Il diritto del più debole
A proposito di ipocrisia (se ne sta parlando in un altro topic), stavo riflettendo su una questione.
Non ritengo di avere il diritto di vomitare tutta la mia sofferenza addosso a chi mi ama e mi vuole bene, specie se questi hanno anche loro gravi magagne. O meglio: ritengo di avere il diritto di tirare fuori i miei problemi e parlarne, ma non mi sembra opportuno usufruire di questo diritto/necessità. Questa cosa però mi fa sentire ipocrita, insincero, in colpa. Come risolvere l'inghippo? |
Re: Il diritto del più debole
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Direi che la soluzione è quella di far capire alle persone che ci stanno intorno che vogliamo condividere i nostri problemi e non imporglieli, già questa direi che è una grossa differenza! Se le persone comprendono la nostra voglia di condividere con loro i nostri problemi, automaticamente si sentiranno un porto sicuro, almeno credo, e non sentiranno la nostra confidenza come un peso da sopportare. Spero che la risposta ti sia stata d'aiuto! |
Re: Il diritto del più debole
Non sono mai riuscita a tirare fuori per davvero quello che ho dentro, figuriamoci raccontarlo a qualcuno.
Sono d'accordo con te sul non vomitare addosso ad altri. Io sono fatta così: ascolto ma non parlo. A volte posso risultare logorroica e posso raccontare (durante rari momenti) fatti miei, la persona con cui parlo crede di sapere ma in realtà non sa nulla. Si tratta di aggirare il problema attraverso il racconto di varie cose, anche frivole, magari più interessanti a mio avviso, dato che parlare seriamente di altre cose, più importanti, risulterebbe oltre che difficile anche patetico. Mi sento spesso di peso per gli altri, annoierei, stancherei l'altro e ho poca fiducia nel reale interesse di un'altra persona per quanto riguarda i miei reali pensieri. So che non ho risposto esattamente al tuo topic :mrgreen: |
Re: Il diritto del più debole
Grazie a chi ha risposto, mi arrovello su queste cose e per me è utile anche se parlate della vostra espereinza.
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Mi direte che non è ne necessario spiattellare tutto, ma come dicevo mi sento ipocrita facendo così. |
Re: Il diritto del più debole
Anche io spesso sono più propenso ad ascoltare le lamentele altrui che a fare le mie.
Ci sono un paio di amici reali con cui invece parlo a ruota libera e poi mi sento in colpissima :D però mi sopportano, anzi uno a volte mi invoglia a parlare :arrossire: Diciamo che parlare dei propri problemi fa bene, ma non si può pretendere che ogni giorno l'altra persona senta i nostri lamenti apocalittici. |
Re: Il diritto del più debole
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Re: Il diritto del più debole
Mi ricorda quasi un meccanismo nevrotico, comunque credo che l'orgoglio giochi la sua parte in tutto questo. Mi sembra il genere di dubbi che si innesca quando non si percepisce un contatto emotivo profondo con le persone vicine, perché altrimenti il malessere verrebbe fuori spontaneamente. Forse, per quanto queste persone ti vogliano bene, non ti sei mai aperto con loro direttamente e non hai mai trovato il modo di far loro 'empatizzare' il tuo disagio. Magari è questo.
Se non riesci a dire tutte le cose direttamente, fai capire che comunque fondamentalmente stai male. Digli che a volte la gente ti chiede che c'hai e tu non sai come spiegare perché in fondo senti che ti manca la terra sotto ai piedi...ovviamente rispondere così a freddo può far andare fuori strada, spero d iaverci capito qualcosa. |
Re: Il diritto del più debole
Credo che il problema non sia nel nostro farci ascoltare quanto piuttosto nell'aspettarci risposte: ciò si proietta sull'altro e determina ansia.Forse mettendomi dal punto di vista del meno debole(consapevole di tale posizione) invoglierei a parlare dei problemi , anche solo per far sentire che li si condivide senza avere necessariamente soluzioni.Cerchiamo sempre un oltre nelle parole dell'altro che spessissimo non c'è.
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Re: Il diritto del più debole
chi ti vuole bene veramente, sarà sempre pronto ad ascoltarti.
Io quando sono crollato, ho avuto sempre l'appoggio degli amici e parenti. |
Re: Il diritto del più debole
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E poi lui sta attraversando un momento difficilissimo per questioni personali diverse dalle mie. @caratteriale: il mio psichiatra parla proprio, per il mio caso, di "grave forma di nevrosi". |
Re: Il diritto del più debole
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Grazie. |
Re: Il diritto del più debole
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Certo che però le persone sensibili si ingarbugliano in ogni modo immaginabile e inimmaginabile...che vita di merda. Poi se l'altro ha dei problemi ci si sente frustrati a non poter parlare dei propri. Mi sa che tocca scegliere il male minore e temporeggiare...a me quando succedono queste cose non riesco a tenermi tutto dentro, per anni l'ho fatto ma ormai le cose diventano così evidenti che tendo a somatizzare tutto in un modo assurdo, non mi si riconosce più. Non seppellire il tuo dolore.. |
Re: Il diritto del più debole
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Re: Il diritto del più debole
a te fa piacere sentire lui? :perfetto:
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Re: Il diritto del più debole
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Però, a dirla tutta, pure lui a volte minimizza i suoi problemi per non farmi preoccupare. Poi, dopo qualche giorno, mi racconta che una settimana prima è successa la tal cosa. Come me lo fa per non farmi allarmare. Però nel mio caso ci sono disagi psicologici difficili da spiegare. Cose troppo contorte, non mi capisco neppure io. |
Re: Il diritto del più debole
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però hai bisogno di sfogarti, quanto vorrei potrelo fare io con una persona che amo :piangere: ma anche in famiglia:piangere: invece uso internette:piangere: |
Re: Il diritto del più debole
E' stato sempre un problema del sottoscritto. Fino a dove arriva il diritto di sfogarsi e fino a dove il buon senso di non annoiare chi ascolta? Ma poi gli altri ci vogliono ascoltare davvero? La gente non ha tempo, non vuole ascoltare, non gli interessa, la solitudine spesso è figlia di tale comportamento.
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Re: Il diritto del più debole
Se non ci si pone in un'ottica di empatia e comunicazione reciproca, non serve a niente premere il tasto Play e poi pretendere che l'altro ci ascolti senza annoiarsi. Per comunicare non basta parlarsi addosso, per lo più il contatto visivo è fondamentale per uno scambio effettivamente costruttivo. Non si può pretendere che l'altro si improvvisi psicologo, mettendosi comodi e addirittura scocciandosi se si annoia o non capisce. Finché il dolore non sarà tanto straziante da fuoriuscire spontaneamente e incontrollatamente, saremo condannati a concentrarci su noi stessi per non perdere il controllo.
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Re: Il diritto del più debole
Credo che non ce una soluzione per non ratristare laltro. Nel mio caso (in rapporti familiari) quando mia madre mi racconta i problemi suoi e di mio fratello io ci sto davvero male e spesso mi rovina la giornata ( detta cosi sembra bbrutto ) Quando sto male io poi lei si agita talmente tanto che il discorso finisce con me che consolo lei.:testata: Se lei non mi dice niente io riesco comunque a intuire e quindi non avrebbe senso nascondere nulla. Io sto male per : il fatto che una persona cara sta male .Aumenta cosi la convinzione che tutto intorno a me va male e mi sento incolpo per essere un ulteriore fonte di dispiacere per lei. Immagino sia cosi per tutte e due le parti.
L'unico consiglio che posso darti e quello di trovare lora giusta per sfogarti e ovviamente quello di non essere troppo ripetitivo. Magari impegnarsi di piu per superare i problemi puo sicuramente essere utile |
Re: Il diritto del più debole
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Qui mi riferivo in particolare al parlare di problemi con una persona che ti è molto vicina (ancora nel dettaglio: il mio compagno), che ha pure lei problemi piuttosto seri. Agli altri chiedo: vi sentiti anche voi ipocriti se raccontate che va tutto bene e non è la verità? |
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