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barclay 07-08-2012 11:30

Cos'ho imparato dai miei fallimenti
 
Vi siete mai chiesti se i vostri fallimenti vi hanno insegnato qualcosa?
Ecco quello che ho imparato io:
  1. alla fine si rimane sempre soli;
  2. non credere a niente di quello che ti dicono: cerca sempre le prove;
  3. non dare alcun significato ad alcun comportamento: tutti fingono;
  4. le tue qualità sono un bene solo quando le posseggono gli altri: nel tuo caso, ti rendono solo ripugnante o sfruttabile;
  5. quello che funziona per tutti gli altri non funzionerà per te.
Nel caso ve lo chiedeste, non l'ho sempre pensata cosí: ognuna delle suddette regole è nata da una serie di errori, da me commessi IRL :piangere:

clanghetto 07-08-2012 11:32

Re: Cos'ho imparato dai miei fallimenti
 
Ho imparato che quello che impari dai fallimenti quando sei mezzo depresso o hai l'autostima sotto i piedi...non è vero.

Allocco 07-08-2012 11:34

Re: Cos'ho imparato dai miei fallimenti
 
A me hanno insegnato che non posso prevedere il futuro basandomi sulle esperienze passate.

In realtà ho sempre la tendenza a provarci... ma sono decisamente meno convinto..

chrissolo 07-08-2012 11:35

Re: Cos'ho imparato dai miei fallimenti
 
Quote:

Originariamente inviata da barclay (Messaggio 824310)
Vi siete mai chiesti se i vostri fallimenti vi hanno insegnato qualcosa?
Ecco quello che ho imparato io:
  • alla fine si rimane sempre soli;
  • non credere a niente di quello che ti dicono: cerca sempre le prove;
  • non dare alcun significato ad alcun comportamento: tutti fingono;
  • le tue qualità sono un bene solo quando le posseggono gli altri: nel tuo caso, ti rendono solo ripugnante o sfruttabile;
  • quello che funziona per tutti gli altri non funzionerà per te.
Nel caso ve lo chiedeste, non l'ho sempre pensata cosí: ognuna delle suddette regole è nata da una serie di errori, da me commessi IRL :piangere:

Io non ho imparato... niente.... (di utile)

Perché la sofferenza è dannosa e inutile.

barclay 07-08-2012 11:44

Re: Cos'ho imparato dai miei fallimenti
 
Quote:

Originariamente inviata da Allocco (Messaggio 824315)
A me hanno insegnato che non posso prevedere il futuro basandomi sulle esperienze passate.

Fallendo e rifallendo, non ti chiedi mai perché nessuno/a sembra sfuggire a quelle regole? :testata:

Winston_Smith 07-08-2012 11:54

Re: Cos'ho imparato dai miei fallimenti
 
Ever failed. No matter. Try again. Fail again. Fail better. (Samuel Beckett)

Allocco 07-08-2012 12:19

Re: Cos'ho imparato dai miei fallimenti
 
Eh si ho fatto un casino coi quote e gli edit e mi si è cancellato il post :mrgreen:
Forza dell'abitudine! :mannaggia:

Comunque il succo del mio discorso si riassume nel primo intervento.. L'altro era un surplus relativamente inutile.
Come è relativamente inutile qualsiasi tentativo esterno di aiutarti, finché usi queste regole come scudo.

Io ti auguro di riuscire a liberartene, in qualche modo.

Markos 07-08-2012 12:20

Re: Cos'ho imparato dai miei fallimenti
 
Quote:

Originariamente inviata da barclay (Messaggio 824310)
Vi siete mai chiesti se i vostri fallimenti vi hanno insegnato qualcosa?
Ecco quello che ho imparato io:
  1. alla fine si rimane sempre soli;
  2. non credere a niente di quello che ti dicono: cerca sempre le prove;
  3. non dare alcun significato ad alcun comportamento: tutti fingono;
  4. le tue qualità sono un bene solo quando le posseggono gli altri: nel tuo caso, ti rendono solo ripugnante o sfruttabile;
  5. quello che funziona per tutti gli altri non funzionerà per te.
Nel caso ve lo chiedeste, non l'ho sempre pensata cosí: ognuna delle suddette regole è nata da una serie di errori, da me commessi IRL :piangere:

Si ma non sono regole assolute Barclay ma relative alla TUA esperienza...
Possono essere in parte adattate anche ad altri forse (al sottoscritto sicuro, visto la mia esperienza non indifferente in fatto di fallimenti, ma con dei distinguo da fare) ma non credo proprio a tutti come affermi...
Per quanto mi riguarda...
1)
Quote:

alla fine si rimane sempre soli;
Sentimentalmente parlando fino ad oggi per quanto mi riguarda corrisponde ma a livello amicale no..
2)
Quote:

non credere a niente di quello che ti dicono: cerca sempre le prove;
Quoto con il sangue...
3)
Quote:

non dare alcun significato ad alcun comportamento: tutti fingono;
Si direi che si può anche dire però che nascondano il loro reale pensiero ma è un qualcosa che facciamo tutti chi più chi meno...
4)
Quote:

le tue qualità sono un bene solo quando le posseggono gli altri: nel tuo caso, ti rendono solo ripugnante o sfruttabile;
Le tue qualità sono buone per una soloamicizia (come le mie d'altronde) e basta ma le mie personali certezze in materia le conosci credo e non le ripeto..
5)
Quote:

quello che funziona per tutti gli altri non funzionerà per te.
Vedi sopra....

bunker 07-08-2012 12:25

Re: Cos'ho imparato dai miei fallimenti
 
io ho imparato che non ho possibilità di lavorare per il mio CV di merda :piangere:

barclay 07-08-2012 12:37

Re: Cos'ho imparato dai miei fallimenti
 
Quote:

Originariamente inviata da Allocco (Messaggio 824350)
Eh si ho fatto un casino coi quote e gli edit e mi si è cancellato il post

Per equità, ho cancellato anche la mia replica http://www.fobiasociale.com/picture....pictureid=1036
Quote:

finché usi queste regole come scudo.
Qui sul forum NON le ho usate, ma ho scoperto che posso fare a meno di quelle regole solo con gli utenti maschi :testata:

chrissolo 07-08-2012 13:08

Re: Cos'ho imparato dai miei fallimenti
 
Quote:

Originariamente inviata da barclay (Messaggio 824310)
Vi siete mai chiesti se i vostri fallimenti vi hanno insegnato qualcosa?
Ecco quello che ho imparato io:
  1. alla fine si rimane sempre soli;
  2. non credere a niente di quello che ti dicono: cerca sempre le prove;
  3. non dare alcun significato ad alcun comportamento: tutti fingono;
  4. le tue qualità sono un bene solo quando le posseggono gli altri: nel tuo caso, ti rendono solo ripugnante o sfruttabile;
  5. quello che funziona per tutti gli altri non funzionerà per te.
Nel caso ve lo chiedeste, non l'ho sempre pensata cosí: ognuna delle suddette regole è nata da una serie di errori, da me commessi IRL :piangere:

C'è da dire che son quasi tutte cose soggettive e legate all'esperienza (negativa) individuale.
OGGETTIVAMENTE l'unica che può definirsi autentica in ASSOLUTO è la 2.

Il punto 4 lo trovo invece estremamente forzato, la gente più che altro è indifferente.. non è che ti (ci) trova ripugnante(i), è che non è interessata e basta e tante qualità non son sufficienti a rendere qualcuno "desiderabile".. serve .. (boh, non so che serve, io non ce l'ho)

Inoltre non è che la gente TI sfrutta, spesso CI si mette (per debolezza, bisogno) nelle condizioni di essere sfruttati..

Markos 07-08-2012 13:12

Re: Cos'ho imparato dai miei fallimenti
 
Quote:

Originariamente inviata da chrissolo (Messaggio 824375)
C'è Il punto 4 lo trovo invece estremamente forzato, la gente più che altro è indifferente.. non è che ti (ci) trova ripugnante(i), è che non è interessata e basta e tante qualità non son sufficienti a rendere qualcuno "desiderabile".. serve .. (boh, non so che serve, io non ce l'ho)..

Una mia amica (soloamica) direbbe che manca l'appeal...
Normalmente (almeno in base alle mie esperienze) viene riscontrato in persone con caratteristiche assai diverse dalle nostre che preferisco però non citare...

chrissolo 07-08-2012 13:24

Re: Cos'ho imparato dai miei fallimenti
 
Quote:

Originariamente inviata da Markos (Messaggio 824380)
Una mia amica (soloamica) direbbe che manca l'appeal...
Normalmente (almeno in base alle mie esperienze) viene riscontrato in persone con caratteristiche assai diverse dalle nostre che preferisco però non citare...

Sì, è giusto.
Ma "l'appeal" a me è sembrato di capire che, eccezioni a parte, è in gran parte costruito e frutto dell'esperienza..
Un bravo seduttore è uno che ha capito come, cosa e quando.

Il fatto è che se non riesci a fare nessuna esperienza non capirai mai un tubo di quali sono i meccanismi che si innescano e non arrivi mai a possedere nessun tipo d'appeal, solo insicurezza e inefficienza nell'approccio.

E' un circolo vizioso. Io non son mai riusciuto a uscirne.

Wolferstein 07-08-2012 13:37

Re: Cos'ho imparato dai miei fallimenti
 
Ho imparato che non mi sono dato abbastanza da fare quando dovevo e per paura e /o comodità ho sempre evitato le situazuioni spiacevoli. ma se si inizia a evitare poi si ha la conferma che la situazione è pericolosa e quindi la prossima volta si eviterà di nuovo innescando così un circolo vizioso. Ho sempre fatto resistenza al cambiamento e alle novità che ho sempe ritenute negative.......è qui sta l'errore. Solo imparando a convivere con il momentaneo disagio e la frustrazione del non riuscire al primo tentativo nell' affrontare situazioni nuove si può migliorare in ogni ambito della propria vita. Alla fine se si fanno sempre le stesse cose che ci danno sicurezza non si potrà mai migliorare....e si avranno sempre gli stessi risultati (scarsi e insufficienti). Peccato che non l' ho capito subito e quindi non l' ho messo in pratica questo atteggiamento e ho aspettato troppo e ovviamente le difficoltà e la paura è aumentata e il cambiamento diventa sempre piu difficile affrontarlo!

bunker 07-08-2012 13:40

Re: Cos'ho imparato dai miei fallimenti
 
sono talmente un fallito che alla prossima visita dallo psichiatra chiederò di far domanda per l'invalidità :(

chrissolo 07-08-2012 13:52

Re: Cos'ho imparato dai miei fallimenti
 
Quote:

Originariamente inviata da Wolferstein (Messaggio 824396)
Ho imparato che non mi sono dato abbastanza da fare quando dovevo e per paura e /o comodità ho sempre evitato le situazuioni spiacevoli. ma se si inizia a evitare poi si ha la conferma che la situazione è pericolosa e quindi la prossima volta si eviterà di nuovo innescando così un circolo vizioso. Ho sempre fatto resistenza al cambiamento e alle novità che ho sempe ritenute negative.......è qui sta l'errore. Solo imparando a convivere con il momentaneo disagio e la frustrazione del non riuscire al primo tentativo nell' affrontare situazioni nuove si può migliorare in ogni ambito della propria vita. Alla fine se si fanno sempre le stesse cose che ci danno sicurezza non si potrà mai migliorare....e si avranno sempre gli stessi risultati (scarsi e insufficienti). Peccato che non l' ho capito subito e quindi non l' ho messo in pratica questo atteggiamento e ho aspettato troppo e ovviamente le difficoltà e la paura è aumentata e il cambiamento diventa sempre piu difficile affrontarlo!

Tanto di quello che dici è vero, ed è stato così anche per me.
Però arrivi ad un certo punto che le cose vanno così male e il tempo DAVVERO inizia a mancare che a cambiare qualcosina ci provi "sul serio".
Lì però scopri che non basta opporsi alla paura del cambiamento, alla paura del rifiuto, a tutti i freni e i blocchi che uno ha: è che proprio ti manca qualcosa (=esperienza) e ogni tuo sforzo viene vanificato dalla modalità inefficace con cui lo conduci.
Cioè, io, forzandomi moltissimo, di cose diverse da quelle che ero solito fare (e che mi hanno portato a diventare totalmente evitante) ne ho provate negli ultimi anni, ma i risultati non ci sono proprio stati.. e adesso comincio a non saper manco più cosa devo FORZARMI a fare. Questa nuova condizione è orribile.

James86 07-08-2012 13:57

Re: Cos'ho imparato dai miei fallimenti
 
Dai fallimenti ho imparato che in generale quando capiti nella pupù è veramente dura risalirne....ho capito che tutto quello che uno fa è tutto perso...almeno cosi è stato per me....

Moonwatcher 07-08-2012 14:23

Re: Cos'ho imparato dai miei fallimenti
 
Innanzitutto dato che parli di fallimenti nel campo delle relazioni umane, e specificamente in quello delle relazioni con l'altro sesso, forse sarebbe stato meglio specificarlo.

Ecco quello che ho imparato io:
  1. non farsi aspettative esagerate;
  2. se stavolta è andata male non è detto che andrà sempre così;
  3. in generale non definirei mai una relazione umana un fallimento: per quanto spiacevole avrà sempre lasciato qualcosa;
  4. fallire != essere dei falliti.
(l'unica cosa di cui mi cruccio è di non aver imparato ancora appieno a rimediare a certi errori comunicativi: tipo il rimuginare troppo sui pensieri prima di esprimerli e cercare di precalcolare le parole da usare, ecc.)

Barclay, ti ha risposto bene Clang, senza offesa, tu non hai imparato nulla dai tuoi fallimenti: sei solo schiavo dei tuoi pensieri depressivi. Questo genere di pensieri li posso anche capire dopo che qualcosa è andato male, ma andrebbero ricacciati con forza, non istituiti a regola!

Quote:

Karen, paziente di uno dei gruppi di terapia che io seguo all'istituo RET di New York, insisteva nel dire che odiava se stessa, poiché durante tutta la sua infanzia la madre aveva continuato a dirle che era stupida e brutta. Rob, un altro membro del gruppo, la spalleggiava, sostenendo risolutamente di non avere fiducia in se stesso perché il padre desiderava che lui diventasse un ricco uomo d'affari, mentre egli era soltanto un funzionario statale mal pagato.
Gli altri pazienti ed io cercammo di mostrare a Karen e Rob che i loro fratelli e sorelle, che erano pure stati fortemente umiliati dai genitori erano - cosa assai singolare! - fiduciosi e contenti di sé. Niente da fare. Karen e Rob rimanevano fermamente aggrappati al proprio passato "traumatico" - e facevano poco per cambiare la situazione presente.
Audrey, una odontoiatra molto attraente, che per tutta la vita aveva detestato se stessa ed era tuttora timida e insicura, alla fine sbottò: "Sono arcistufa di sentire voi due piagnucolare e lamentarvi dei vostri dannati genitori e di come abbiano fatto di voi ciò che siete. Lasciate che vi racconti di mio padre e di mia madre. Erano le persone più care e gentili che avessi mai incontrato. Mi amavano e mi sostenevano in ogni modo possibile. Mi dicevano sempre che ero bellissim a e ritenevano che avrei potuto fare qualsiasi cosa nella vita. Essi trattavano mio fratello allo stesso modo; e lui era, ed è ancora, molto gentile nei miei confronti. Bene! Qual è il risultato di questo meraviglioso tipo di educazione? Voi vedete quale nullità io sia - sottomessa e piena di odio verso di sé! Quindi perché non mettete fine ai vostri piagnistei sulla orribile infanzia e vi concentrate sulla vostra vita attuale? Proprio come anch'io devo fare - a dispetto della mia meravigliosa infanzia!".
Altri tre membri del gruppo si unirono a Audrey nell'affermare che anche loro avevano avuto genitori bravi e amorevoli - e tuttavia odiavano se stessi. Uno di essi, José, disse: "Grazie alla RET ora capisco che opponevo alla tolleranza dei miei genitori la mia natura perfezionista. Non importa quanto essi mi accettassero, io mi rifiutavo ostinatamente di farlo. E tuttora mi rifiuto di spesso di farlo! Così continuo a impegnarmi per cambiare me stesso e il mio perfezionismo. E anche voi due fareste meglio a fare così!".
Sorpresi dalla reazione del gruppo, Karen e Rob erano sconcertati. Karen ebbe bisogno di riflettere, si impegnò con costanza per accettare se stessa e i propri fallimenti e infine riuscì a perdonare sua madre e ad avere un buon rapporto con lei. Rob per un certo periodo smise di manifestare risentimento verso il padre, ma poi ricominciò ad addossargli le colpe di tutti i suoi attuali problemi. Quindi lasciò il gruppo. Ora sono cinque anni che va dallo psicanalista e, stando a quanto mi ha riferito un suo amico che frequenta i miei workshop, passa ancora gran parte delle sue sedute a imprecare astiosamente contro suo padre.
(da L'autoterapia razionale emotiva di Albert Ellis)

Ogni volta che ti leggo tu mi ricordi un sacco questo Rob. :pensando:

E la tua repulsione per la TCC, o terapie analoghe come la RET, a mio avviso deriva proprio dal fatto che non vuoi assumerti la tua parte di responsabilità nella tua vita (dato che il primo principio della RET è appunto che siamo in massima parte padroni dei nostri disturbi emozionali), come Rob, ma preferisci continuare a fare la vittima, incolpando di volta in volta le donne, gli estroversi, i maschioni e chi più ne ha più ne metta.

Adesso ti incazzerai, me lo sento, ma quel che va detto, va detto.

Who_by_fire 07-08-2012 15:51

Re: Cos'ho imparato dai miei fallimenti
 
Quote:

Originariamente inviata da barclay (Messaggio 824310)
IRL

"IRL".

:miodio:


Un errore commesso al telefono è considerato "IRL"? E su skype? E tramite email? E tramite sms?

Tutta la vita è reale; non esiste la "vita virtuale".

Winston_Smith 07-08-2012 15:57

Re: Cos'ho imparato dai miei fallimenti
 
Quote:

Originariamente inviata da barclay (Messaggio 824310)
Vi siete mai chiesti se i vostri fallimenti vi hanno insegnato qualcosa?
Ecco quello che ho imparato io:
  1. alla fine si rimane sempre soli;
  2. non credere a niente di quello che ti dicono: cerca sempre le prove;
  3. non dare alcun significato ad alcun comportamento: tutti fingono;
  4. le tue qualità sono un bene solo quando le posseggono gli altri: nel tuo caso, ti rendono solo ripugnante o sfruttabile;
  5. quello che funziona per tutti gli altri non funzionerà per te.
Nel caso ve lo chiedeste, non l'ho sempre pensata cosí: ognuna delle suddette regole è nata da una serie di errori, da me commessi IRL :piangere:

Queste regole per te hanno validità universale o individuale, legata al tuo caso specifico? Se la risposta è la seconda, come credo, hai degli elementi concreti e oggettivi per sostenere che anche tutte le persone che conoscerai in futuro si comporteranno secondo queste regole?
Gradirei come risposta un sì o un no, e motivati, grazie.


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