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muttley 18-04-2012 18:19

"Nessun sé, nessun problema"
 
Mi sono recentemente imbattuto in questa frase...che ne pensate?

muttley 18-04-2012 18:27

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Ma ne hai capito il significato?

bunker 18-04-2012 18:28

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
nessun se, nessun problema

Yannis Akis 18-04-2012 18:29

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Quote:

Originariamente inviata da clementina (Messaggio 735667)

Idem. :pensando:

mattia_zu86 18-04-2012 18:31

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
"sé"? :miodio:

nymphe 18-04-2012 18:32

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Ci provo :ridacchiare: (a ognuno la propria interpretazione :interrogativo:)

Credo che sia irrealizzabile, almeno per me. Com'è possibile che non ci sia nessun sé?

Marco Russo 18-04-2012 18:35

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 735666)
Mi sono recentemente imbattuto in questa frase...che ne pensate?

è quello che faccio da 8 anni a questa parte quando devo risolvere delle incombenze.
mi depersonalizzo.
immagino me stesso come in un film, in 3° persona. Penso a quello che devo fare, a volte lo iconizzo visivamente in dei quadratini, che immagino in fila, tipo nel videogioco "the sims".
più mi rendo conto di stare male, più devo essere inflessibile su questo metodo.
lavarsi i denti - fatto.
lavarsi i capelli - fatto.
vestirsi - fatto.

se non faccio così la testa inizia a subissarmi di seghe mentali mostruose e attività sostitutive volte al solo scopo di farmi procrastinare ogni mia incombenza.

Funziona? Sì.
Ma a che prezzo. Fai così per 5 giorni di fila e poi vuoi spararti.

very90 18-04-2012 18:36

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Muttley ma sé o se? Non ho capito :pensando:

muttley 18-04-2012 18:44

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
E' sé con l'accento, ovvero l'ego, la percezione di se stessi come entità finite, immutabili e immodificabili.
Che pensate dell'idea che il sé vada progressivamente decostruito?

clizia 18-04-2012 19:00

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Sicuramente sarebbe più facile vivere senza problemi, ma il prezzo da pagare a mio avviso sarebbe troppo alto. Mi sembra una spersonalizzazione troppo estrema, che ci renderebbe simili ad automi senza emozioni. Nel bene o nel male l'uomo è tale se coltiva il suo sé, se riesce ad arricchirlo. Non credo che la soluzione sia rinunciarvi.

Myway 18-04-2012 19:11

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 735687)
E' sé con l'accento, ovvero l'ego, la percezione di se stessi come entità finite, immutabili e immodificabili.
Che pensate dell'idea che il sé vada progressivamente decostruito?


Penso che il sè è una cosa,l'ego un'altra.
Nessuno dei due può sparire, forse giusto l'ego in caso di gravissime turbe psichiche.
La soluzione vera è conoscere il proprio ego, poi riuscire a comandarlo e poi (moooooolto poi ) conoscere il proprio sè.

TomRogerRobert 18-04-2012 19:12

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Io penso il contrario della frase...

Credo che solo quando avrò fatto pace con me stesso, quando avrò capito chi sono, cosa penso, quale è la mia prospettiva di "vita", solo allora potrei costruirmi un "io" al di fuori di me, una proiezione della mia personalità all'esterno. Adesso non faccio che reprimermi, forse anche perchè non mi voglio adeguare alle strutture sociali che il mondo ha costruito, e con le quali non si può non essere costretti a fare i conti. Ma ovviamente mi reprimo anche perchè ho il timore di mostrare il "me stesso" che ancora che non conosco, che è poi la causa scatenante della paura del rifiuto e dell'emarginazione.

E quindi che faccio io? Mi emargino... furbo eh??:testata::testata:

(tra l'altro la filosofia che la frase racchiude si potrebbe anche riassumere in: "bevo e dimentico", filosofia che potrebbe essere lenitiva, ma non certo taumaturgica)

Marco Russo 18-04-2012 19:29

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Quote:

Originariamente inviata da TomRogerRobert (Messaggio 735704)
(tra l'altro la filosofia che la frase racchiude si potrebbe anche riassumere in: "bevo e dimentico", filosofia che potrebbe essere lenitiva, ma non certo taumaturgica)

non avrei potuto usare parole migliori :bene:

Hexley 18-04-2012 19:34

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
una tipica "buddhanata" zen :D

significa che se non hai un "io" non puoi avere problemi perché accetti tutto quello che succede

però come modo per evitare i problemi è una fesseria

diventare un buddha solo per evitare i problemi è ridicolo

è fake, una messinscena

un buddha che diventa buddha per evitare i problemi è un poser

La buddhità arriva da un indagine conoscitiva alla scoperta della Coscienza, in cui alla fine rimane solo la Coscienza, poiché colui che cercava è andato perduto nel processo
La buddhità metaforicamente corrisponde a uno specchio che si riflette in un altro specchio: concettualmente è il nulla e l'infinito insieme... ma per un buddha quella è un esperienza diretta, non un concetto.

Mahamudra è al di là di ogni parola e simbolo.
(...)
Se, guardando nello spazio, non si vede nulla,
e se, allora, con la mente si osserva la mente,
si distrugge ogni distinzione
e si raggiunge la Buddhità.
Le nubi che vagano per il cielo
non hanno radici, non han casa;
e così sono anche i pensieri discriminanti
che attraversano la mente.
Quando si è vista la mente universale,
ogni discriminazione cessa.
Nello spazio nascono forme e colori,
ma lo spazio non è macchiato ne dal bianco ne dal nero.
Dalla mente universale emerge ogni cosa,
ma essa non è macchiata ne dai vizi ne dalle virtù.
(...)
La pratica di mantra e paramita,
la conoscenza dei sutra e dei precetti,
gli insegnamenti delle scuole e delle scritture
non valgono a produrre la consapevolezza della verità innata;
perche la mente che, piena di desiderio,
insegue un fine
non fa che nascondere la luce.
(...)
Per conoscere ciò che è al di là sia della mente che della pratica
bisogna tagliare di netto la radice della mente
e, nudi, guardare;
bisogna abbandonare ogni distinzione
e restare rilassati.
(...)
Mahamudra è al di là dell'accettazione e del rifiuto.
(...)
Dapprima la mente dello yogi
precipita come una cascata;
a metà strada, come il Gange
fluisce lenta e placida;
alla fine è un vasto oceano,
in cui la luce del figlio e quella della madre si fondono.

(Tilopa, Canto di Mahamudra)

detto tutto, detto niente
bau bau, miciu miciu
:D:sarcastico:

muttley 18-04-2012 20:04

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
La frase è una citazione e rappresenta indubbiamente un'esagerazione (come quella, assai celebre, relativa all'uccisione del buddha), tuttavia il suo atteggiamento, dottor hexley, è strafottente ai limiti del regolamento e mi spinge a porre alla moderazione la richiesta per un suo ban immediato e irrevocabile.

Miky 18-04-2012 20:07

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 735666)
Mi sono recentemente imbattuto in questa frase...che ne pensate?

penso che ti fa male leggere troppo

muttley 18-04-2012 20:09

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Richiesta di ban anche per miky :sarcastico:

manuel.76 18-04-2012 20:10

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 735666)
Mi sono recentemente imbattuto in questa frase...che ne pensate?

:pensando:

clizia 18-04-2012 20:16

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Ma in una società individualista, competitiva e chiassosa come la nostra è possibile dimenticare il proprio sé? Mi sembra impossibile realizzare ciò che dici nel contesto in cui viviamo.
Per percorrere il cammino che tu dici, sor Muttley, direi che bisognerebbe vivere come il monaco del film "Primavera, estate, autunno, inverno e ancora primavera"....lontani dalla civiltà, immersi nel silenzio della natura, vivendo all'unisono con i suoi ritmi circolari e lenti ...

Dedalus 18-04-2012 20:22

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 735687)
Che pensate dell'idea che il sé vada progressivamente decostruito?

Che mi chiedo perché provare ad assimilare una soluzione orientale se poi alla fine si reitera un metodo occidentale.

Il fare (io sono ciò che scelgo di essere) è appunto ciò da cui dovrebbe liberare il Buddha. Per questo scelte del genere, assunte individualmente, non risultano essere altro che semplici vacanze del pensiero.

Moonwatcher 18-04-2012 20:29

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 735761)
Richiesta di ban anche per miky :sarcastico:

Mi hai fatto venire in mente che devo aggiungere nel regolamento il reato di richiesta impropria di ban. :sarcastico:

Inosservato 18-04-2012 20:35

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
io non mi imbatto mai in queste frasi, sarà perchè su topolino si usa un linguaggio molto più giovanile :nonso:

Who_by_fire 18-04-2012 20:40

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Quote:

Originariamente inviata da mattia_zu86 (Messaggio 735675)
"sé"? :miodio:

[ Qual è il problema? L'accento di "sé"? Guarda che è corretto! ;) ]

Marco Russo 18-04-2012 20:40

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Quote:

Originariamente inviata da clizia (Messaggio 735768)
Ma in una società individualista, competitiva e chiassosa come la nostra è possibile dimenticare il proprio sé? Mi sembra impossibile realizzare ciò che dici nel contesto in cui viviamo.
Per percorrere il cammino che tu dici, sor Muttley, direi che bisognerebbe vivere come il monaco del film "Primavera, estate, autunno, inverno e ancora primavera"....lontani dalla civiltà, immersi nel silenzio della natura, vivendo all'unisono con i suoi ritmi circolari e lenti ...

ma la domanda finale è: pensate veramente che quello sia un progresso?

ad esempio, mi hai citato un film che proprio non m'è piaciuto, nel significato.

Secondo me nell'uomo è innata una certa propensione all'insoddisfazione, che fa guardare a soluzioni di vita atipiche, e questo talvolta ha dato il via a nuove scoperte (specialmente nell'antichità, quando non esisteva la ricerca scientifica ma esistevano gli inventori e i filosofi).
Ma tutto sommato, a parte noi di FS, non credo che ci si possa lamentare. Guardando al passato, ritengo si siano fatti molti progressi. Non penso proprio che la filosofia del "nessun sé nessun problema" sia vantaggiosa, rispetto all'attuale, che per quanto eccessivamente incentrata sull'egocentrismo e sicuramente perfettibile, ci dà oggettivamente tanto.

muttley 18-04-2012 21:09

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Marco, cosa ti spinge a dire che nell'uomo è innata una certa propensione all'insoddisfazione? I capitalisti sostengono che nell'essere umano è innata una certa propensione al possesso, i "bellicisti" invece che nell'uomo è innata la tensione allo scontro e al conflitto (sempre per il possesso di qualcosa, ed ecco che le due parti si accordano). Io ho risolto il dilemma in maniera abbastanza drastica, facendo mio l'assunto per cui qualsiasi tensione che abbia una strutturazione complessa e con basi cognitive stratificate (qualsiasi cosa che vada oltre il semplice soddisfacimento di bisogni e impulsi primordiali, come il nutrimento e la protezione dal pericolo fisico) nasca interamente dal contatto con l'ambiente e le sue molteplici sfaccettature.
Ma a parte questa precisazione, il titolo del topic è un po' forte e racchiude in sé una visione estrema, difficilmente perseguibile, ovvero la cancellazione del senso della propria identità, da sempre meta di molte filosofie orientali. A me non interessa perdere il senso della mia persona, semplicemente mi trovo abbastanza d'accordo con chi cerca di demistificare l'intera impalcatura ideologica del sé, della personalità, del carattere singolo come sistema monista e unicista e pertanto pressoché immodificabile, a tal punto che ogni tentativo di agire sul carattere risulterebbe per alcuni come un tentativo di snaturamento di questo famoso sé. Preferisco pensare che non esista nulla di impermanente nel carattere di una persona. Quando sento frasi come "sono fatto così, è la mia natura", non posso non pensare che vi sia dietro un atto della volontà da parte della persona che ha pronunciato quella frase: quella stessa persona sta costruendo se stesso, sta dettandosi le coordinate di ciò che deve essere, perché è così che vuole essere. Nulla di illegittimo in tutto ciò, ma preferisco rigettare le pretese di verità di chi appunto dice "io sono così perché è la mia natura".

muttley 18-04-2012 21:13

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Quote:

Originariamente inviata da clizia (Messaggio 735768)
Ma in una società individualista, competitiva e chiassosa come la nostra è possibile dimenticare il proprio sé? Mi sembra impossibile realizzare ciò che dici nel contesto in cui viviamo.
Per percorrere il cammino che tu dici, sor Muttley, direi che bisognerebbe vivere come il monaco del film "Primavera, estate, autunno, inverno e ancora primavera"....lontani dalla civiltà, immersi nel silenzio della natura, vivendo all'unisono con i suoi ritmi circolari e lenti ...

Bisogna modificare la società, la natura dei rapporti stessi, quindi non serve l'isolamento. Bisogna creare l'uomo nuovo :occhiali:
E comunque per me oriente > occidente :D

Who_by_fire 18-04-2012 21:14

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 735826)
facendo mio l'assunto per cui qualsiasi tensione che abbia una strutturazione complessa e con basi cognitive stratificate [...] nasca interamente dal contatto con l'ambiente e le sue molteplici sfaccettature.

E quale evidenza porti alla base di questo assunto?

Dedalus 18-04-2012 21:17

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 735826)
impalcatura ideologica del sé, della personalità, del carattere singolo come sistema monista e unicista e pertanto pressoché immodificabile

Non è immodificabile, bensì semplicemente irriducibile.

Marco Russo 18-04-2012 21:34

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 735826)
Marco, cosa ti spinge a dire che nell'uomo è innata una certa propensione all'insoddisfazione? I capitalisti sostengono che nell'essere umano è innata una certa propensione al possesso, i "bellicisti" invece che nell'uomo è innata la tensione allo scontro e al conflitto (sempre per il possesso di qualcosa, ed ecco che le due parti si accordano). Io ho risolto il dilemma in maniera abbastanza drastica, facendo mio l'assunto per cui qualsiasi tensione che abbia una strutturazione complessa e con basi cognitive stratificate (qualsiasi cosa che vada oltre il semplice soddisfacimento di bisogni e impulsi primordiali, come il nutrimento e la protezione dal pericolo fisico) nasca interamente dal contatto con l'ambiente e le sue molteplici sfaccettature.

non posso condividere il tuo postulato di base, ritengo ci sia alla base un istinto innato, hardwired, che ci porta a comportarci seguendo di base certe direttive (ovviamente considerando le eventuali deviazioni standard).
Sulla propensione al possesso avevo letto qualcosa a riguardo, esperimenti cognitivi su scimpanzé relativi al senso del possesso, e così a pelle posso dire che mi risulta verosimile ci sia qualcosa di innato: potrebbero esserci anche variabilità etniche, addirittura specifici marker genetici.
Sull'insoddisfazione, io credo che sia legato ad un discorso di curiosità: l'uomo è per natura un animale curioso, e questo non me lo puoi negare, che poi questa curiosità trovi espressività o freni come la paura o la repressione (interiore o esteriore) è un'altro discorso.
C'è un'altro fattore: la felicità e il benessere. Di solito penso alla felicità come alla derivata (matematica) del benessere, sicché a star sempre "da re" ma sempre allo stesso modo la felicità risulta pari a zero (x=c -> d(x)=0 ) Da cui la ricerca di qualcosa di nuovo.
Che ci possano essere persone che riescano ad alimentare continua felicità da una situazione stabile non mi sembra in realtà così inverosimile, ma ritengo che costoro riescano a trarre vantaggio dalle microfluttuazioni quotidiane. In parole spiccie apprezzano le piccole cose quotidiane (che è una gran dote).
O altre volte questa insoddisfazione è compensata da altri fattori, più negativi, come il timore di uscire dal consuetudinario e di cambiare in peggio la propria situazione.
Comunque a volte alcuni sentono il continuo e irresistibile bisogno di migliorare la propria situazione, per riuscire a inseguire il senso di felicità che motiva loro.
Ricordo che quando programmavo, a 14 anni, mi inventavo problemi da risolvere per il bisogno quasi compulsivo di creare qualcosa di nuovo.
Immagino che molte delle invenzioni del passato siano passate da questo bisogno, quello di creare qualcosa che non c'era, perché si stava sì bene, ma non era abbastanza.

Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 735826)
Ma a parte questa precisazione, il titolo del topic è un po' forte e racchiude in sé una visione estrema, difficilmente perseguibile, ovvero la cancellazione del senso della propria identità, da sempre meta di molte filosofie orientali. A me non interessa perdere il senso della mia persona, semplicemente mi trovo abbastanza d'accordo con chi cerca di demistificare l'intera impalcatura ideologica del sé, della personalità, del carattere singolo come sistema monista e unicista e pertanto pressoché immodificabile, a tal punto che ogni tentativo di agire sul carattere risulterebbe per alcuni come un tentativo di snaturamento di questo famoso sé. Preferisco pensare che non esista nulla di impermanente nel carattere di una persona. Quando sento frasi come "sono fatto così, è la mia natura", non posso non pensare che vi sia dietro un atto della volontà da parte della persona che ha pronunciato quella frase: quella stessa persona sta costruendo se stesso, sta dettandosi le coordinate di ciò che deve essere, perché è così che vuole essere. Nulla di illegittimo in tutto ciò, ma preferisco rigettare le pretese di verità di chi appunto dice "io sono così perché è la mia natura".

capisco e condivido al 90% quello che dici, ma secondo me il modo migliore di riuscire a cambiarsi è comprendermi.
Dire "è la mia natura" può essere visto come rassegnatario, ma anche come "è la mia natura, quindi ne prendo atto, la sfrutto, la cambio, mi rapporto ad essa in modo da dominarla e non esserne dominato".
Ti faccio un esempio sciocco: un omosessuale che cresce in una famiglia molto religiosa e omofoba. Come immagino saprai esistono orientamenti che intendono considerare l'omosessualità alla stregua di una malattia.
Io credo che molti omosessuali, specialmente cresciuti in un ambiente repressivo, se avessero potuto, si sarebbero convertiti all'eterosessualità, sulla spinta delle pressioni sociali.
Ma la motivazione non è tutto. Prendere atto per un omosessuale della propria natura significa considerarla non un vincolo ma una caratteristica. Può essere considerata una caratteristica da sfruttare (sono un omosessuale e quindi anziché cercarmi un partner di sesso opposto me ne cerco uno del mio sesso), oppure da contenere (Dio mi ha messo alla prova, devo essergli grato, non farò sesso perché farlo con uno del mio stesso sesso è peccato). Questo è un esempio banale, un altro potrebbe essere avere un marker genetico che ti predispone a mangiare molto. Ne prendi atto e decidi se lavorare per contenere il tuo istinto o assecondarlo.

Winston_Smith 18-04-2012 22:07

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 735666)
Mi sono recentemente imbattuto in questa frase...che ne pensate?

Che come (quasi) tutti gli slogan, vuol dire tutto e niente.

Hexley 18-04-2012 22:17

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 735753)
La frase è una citazione e rappresenta indubbiamente un'esagerazione (come quella, assai celebre, relativa all'uccisione del buddha), tuttavia il suo atteggiamento, dottor hexley, è strafottente ai limiti del regolamento e mi spinge a porre alla moderazione la richiesta per un suo ban immediato e irrevocabile.

Caro Sig Muttley,
io ho dato una risposta ironica ma vera, perché in autentico spirito zen, parlarne serve a molto poco, "le chiacchere stanno a zero" potrebbe essere un motto zen. E io di queste cose me ne sono interessato un tot.
La mia è stata solo ironia (necessaria perché per il buddhismo la verità è AL DI LÀ delle parole) al limite del regolamento... come dovrebbe sapere lei e il suo amico Dott. Dastardly ;)

Si rilegga con calma quello che ho scritto, cribbio, ho citato Tilopa, non Ratzi-Palpatine!

Cordialmente :)

http://www.lameditazionecomevia.it/tilopa.htm

http://buddhismoitalia.forumcommunity.net/?t=16500842

Hexley 18-04-2012 22:40

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Mi dispiace se ti ho offeso Muttley, non era mia intenzione.
Ti prego di accettare le mie scuse.

(non dico questo per evitare il ban, se mi bannano amen)

Myway 18-04-2012 22:41

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Allora....scoprire il proprio ego non vuol dire non riuscire più a cambialo anzi....vuol dire non dover per forza essere bloccati in un unica fiss apersonalità cristallizzata, totalmente identificati in essa, ma sapere che possiamo averne diverse.
E' un pò come la chat...l'ego sono le faccine che possiamo mettere, tipo :), :( :D ecc. di solito ci fissiamo su pochissime di esse e le portiamo avanti a vita credendo di essere solo quella faccina, mentre il realtà noi siamo SIA le faccine, tante non solo poche, SIA il nick che c'è dietro , che sarebbè il sè.
Il sè ovviamente è un concetto già più elevato, comprende l'ego, l'inconscio ed altre parti e ci si entra in contatto solo dopo un lungo e faticoso percorso interiore , quasi sempre dietro una guida.

La scomparsa totale di ogni identità , la fusione reale col tutto avviene nel bardo, quando siamo nella luce chiara, ammesso di aver già realizzato il corpo arcobaleno(per rimanere nella tradizione buddista).,...tutte cose dalle quali chiunque del forum è totalmente fuori portata.(come quasi chiunque nel mondo)

Perciò, de che stiamo a parlà?:pensando:

Dedalus 18-04-2012 22:48

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Quote:

Originariamente inviata da Myway (Messaggio 735896)
la fusione reale col tutto avviene nel bardo, quando siamo nella luce chiara, ammesso di aver già realizzato il corpo arcobaleno(per rimanere nella tradizione buddista).,...

E tutto questo dopo essere stati su Namecc.

Winston_Smith 18-04-2012 22:48

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Quote:

Originariamente inviata da Hexley (Messaggio 735895)
Mi dispiace se ti ho offeso Muttley, non era mia intenzione.
Ti prego di accettare le mie scuse.

(non dico questo per evitare il ban, se mi bannano amen)

Secondo me Muttley scherzava, solo che si è scordato qualche faccina.

Moonwatcher 18-04-2012 23:02

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Ma certo che scherzava...

Sampei80 18-04-2012 23:18

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 735666)
Mi sono recentemente imbattuto in questa frase...che ne pensate?

http://images-srv.leonardo.it/proget...-no-party1.jpg

muttley 19-04-2012 00:29

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Quote:

Originariamente inviata da Marco Russo (Messaggio 735848)
non posso condividere il tuo postulato di base, ritengo ci sia alla base un istinto innato, hardwired, che ci porta a comportarci seguendo di base certe direttive (ovviamente considerando le eventuali deviazioni standard).
Sulla propensione al possesso avevo letto qualcosa a riguardo, esperimenti cognitivi su scimpanzé relativi al senso del possesso, e così a pelle posso dire che mi risulta verosimile ci sia qualcosa di innato: potrebbero esserci anche variabilità etniche, addirittura specifici marker genetici.
Sull'insoddisfazione, io credo che sia legato ad un discorso di curiosità: l'uomo è per natura un animale curioso, e questo non me lo puoi negare

Io mi rifaccio grosso modo alla teoria dei tre cervelli di Mclean e ritengo che solo nella parte primitiva, per meglio dire "rettile", del nostro cervello risiedano le caratteristiche innate che ci contraddistinguono come specie. Per il resto, sia il sistema limbico che il lobo prefrontale sono sedi di elaborazione (il primo delle emozioni, il secondo delle cognizioni) e già la parola stessa "elaborazione" presuppone un materiale ambientale che subisce un interiorizzazione a posteriori e non sarebbe quindi presente in maniera innata. Per quanto riguarda le variabilità etniche direi che il discorso è molto pericoloso e va preso con le pinze, pena lo scadere in proclami escludenti e dal sapore razzista: tempo fa lessi che le popolazioni afroamericane (e le popolazioni negroidi in generale) sarebbero maggiormente predisposte ad atti di violenza e quindi di devianza sociale in virtù della maggiore concentrazione di testosterone nel loro organismo...discorso irrimediabilmente opposto per le popolazioni asiatiche invece. Non contesto l'assunto di base, tuttavia non credo proprio una differente distribuzione delle componenti chimiche nell'organismo possa davvero influenzare acquisizioni cognitive ed emozionali...la maggiore predisposizione alla violenza può derivare da un temperamento più "testosteronico"? Ma il temperamento è nulla senza i condizionamenti ambientali e infatti costituisce una condizione esclusivamente potenziale...magari fornisce una maggiore predisposizione ma ha necessità dell'impatto con l'ambiente esterno per potersi realizzare (e non necessariamente si realizzerà in quella direzione). Ciò che è invece racchiuso nel nostro cervello rettile è già programmato dalla nascita: noi siamo programmati per reagire fisicamente a determinati stimoli fisici ma non emotivi o cognitivo-razionali. Sono soltanto l'ambiente, l'educazione, il background sociale e tutto il resto a formare la persona...puoi avere maggiori predisposizioni a sviluppare certi atteggiamenti ed emozioni se sei di una certa razza forse, ma non è detto che li svilupperai...invece, indipendentemente dalla tua razza e dalla tua estrazione sociale, ti scotterai sempre se avvicinerai una mano al fuoco, avrai sempre fame se starai a digiuno, avrai sempre desiderio sessuale (ovviamente ci sono le eccezioni: gente asessuale, frigida, inappetente, che non avverte il caldo e il freddo, ma queste sono appunto eccezioni dovute a squilibri biochimici, malattie, disturbi caratteriali).

Quote:

Originariamente inviata da Winston_Smith (Messaggio 735875)
Che come (quasi) tutti gli slogan, vuol dire tutto e niente.

Era per capire l'effetto che fa...se l'avesse scritta roger waters...vedi che sei di parte :occhiali:

Quote:

Originariamente inviata da Hexley (Messaggio 735880)
Caro Sig Muttley,
io ho dato una risposta ironica ma vera, perché in autentico spirito zen, parlarne serve a molto poco, "le chiacchere stanno a zero" potrebbe essere un motto zen. E io di queste cose me ne sono interessato un tot.
La mia è stata solo ironia (necessaria perché per il buddhismo la verità è AL DI LÀ delle parole) al limite del regolamento... come dovrebbe sapere lei e il suo amico Dott. Dastardly ;).

Troppo tardi, la mia ira sarà implacabile

Quote:

Originariamente inviata da Winston_Smith (Messaggio 735908)
Secondo me Muttley scherzava, solo che si è scordato qualche faccina.

Tipo questa? :sarcastico:

Quote:

Originariamente inviata da Moonwatcher (Messaggio 735916)
Ma certo che scherzava...

:sarcastico:

Winston_Smith 19-04-2012 00:50

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 735975)
Era per capire l'effetto che fa...se l'avesse scritta roger waters...vedi che sei di parte :occhiali:

Infatti Lui rientra nel quasi, perché non scriverebbe slogan come quello :occhiali:

Who_by_fire 19-04-2012 01:01

Re: "Nessun sé, nessun problema"
 
Ma lo sai, muttley, che da quando ti sei iscritto al forum -millemila anni fa come me- hai migliorato modo di scrivere? :-)


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