![]() |
Non sono le cose in sé a turbarci
...ma le nostre opinioni sulle cose (cit. Epitteto)
Che ne pensate? Pareri, dubbi, domande? |
Re: Non sono le cose in sé a turbarci
Quote:
Il problema non è il problema ma come noi affrontiamo il problema! |
Re: Non sono le cose in sé a turbarci
Quote:
|
Re: Non sono le cose in sé a turbarci
Converrai sul fatto che ai tempi di Epitteto non esistevano queste distinzioni, né tantomeno le discipline psicologiche. Ciò che per lui erano opinioni oggi potrebbero essere affrontate come schemi emotivi e comunque l'interesse del topic non consiste in questi pignoleggiamenti, che alla fine portano ben poco lontano...
|
Re: Non sono le cose in sé a turbarci
Quote:
|
Re: Non sono le cose in sé a turbarci
Molti disturbi caratteriali per me sono frutto di questi schemi emotivi
|
Re: Non sono le cose in sé a turbarci
Quote:
|
Re: Non sono le cose in sé a turbarci
Il turbamento è la nostra reazione emotiva a ciò che accade.
La nostra reazione emotiva dipende dal significato che questa cosa/evento ha per noi. Certo è che se svuotiamo di significato le cose, esse non possono più turbarci... Questo processo si chiama dissociazione/dis-identificazione. Oppure possiamo vedere le cose da un'ottica più vasta, e le piccole tragedie diventano insignificanti... (forse). Ma la possibilità di gioire, se la giri, diventa anche la possibilità di soffrire. Il male è ovunque. La felicità è la capacità di focalizzare la nostra attenzione sulle cose positive. Ma noi siamo nati per la gioia. La vita è sopravvivenza. La vita è lotta. La vita è iniziativa di raccogliere tutte le nostre risorse per affrontare le difficoltà. La necessità di focalizzarsi sul bicchiere mezzo pieno è operativa. L'acqua del bicchiere mezzo pieno è una risorsa. La puoi bere! |
Re: Non sono le cose in sé a turbarci
Sì esattamente, vittime dei nostri schemi mentali, delle nostre convinzioni errate, e quindi, in sostanza , vittime di noi stessi, "prigionieri della nostra stessa mente/pensiero".
Come anche accade nelle forme depressive,il mondo viene visto attraverso "schemi mentali distorti", come attraverso una lente che sfoca la nostra visione della realtà, facendocela percepire come ostile/triste. Purtroppo queste cose nascono da molti fattori, primo la genetica ,secondo le nostre esperienze di vita ( soprattutto quelle negative,che lasciano nel cervello un ricordo più marcato per via dell'adrenalina,secondo alcuni studi). Si radicano pertanto nel subconscio, oltre alla nostra naturale propensione alla pacatezza, credenze e pregiudizi negativi sugli altri e sul mondo esterno...inutile dire che sono spesso erronei, anche su cose delle quali, magari, neanche abbiamo avuto esperienza diretta. Chi soffre di questi disturbi, come noi, tende a prefigurarsi le situazioni ansiogene nel modo più catastrofistico possibile,pensando che alla fine egli ne uscirà avvilito e profondamente umiliato. Per questo motivo, e in un certo senso per "proteggere" quel poco di autostima,mette in atto la strategia dell'evitamento. Come sappiamo questo porta velocemente all'isolamento sociale,che sì placa momentaneamente l'ansia, ma non permette al soggetto di avere contatti,amicizie,amori,onori e molto altro,e quindi di sviluppare la sua personalità in armonia con gli altri ( il soggetto starà sempre in casa,spesso evita gran parte dell'adolescenza e declinerà moltissimi inviti/proposte) e non riesce quindi a sviluppare una sua giusta dimensione. Per questo egli si sentirà poi,quelle poche volte che uscirà, come un alieno. Purtroppo, come ben sappiamo tutti noi,la consapevolezza che le nostre paure non hanno quasi mai un fondamento reale,non ci aiuta,e questo perchè l'inconscio sovrasta impetuosamente la sfera cosciente nel momento della cosa temuta,e perfino anche prima di essa. QUESTO è il grosso problema. Per questo motivo tutti i maledetti discorsi del mondo non cambieranno assolutamente niente (per parlar bene). Personalmente comunque, credo poco alla terapia analitica classica,mentre nutro più speranze verso gli approcci cognitivo-comportamentali,atti a modificare esattamente quella famosa "lente fuori fuoco" che si frappone tra noi e la vera realtà,che di fatto,sebbene non sia il paradiso, probabilmente non è nemmeno così spaventosa come pensiamo... Scusate se mi sono dilungato,è raro che io lo faccia,ma avevo di recente letto un articolo proprio su questo argomento, mentre cervavo info sul Disturbo Evitante..SALUTI da un veterano!!;) |
Re: Non sono le cose in sé a turbarci
D'accordo. Sarebbe il fondamento della R.E.T.
Però è assai complicato cambiare gli schemi mentali, perdinci. :pensando: |
Re: Non sono le cose in sé a turbarci
Questa è una tautologia, il turbamento è di per sé un'emozione e come tale è individuale.
|
Re: Non sono le cose in sé a turbarci
Quote:
Quote:
Quote:
Quote:
Quote:
Quote:
|
Re: Non sono le cose in sé a turbarci
Per quanto mi riguarda, quanto una persona è convinta che tutti ce l'abbiano con lei è vittima di uno schema maladattivo, quando una persona ritiene che tutti la vogliano aggradire, sabotare, ignorare, vilipendere è decisamente vittima di uno schema maladattivo e così via.
Ci sono varie tipologie di questi schemi, prima o poi tornerò a parlarne. |
Tutti gli orari sono GMT +2. Attualmente sono le 17:16. |
Powered by vBulletin versione 3.8.8
Copyright ©: 2000 - 2025, Jelsoft Enterprises Ltd.