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Anonymous-User 15-01-2005 22:57

tentazioni suicide
 
:evil: esiste una via per uscire dalla fobia sociale e questa e' il suicidio!sappiate che non mi faro' rovinare la vita da questa malattia!se non riusciro' ad uscirne tentero' l'ultima carta ovvero quella del suicidio!!!

Chelela 15-01-2005 23:36

Rieccoti! :D

Per il momento ci sei ancora, fortunatamente.
Però, europe... perché tenerci tanto ad anticipare un evento (la morte) che comunque, presto o tardi, ma immancabilmente, ci capiterà comunque?
tanto vale stare a guardare che cosa succede nel frattempo... :roll:

Anche perché fra le tante morti possibili, morire di sociofobia mi sembrerebbe piuttosto inglorioso. Piuttosto mi rassegno e vado a vivere su un'isola deserta.

Chelela 16-01-2005 00:05

A proposito, registrarti mai, eh?

bleed 16-01-2005 00:37

Quote:

Originariamente inviata da Chelela
morire di sociofobia mi sembrerebbe piuttosto inglorioso.


Anche VIVERE da sociofobici non è molto glorioso.....
con questo nn dò ragione a europe , però ammetto di avere anchio certi pensieri a volte.

Anonymous-User 16-01-2005 14:58

:evil: non e' questione di gloria poiche' noi esseri umani noi socilfobici non viviamo come vogliamo ma come possiamo! e a volte capita (come nel mio caso) di vedere la morte come una sorta di liberazione da una vita assurda da recluso senza amici senza donne insomma senza niente per cui valga la pena di vivere.solo l'amore per i miei genitori per ora mi tiene lontano dalla liberta' ovvero dalla morte!

Chelela 16-01-2005 15:34

Quote:

Originariamente inviata da europe
:evil: non e' questione di gloria

ovviamente era una sdrammatizzazione... ogni tanto ne ho bisogno.

Comunque, credo che ognuno al mondo viva e muoia come può.
E che non basta non essere sociofobici per dare un senso alla propria vita.

Anonymous-User 17-01-2005 22:04

i miei problemi
 
:evil: mi sento a disagio in tutte le azioni sociali ho paura praticamente di tutto.mi sento sempre osservato e deriso!l'unica soluzione ai miei problemi dopo anni di inutile lotta mi sembra il suicidio.non credo nella vita dopo la morte e questo mi facilita la cosa.ancora nonho tentato il suicidio per amore della mia famiglia ma credetemi amici per me vivere e' una tortura quotidiana!

Chelela 17-01-2005 22:32

In effetti non ci hai raccontato niente altro di te... quanti anni hai, come vivi, qualcosa della tua storia personale...
In questo forum non mi sembra sia costume deridere nessuno, io personalmente mi tengo già abbastanza occupata a deridere me stessa :wink:

Anonymous-User 17-01-2005 23:56

europe. ti capisco PERFETTAMENTE.

Vorrei chiederti però se hai tentato di risolvere questo problema con le due strategie possibili, farmacologica e psicologica.

Quello che stai facendo adesso, è sopravvivere, resistere e soffire..

Ci sono però quelle possibili soluzioni...Le hai già provate?

Anonymous-User 18-01-2005 22:17

:evil: ho 25 anni e in questi ultimi tempi ho girato psicologi e psichiatri con scarsi miglioramenti.non posso lavorare perche' mi sento osservato e non lo sopporto.faccio fatica anche ad uscire di casa.evidentemente la fobia sociale mi ha colpito in una forma abbastanza grave.vi giuro' che sto' soffrendo come un cane e il suicidio mi sembra l'unica soluzione alla mia sofferenza!

alberto 18-01-2005 23:17

non è la fobia sociale ma è la tua reazione nei confronti di essa che decide se sarai temporaneamente infelice o costantemente infelice.A te resta la scelta ,sei steso,la vita ti sta mettendo ko,che fai ti alzi cerchi di rispondere ma non ce la fai non hai la forza,sei convinto che non c'è partita,sei convinto che i tuoi colpi non possono essere all'altezza della siuazione,e continui ,continui a subire e oltre a non avere la forza per reagire ti rendi conto che non hai difese ,sei vulnerabile provi a schivare i colpi ma alla fine ti arrivano tutti dritti in faccia .Hai il volto coperto dalle ferite,il sangue che ti annebbia la vista,tutti sono contro di te pure il tuo allenatore ti guarda e pensa che sei spacciato,ora che fai abbandoni il ring o reagisci,tiri fuori i coglioni e provi a spaccargli la faccia al tuo avversario che sicuramente si sarà stancato di massacrarti di botte.SCUSA LA VOLGARITA ' VOLEVO SOLO ESSERE PIU 'DIRETTO.

Anonymous-User 19-01-2005 00:02

Caro Europe, secondo me la fs va affrontata così:

1) decidere davvero se si vuole uscire da questa prigione "dorata" che è la fs (hai detto che non riesci a lavorare... a molti piacerebbe poter stare a casa a non lavorare).
Questo è il primo passo.Volere DAVVERO uscirne. Decidere di vivere.

2) A questo punto impegnarsi al massimo delle forze con tutte le strategie possibili, anche se è difficile, anche se puoi ottenere degli insuccessi.
Se hai superato il punto uno, se davvero vuoi vivere bene, allora impegnati più che puoi con tutti i mezzi a vincere questo problema.
Oltre alla terapia farmacologica e la psicoterapia c'e' anche la forza di volontà. So bene che, purtroppo, in certe situazioni essa non basta, ma se ti è bastata per sopportare la fs fino ad ora vuol dire che ne hai e che potresti usarla, oltre che per resistere, per la ricerca di una soluzione.

Ciao, e mi raccomando il punto 1) :D

Chelela 19-01-2005 03:05

Se i grossi risultati non arrivano, accontentati dei piccoli passi...

19-01-2005 19:29

E' sempre difficile immaginare certe situazioni dai racconti che leggo
e considerarli una "semplice" fobia sociale, che, almeno teoricamente, dovrebbe riguardare determinate situazioni, quelle dove in qualche modo si è esposti al giudizio o alla valutazione e non la totalità dei rapporti interpersonali. Quindi, ad esempio, parlare al pubblico può risultare difficile o impossibile, ma ad esempio avere un rapporto di amicizia e confidenza con qualcuno che ci ispira particolare fiducia è perfettamente plausibile.
Del resto è umano desiderare l'intimità col prossimo e credo che a chiunque sia capitato di conoscere almeno una persona
nella vita che gli abbia ispirato quel senso e desiderio di comunione e vicinanza...
Anche rifiutando qualsiasi rapporto saranno comunque gli altri a venire da te e in qualche modo sarai obbligato a relazionare con loro a meno di NON VOLERLO. Questo è il nocciolo della questione.

Certe situazioni estreme d'isolamento, mi riesce difficile credere siano causate solo dalla fobia sociale, ma hanno a che fare più con un carattere ermeticamente chiuso e con uno scarso interesse (o anche incapacità) di comunicare un qualsiasi sentimento al prossimo.

Mesi fa parlai in chat con alcuni ragazzi che mi hanno rafforzato in questa convinzione e cioè che alla base dell'isolamento ci fosse una mancanza di motivazioni forti che li spingessero a rapportarsi agli altri. Da un lato infatti lamentavano scarse amicizie imputando ciò alla fobia sociale, dall'altra però confessavano di avere solo rapporti superficiali con le persone perché non sentivano la necessità di un rapporto più stretto e profondo. Il che in un certo senso può sembrare contradditorio.
La fobia sociale s'innesta su una persona che è di fatto
renitente alla socialità. Questo spiega perché una persona estroversa e comunicativa non diventerà mai una persona allergica ai rapporti sociali.

Non so se questo discorso si applichi anche a te europe (in caso contrario ignora pure quanto ho scritto), ma questo di imputare tutte le proprie disgrazie (solitudine, mancanza di amici, di morose, ecc) alla fobia, mi sembra una semplificazione che porta a non vedere una parte della realtà che c'è dietro e cioè che al fobico la socialità, in fondo in fondo,
interessa ben poco e che preferisce di gran lunga starsene nel proprio cantuccio piuttosto che mettersi ad tessere faticosi rapporti
con gli altri.
La riprova sta nel fatto che quando è costretto il fobico riesce a relazionarsi un minimo ed affrontare situazioni sociali che non sceglie come quelle lavorative o di studio. Quando invece non è motivato o spinto da cause di forza maggiore preferisce starsene per i fatti suoi.
La motivazione è il motore che spinge ad agire e null'altro.

Anonymous-User 19-01-2005 23:12

Quote:

Originariamente inviata da insider
La motivazione è il motore che spinge ad agire e null'altro.

Secondo me la motivazione da sola non basta.

Se ti trovi su una macchina senza benzina, puoi avere tutte le motivazioni del mondo ma non andrai da nessuna parte (chiaramente non ci sono benzinai in giro).

Anonymous-User 19-01-2005 23:33

La motivazione naturalmente sta alla base del raggiungimento dei nostri obiettivi.

Tuttavia, chi soffre di fobia sociale non riesce a fare certe cose e a realizzarsi pienamente nella vita.
Se una persona con fs è davvero motivata a vivere bene la sua vita e a fare quello più vuole, ma che al momento non riesce a fare a causa della sofferenza che ciò gli provoca, deve usare questa motivizione per cercare una soluzione alla fobia sociale.
In pratica, secondo me, dovrebbe decidere di affrontare una terapia farmacologica o psicoterapica, conscio tuttavia che il cammino potrebbe essere lungo e difficile.

La motivazione a vivere una vita diginitosa, per chi soffre di fs, se c'e', si vede nella ricerca di una soluzione.

Chi ha la fs e non cerca soluzioni con forza, allora non ha, o non ha più, motivazioni. E se non ci sono più, questo è comunque, almeno a mio parere, comprensibile.

19-01-2005 23:54

Coi paragoni automobilistici però potrei dirti che uno veramente motivato, se gli si ferma la macchina, cambia mezzo, va a piedi, piglia il treno, fa l'autostop oppure decide di cambiare meta del viaggio se diventa irraggiungibile...

>Tuttavia, chi soffre di fobia sociale non riesce a fare certe cose e a >realizzarsi pienamente nella vita.

Perché cerchi di realizzarti in cose nelle quali non sarai mai bravo...questo vale anche per chi non soffre di fobia sociale. se si desidera qualcosa che è fuori dalle nostre capacità non si può che rimanere frustrati in eterno...inoltre mai dire mai, nella vita è tutto possibile anche ciò che a volte non riusciamo ad immaginare.

>Se una persona con fs è davvero motivata a vivere bene la sua vita e a >fare quello più vuole, ma che al momento non riesce a fare a causa della >sofferenza che ciò gli provoca, deve usare questa motivizione per cercare >una soluzione alla fobia sociale.

Ma nessuno può fare quello che vuole. Credi che ad un estroverso sia tutto possibile? Io no

>In pratica, secondo me, dovrebbe decidere di affrontare una terapia >farmacologica o psicoterapica, conscio tuttavia che il cammino potrebbe >essere lungo e difficile.

forse, ma gli anni della terapia e dei farmaci io li ricordo come i peggiori della mia vita e non i migliori. si comincia a star meglio quando non si sente più la necessità né dello psicologo né del farmaco (o cmq in forma minore).

>Chi ha la fs e non cerca soluzioni con forza, allora non ha, o non ha più, >motivazioni. E se non ci sono più, questo è comunque, almeno a mio >parere, comprensibile

ma senza la motivazione non si va da nessuna parte. Chi sta meglio è una persona che ha imparato a vedere le cose in maniera diversa e lo posso testimoniare io stesso che non posso certo definirmi un ottimista.

:wink:

Chelela 20-01-2005 21:45

Quote:

Originariamente inviata da insider
parlare al pubblico può risultare difficile o impossibile, ma ad esempio avere un rapporto di amicizia e confidenza con qualcuno che ci ispira particolare fiducia è perfettamente plausibile.

Anche rifiutando qualsiasi rapporto saranno comunque gli altri a venire da te e in qualche modo sarai obbligato a relazionare con loro a meno di NON VOLERLO.

Qualche obiezione:
La prima parte del ragionamento fila, ma per poter instaurare un rapporto di amicizia con qualcuno un po' di gente la devi pur frequentare.
Se fai fatica anche solo ad entrare in un supermercato, difficilmente avrai molte occasioni di conoscere altre persone. E se sei così in difficoltà da non rivolgere la parola a nessuno a meno di non esserne costretto, difficilmente gli altri avranno voglia di avvicinarsi a te.
E, portando me stessa ad esempio, se uno dei tuoi problemi principali è una difficoltà enorme ad usare il telefono, rischi di perdere anche quei pochi contatti che hai.

E parlando sempre per me stessa: o sono gli altri che per qualche motivo da me non ci vengono, o è il mio atteggiamento che INVOLONTARIAMENTE li respinge (sai quante volte ho saputo che di me si diceva che ero superba, altezzosa e scostante, quando in realtà mi sento spesso una cacchetta) oppure se gli altri mi si avvicinano, magari manifestando interesse, simpatia o voglia di comunicare io resto così confusa che non so come reagire.
Poi magari qualche volta ho anch'io provato a raccontare a me stessa che preferivo starmene nel mio cantuccio. Ma me lo stavo solo raccontando.

La motivazione, è vero, è indispensabile, fondamentale.
Ma io posso dire che la motivazione mi è servita non tanto a relazionarmi meglio con gli altri, ma a sforzarmi di fare alcune cose NONOSTANTE gli altri, a trovare strategie, spesso contorte, per riuscire a reggiungere i miei obiettivi.

Tornando al paragone automobilistico, la motivazione non mi ha mai fatto ripartire la macchina, magari mi ha portata a camminare a piedi per chilometri fino a raggiungere una meta inferiore a quella che avrei voluto, impiegandoci il triplo del tempo e della fatica, il che è pur sempre meglio che restare a piangere accanto all'auto in panne, ovviamente.

Anonymous-User 20-01-2005 22:19

:evil: voi tutti dite cose molto giuste ma io credo che nonostante la volonta' dalla fobia sociale si esce difficilmente.vi giuro che ho lottato ho combattuto ho sputato sangue ma dopo anni sono sempre punto e a capo.ho paura perfno ad entrare in un bar!!!!!!!inoltre per non farmi mancare niente in questi anni alla fs mi si sono sovrapposti la depressione e il disturbo ossessivo compulsivo!secondo voi posso essere felice?

Chelela 20-01-2005 22:52

Nessuno ha detto che la volontà sia sufficiente.
E io non mi aspetto di svegliarmi una mattina e dire "toh, che bello, sono guarita".
Vado avanti ponendomi obiettivi pratici, spesso giorno per giorno.
Spesso rimando e rimando qualcosa che mi mette a disagio fare... anche con conseguenzedisastrove, a volte. Se e quando riesco a farlo non dico di essere felice, ma un po' più soddisfatta sì.


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