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Blood_Stained_Sky 16-12-2012 13:42

Il giorno in cui sono morto dentro
 
Ieri credo che sia stato il giorno in cui ho perso la speranza, la speranza di uscire da un incubo che va avanti da mesi e mesi. Sono giunto ad un punto, che la parola che si addice maggiormente alla mia esistenza (mi guardo bene dal chiamarla vita) è "vuoto". Sì, è proprio il vuoto che sento, il nulla più assoluto; sono entrato in un circolo vizioso che pare senza uscita. Da ormai 4 anni abbondanti soffro di disturbi di ansia e panico, dopo una lunga psicoterapia e un parzialmente ritrovato ottimismo, mi ero illuso di poter tornare ad avere una vita dignitosa, ma piano piano, quella che definisco una realtà anestetizzata è andata svanendo lasciandomi in un baratro senza fondo. Ho avuto come una specie di risveglio improvviso, che mi ha fatto rendere conto, di quanto sia solo e di quanto lo sia quasi sempre stato; mi vergogno a dire che ho avuto crisi di pianto in questi giorni, mi sento come se avessi mani e piedi legati e non avessi via di scampo, mi sento imprigionato, senza speranza, non mi resta niente, non ho un futuro, se non, uno pieno di solitudine e di sofferenza.

Altamekz 16-12-2012 14:15

Re: Il giorno in cui sono morto dentro
 
EeEeEEEEeeeeee, cosa ha scatenato il risveglio improvviso? Un episodio in particolare?

Sentry 16-12-2012 14:35

Re: Il giorno in cui sono morto dentro
 
Quote:

Originariamente inviata da Blood_Stained_Sky (Messaggio 947449)
mi vergogno a dire che ho avuto crisi di pianto in questi giorni, mi sento come se avessi mani e piedi legati e non avessi via di scampo, mi sento imprigionato, senza speranza, non mi resta niente, non ho un futuro, se non, uno pieno di solitudine e di sofferenza.

Non c'è nulla di cui vergognarsi. Comprendo quella situazione di impotenza, è molto difficile uscire dalla solitudine e avere la pazienza, la serenità e la forza per provare a riuscirci con il tempo. Così come è difficile riuscire a far sì che nascano le occasioni giuste per cambiare la propria vita.

Blood_Stained_Sky 16-12-2012 14:53

Re: Il giorno in cui sono morto dentro
 
Quote:

Originariamente inviata da Altamekz (Messaggio 947490)
EeEeEEEEeeeeee, cosa ha scatenato il risveglio improvviso? Un episodio in particolare?

Quello che me l'ha scatenato credo sia stato la delusione che mi ha dato una persona

Altamekz 16-12-2012 14:55

Re: Il giorno in cui sono morto dentro
 
Quote:

Originariamente inviata da Blood_Stained_Sky (Messaggio 947518)
Quello che me l'ha scatenato credo sia stato la delusione che mi ha dato una persona

mi ricorda qualcosa, sinceramente a parte lo shock iniziale ne sono venute solo cose costruttive.

Parlo per me, ma penso si posso applicare benissimo anche a te, vedere chiaramente in faccia la bestia ti può smuovere.

Blood_Stained_Sky 16-12-2012 14:56

Re: Il giorno in cui sono morto dentro
 
Quote:

Originariamente inviata da Sentry (Messaggio 947510)
è difficile riuscire a far sì che nascano le occasioni giuste per cambiare la propria vita.

Credo sia questo uno dei miei problemi maggiori, mi sono sempre mancate le occasioni giuste :(

Blood_Stained_Sky 16-12-2012 14:57

Re: Il giorno in cui sono morto dentro
 
Quote:

Originariamente inviata da Altamekz (Messaggio 947520)
vedere chiaramente in faccia la bestia ti può smuovere.

Spero sia così anche per me

conan 16-12-2012 15:12

Re: Il giorno in cui sono morto dentro
 
Quote:

Originariamente inviata da Blood_Stained_Sky (Messaggio 947449)
Ieri credo che sia stato il giorno in cui ho perso la speranza, la speranza di uscire da un incubo che va avanti da mesi e mesi. Sono giunto ad un punto, che la parola che si addice maggiormente alla mia esistenza (mi guardo bene dal chiamarla vita) è "vuoto". Sì, è proprio il vuoto che sento, il nulla più assoluto; sono entrato in un circolo vizioso che pare senza uscita. Da ormai 4 anni abbondanti soffro di disturbi di ansia e panico, dopo una lunga psicoterapia e un parzialmente ritrovato ottimismo, mi ero illuso di poter tornare ad avere una vita dignitosa, ma piano piano, quella che definisco una realtà anestetizzata è andata svanendo lasciandomi in un baratro senza fondo. Ho avuto come una specie di risveglio improvviso, che mi ha fatto rendere conto, di quanto sia solo e di quanto lo sia quasi sempre stato; mi vergogno a dire che ho avuto crisi di pianto in questi giorni, mi sento come se avessi mani e piedi legati e non avessi via di scampo, mi sento imprigionato, senza speranza, non mi resta niente, non ho un futuro, se non, uno pieno di solitudine e di sofferenza.

Cio' che hai vissuto in passato non è detto che debba condizionare necessariamente il tuo futuro. Non ha senso piangere pensando che in passato sei stato solo ecc ecc: il problema vero secondo me è che la problematica che ti affliggeva in passato (suppongo fobia sociale, ma non lo so) continua ad affliggerti anche ora. Se risolverai o attenuerai il tuo problema ci metterai davvero poco a costruirti una vita sociale soddisfacente e anche (se gia' nn lo hai) probabilmente a trovare un lavoro piu' o meno decente.

Marco Russo 16-12-2012 15:36

Re: Il giorno in cui sono morto dentro
 
Quote:

Originariamente inviata da Altamekz (Messaggio 947520)
mi ricorda qualcosa, sinceramente a parte lo shock iniziale ne sono venute solo cose costruttive.

Parlo per me, ma penso si posso applicare benissimo anche a te, vedere chiaramente in faccia la bestia ti può smuovere.

confermo, accaduto in più occasioni anche a me.
e spesso grazie alla psicoterapia, che all'inizio fa spesso star peggio.


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