Mi fa piacere che esista un forum su questo argomento. Ho più di 40 anni e soffro praticamente da sempre di Disturbo Evitante. Questa definizione l'ho saputa documentandomi su Internet. Lo Psicoanalista che mi segue infatti ha da sempre giustamente "evitato" ( scusate..il bisticcio) di dare una etichetta al mio profondo malessere. Adesso la consapevolezza è molto elevata e quindi non sono influenzato appunto da etichette o schemi comportamentali. L'immensa sofferenza a "farsi vedere" è stata nascosta dalle mie capacità (ero molto bravo a scuola precoce ed intelligente): di fatto per "evitare di essere evitato", rifiutato dalla gente e per incoraggiare la stima di me stesso che sempre stata ( oggi lo è molto meno) praticamente inesistente, ho sviluppato una immagine di me fortissima, bravissima, adeguatissima. Quindi non ho vissuto perchè la mia persona vera non c'è mai stata. Mi sono sempre terribilmente vergognato della mia spontaneità e dei miei sentimenti profondi e della mia sensibilità. Non ho quasi mai avuto relazioni con ragazze. La paura dell'umiliazione e vergogna erano troppo forti. Dopo 15 anni di terapia ed un mare di soldi ( per fortuna che lavoro/lavoravo) sono ad una fase cruciale del conflitto... o la va o schianto. Ho vissuto solo di sofferenza e di rabbia profonda che solo la mia forte personalità ha impedito che sfociasse in violenza pura. Solo l'amore per la vita ed il mio cervello hanno impedito il disastro. Ma io mi sento sprecato da morire. Avrei fatto la felicità di molte persone, ma sono rigido come il titanio e cattivo come un Kapò nei miei confronti. Non mi voglio bene e se qualcuno mi critica lo aprirei con una motosega.
La terapia funziona ma è ancora presto. Gli psico farmaci ahimè non aumentano l'autostima e la compattezza e non risolvono la terribile lacerazione dei conflitti. Il bello è che ho un dottorato di ricerca in materie scientifiche e lavoro in ruoli di grande responsabilità , tutti mi vogliono bene hanno grande stima di me ... ci pensate? Tutt'ora però vorrei chiudermi in camera, ma amo la vita e lotterò come una bestia per farcela, evitando di fuggire ogni volta. Grazie per la pazienza, ho scritto di getto e per la prima volta, per trasmettere a voi un pochino ciò che sentivo per sfogarmi verso Voi che sapete cosa dico ed a Voi che vi ponete domande e, permettetemi , un grande Augurio affinchè possiate trovare un po' di serenità........ |
Jalka,
un augurio di serenità anche a te. Ciao |
vi sono vicina..
ragazzi, posso solo immaginare quello che state passando,ho un fidanzato che ha scoperto da poco di essere affetto dal DEP.. è dura vederlo soffrire e non sapere di cosa ha realmente bisogno..
lui grazie a dio ha la disponibilità economica per affrontare una terapia cognitivo comportamentale..infatti ora è in una comunità terapeutica praticamente 7 gioni si 7.. solo che mi chiedo quanto dovrà durare.. dal mio canto, rivoglio la persona che amo e la rivoglio felice.. ho paura del tempo che passa.. vorrei aiutarlo! come posso fare? |
io non so bene cosa ho se la fobia sociale o disturbo evitante di personalita evitante, pero ora sono sulla stra giusta per uscire e ora so cosa vuol dire vivere, gazie alla psicoterapia e ho letto molti libri sulla autostima, penso che più di tutto mi sono aiutato da solo con l'impegno di volerne uscire.
|
Re: DIALOGO AIUTO CONFORTO
Per Jalka.
Ho letto solo adesso il tuo messaggio autobiografico sul disturbo evitante di personalità. Io sono la fidanzata di un uomo della tua età che soffre di questo problema, problema che io ho scoperto solo di recente, dopo 5 anni di fidanzamento. Come ho fatto? Perchè per la seconda volta nell'arco di 5 anni mi ha allontanato violentemente dalla sua vita, senza una reale motivazione, e io ho dovuto, per amore, ripercorrere le tappe della nostra storia, che mi è parsa sempre costellata di sofferenze e di chiusure profonde, sempre di "no" e di immotivate rigidità nei miei confronti. Come la prima volta, mi ha chiesto di stargli lontana, mi ha detto di avere un problema psichico, che io ho dovuto capire da sola interpretando piccoli segni e parole fugaci pronunciate da lui nelle lunghe telefonate che sono succedute per diversi mesi a quella sua decisione per me agghiacciante. E' la fine di tutto? Non lo so ancora. Grazie per aver letto i miei pensieri. |
Re: DIALOGO AIUTO CONFORTO
Paradossalmente sarebbe stato meglio non aver mai avuto amici al fine di NON diventare evitanti... perchè alla fine i nemici degli evitanti sono proprio le persone conosciute, non le scnosciute... il dramma è questo.... persone a cui volevi bene e con cui stavi bene assieme ti tradiscono e diventano improvvisamente tuoi nemici... ma del resto è così la vita... non si è sempre adolescenti... prima o poi ci si dà del Lei e così via... ecco, l'incapacità di avere spontaneità è nell'evitante... vive tutto in modo formale... ho un amico che è diventato così... e sinceramente ho un po' paura di diventarci anch'io... per questo motivo non frequenterò spesso questo forum o mi ucciderò prima di esserlo diventato (del resto ci ho già provato due volte, ehehe).... adios....:D
|
Re: DIALOGO AIUTO CONFORTO
Ciao Daniele83,
io vorrei però evidenziare una cosa: qui si parla solo di coloro che hanno tale patologia e non di coloro che la subiscono, perchè i socialfobici/evitanti sono al tempo stesso vittime ma anche carnefici. Le persone che sono a loro vicine li temono al punto da diventare esse stesse evitanti nel tentativo di non creare squilibri che si potrebbero ripercuotere sul rapporto, di qualsiasi genere esso sia. Comunque io di una cosa sono certa: è meglio metterli di fronte alle situazioni che temono, perchè, se sono persone intelligenti, non solo le affronteranno, ma godranno anche della bellezza che è insita nelle cose di ogni giorno. La pensate anche voi allo stesso modo? ciao |
Re: DIALOGO AIUTO CONFORTO
Quote:
|
Re: DIALOGO AIUTO CONFORTO
Quote:
|
Re: DIALOGO AIUTO CONFORTO
Non so chi tu sia però mi piacerebbe sapere da te che cosa pensi dovrebbe fare la compagna di una persona con questo tipo di disturbo...io ho perso le staffe più volte e adesso sono stanca.
Ciao |
Re: DIALOGO AIUTO CONFORTO
eccomi ci sono pure io, il pensiero "perchè devo evitare quel posto per colpa di altri" mi aiuta molto ;)
|
Re: DIALOGO AIUTO CONFORTO
Quote:
|
Re: DIALOGO AIUTO CONFORTO
Quote:
|
Re: DIALOGO AIUTO CONFORTO
Quote:
Idem per illusione, preferirei scriverti in privato, per tentare di rispondere alla tua domanda, per quanto sia possibile e utile, dal momento che anche se abbiamo lo stesso disturbo ciò non ci rende tutti uguali, siamo persone, siamo tutti diversi. :rolleyes: |
Re: DIALOGO AIUTO CONFORTO
Pensavo di essere stata chiara. Non sono io a soffrire del disturbo ma il mio ormai ex.
|
Re: DIALOGO AIUTO CONFORTO
Quote:
Quote:
|
Re: DIALOGO AIUTO CONFORTO
Per Hurry Up
Il problema è che lui nn comunica con nessuno, nemmeno con i suoi parenti più intimi, genitori e sorella...preferisce pensare nel silenzio della sua stanza. E del lavoro, pur essendo un professionista affermato, preferisce la parte che non lo espone al dialogo con gli altri.... GLi auguro tanta buona fortuna, anche se a me ha fatto male davvero |
Re: DIALOGO AIUTO CONFORTO
Quote:
|
Re: DIALOGO AIUTO CONFORTO
Per Moon-watcher
Ok, Moon. Come avete potuto capire, io ho un carattere razionale e che tenta di risolvere le cose hic et nunc....ho sofferto molto per l'arrendevolezza e la rigidità del mio ex verso me e verso tutti e tutto |
Re: DIALOGO AIUTO CONFORTO
P.S.: per quanto riguarda la distinzione tra non comunicabilità e incomunicabilità, credo che nell'evitante coesistano entrambe le modalità legate al dissidio tra arrendersi al male (non comunicabilità) o superarlo (incomunicabilità)
Almeno questa è la modalità che il mio ex attivava e che gli ha procurato gli episodi di crisi di cui parlavo nel primo post. |
Tutti gli orari sono GMT +2. Attualmente sono le 22:03. |
Powered by vBulletin versione 3.8.8
Copyright ©: 2000 - 2024, Jelsoft Enterprises Ltd.