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L'eterno ritorno di tutti i fallimenti ovvero come osservare la propria vita disfarsi
E' un momento di clamorosi fallimenti. Addirittura sembra che io abbia dei tratti evitanti, oltrechè fobico, ma di questo devo ancora prendere consapevolezza.
Praticamente tutta la settimana fino al venerdì la passo a subire delle persone che detesto interiormente, sentendomi prostituito a quella funzione che non desidero affatto svolgere, e sentendomi rivolgere ogni tipo di insinuazione da questi colleghi i quali, come in caserma, nella migliore tradizione nonnizzano il nuovo arrivato(peccato che non ci riescano verbalmente in quanto il sottoscritto abbia delle modeste capacità logiche per controbattere minimamente) Il resto dal venerdì al lunedì', sento di avere accumulato una tale dose di aggressività, di sfruttamento, di controllo, di terrore , di controllo di me stesso, che mi sento costretto a passarlo nel luogo più sicuro che io abbia:casa(banale dirlo ma è così)E così si ripete uno schema lungamente vissuto(dalle scuole elementari fino all'università e poi nel periodo di fancazzismo). Io evito perchè solo così riesco a mantenermi in equilibrio sul filo della sanità mentale. Io evito perchè solo così riesco a non avere paura di subire altre sofferenze durante il fine settimana. Io evito perchè vedo una parte di umanità irrimediabilmente cattiva e spietata, e non mi va di uscire fuori nel mondo(e poi a far che e per che motivo?) a dire sempre le stesse quattro cavolate e a fare sempre le stesse cose. Non giustifica il tutto il fatto di stare insieme(si può stare insieme in tantissimi modi invece che uscire, perchè non si pensa mai allo stare insieme in modo differente?). Io evito perchè è l'unico modo per riprendere contatto con me stesso e con i miei sentimenti e le mie emozioni e pensieri, che devono invece scomparire il lunedì per fare largo a una persona sottoposta alle correnti emozionali, di spinte e controspinte pulsionali, di tempeste istintuali da tenere a freno come si tiene un leone in gabbia. Ovviamente mi sento schiacciato da tutta questa situazione schifosa, solo perchè sono costretto a farlo. Vivere una vita così non ha senso, lavorare e soffrire, e soffire quando non si lavora per i danni subiti durante quel tempo, e pensare tutto il tempo a rimarginare le proprie ferite. E' un periodo da stringere i denti, è un periodo di sangue e chissà quali spiacevoli accadimenti che mi attendono, è un periodo di lotta, interiore e esteriore, in genere ne esco più forte e fondamentalmente più cinico e ancora più incazzato di prima, anche se finalmente libero nei miei vagabondaggi mentali e psicologici. Voglio subito delle notizie da altri evitanti se hanno una situazione così sul lavoro e poi passano il resto meschino della settimana a leccarsi le ferite della settimana, mentre il resto dell'umanità se ne fotte altamente(e anche legittimamente) e se la spassa. Che si dia un senso a tutto questo soffrire, è quello che forse cerco, e forse anche no, forse solo un pò di compagnia a questa solitudine compagna amara del dolore. |
Re: L'eterno ritorno di tutti i fallimenti ovvero come osservare la propria vita disf
Ma non hai la possibilità di cercare un altro lavoro?
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Re: L'eterno ritorno di tutti i fallimenti ovvero come osservare la propria vita disf
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Intanto chiediti se ci arrivo all'altro lavoro, o se non mi internano in qualche casa-famiglia nel frattempo, e comunque mi prendo una batosta di sofferenze inenarrabili fino a quando non cambio. Troppa sofferenza, e quale è il senso?Mentre la mia vita sociale va a pezzi. |
Re: L'eterno ritorno di tutti i fallimenti ovvero come osservare la propria vita disf
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Re: L'eterno ritorno di tutti i fallimenti ovvero come osservare la propria vita disf
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Sai comincio a chiedermi il senso di tutto questo vorticoso turbinio di fare, fare ,fare, non che fossi abituato a non fare, ma non sono abituato a subire, e questo forse mi farà bene,perchè mi renderà maggiormente responsabile, o maggiormente ribelle chissà. Quote:
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Re: L'eterno ritorno di tutti i fallimenti ovvero come osservare la propria vita disf
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Nessuna polemica figurati, capisco di cosa parli. |
Re: L'eterno ritorno di tutti i fallimenti ovvero come osservare la propria vita disf
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Re: L'eterno ritorno di tutti i fallimenti ovvero come osservare la propria vita disf
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Certo possiamo lamentarci e scalpitare quanto vogliamo, alziamo pure la voce e cerchiamo pure la soluzione, ammiro chi ha voglia di farlo (anche se in verità lo considero un po' ingenuo)... per quanto mi riguarda ho smesso di cercare soluzioni e mi sono adattata. |
Re: L'eterno ritorno di tutti i fallimenti ovvero come osservare la propria vita disf
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Mi chiedo, fino a che punto sia giusto adattarsi a qualcosa che è malato?Ci si ammala insieme al tutto?Non ho mai voluto adeguarmi a tutto questo non per mancanza di forze(ho vissuto vicende abbastanza travagliate da dimostrare che di forze ne ho un pochetto), ma perchè fondamentalmente non trovo un senso in quello che sono costretto a soffrire.La discussione si sta ramificando terribilmente ma credo che tu abbia causato una apertura di dighe spaventosa nella mia coscienza. I fallimenti derivano da una consapevole e dolorosa presa di coscienza che io non sono completamente adattabile a questo tipo di vita. Per adattarmi devo violentarmi, e a un certo punto, gli equilibri fragili si spezzano, non si modellano come molti riescono a fare. Credo che in quella fase si raggiunga una fase psicotica acuta, che vorrei evitare. |
Re: L'eterno ritorno di tutti i fallimenti ovvero come osservare la propria vita disf
Anche a me è capitato di vivere una quotidianità asfissiante e di rifugiarmi in me stesso, nella mia casa, per recuperare le forze. Ho risolto cambiando il mio atteggiamento nei confronti di quell'ambiente e delle persone che lo popolano. Obiezione: non è sempre possibile. E' vero, allora tocca cambiare ambiente, c'è poco da fare.
Per il resto la critica verso il "sistema" la rifuggo. E' qualcosa che ho fatto per anni, ma credo che sia esagerato dire che tutto intorno a noi è marcio, le risposte le devi trovare prima di tutto in te. Purtroppo i sacrifici come il lavoro pesano perché non abbiamo uno scopo nella vita. Per lo sportivo gli allenamenti durissimi, le rinunce, gli infortuni, non sono veri sacrifici, perché c'è la consapevolezza che lo si fa per sé stessi e per un fine più importante. Ma tu perché lavori? Per consumare i soldi in cose che non ti soddisfano, per condurre una vita vuota. Se avessi una donna, una famiglia, delle passioni che ti fanno fremere, il lavoro sarebbe uno strumento per avere soldi a loro volta da usare per questi che sarebbero i tuoi veri obiettivi. Allora il sacrificio del lavoro avrebbe senso. Insomma il problema è che ti mancano i pilastri di una vita piena e vera. Questo è quello che vale per me.. |
Re: L'eterno ritorno di tutti i fallimenti ovvero come osservare la propria vita disf
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Re: L'eterno ritorno di tutti i fallimenti ovvero come osservare la propria vita disf
Più mi guardo attorno e più mi sento oppresso, più mi sento oppresso e più mi vien voglia di isolarmi.
E' un assedio. Mi adeguo chiudendo gli occhi e facendo finta di nulla, andando avanti come se niente fosse. "Così proseguono tutti, ognuno a modo suo, la vita quotidiana con e senza ripensamenti; tutto pare proseguire il suo corso abituale e, come avviene anche nei casi più straordinari quando tutto è in gioco, si continua a vivere come se non stesse succedendo nulla" |
Re: L'eterno ritorno di tutti i fallimenti ovvero come osservare la propria vita disf
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Re: L'eterno ritorno di tutti i fallimenti ovvero come osservare la propria vita disf
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Non ho detto che devi andare contro la tua natura, semplicemente può darsi che ti sei rapportato con gli altri nel modo sbagliato. Se così non è, allora devi cambiare ambiente. E fin qui siamo d'accordo. Quote:
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Re: L'eterno ritorno di tutti i fallimenti ovvero come osservare la propria vita disf
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Per fare questo occorre procurarsi il denaro, nella stragrande maggioranza dei casi. Nel mio caso sicuramente sì. Anche se girare il mondo è già + un sogno che qualcosa che desidero realmente. Desidero realmente una vita normale come quella che hai detto tu |
Re: L'eterno ritorno di tutti i fallimenti ovvero come osservare la propria vita disf
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Però non si può neanche vivere girando il mondo, a parte pochi fortunati tipo i documentaristi, sicché si torna al punto di prima. Ci vuole un nocciolo duro routinario di attività che ci soddisfino. Anche mio padre non ne può più del suo lavoro, ma è pur vero che c'è tanta gente che è contenta del suo lavoro e dice di realizzarsi in questo (dobbiamo credergli). Avere una compagno/a, dei marmocchi ed una casa comprata con i nostri risparmi, potrebbe essere un semplice atto d'omologazione, ma potrebbe benissimo essere anche qualcosa di soddisfacente. Magari ce l'avessi io una vita così "omologata".. |
Re: L'eterno ritorno di tutti i fallimenti ovvero come osservare la propria vita disf
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Penso che sia tutto un sottile equilibrio di ingredienti tra omologazione e uscire fuori dai ranghi, è un armonia che si dona a se stessi e alle persone vicine, poi non tutto magari funziona, perchè siamo umani, ma questa è anche la bellezza della vita, la consapevolezza di risolvere i problemi che si presentano di volta in volta sotto forma di problemi affettivi, economici. Io ammiro la tua normalità in realtà, solo che non voglio che sia esattamente come tutti, voglio che sia la ''mia'' normalità, tagliata su misura per me e soprattutto per le persone che sono insieme a me, per essere felici. Non voglio una normalità vendutami da chissà quale abile venditore di cammelli. Oserei dire che voglio una ''normalità dinamica'' in continua, perenne evoluzione, con un nocciolo duro di valori al centro, che le fa da fondamenta. |
Re: L'eterno ritorno di tutti i fallimenti ovvero come osservare la propria vita disf
scusa, se non hai voglia di lavorare vai a fare l'eremita
mangi banane, mele vivi nelle foreste e dormi nelle grotte chi te lo impedisce |
Re: L'eterno ritorno di tutti i fallimenti ovvero come osservare la propria vita disf
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L'eremita non ho voglia di farlo, mi si rovinano i piedi nella foresta. Le banane te le mangi tu. |
Re: L'eterno ritorno di tutti i fallimenti ovvero come osservare la propria vita disf
Vorrei risponderti anche se probabilmente andrò fuori tema.
Ai tempi della prima superiore mi sono ritrovata in una classe formata da persone troppo differenti da me. Non riuscivo a integrarmi o meglio loro facevano di tutto per non farmi integrare. A me sarebbe bastato essere lasciata in pace, avevo già una situazione molto difficile in casa e tanto bastava. Eppure no. C'erano sempre battutine e battutone, non andavo mai bene. Non avevo i vestiti giusti, le marche giuste. Non frequentavo i luoghi "in". Non ero come loro. Sono arrivati persino a gettarmi in testa un cestino, quelli che si usano per le cartacce.. perché quello era il mio posto. Il bidone della spazzatura. Non vedevo l'ora che arrivasse il sabato pomeriggio per poter passare il fine settimana nel mio porto sicuro.. il computer (non ti dico la casa perché nella mia famiglia c'era una situazione complicata e tutto era tranne che un luogo tranquillo). Il computer, i miei videogiochi.. i programmini per fare grafica. Quelle persone ora sono cresciute, lavorano e sono rimaste per lo più uguali. Se non vai in quel pub conti 0, se non l'hai l'iphone sei un barbone... e ti guardano dall'alto in basso. E hanno sempre una parolina dolce... ci siamo capiti. Ancora oggi il computer è il mio approdo sicuro. E ancora oggi evito quella marmaglia, sì. Più conosco le persone e più cerco di evitarle.. anche se so che non tutte sono così... |
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