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Blowing Sand 02-03-2013 21:42

Poniamo il caso- Ma non esci? - Alcune considerazioni
 
Questo thread è scritto in maniera volutamente impersonale.

Poniamo il caso di una persona che abbia avuto e abbia problemi di fobia di gruppo e ansia durante tutta la settimana(e fin qua ...si è tutti qui nella stessa barca dove si è in questo luogo virtuale)

Poniamo il caso ancora che questa persona stia fuori casa dal lunedì al sabato(escluso) dalla mattina alla tardissima serata per: lavoro, spesa, scadenze burocratiche, bollette.

Ancora poniamo il caso che questa persona quando ritorni a casa, debba poi badare alla gestione della stessa, lavare, stirare, i piatti, sistemare, pulire le scarpe, mettere ordine, e che questo porti via il tempo fin quasi a notte tarda tutti i giorni, per esser stato fuori casa dalla prima mattina e perchè conduce un esistenza da solo.

Poniamo infine il caso che questa persona abbia difficoltà economiche serie.

Si avrebbe il diritto e la sensibilità di chiedere a questa persona, arrivato il sabato sera: ''Ma non esci? Non hai amici?'' Considerate tutte queste variabili(e considerando il dispendio totale fisico e psicologico) si avrebbe il diritto di avere un tono presupponente in tale domanda, di aggiungere poi la solita frase ''ma esci divertiti, non ci pensare''? ... senza generare nella persona suddetta un senso di frustrazione accentuato, come se venisse da una serie di fatiche enormi e volesse piantare tutto in asso in quel fine settimana, dopo aver visto durante la settimana(con fatica) innumerevoli persone, volesse ritrovarsi un pò con se stesso, con la sua interiorità, ritrovare la tranquillità e la sicurezza di casa(mai vista durante i giorni precedenti).

Cosa dovrebbe indurre tale persona a continuare e procrastinare uscite anche il fine settimana dopo esser stato fuori casa x tutta la settimana, considerato e posto come premessa il carattere riservato, ansioso, della persona suddetta?

Possono essere scuse per non socializzare... ma la fatica di tale persona per cercare una fonte di sopravvivenza economica durante la settimana non indurebbe in essa una fonte di stress comunque notevole?

E la fatica per sbrigare le faccende quotidiane non indurrebbe in tale persona un desiderio di un momento di quiete, posto che tale momento arriva tendenzialmente il fine settimana?

evitante 02-03-2013 21:46

Re: Poniamo il caso- Ma non esci? - Alcune considerazioni
 
Ma mandali a ciampino!

Evandro Flores 02-03-2013 21:59

Re: Poniamo il caso- Ma non esci? - Alcune considerazioni
 
Beh, è un po' lo stesso discorso di quando i miei compagni dell'epoca del liceo, benestanti e ipersuperficiali, quando rispondevo che non potevo andare alla tale festa perché era lontana da casa mia e non c'erano bus/treni, rispondevano col massimo candore "Ma perché non ti fai comprare la moto?"

Tabula Rasa 02-03-2013 22:04

Re: Poniamo il caso- Ma non esci? - Alcune considerazioni
 
Allora... loro si devono fare i cazzi loro. e questo è ovvio.
Poi, chi lavora è stanco e quando torna a casa ha il diritto di pensare a se stesso ebbasta e far ciò che gli piace o lo rilassa (sia anche star sdraiato sul letto e/o fissare il soffitto). Quando avrà sistemato la sua condizione economica (cha ha un certo peso) potrà cagare le lamentele altrui.
Non è peccato vivere nel porcile, si può scegliere una sera a settimana e pulire solo quella sera, o un paio di sere. ciao :)

Halastor 02-03-2013 22:32

Re: Poniamo il caso- Ma non esci? - Alcune considerazioni
 
Quando uno si trova a lavorare dalla mattina alla sera e ad aver problemi economici.. beh.. c'è qualcosina che non funziona.
A parte che più di 8 ore non andrebbero mai in nessun caso fatte.
Non deve esistere il caso in cui uno lavori un casino di ore e non guadagni un chezz.. appena da sopravvivere. Cambia lavoro.

RhyenaN 02-03-2013 23:55

Re: Poniamo il caso- Ma non esci? - Alcune considerazioni
 
Chiunque sia questa persona avrebbe tutto il diritto di dire a chi gli pone questa domanda le stesse identiche cose che tu hai detto a noi...

"sai mi spacco il culo dal mattino alla sera, vivo da solo ed oltre a lavorare\dover fare tutte le commissioni e palle varie devo anche guardare tutte le cose di casa e sai com è, quando nel weekend ho quel poco di tempo libero non ho le energie fisiche e mentali per uscire... se poi vuoi darmeli tu i soldi per starmene a casa bello tranquillo a fare un cazz il mio IBAN è il seguente....... Grazie."

+ che altro la domanda di fondo che mi sorge spontanea è: ma questa, è vita ??

Blowing Sand 02-03-2013 23:58

Re: Poniamo il caso- Ma non esci? - Alcune considerazioni
 
Penso che le generalizzazioni e le frasi facili fatte da imperativi siano molto scontate e banali, senza conoscere il caso specifico, è facile ordinare o usare un imperativo esortativo verso una persona a fare qualcos'altro.

Il consiglio cionontoglie possa essere anche ben accetto, ma se fatto nei dovuti modi e nelle dovute forme.

Cambiare lavoro non è considerabile come soluzione in una situazione in cui NON C'è alternativa, lo potrebbe essere in un mercato del lavoro florido e ricco.

La cura delle proprie cose, indifferentemente dal fatto se si lavora o no, rientra nell'ambito della dignità di sè, se si è scelto di intraprendere un certo tipo di vita, e occorre dedicarci tempo.

Blue_Moon 03-03-2013 00:45

Re: Poniamo il caso- Ma non esci? - Alcune considerazioni
 
Penso - mia opinione personale - che questa persona non debba assolutamente doversi giustificare con nessuno, a meno che non voglia. Penso, inoltre, che, nonostante certe domande e certi "consigli" (spesso e volentieri praticamente inutili) dispensati come caramelle non siano altro che un mero, goffo tentativo di entrare in contatto con una determinata persona (insomma, i classici discorsi pieni "d'aria fritta" tirati fuori solo per fare due chiacchiere); indi, tanto vale non prendersela troppo (del resto, dubito che il "gentile" consigliere, ora, stia realmente pensando a cosa la persona fa oppure non fa il sabato sera) e sbrigarsela con un diplomatico "In questo periodo non sono molto in vena" e chiuderla lì, senza pensarci troppo, rodersi il fegato o altro.
Chiudo scrivendo che trovo giustissimo, se non molto più sensato occuparsi prima di tutto di se stessi, dell'avere un tetto sopra la testa e anche dell'ambiente in cui si vive e poi, con tranquillità, dedicarsi ad amici, affetti e fobie varie.

Per farla breve: le domande che a noi fobici spesso ricordano velati giudizi o insinuazioni, per la gente "non fobica" non sono altro che stupide, inutili chiacchiere. Quindi, tanto vale prenderle per quel che sono e amen.

Trent 03-03-2013 01:19

Re: Poniamo il caso- Ma non esci? - Alcune considerazioni
 
L'interlocutore non ha il dovere di conoscere già tutti i cazzi della persona in questione,e può essere genuinamente stupito della scarsa propensione all'uscita del soggetto.

Blowing Sand 03-03-2013 01:41

Re: Poniamo il caso- Ma non esci? - Alcune considerazioni
 
Se però l'interlocutore non conosce tutti i fatti della persona in questione allora non si vede perchè debba interessarsi di cosa la persona in questione faccia o non faccia il sabato per giunta dispensando critiche e giudizi.

Seguendo questo filo logico la domanda diventa ancora più priva di fondamento.

Hopeless01 03-04-2013 15:15

Re: Poniamo il caso- Ma non esci? - Alcune considerazioni
 
"Ma non esci?" è la domanda che temo di più.

Esco di rado ed evito categoricamente la zona in cui vivo, uso sempre l'auto e tento di non incrociare mai lo sguardo con eventuali conoscenti. Gli ex amici di infanzia e le loro famiglie (trascorrevo praticamente tutta la giornata con loro quando ero "normale") non mi incontrano da più di dieci anni pur vivendo a pochi metri da casa mia. Le stesse persone hanno chiesto diverse volte ai miei genitori (che invece vedono quasi ogni giorno) "ma non esce"? Mi mette terribilmente a disagio e non saprei cosa rispondere.


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