Herzeleid |
01-01-2013 22:09 |
Re: Percezione del primo gennaio
Quote:
Originariamente inviata da Dedalus
(Messaggio 962364)
In questa maniera si incasina solo il discorso, perché il soggetto è soggetto solo se a parte di qualcosa che non è soggetto. E in quanto è in rapporto con questo fuori di sé, non è per niente immediato.
Ovvero se continui a crederci è una semplice astrazione, come lo è una fantomatica oggettività “fuori di noi”.
Siamo Ot, io la chiudo qua.
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La debolezza logica che vuole creare un'oggettività, un essere che sia oltre, che sia a parte, che sia al di fuori, rispetto all'ente percettivo - che in quanto tale è innato, immediato ed immanente - è data proprio dall'insostenibilità della mediazione ulteriore, perché ogni evento che muove più in là dalla percezione è ipso facto mediazione. Si afferma qualcosa (l'oggetto) che in realtà (ovvero nell'unica possibile, quella individuale) è e resterà, finché è, convenzione, sussunzione al soggetto: quest'ultimo dunque come tesi (l'unica possibile), l'oggetto come ipotesi (non può essere altrimenti). Il soggetto non è quindi parte, non è all'interno, non è nei limiti di nulla se non di esso medesimo giacché - in ciò che gli è di percezione - vi è tutto, anche l'ipotesi dell'oggetto (che poi sarebbe il mondo). La fine della percezione corrisponde conseguentemente anche alla fine dell'essere, dal momento che l'essere è solo in virtù della percezione e non è dimostrabile il contrario.
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