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una poesia al giorno
Mancava un palloncino nella mia vita
da appendere sui muri da tenere come un gioco di carta mancava un palloncino che mi scoppiasse tra i denti mancava l'onda di un vecchio mare perduto mancava l'ombra, la sconclusione il vile ricatto della vita. Poi sei venuto tu che eri un amore e mi hai lasciata sola. Alda Merini. |
Re: una poesia al giorno
Fantasia della sera (Abendphantasie), Hölderlin
Davanti alla sua capanna side tranquillo nell’ombra L’aratore; fuma il focolare dell’uomo parco. Ospitale risuona al viandante nella pace Del villaggio la campana del vespro. Ora anche i naviganti tornano al porto, in lontane città, lieto si estingue lo strepito industre del mercato, nel quieto fogliame splende agli amici il convito socievole. E io dove mi volgo? Vivono i mortali Di mercede e lavoro; in alterno travaglio e riposo, tutto è gioia; perché non dorme mai solo per me questa spina nel petto? Nel cielo della sera si schiude una primavera; innumeri le rose fioriscono e calmo risplende l’aureo mondo; oh, lassù prendete anche me, nubi di porpora! E possa dileguare in luce e aria il mio amore e dolore! – Ma, come atterrito da folle preghiera, fugge l’incanto; si fa buio e solitario sotto il cielo, come sempre io sono… vieni tu, dolce sopore! Soverchia è la voglia del cuore, ma infine, gioventù, la tua brace si spegne, tu senza pace, sognante! Calma e serena è poi la vecchiaia. |
Re: una poesia al giorno
Carmen V
Vivamus mea Lesbia, atque amemus, rumoresque senum severiorum omnes unius aestimemus assis! soles occidere et redire possunt: nobis cum semel occidit brevis lux, nox est perpetua una dormienda. da mi basia mille, deinde centum, dein mille altera, dein secunda centum, deinde usque altera mille, deinde centum. dein, cum milia multa fecerimus, conturbabimus illa, ne sciamus, aut ne quis malus invidere possit, cum tantum sciat esse basiorum Catullo traduzione: Viviamo, mia Lesbia, e amiamoci,e valutiamo le chiacchiere dei vecchi troppo bacchettoni un soldo appena. I giorni possono tramontare e sorgere: ma noi, una volta tramontata la giornata della vita, noi dobbiamo dormire una sola continua notte. Dammi mille baci, poi cento, quindi altri mille, poi ancora cento, quindi un'altra volta mille, poi cento. E dopo, quando ne avremo contati molte migliaia, li rimescoleremo, per non riconoscerli, o perché nessun maligno possa gettare il malocchio, ché sa che tanti posson essere i baci. |
Re: una poesia al giorno
Ho sceso, dandoti il braccio - Eugenio Montale
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino. Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio. Il mio dura tuttora, né più mi occorrono le coincidenze, le prenotazioni, le trappole, gli scorni di chi crede che la realtà sia quella che si vede. Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio non già perché con quattr'occhi forse si vede di più. Con te le ho scese perché sapevo che di noi due le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate, erano le tue. |
Re: una poesia al giorno
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