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Amarezza.
Se fossi una persona che spende lacrime forse ne piangerei qualcuna, adesso. Ho praticamente perso il conto delle volte in cui ho sentito dire ai miei la frase "tanto lei non è in grado, ormai". E poi penso "quella lei sono io".
Certo, è vero, ho difficoltà a fare qualsiasi cosa da sola, anche a restare a casa a volte, e chiedo che mi sia detto in anticipo tutto ciò che mi coinvolge, altrimenti mi vien il panico. Però, frequento Medicina (il che m'è costato non poco), ho dato tutti gli esami previsti con buoni risultati, aiuto in casa, cucino a pranzo e cena per tutti. Insomma, nel mio piccolo faccio ciò che posso. Non cerco ringraziamenti nè elogi, so che è il mio dovere come membro di una famiglia. Però penso che, pur non mettendo in discussione il bene che nutrono nei miei confronti, ormai mi sottovalutino troppo..e non credo di meritarlo. Forse son presuntuosa ed ingrata e mi sento anche in colpa per questi pensieri. Però sono stanca. Come se non sentissi le parole pronunciate di notte, quando credono ch'io dorma. Vorrei non ascoltarle per davvero..ed ecco che mi incolpo di nuovo, perchè non riesco a dormire mentre dovrei. Quante perplessità. Voglio notti silenziose, senza pensieri. Così non va, non ce la faccio proprio. Razionalmente, ancora credo di non esser poi così male. Ma in realtà mi reputo null'altro che un enorme fallimento, un'inetta. Ed ora mi son anche sfogata "in pubblico", non è da me. Vabbè. |
Re: Amarezza.
I genitori spesso contribuiscono ad alimentare le nostre insicurezze, pretendono dai figli più di quanto pretendino da loro stessi...vivi la tua vita cercando di non badare al loro giudizio, non ne hai bisogno...complimenti per la scelta del brano musicale dei radiohead è uno dei miei preferiti...
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Re: Amarezza.
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Anche a me piace, però mi mette proprio tristezza. |
Re: Amarezza.
è tutta la vita che convivo con ste cose , addirittura quando ci sono pure i nonni si arriva a livelli inspiegabili.
"stai sempre mezzo addormentato, guarda t ho comprato il giornaletto c è scritto 500 posti etc...." oppure guarda marco c è un concorso a ..... perchè non fai questo corso? ..... mi hanno creato la paura del lavoro e in generale mi isolo perchè mi faccio schifo da solo sentendomi in colpa come fai tu , io ormai ho 27 anni non ne esco piu spero che tu abbia piu tempo di me e piu forza di volontà ps : ah eh in tutto questo penso che abbiano anche ragione. ma sono imbalsamato |
Re: Amarezza.
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Il punto è che anche se tu concordi con alcune delle cose che ti dicono, fin quando non sarai tu ad importi di voler cambiare strada e convincerti che è davvero ciò di cui hai bisogno, le cose non cambieranno. Però non buttarti giù così, ti ripeto, credo che con le motivazioni giuste tu abbia tutto il tempo di uscire da queste spiacevolissime situazioni. Coraggio. :) |
Re: Amarezza.
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Credo che se dicessi loro di questi stati d'animo scaturiti da parole buttate così, risulterei ingrata. Non voglio lamentarmi, non lo faccio mai. Anche se parlare chiaramente, come dici, sarebbe la soluzione probabilmente. :testata: |
Re: Amarezza.
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cmq il post è tuo e alla fine finisco sempre col parlare di me cmq era per farti capire che anche ad altri come me le parole dei cari feriscono non poco |
Re: Amarezza.
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Credo tu non voglia realmente essere "nessuno", essendo quasi un'imposizione nata nel tempo. E poi ognuno stabilisce il proprio schema di vita, mentre sembra che tu creda di doverne seguire uno già stabilito, magari dai tuoi. Ecco perchè hai sviluppato questo rifiuto. Ma le cose possono sempre cambiare e tu puoi ancora scrivere la tua storia. Non sottovalutarti, scegliere del proprio futuro a 18/19 anni non è affatto semplice. Magari con qualche anno in più ed un pò di consapevolezza/esperienza che non guasta, la scelta risulta anche migliore. |
Re: Amarezza.
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Il problema sono loro che probabilmente hanno qualche grossa fissazione (e forse più di una) e allo stesso tempo non hanno nemmeno la decenza di parlarne assicurandosi che tu non senta... |
Re: Amarezza.
Non devi lasciare che il tuo morale venga condizionato nè da genitori nè da parenti.. sai quante volte i miei parenti mi hanno etichettato in un modo.. e quante volte se gli dicevo che volevo fare una cosa loro la buttavano sul ridere e dicevano che non ce l'avrei fatta o mi sminuivano.. ma poi le ho fatte. E per alcune di quelle cose,la cosa grave, è che prima di farle non ci credevo nemmeno io. Quando tutti attorno ti sminuiscono finisci per crederci di valere poco e quello non deve accadere. Bisogna tapparsi le orecchie ed andare avanti, devi essere tu a stabilire chi sei e quanto vali,non gli altri.
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Re: Amarezza.
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In effetti, alla fine mi sto convincendo di valere poco, come persona, nonostante riconosca i miei "successi" in altri ambiti. Potrà sembrare contraddittorio, o forse vedo solo contrapposte la ragione e l'irrazionale svilimento. Come si fa a tapparsi le orecchie quando parlano le uniche persone alle quali ancora presti attenzione? |
Re: Amarezza.
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Io non so come interpretare le loro parole. Sfogo? Delusione? Apprensione? Rabbia? Non lo so. Ma ogni parola annienta un pò dell'autostima che ancora mi resta. E mi sento pure stupida per permetterlo. :miodio: |
Re: Amarezza.
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L'errore che si fa in questi casi è quello di credere che l'altro* sappia la verità su di te. Può permettersi di essere anche incoerente. Tanto ci sarai tu, sempre, a trovare una ragione, un perché di quel particolare comportamento. E quindi si spendono un mucchio di energie nel tentativo di interpretarlo, e dunque di adeguarsi. Non lo devi sapere appunto perché il rapporto non è mai stato fatto, ma si fa. È un continuo rinegoziare. * Exempli gratia: Dio, genitori, consenso sociale, scienza. |
Re: Amarezza.
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Anche se appunto, come dici, l'adeguarsi neanche costituisce una soluzione ammissibile, mi sembra demoralizzante. Ma, ripeto, magari ho frainteso. |
Re: Amarezza.
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Tu dici che non sai che cosa vogliono i tuoi genitori da te. Che non sai come interpretare le loro parole. Semplicemente: non hai bisogno di saperlo. Non sanno niente di te, e non sanno neanche che vogliono da te. L'estratto di Benjamin che ho postato ieri diceva che la realtà “interiore” è in ogni momento pura improvvisazione; Sartre che siamo condannati ad essere liberi. Non esiste la verità come possesso, non hai da cercarla o sospettarla in qualcuno, i tuoi genitori, i tuoi parenti, non sanno di te qualcosa di esoterico che tu non saprai mai. Non sai niente di te soltanto se continui a credere che a saperlo sia qualcun altro. |
Re: Amarezza.
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anche a me è successo così con genitori e parenti, il brutto è che spesso invece di incoraggiarti, farti forza o darti consigli sensati ti sminuiscono (in particolare per quanto mi riguarda il discorso vale con mio padre con il quale non vado d'accordo). quante volte mi diceva/no "io non ti ci vedo proprio..." "guarda che se intraprendi quella strada poi ci sono tanti "contro"..." e poi, come Halastor, questa mania di buttarla sul ridere (che a me ha sempre dato molto fastidio!). infatti bisogna andare avanti a testa alta senza ascoltare nessuno (o perlomeno coloro che non credono nelle tue capacità), intanto ho già raggiunto dei risultati che loro neanche immaginavano e ho lavorato anche diversi anni a contatto con il pubblico. il brutto è che sono tempi difficili per rendersi indipendenti dai genitori (intendo dal punto di vista finanziario, tra lavori a termine e insicurezza..) però bisogna andare avanti e fare di tutto (il possibile e l' impossibile) per realizzarsi e per uscirne.. mai mollare, poi almeno si avrà la soddisfazione di averci provato e l'autostima sarà comunque molto più elevata.. |
Re: Amarezza.
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Pur non necessitando di sapere cosa vogliano e cosa intendano le loro parole nè di capirlo al fine di conoscere me stessa, in realtà credo si cerchi conferma più che altro in coloro i quali ci circondano. Non che sia giusto, tutt'altro. Solo è un comportamento praticamente insito in alcune persone. Indagare la propria verità indipendentemente dal giudizio altrui è quasi utopico, per me. L'ultima frase che hai scritto mi sta facendo riflettere non poco. |
Re: Amarezza.
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Mi rendo conto del fatto che la mia autostima sarebbe decisamente più alta senza parole di troppo e paradossalmente alle volte mi vien voglia di mollare tutto a causa di pensieri quasi inculcatimi a forza, anche se involontariamente. |
Re: Amarezza.
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Se mi porti un problema e neanche una soluzione, allora sei parte del problema. |
Re: Amarezza.
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Poi penso chissà se c'è davvero qualcuno interessato a risolvere un problema nel quale non si sente direttamente coinvolto. Magari è vero che in realtà bisogna vedersela da soli, fin quando si è afflitti da un problema. Solo così si ha la certezza di trovare la soluzione che meglio s'adatta all'esigenza. Forse anche seguire indicazioni altrui, ammesso che siano sincere e disinteressate, potrebbe fuorviare e non ovviare alla situazione. |
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