a rinchiudersi ancora di più. Per me un introverso non dovrebbe estroversizzarsi come si dice quà dentro (posto che sia possibile e che non siano tendenze non sovvertibili), dovrebbe lavorare in primis sull'accettare sè stesso e le sue insicurezze, se le ha (quà sembra ne siano una conseguenza inevitabile..). Fatto questo nulla gli impedirebbe di essere una persona sicura di sè e felice/realizzata. |
Re: L'importanza della solitudine: il potere degli introversi
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Se esistono estroversi timidi perché mai non dovrebbero esistere introversi timidi? Cito uno degli aspetti distintivi dell'introversione: << Un corredo di bisogni molto intensi di appartenenza (il che implica la necessità di conformarsi alle convenzioni del gruppo di riferimento) ma anche di individuazione/differenziazione (che implica la liberazione dalle convenzioni sociali per realizzare un progresso sociale). Tali bisogni sono normalmente conflittuali e causa di sofferenze e inibizioni, ma occorre notare che mentre il bisogno di appartenenza è fortemente presente anche negli estroversi, quello di individuazione/differenziazione è più tipico delle persone introverse.>> La timidezza, se vogliamo, è una forma di inibizione e non vedo in che modo non possa essere presente in un introverso che tra l'altro (soprattutto in gioventù) soffre per la sua diversità e il suo sentirsi inadeguato rispetto alla maggioranza (altra caratteristica tipica di un introverso). Sostenere che timidezza e introversione sono due cose diverse non significa affatto escluderle a priori. Tutt'altro. |
Re: L'importanza della solitudine: il potere degli introversi
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Comunque anche l'introverso può avere difficoltà nell'esporre le proprie idee e i propri pensieri perché considerati "anomali" o fuori dal comune. A volte semplicemente non ci sono punti di contatto con l'altro interlocutore...una mancanza di argomenti in comune. Il timido può essere inoltre molto riservato come lo è l'introverso perché entrambi hanno un certo pudore nel manifestare emozioni e sentimenti in generale che considerano intimi e quindi impossibili da condividere con chiunque. Questa riservatezza in entrambi i casi è una sorta di meccanismo di difesa della propria identità personale vista come inviolabile e preziosa. Non capisco perché si continui a considerare la timidezza e l'introversione come due poli opposti che non si DEVONO incontrare. Perché mi sembra, più che altro, che la timidezza sia visto come un segno di infamia e l'introversione come il più grande dono ricevuto da un uomo e quindi non devono coesistere. Come se, essendo introversi, sia un peccato rovinarsi essendo anche timidi. Possibile che su questo forum ci siano solo introversi fiduciosi e sicuri di sé e nessun introverso timido? |
Re: L'importanza della solitudine: il potere degli introversi
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Re: L'importanza della solitudine: il potere degli introversi
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Re: L'importanza della solitudine: il potere degli introversi
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A prescindere se si avvicina o meno a come potrà essere giudicata veramente, è evidente che da un grandissimo peso e potere al pensiero altrui, quindi a dei feedback esterni. L'introversione non è né una diretta né una possibile conseguenza della timidezza. Un timido continuando a fallire nel fare certe cose per paura, certamente può arrivare a chiudersi nei confronti degli altri, ma essere chiuso non è uguale a essere introverso. Quote:
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Detto questo, la timidezza non è una persona, e una persona non è la timidezza. La timidezza è un atteggiamento che consiste nel: (vedi contenuto del Treccani) fine. Né più, né meno. Quote:
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Re: L'importanza della solitudine: il potere degli introversi
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Re: L'importanza della solitudine: il potere degli introversi
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Inoltre l'estrema sensibilità dell'introverso è un'arma a doppio taglio: da una parte lo rende molto empatico e attento all'altrui sensibilità ma dall'altra lo rende più vulnerabile e indifeso perché più soggetto a soffrire. Anche un banale commento negativo può devastarti. Quote:
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Se soffre sarà indotto a scoprine le cause, a far fronte al proprio dolore...a interrogarsi sul proprio modo d'essere. Atteggiamento questo del tutto simile a qualsiasi introverso che, per natura, si interroga (tra le tante cose) sulla natura del (proprio e altrui) dolore. Quote:
Di sicuro la timidezza può essere causa diretta e possibile dell'introversione. Ribadisco che chiudersi in se stessi vuol dire per forza di cose anche dialogare con se stessi. Perché soffro? Questa domanda, per esempio, è la stessa domanda sia per un estroverso, sia per un introverso sia per un timido chiusi nella propria sofferenza. Quote:
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Re: L'importanza della solitudine: il potere degli introversi
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...sono d'accordo sul fatto che timidezza ed introversione sono 2 cose diverse....ma è anche vero che spesso il timido è anche introverso, nel senso che il suo senso di inadeguatezza/disadattamento deriva proprio da una diversità di interessi e modi di proporsi spesso profondamente diverso rispetto alla massa....parlo di modi gentili/educati di rapportarsi con l'altro, lettura di libri, interessi spesso meno popolari e più votati all'intelletto piuttosto che al confronto, alla rivalità e al pragmatismo...da qui il senso di inadeguatezza che fa emergere anche la timidezza verso l'ambiente esterno e quindi la paura del giudizio può essere determinata da un atteggiamento troppo diverso rispetto alla massa...Io penso che nella maggior parte dei casi sia l'introversione a generare la timidezza e non che la timidezza porti all'introversione...in fondo chi condivide perfettamente un modello sociale (estroverso) perchè dovrebbe sentirsi in imbarazzo?...la timidezza a livello inconscio può essere sempre un modo per dire NO!...non condivido il tuo modo di fare...non mi piacciono le tue idee ecc...e forse non un semplice """"disturbo emotivo""", bensì una forma di introversione inconscia, non razionalizzata come nel soggetto introverso. Quindi penso che spesso (ma non sempre...) il timido è un introverso che ha timore di manifestare la propria "diversità" al mondo esterno... |
Re: L'importanza della solitudine: il potere degli introversi
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Un introverso patologico è invece un introverso che è stato condizionato dall'ambiente x un po' più tardi, dopo che aveva già conosciuto l'estroversione La genetica centra poco nella formazione del carattere... oddio magari una persona geneticamente predisposta a diventare grassa se ciò avviene il disagio potrebbe portarsi dietro alcuni tratti della personalità come insicurezza etc etc... Il carattere di un singolo individuo non è qualcosa di genetico e magari se lo è, sono in piccolissima parte, è irrilevante... per intenderci di 100 donne che si ammalano al cancro al seno solo 7 erano geneticamente predisposta ad ammalarsi di cancro al seno.... |
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