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il cambiamento
Sta per finire un altro Week.end, e domani mi toccherà riprendere la solita routine, e come spesso accade non sarà piacevole il cambiamento da uno stato all'altro, come quando le cose si trasformano e lo fanno lasciando un vuoto, ad esempio la notte che si trasforma in giorno e lascia un vuoto in mezzo, però questi "cambiamenti di stagione" anche se portano sofferenze depressive, sbalzi d'umore, sono inevitabili. E domani mi seccherà sicuramente andarmene a lavorare, però non prenderò nessuna sostanza stimolante per andarci, come fanno alcuni che si dopano con tante cose, al limite prenderò soltanto un caffè, nonostante in questo periodo non dovrei perchè ho il reflusso gastrico. :interrogativo: Cmq. questa riflessione che sto facendo adesso la ricollego ad un'altra che avevo fatto in un topic, in cui si parlava di metafisica.
http://www.fobiasociale.com/da-dove-...-4/#post682169 E lo ricollego a questa cosa di ipotizzare che nei cambiamenti si manifesta il trascendente, attraverso la sofferenza. Parlo di ipotesi, infatti non avrebbe senso dire che queste sono affermazioni scientifiche, la metafisica e la trascendenza possono soltanto essere ipotizzate. E la mia posizione su queste cose è sempre quella agnostica: in ogni caso, quando avverto un vuoto metafisico, perchè il cambiamento ha prodotto uno stato nuovo rispetto al vecchio, preferisco non prendere sostanze e affrontare tutto con filosofia. :pensando: |
Re: il cambiamento
Uhm a me viene da dire che il cambiamento è immanente...vive e muore qui da noi. Inoltre non genera sofferenza, quella la avvertiamo noi perché siamo spaventati. Nella "normalità" verrebbe affrontato, invece noi cerchiamo di far rimanere le cose come stanno perché nell'abitudine troviamo la nostra (falsa) sicurezza.
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Re: il cambiamento
:pensando:
sì, anche a me fa schifo il lunedì :piangere: |
Re: il cambiamento
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Re: il cambiamento
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Re: il cambiamento
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Re: il cambiamento
Il cambiamento costa fatica, comporta non solo e non tanto sofferenza, ma anche resistenza, attrito tra la parte che vuole manifestarsi e quella che le dovrebbe cedere il passo, in tal senso parlerei più di manifesto/non manifesto riefrito al cambiamento più che di immanente /trascendete.
Una cosa non manifesta puà essere comunque esistente, anche se noi non la vediamo o non siamo ancora in grado di vederla, spesso riusciamo ad accorgerci solo parzialmente del cambiamento, e quasi sempr con una certa differita, non in tempo reale....tutto ciò dipende da quanto siamo svegli/consapevoli e da quanto dormiamo....in genere dormiamo...:mrgreen: |
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