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Marco Russo 14-06-2013 21:31

Quasi un'apologia alla competizion
 
Un giapponese e un inglese sono nel mezzo della savana africana, quando ad un certo punto la loro jeep tira le cuoia. Decidono quindi di avventurarsi a piedi verso il villaggio più vicino.
Durante il percorso tuttavia, sentono il ruggito di un leone. Lo vedono.
Capiscono che li ha puntati.
Il giapponese tira fuori velocemente dalla sua sacca un paio di nike sgargianti.
L'inglese gli fa "non spererai mica di correre più veloce del leone... con quelle?"
E di rimando, il giapponese risponde "no, non essere assurdo: mi accontento di correre più veloce di te :D "

Più volte su questo forum ho criticato l'eccessiva importanza che si dà alla competizione nella nostra società, e nello stesso tempo ho criticato l'eccessiva critica nei confronti della competizione, che è una forza positiva se non esasperata. Ma ora voglio provare a cambiare la prospettiva di analisi.
Purtroppo, il potenziale che ciascuno di noi possiede per cambiare la società è molto basso. Possiamo impegnarci e dobbiamo farlo, ma è un percorso lungo.
Nel frattempo la società attuale tende a premiare in maniera sporporzionata chi eccelle in un dato gruppo. Ciò è ingiusto e scarsamente meritocratico, ma è lo status quo.
Non potremmo sfruttare questa caratteristica, cercando un gruppo dove eccellere?

varykino 14-06-2013 21:36

Re: Quasi un'apologia alla competizion
 
Quote:

Originariamente inviata da Marco Russo (Messaggio 1091440)
Non potremmo sfruttare questa caratteristica, cercando un gruppo dove eccellere?

non tutti aspirano ad eccellere e a calpestare il prossimo , in genere chi vuol prevaricare un altra persona ha molte mancanze da colmare

Novak 14-06-2013 21:40

Re: Quasi un'apologia alla competizion
 
La competizione mi ha rovinato.
Non posso essere obiettivo parlandone, la ripudierò sempre.

Preferisco essere bravo e basta, non relativamente ad altri.

lizbon 14-06-2013 21:41

Re: Quasi un'apologia alla competizion
 
io eccello in sociofobia ma non mi sembra di trarne vantaggi...

sì cmq se uno riesce a trovare qualcosa in cui eccellere che lo faccia, purchè poi non si erga a superiore agli altri guardandoli dall'alto in basso...

Atomino 14-06-2013 21:47

Re: Quasi un'apologia alla competizion
 
Quote:

Originariamente inviata da Marco Russo (Messaggio 1091440)
...competizione, che è una forza positiva se non esasperata.

Condivido questo punto. Contiene già molte risposte. Bisogna capire quando essa deve trasformarsi in collaborazione, e non in forza per schiacciare gli altri.

Quote:

Originariamente inviata da varykino (Messaggio 1091441)
non tutti aspirano ad eccellere e a calpestare il prossimo , in genere chi vuol prevaricare un altra persona ha molte mancanze da colmare

Appunto. Non le anelo e non invidio tali soggetti. Nel mondo ci si dovrebbe dare una regolata generale.

Quote:

Originariamente inviata da Novak (Messaggio 1091442)
Preferisco essere bravo e basta, non relativamente ad altri.

Esatto. Girarsi continuamente per guardare se qualcuno ci insegue può farci sfracellare contro un muro. Meglio guardare avanti. E lo dico seppur da pessimista cronico.

SoloUnaDonna 14-06-2013 21:51

Re: Quasi un'apologia alla competizion
 
Io son la migliore nel rompere le scatole alla gente :sisi:
Serve a qualcosa? :ridacchiare:

Novak 14-06-2013 21:58

Re: Quasi un'apologia alla competizion
 
Quote:

Originariamente inviata da Atomino (Messaggio 1091448)
Esatto. Girarsi continuamente per guardare se qualcuno ci insegue può farci sfracellare contro un muro. Meglio guardare avanti. E lo dico seppur da pessimista cronico.

Inoltre, per una personalità che nasce in soggezione del giudizio altrui come la mia, ingaggiare una competizione in senso stretto equivale a voler volare con le ali tarpate, ed è fonte di tantissimo stress e malessere.

Si ottengono risultati infinitamente superiori abbandonando quest'ottica posizionale per abbracciarne una assertiva.

Dedalus 14-06-2013 21:59

Re: Quasi un'apologia alla competizion
 
Come a dire: dato che la competizione ci esclude, estendiamo il dominio della competizione; ovvero doniamole ancora più poteri.
Cioè ancora più esclusi.
Perché si compete appunto per il potere di escludere.
Ogni eccellenza produce sconfitti. Così come la ricchezza di uno può esser tale solo al prezzo della povertà di molti.
È ormai storia di ogni giorno.

È così che il dominio si riproduce attraverso i dominati.

Inosservato 14-06-2013 22:06

Re: Quasi un'apologia alla competizion
 
Quote:

Originariamente inviata da Marco Russo (Messaggio 1091440)
Non potremmo sfruttare questa caratteristica, cercando un gruppo dove eccellere?

e scusa, secondo te perchè mi sono iscritto in questo forum? :mrgreen:

nel forum dei playboy mi sentivo troppo poco figo
in quello dei ricchi mi sentivo un poveraccio
in quello dei giocatori di basket mi sentivo troppo basso
in quello dei musicisti mi sentivo un inetto non sapendo suonare
in quello dei geni informatici mi sentivo scarso in quanto non sapevo nemmeno usare il tasto spoiler
girlpower è un bel forum, ma mi sentivo troppo in inferiorità a parlare di cerette e cose così
su yahoo answer mi sentivo un filino indietro rispetto ai 14enni esperti di sessualità e discopub

a quel punto mi sono detto....qual'è il forum in cui sono certo di poter eccellere?
et voilà ...eccomi qui coi miei 12mila post :mrgreen:

leoleo 15-06-2013 00:15

Re: Quasi un'apologia alla competizion
 
La competizione è sempre una cosa brutta per un uomo.
E' chiaro che all'inizio può piacere essere considerati più degli altri, piacere più degli altri, e guadagnare più degli altri.
Ma alla fine logora e finisci per vivere nella paura che gli altri siano più bravi di te, capisci che appena sbagli è finita, non recupererai più terreno.
Capisci che tutto richiede grossi sacrifici, per essere i migliori.

In pratica, secondo me è come una droga che finisce per consumarti.
Può essere considerata positiva soltanto se porta a dei miglioramenti a termine, come ad esempio la competizione tra due corridori che si accingono a preparare una gara: sfidandosi si allenano meglio. Però dopo la gara tutto finisce.
C'è una sorta di competizione anche qui dentro?

barclay 15-06-2013 09:22

Re: Quasi un'apologia alla competizion
 
Quote:

Originariamente inviata da Marco Russo (Messaggio 1091440)
E di rimando, il giapponese risponde "no, non essere assurdo: mi accontento di correre più veloce di te :D "
[…]
Non potremmo sfruttare questa caratteristica, cercando un gruppo dove eccellere?

Innanzitutto, va detto che il sociofobico/evitante, in qualunque competizione sociale, parte svantaggiato, perché il suo disturbo è come una palla al piede, che, nel migliore dei casi, lo rallenta. In un gruppo socialmente eterogeneo, poi, sai bene che, prima o poi, qualcuno se ne verrà fuori con la frase «Io scopo più di te, quindi valgo più di te» (occasionalmente succede anche su questo forum) :testata: Alla fine, l'unico gruppo adatto ad un sociofobico dev'essere composto esclusivamente da sociofobici, ma immagino che nel tuo post fosse sottinteso che non stavi parlando di questo forum :interrogativo:

awasted 15-06-2013 13:07

Re: Quasi un'apologia alla competizion
 
di fatto la competizione in stile mors tua vita mea non è sempre la strategia migliore, collaborare è molto più produttivo anche se bisogna rinunciare a una fetta di successo personale in nome del successo del gruppo, o della società. non è rassegnazione, debolezza, ma vuol dire avere una prospettiva molto più ampia. singolarmente possiamo fare ben poco, ma la forza del gruppo è qualcosa che va oltre qualsiasi possibilità del singolo e alla fine garantisce un benessere più diffuso e ripartito equamente. e penso che non impedisca a chi vuole di eccellere in qualcosa. ma dal momento che ci insegnano che pensare a noi stessi è la scelta migliore e ci infarciscono di espressioni come "realizzazione personale" e simili, è normale che questa prospettiva sia ritenuta impraticabile.

Selenio 15-06-2013 13:12

Re: Quasi un'apologia alla competizion
 
Quote:

Originariamente inviata da Dedalus (Messaggio 1091462)
Come a dire: dato che la competizione ci esclude, estendiamo il dominio della competizione; ovvero doniamole ancora più poteri.
Cioè ancora più esclusi.
Perché si compete appunto per il potere di escludere.
Ogni eccellenza produce sconfitti. Così come la ricchezza di uno può esser tale solo al prezzo della povertà di molti.
È ormai storia di ogni giorno.

È così che il dominio si riproduce attraverso i dominati.

:bene:

Baloordo 15-06-2013 13:30

Re: Quasi un'apologia alla competizion
 
Quote:

Originariamente inviata da Marco Russo (Messaggio 1091440)
Non potremmo sfruttare questa caratteristica, cercando un gruppo dove eccellere?

No, preferisco estraniarmi dalla società, ma grazie del consiglio. :sisi:

paccello 15-06-2013 13:57

Re: Quasi un'apologia alla competizion
 
Quote:

Originariamente inviata da Marco Russo (Messaggio 1091440)
Un giapponese e un inglese sono nel mezzo della savana africana, quando ad un certo punto la loro jeep tira le cuoia. Decidono quindi di avventurarsi a piedi verso il villaggio più vicino.
Durante il percorso tuttavia, sentono il ruggito di un leone. Lo vedono.
Capiscono che li ha puntati.
Il giapponese tira fuori velocemente dalla sua sacca un paio di nike sgargianti.
L'inglese gli fa "non spererai mica di correre più veloce del leone... con quelle?"
E di rimando, il giapponese risponde "no, non essere assurdo: mi accontento di correre più veloce di te :D "

Più volte su questo forum ho criticato l'eccessiva importanza che si dà alla competizione nella nostra società, e nello stesso tempo ho criticato l'eccessiva critica nei confronti della competizione, che è una forza positiva se non esasperata. Ma ora voglio provare a cambiare la prospettiva di analisi.
Purtroppo, il potenziale che ciascuno di noi possiede per cambiare la società è molto basso. Possiamo impegnarci e dobbiamo farlo, ma è un percorso lungo.
Nel frattempo la società attuale tende a premiare in maniera sporporzionata chi eccelle in un dato gruppo. Ciò è ingiusto e scarsamente meritocratico, ma è lo status quo.
Non potremmo sfruttare questa caratteristica, cercando un gruppo dove eccellere?

Certamente. Se sono tondo e mi porrò sempre in competizione con i quadri nel loro campo, difficile che otterrò qualcosa. Mentre capire come si è e quale potrebbe essere la propria strada è un bene. D'altronde, anche restando al lato donne, a loro non piace uno sicuro di sé e "leader" in un qualche ambito? Dunque...

pesco 15-06-2013 14:11

Re: Quasi un'apologia alla competizion
 
il problema è che si vuole comunque piacere, bisogno profondamente umano di essere accettato
ma alla gente di solito piacciono le persone di potere.

Da qui nasce una profonda ambivalenza esistenziale.


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