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i morsi della solitudine
dieci anni fa, esattamente in questo periodo, iniziavo a distaccarmi dalla comitiva che avevo all'epoca. piano piano mi allontanai dai miei amici perchè non mi sentivo a mio agio con loro, e con il passare dei mesi mi accorsi di aver fatto terra bruciata intorno a me: ero rimasto solo, senza uno straccio di amico.
Ci vollero due anni e mezzo per trovare nuovi amici e iniziare tutto d'accapo con le uscite, il mare, i divertimenti. In quei due anni e mezzo di solitudine la mia vita era fatta di casa e lavoro, lavoro e casa..tutte le sere chiuso in casa, compresi i sabato sera estivi..nel 2003 non avevo neanche il pc a farmi compagnia.. Da ingenuo ventenne qual'ero, avevo questo sogno di andarmene dal mio paesello per vivere in una grande città, tipo milano...starmene da solo, per conto mio, vivere alla giornata, con i miei 3000 euro di risparmi (come ero ingenuo, pensavo di poter andarmene di casa con 3000 euro ahahaha), vivendo facendo qualche lavoretto... Oggi come ieri, la storia sembra si stia ripetendo. da quando la mia ragazza mi ha lasciato, io sono crollato. Già non è che fossi felice al 100% quando ero con lei..figuriamoci ora che lei se n'è andata. Da quel giorno il mio umore è crollato, mi sento spento, debole e senza speranza e soprattutto senza voglia di lottare per riconquistarla, o conquistare un'altra ragazza. Vorrei starmene da solo, senza dar conto a niente e nessuno. Sarà depressione? Forse. Non mi interessa più di tanto. Qualche amico con cui uscire ce l'ho anche..ma non mi va di uscire, di vedere gente, di vedere questi miei amici attorniati da qualche ragazzina innamorata di loro, e a me che puntalmente nessuna mi caga..basta sono stanco. E allora ecco tornare nella mia mente quelle fantasie di andarmene dal mio paese..Milano è sempre il mio sogno..ora ho 30 anni, un conto in banca più consistente, potrei anche comprarmi casa..un bel monolocale e vivermi la solitudine con più tranquillità. Già, ma il lavoro? come farei a mantenermi? Allora forse sarebbe meglio rimanere al mio paese..qui un lavoro già ce l'ho..forse potrei comprarmi una piccola casa in campagna e vivere li, in mezzo alla natura, sempre rigorosamente in solitudine.. tv al plasma, lettore dvd, sky, playstation e fanculo la ragazza. Ma rimanendo al mio paese sarebbe impossibile non incontrare i miei amici che mi chiederebbero che fine hai fatto..rimanendo al mio paese rimarrebbe sempre qualche legame, qualche conoscenza...sarebbe impossibile isolarsi completamente, perchè io è questo che voglio..isolarmi completamente e non avere paura della solitudine. forse questo mio desiderio è più grande del desiderio di avere una ragazza, una famiglia, dei figli... Quattro anni fa, prima che mi mettessi con la mia ex, una strana idea mi venne in testa: quella di farmi monaco, vivere in un convento, magari in montagna, a contatto con la natura. scrissi anche un post qui su fs..ma pensandoci bene non mi sembra una grande idea...vivere con una decina di vecchi, magari anche un po attrassati e con strane idee..no meglio lasciar perdere.. Insomma..sono in un momento molto delicato della mia vita...sono confuso, triste, spento, piango spesso, ho paura del futuro, i ricordi del passato mi fanno male e non mi fanno vivere.. da una parte vorrei avere una ragazza, degli amici, divertirmi con loro, dall'altra parte vorrei isolarmi completamente. ho scritto un papiro di cui non fregherà niente a nessuno, ma almeno mi sono sfogato. Magari tra qualche anno quando lo rileggerò questo periodo nero sarà alle spalle, chissà...o forse starò anche peggio.. |
Re: i morsi della solitudine
Posso solo dirti: non farti monaco: saresti circondato continuamente da gente(monaci) chiuso in un posto da dove non puoi uscire(convento) soggetto a regole rigidissime di vita...altro che libertà.
La solitudine la si può vedere come un'amica anche, perchè permette di vedere tutto lo svolgersi delle vicende umane dall'esterno, non essendone partecipi e coinvolti psicologicamente, certo, capire le dinamiche umane non è viverle, però è pur sempre appagante guardare le meccaniche dinamiche psicologiche svolgersi, si apprendono un sacco di cose sull'agire umano, anche se non le si vive. |
Re: i morsi della solitudine
per me sta cosa di isolarsi va bene 3 4 mesi poi ti romperesit le balle ugualmente eh
per sta4re sereno devi avere tante cose da fare dopo 7 mesi che giochi alla play ti rompi pure i coglioni |
Re: i morsi della solitudine
ciao questo tuo post mi ha molto colpito, perchè son riflessioni che ultimamente faccio anche io. Anche io a volte vorrei isolarmi da tutto e tutti. Anche io spesso mi trovo a pensare di cambiare aria, io però sono un pò estrema, se cambio aria cambio continente ( so già addirittura in che città e addirittura quale distretto trasferirmi ). Fondamentalmente, dato che il mio sogno è new york, da quest'anno provo a vincere la green card, se riesco sarà un segno del destino che la mia vita non è più qui.
Si, qui ho una casa in affitto, genitori vicini, qualche amicizia ( ma sto allontanando un sacco di gente ). Ho le comodità. Insomma, son piena di pensieri, ma ho sempre più in mente di provarci. |
Re: i morsi della solitudine
Sicuro di voler venire a Milano ?,io non ci abito ,ma ci lavoro ,ma non chiedermi dove:ridacchiare:. Ti posso dire che e' una citta' di fighetti ,non credo che sia solo una mia impressione ,a volte e dispersiva ,ma spesso mi sembra di essere sotto una lente d'ingrandimento ,tutte/tutti sembrano usciti da una boutique o una sfilata :nonso:.Probabilmente se fossi estroversa e sicura mi troverei bene .Non voglio generalizzare ovvio ,ma tendenzialmente e' una citta' fredda in tutti i sensi :D. Se decidessi di trasferirmi opterei per la Toscana .
Da quello che scrivi sei un po' depresso ,mi ritrovo in alcune cose che hai detto tv , lettore dvd, pc, playstation ,sky mi manca :ridacchiare: e fanculo al mondo ! dall'altra si vuole avere qualcuno con cui uscire ,ma bisogna mettersi in gioco ,essere disponibili ,relazionarsi ,una fatica enorme |
Re: i morsi della solitudine
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Re: i morsi della solitudine
I rapporti d'amicizia che hai non sono molto stretti ?
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Re: i morsi della solitudine
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Cercare di saturarsi d'impegni non serve a nulla. Inoltre lo stare occupati con gli impegni è solo un alibi. La serenità è soggettiva e dipende da vari fattori. Quote:
Abbastanza d'accordo con l'affermazione. Quote:
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Latita spesso di persone "tranquille". Quote:
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Re: i morsi della solitudine
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prima o poi quegli impegni "fittizi" verranno meno ed avrai un crollo improvviso. (lo so per esperienza) |
Re: i morsi della solitudine
hai molti pensieri simili ai miei e non è una bella cosa perchè io sono ridotto male.
anche io ho sempre avuto fantasie opposte tra l'andare via in qualche grande città e l'isolamento, m a furia di immaginare non ho cocluso nulla. |
Re: i morsi della solitudine
mah quello di mollare tutto e tutti e vivere in solitario, possibilmente senza fare niente, è un'idea abbastanza ricorrente in chi come noi soffre il fatto di dover uscire e affrontare tante situazioni di vita "reale".
E' un tentativo di fuga da ciò che ci fa paura, capita spesso anche a me di pensare a una soluzione di questo tipo nei momenti più duri, nella mia testa nascono tante domande: perché devo uscire per poi soffrire certe situazioni, perché andare a lavoro e farmi travolgere dall'ansia, etc etc :testata: Al di la poi del desiderio di fuga "definitiva" spesso sentirei il bisogno di uscire dalle situazioni di stress quotidiano anche solo per brevi periodi, ma ho la sensazione di essere inserito in un contesto di doveri e obblighi che mi impedisce di farlo. Forse tutto sarebbe più semplice se mi potessi concedere dei periodi anche brevi di solitudine, lontano da tutto e tutti per cercare di recuperare le forze e per abbassare il livello di guardia dello stress, ma oggi non mi è più possibile come una volta, devo lavorare e posso godermi momenti così solo per un paio di settimane l'anno.... |
Re: i morsi della solitudine
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Re: i morsi della solitudine
Comprendo benissimo lo stato d'animo di Sfigato.
Da anni ormai sento un bisogno fortissimo di isolarmi dalla gente. Vorrei abitare in un paesino di montagna dove non mi conosce nessuno, nessuno sa il mio nome e per chiamarmi dicono "scusi signore" perché sono stufo di sentire pronunciato il mio nome. Ma ovviamente è pura utopia... Anch'io ho pensato alla soluzione del convento ma è una soluzione già fallita in partenza perché ogni tanto mi scappa qualche espressione poco tollerata negli ambienti religiosi. |
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