STATO E MALATTIE PSICOLOGICHE
 

Ciao a tutti,posto un argomento a mè caro,nella speranza di un futuro migliore per tutti coloro che hanno problemi psicologici..
Non voglio fare la morale,o stare a parlare di quello che lo stato fà o non fà per i malati veri e non!..

Sappiamo tutti quanto la dep,la fs ecc, siano MALATTIE invalidanti,è quanto queste modificano lo stile di vita di chi ne è vittima.
Nonostante questo non c'è una legge che tutela i nostri bisogni e diritti,
non c'è un aiuto vero da parte di uno stato ladro che ha ingrassato i suoi politici alle spalle dei cittadini
ma perchè i problemi psicologici non sono riconosciuti dallo stato? perchè chi per fobie o depressione non riesce a lavorare, non può ricevere una pensione minima,o cure gratis!?
perchè non esistono minipensioni,centri gratuiti o a costo minimo..farmaci meno cari ecc ecc ecc?? infondo l'invalidità fisica è tutelata, ma quella mentale non viene riconosciuta come malattia poi quando al tg si sentono notizie di madri depresse che si uccidono con i figli, fanno tutti le orecchie da mercante,e andiamo avanti così, che finiremo come il giappone,dove si registrano suicidi ogni giorno

Sono domande che dovresti rivolgere a quanti vogliono smantellare e privatizzare i servizi pubblici: sanità e istruzione (vedi berlusconi & company). Anche se devo dire che pure nel centro sinistra non si è brillato molto nel difenderli. :wink:

Alt, chiariamo:
chi non è in grado di lavorare, anche se a causa di un disturbo psichico, può ottenere la pensione di invalidità ed anche l'esenzione totale del ticket. Te ne parlo con cognizione di causa siccome lavoro (paradosso dei paradossi), proprio nel settore dell'assistenza sociale.

Casomai il problema è opposto: per la mia esperienza di operatore, vedo che lo stigmata nei confronti di chi abbia disturbi nella sfera psichica è tale che molti sono ben poco contenti di avere il librettino INPS con scritto "invalido".
Credo che a pochi piaccia essere definito "inabile", con tanto di certificazione dello psichiatra. Tantopiù che, diciamocelo, è una etichetta molto difficile da rimuovere.