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Non sarà che...(descrizione derealizzata di un incubo notturno reale)
Non sarà che andare in discoteca è per le persone che non hanno un cavolo da fare nella vita?Riflettevo su questo mentre, per la milionesima volta che mi trovo in discoteca a quasi 30 anni in tante occasioni della mia vita, guardavo la compagnia di amici ballare e ogni tanto lanciarmi una distratta occhiata,mentre sedevo a una sedia.
Ogni minuto che passava, il mio fastidio cresceva, non doveva finire così la serata, non volevo che finisse così. Mi chiedo quale sia la funzione della discoteca, cosa voglia dire ''divertirsi'' oggi, cosa voglia dire il divertimento oggi. Mi sembra tutto un enorme plagio della persona, fumisterie aperte per obnubilare le coscienze individuali, alcool a fiumi e droghe, musica a volume alto, tutto per? Sembra la Cina di inizio secolo, con la guerra dell'oppio, uno sbando totale. Non c'è senso in tutto questo, se non un rincoglionimento generale prodotto da chi guadagna su questo e da chi vuole un popolo bue. Ho promesso a me stesso che non ci rimetterò piede, non con questa gente, non in questo anno della mia vita. Io: che ho dovuto combattere contro mille traversie, che ancora a 30 anni sono mantenuto(con mia grande vergogna)dai miei e faccio sforzi sovraumani per superare i miei problemi e cercare di acquisire un reddito:guardo queste persone e non riesco a provare per loro un profondo disprezzo, schifo, ribrezzo come vorrei, solo profonda indifferenza e depressione totale. Ho bisogno però anche in modo contraddittorio di essere intollerante, in questa notte: mi sembrano tanti bimbiminchia irresponsabili e poco cresciuti, di quella mancata crescita che felicemente tocca chi non è segnato da ferite profonde e dal dolore ad esse correlato. Io stesso sono un irresponsabile, ma me ne rendo conto, cerco di emendarmi, non passo il tempo a cercare di cazzeggiare allontanandomi dai problemi, cerco di guardarli in faccia. La filosofia della discoteca e del ''divertimento serale'' è opposta al guardare i problemi in faccia, è proporzionale alla voglia di ''staccare'' dalla propria vita per crearsene una propria fittizia. Non è la mia vita:mentre cerco di placare la sofferenza che mi provoca, cerco di ammettere con me stesso, che non sarò mai come loro, non sarò estroverso, non mi piacerà uscire con le persone in compagnia, non mi piacerà passare il tempo in questo modo, la mia vita trascorrerà in modo differente. Sembra tutto un gigantesco nonsenso, un'esistenza così. Ho bisogno di ritrovare una rotta, un senso, una missione, una fede e una fiducia. Ho bisogno di persone che condividano questo mio senso della vita. E' così maledettamente difficile trovarne e quando le trovi finisci per cozzarci contro con un urto tale che l'ammaccatura ti rende concavo e non riesci a comunicarci, e così ti ci riallontani. |
Re: Non sarà che...(descrizione derealizzata di un incubo notturno reale)
Be', non sono mai entrato in una discoteca, ma posso assicurarti che non sia il luogo d'incontro del 90% delle persone in questo mondo durante il sabato sera.
Tu sei una di quelle persone che si reca in discoteca il sabato sera, come tante altre persone (ma di sicuro non la maggior parte), e se non ti piace o la disprezzi, basta semplicemente non andarci. Ma la cosa più importante è questa: non puoi dire che chi si diverte in discoteca sia uno stupido, nel senso di "rincoglionito", proprio perché le due cose non sono unite. Un conto è essere intelligente, magari un vero e proprio retore, un altro è passare il tempo in un modo quasi immorale. La tua esistenza non è un nonsenso, proprio perché la rotta l'ha si trova capendo prima di tutto ciò che non ci piace, e siamo sulla buona strada. |
Re: Non sarà che...(descrizione derealizzata di un incubo notturno reale)
Mh ti capisco abbastanza Martello. :pensando:
Anche io mai stato in discoteca, ma boh.. ho un'idea di come sia. Credo che, come in tante altre cose, conti molto la motivazione. Queste persone che si muovono compulsivamente urlandosi nelle orecchie, toccando gente sudata e creando legami fittizi e superficiali.. Considerano il "divertimento", la distrazione dai problemi, una motivazione sufficiente, se non valida, per fare tutto questo. Noi no. Per noi distrarci equivale a scoprire il fianco, a perdere un controllo che potrebbe lasciarci in mutande, fare male a qualcuno. Ma Se Trovassimo una motivazione anche noi per stare lì, potremmo tollerarlo. Da adolescente uscivo, e ok, non ero mister allegria. Ma continuavo per il quieto vivere E per l'interesse che nutro per l'umanità. Era come se studiassi i miei compagni di uscite. Era interessante. Invece che guardarmi superquark, mi guardavo le loro performance sociali, e io stesso magari ne approfittavo per testare o imparare qualcosa. Questa era la mia motivazione. Decaduta a un certo punto ma utile per diversi anni. Ora credo che potrei trovarmi bene con la giusta compagnia. Non vedo altre buone motivazioni all'orizzonte.. Se invece di considerarmi isolato all'interno di un locale orribile pieno di gente spaventosa, mi sentissi protetto dalla comprensione di una o qualche persona a cui tengo e che mi capisce. Ho una mezza idea che potrei persino divertirmi (scoprire il fianco, restare in mutande, far male a qualcuno -?-), anche in mezzo a un rave di pogatori in una rassegna di remix post-house delle canzoni di Gigi D'Alessio. |
Re: Non sarà che...(descrizione derealizzata di un incubo notturno reale)
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Re: Non sarà che...(descrizione derealizzata di un incubo notturno reale)
Sono stata un paio di volte in discoteca qualche anno fa e ovviamente non mi sono divertita. Ero rigida come un manico di scopa e non facevo che pensare " oddio basta!! ma quand'è che ce ne andiamo?".
Pensavo che viste le varie insicurezze e ansie non riuscivo a divertirmi e a lasciarmi andare in un posto del genere. Pensavo, insomma, che fosse un mio limite quello di non sapermi divertire in un ambiente del genere. Poi invece ho scoperto una grande verità: non ero io ad essere incapace di divertirmi, ma era l'accoppiata luogo sbagliato/amicizie sbagliate a non farmi rilassare e sentirmi a mio agio. E poi diciamolo, il 99% del divertimento in discoteca e dovuto all'alcool!! Perciò sono riandata in discoteca mentre ero all'estero, in un posto in cui non conoscevo nessuno ( e perciò mi sentivo libera di esprimermi e non mi sentivo giudicata), con degli amici che mi mettevano a mio agio e ero pure un po' alticcia... risultato: mi sono divertita! Certo, non alla follia, sempre nei limiti in cui una ragazza insicura si possa sentire a proprio agio a ballare vicino a delle ragazze molto più belle di lei, ma la mia carissima amica vodka mi aveva aiutato quella sera a credere ( erroneamente) che io potessi essere bella quanto loro... ;) |
Re: Non sarà che...(descrizione derealizzata di un incubo notturno reale)
L'ultima volta che mi ci hanno letteralmente trascinato, sono scappato via perchè la noia e il fastidio erano ben oltre il limite accettabile, qualcuno non l' ha presa molto bene.
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Re: Non sarà che...(descrizione derealizzata di un incubo notturno reale)
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Conosco abbastanza i gesti e le ritualità del popolo della notte, lo slang, persino come tenere lo sguardo in discoteca, come muoversi in modo giusto, cioè in modo apparentemente indifferente, è come un backup fatto nel mio encefalo che recupero al momento propizio e quando voglio, e così fingo, ma dentro proprio è dura trovare una motivazione a quello che sto facendo in quel momento. Quote:
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