Re: E' giusto cercare di avvicinare/interagire con persone "normali"?
La mia aspirazione più grande sarebbe quella di interagire da pari con persone la cui "normalità" intendo in senso positivo: una normalità composta da schietta espansività, socievolezza, partecipazione.
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Re: E' giusto cercare di avvicinare/interagire con persone "normali"?
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Noto invice che in questo forum ci siano fobici, o presunti tali a questo punto, che hanno difficoltà, ma anche un (piccolo ?) giro di amici con cui uscire. Quindi compagnie che invitano regolarmente fobici devono esserci. Certo, il fobico deve di di "si", perchè se dice sempre "no" poi non lo invitano più. In generale non credo che un fobico, data la sua natura, riceva molti inviti. Quote:
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Sono convinto che se uno avesse la motivazione, troverebbe cosa fare per socializzare anche a 40 anni. [/QUOTE] Quote:
Io non ho mai avuto input esterni positivi. Grazie a manuali e al ripertermi certe cose, ho cambiato questo modo di pensare. L'aspettare un input esterno, ti fa aspettare e ti lega all'esterno. Io eviterei. Quote:
Altra cosa ripensando all'età. Forse sui 40 si può anche ammettere di avere questi problemi senza fare terra bruciata intorno a sè. A 20 se dichiari di avere questi problemi, non so quanta gente ti rimane accanto. Nel momento in cui io decidessi di andare a ballare e/o approcciare ragazze, mai e poi mai mi porterei dietro il me stesso di qualche mese fa (ma neanche quello di ora:sarcastico:). Che noia. Quote:
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Re: E' giusto cercare di avvicinare/interagire con persone "normali"?
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A 20 anni solitamente si è single o fidanzati, non si hanno figli, si vive con i genitori, c'è l'università o il luogo di lavoro dove si può conoscere, c'è voglia di uscire nel we o durante la settimana. A 40 anni solitamente i coetanei sono sposati/separati, con figli, vivono nel nucleo della propria famiglia costituita con sporadiche frequentazioni degli amici sopravvissuti e rara volontà di conoscenza di nuove persone. Inoltre c'è molta meno propensione a farsi le serate o i we fuori, vuoi per gli impegni familiari, vuoi per una stanchezza maggiore. Quote:
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Riconosco che i "problemi" sono molto più condivisi e visti come "soft" dalla maggiorparte delle persone. Però non nasconderei uno stato più problematico al prossimo. Quote:
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Re: E' giusto cercare di avvicinare/interagire con persone "normali"?
Approfitto del tema per chiedervi cosa fareste voi se vi trovaste nella mia situazione. Riassumo brevemente la mia condizione: ho 23 e la mia timidezza mi ha portato ad autoescludermi dai "giri" delle persone normali, tutt'ora non ho un amico (me ne basta uno) fidato e sincero con il quale stare. Ultimamente un mio ex compagno di superiori mi contatta spesso per uscire con lui (aperitivi, serate...). Il problema è che io con lui non ho molto in comune, non mi sta a genio, lo considero superficiale e anche un pò stupido. Non è possibile fare un discorso serio. Non lo dico solo io ma anche altra gente seria che lo conosce. Lui è quel tipo che pur nella sua sfigataggine riesce comunque ad avere una vita sociale, probabilmente perchè anche lui deve aver passato una brutta fase nel suo trascorso e sembra che voglia a tutti i costi sembrare il più figo di tutti.
Ora, considerando che lui è l'unico che di fatto mi chiede di uscire con lui a bere una birra, poche volte riesco a riufiutare qualche suo invito. Altre due mie amiche me lo hanno chiesto il perchè io accetti, ma effettivamente non mi ha fatto nulla di male e perlomeno lo vedo come un motivo per cercare di conoscere altra gente (sperando che non siano tutti al suo stesso livello). Vi capita di seguire la filosofia opposta a quella del "meglio soli che mal accompagnati" considerando i nostri problemi? |
Re: E' giusto cercare di avvicinare/interagire con persone "normali"?
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Se la filosofia "meglio soli che mal accompagnati", la applichi rimanendo a casa, non va assolutamente bene. Se invece la applichi uscendo, andando in uno o più locali per socializzare e divertirti, allora va bene. Dopo diverse settimane di pensieri sulla mia ipotetica serata da solo, il mio cervello comincia a dare segni di "vogli di provare", ormai sono quasi arrivato.:bene: |
Re: E' giusto cercare di avvicinare/interagire con persone "normali"?
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Secondo me ti poni male perché parti dal pressuposto che sei un peso. Fare amicizia con persone non significa che devi renderle partecipi di tutta la tua vita interiore, né che gli argomenti di discussione devono vertere sui tuoi disagi. Per me quelle tre cose che ho grassettato sono pensieri e domande sbagliati. E' come se tu partissi da un piano superiore di consapevolezza, la sofferenza la conosci solo tu, quella vera; e questa cosa però ti fa sentire cmq nn all'altezza degli altri. E' come una cimice che si vede grande tramite la sua ombra proiettata in distanza. |
Re: E' giusto cercare di avvicinare/interagire con persone "normali"?
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Inoltre bisogna mettersi in testa di non avere la pretesa di fare le veci del prossimo a livello di pensieri. Prima di sentirsi un peso che si lasci al prossimo l'opportunità di frequentare una persona depressa, senza pregiudizi. Se il prossimo avvertirà il peso lo dirà chiaramente oppure si allontanerà. Quote:
Comunque è giusto sottolineare una cosa: è più probabile che ci sia compatibilità tra una persona "normale" ed una depressa se vivono una relazione sentimentale più che un'amicizia. Questo perché solitamente in una relazione si accettano di più determinate cose. Almeno, per me è così. |
Re: E' giusto cercare di avvicinare/interagire con persone "normali"?
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Intendo dire che è più facile trovare una persona che rimanga accanto e si ponga proattivamente con una persona depressa che manifesta il suo disagio, perché vi è legata da un sentimento non (solo) amicale, rispetto ad una persona amica. Per capirci: io ci sono per un'amica depressa (ne ho di tali amicizie) che mi parla di cose delicate ma ho comunque un limite oltre il quale sento la necessità di diradare la frequentazione e di non andar oltre. Per una fidanzata (depressa), l'asticella di tale limite sarebbe posizionata molto più in alto. Come me ho visto molte persone comportarsi nel medesimo modo ed alcune, addirittura, non riuscirebbero a frequentare un'amica depressa ma riuscirebbero ad avere una fidanzata depressa. |
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