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Senso di "distacco".
Quand'ero giovane (XD), ovvero dall'età di 14 anni in poi, essendo fondamentalmente timido, evitante, solo, mi sono buttato sulla scienza e sulla cultura, e diciamo che mi sono soffermato fin da subito sulle grandi questioni dell'esistenza, e quindi ho cominciato a studiare psicologia, filosofia, storia delle religioni, sociologia, neuroscienze, antropologia, psicologia evoluzionistica,un pò di storia, bioetica, biologia. Mi sono interrogato sull'esistenza di Dio, sul senso della vita, sulle relazioni interpersonali, sull'amore, e via dicendo.
Le conclusioni che ho tratto mi hanno portato ed essere ateo e a cogliere l'essere umano nella sua sostanziale animalità, meccanicità, inutilità e finitudine. Sono stato un pò come il tecnico di laboratorio che analizza delle cellule. E lo sono ancora ora. Ergo, sono distaccato. All'università avevo cominciato un percorso che mi avrebbe portato a insegnare filosofia, nei miei desideri a livello universitario, poi ci sono stati problemi in famiglia e ho dovuto mollare il colpo. Diventare docente universitario mi avrebbe permesso di restare nella mia "torre d'avorio", a studiare, analizzare, disquisire, teorizzare, senza sporcarmi troppo le mani in una realtà che percepivo come lontana e fondamentalmente estranea. Questa consapevolezza, forte, articolata, documentata, argomentabile, mi ha presto sbattuto in faccia la mia di inutilità. Mi trovavo a vivere parecchi problemi, e mi chiedevo quanto senso avesse affrontarli. Un conto è se ti giochi il paradiso, un altro è se ti spegni per sempre. N.B. Non voglio "sconvertire" nessuno; beato chi crede, ha una forza in più a sorreggerlo. E ha anche qualche scopo in più. La domanda che mi facevo era, ed è tuttora: che senso ha portare avanti una vita di m...? Intanto sono un animale. Come i miliardi di persone che già ci hanno "abbandonato", nel silenzio, nel nulla. Da quell'età ho praticamente dato per scontato che non sarei morto per cause naturali. Ho cominciato a pensare molto presto al suicidio, e questo pensiero me lo trascino ancora oggi. Perché non l'ho attuato? Principio di autoconservazione della specie, ovvero, tradotto "voglia di darmi un'altra possibilità". In altri termini, codardia. Quindi ho tirato avanti: le difficoltà, il distacco, l'estraneità, una certa misantropia sono rimaste. Però ora le difficoltà sono molto più grandi, e credo di aver già giocato quasi tutte le mie carte. Ho capito che non farò l'imprenditore perché non ho quella dose di coraggio, ho capito che non sarò mai un tombeur de femmes perché non ho il fisico e la giusta malizia, ho capito che nonostante a livello lavorativo me la cavi bene, andrò avanti a paghe da schifo, e che non sarò mai un leccaculo (non riesco, è più forte di me). Ho capito che i rapporti umani spesso sono delle grandi puttanate: se vieni mollato, spesso è per sempre. Cancellato, e a me non piace. E' da fine novembre che ho dato le dimissioni dal mio posto di lavoro, a seguito di un logorio che non riuscivo più a gestire. Sono disoccupato, con un affitto da pagare nella dispendiosa Milano, fondamentalmente solo. Ho sparato raffiche di cv da Torino a Roma, pronto a far fagotto e partire (di nuovo). Non so se e quando si concretizzerà qualcosa (ho due offerte in pending ma non ci spero più di tanto), ho la certezza che sarà un impieguccio precario, e che dovrò trovare un'altra sistemazione. Probabilmente un monolocale sgangherato o una camera in condivisione. L'amore mi ha portato un sacco di guai, quindi ora mi tutelo anche da quello. Insomma, la realtà mi sta di nuovo chiamando, stavolta mi vengono richiesti sforzi ancora maggiori, e io mi chiedo se ne valga davvero la pena. Se sento la ragione, che certamente è un pò contaminata dal pessimismo, mi dice di no. E' di nuovo in azione l'istinto di autoconservazione, ma, come dire, ormai lo conosco fin troppo bene, e comincia ad avere meno presa su di me. Finora mi sono messo in gioco, mi ritrovo solo e senza nulla in mano, con alle spalle fallimenti, delusioni, occasioni perse, solitudine e tristezza. In fondo in fondo, anche se mi dessi l'ennesima chance per cercare la serenità, penso che sarebbe l'ennesimo buco nell'acqua. Naturalmente a casa nessuno sa nulla delle dimissioni, apparentemente lavoro e va tutto bene. Se le cose non si sistemano a breve, tutta la verità la apprenderanno tramite una lettera, e spero che capiranno il perché del mio gesto. |
Re: Senso di "distacco".
Caro Filosofo...che dire, la tua storia è toccante. Ed è anche matura, hai fatto molte diverse esperienze e ti sei sperimentato tu stesso lanciando un occhio coraggiosamente nei problemi esistenziali e nelle grandi domande della vita umana.
Hai perso tante cose che avevi guadagnato nella tua vita, hai perso quasi tutto, tanto che stai pensando se farla finita. Conosco qualcuno che direbbe che sei pronto per Dio, cotto a puntino. Perché Dio è la sola cosa che rimane quando si è perso tutto, così la pensano quelli che credono. Dovresti rifletterci, forse le risposte che hai trovato finora sono solo parziali, rappresentano solo un modo ristretto di vedere il mondo. Non voglio farti nessuna predica, credimi, e sono il primo a darti ragione se mi dici che la chiesa e la religione sono piene di falsità e mistificazione e interessi mondani ecc. Ma sai, lo spirito ha tante forme. Un consiglio "filosofico": leggi Nietzsche. Leggilo. |
Re: Senso di "distacco".
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La maturità di una concezione, sia essa religiosa o a-religiosa si verifica nel momento delle difficoltà. Il buon Mondadori si disinteressò alla religione per quasi una vita, poi gli venne diagnosticato un tumore, e all'improvviso si convertì. Ma guarda un pò... Paura della morte? Le verità alle quali sono giunto mi bastano e allo stesso tempo non voglio "catechizzare" o "scatechizzare" nessuno. Quand'ero credente certamente vivevo meglio. Le difficoltà le consideravo come prove da affrontare, avevo dall'altra parte un'entità buona e misericordiosa, una sopravvivenza post-mortem.. Quindi, chi è credente, per favore, lo rimanga. In una dimensione a-religiosa, portare avanti questo schifo di vita non ha veramente alcun senso. L'unica ragione potrebbe essere la prospettiva di una futura felicità, ma francamente non vedo più alcuna base su cui costruire. Mi conosco fin troppo bene. |
Re: Senso di "distacco".
Stai attraversando un brutto momento e percepisci tutto in maniera negativa. Caccia via l'orgoglio e se c'è da chiedere aiuto, chiedilo:bene:
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Re: Senso di "distacco".
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Re: Senso di "distacco".
:nonso: .
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Re: Senso di "distacco".
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Non capisco inoltre perché escludi di poter intraprendere una carriera accademica, posto che tu continui ad avere tale desiderio; sei piuttosto giovane: conosco persone che hanno iniziato un dottorato a 29-30 anni. |
Re: Senso di "distacco".
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Ambire alla vita accademica significa anche presidiare un pochino il territorio, specie se si è un signor nessuno e non si hanno conoscenze. Ora ho 26 anni, dovessi ricominciare ne avrei 27, e il percorso sarebbe troppo lungo. Ergo, addio sogni di gloria. Anche quanto alla speranza, in generale, no, non ne ho più. |
Re: Senso di "distacco".
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Forse il mio è un giudizio azzardato. Il tuo attuale modo di prendere le cose non ti permetterà di affrontare la vita (eventualmente con sollievo e positività - come desideri le "cose" ti facciano prendere la vita). Se cambi ottica, il tutto diverrà più leggero (inevitabilmente); però deve essere un cambiamento radicale, non devi semplicemente credere in ciò che credi, ma sentirlo (come ora senti l'inutilità di fondo). |
Re: Senso di "distacco".
sono cazzi amari caro filosofo, io di anni ne ho 5 più di te e la salvezza la vedo solo nella morte, con la vita oramai ho chiuso, non sono mai riuscito ad essere una maschera che recita ed eccomi qua totalmente disinserito dal tessuto cancerogeno sociale per il quale provo profonda avversione e repulsione, crepasse l'umanità pure domattina non me ne fotterebbe niente di niente, sono momenti difficilissimi per chi oggi non ha un lavoro, io da parassita campo grazie ai miei ma quando saranno schiattati saranno dolori, mi darò alle rapine che ti devo dire...........buona fortuna
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Re: Senso di "distacco".
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Re: Senso di "distacco".
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Re: Senso di "distacco".
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le facciamo con le maschere dei filosofi :D |
Re: Senso di "distacco".
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http://www.ibs.it/code/9788804495970...e-essere?.html http://it.wikipedia.org/wiki/La_conq..._felicit%C3%A0 http://www.ilgiardinodeilibri.it/lib...le-emotiva.php Son libri cazzuti questi, altro che Giacobbe. :mrgreen: |
Re: Senso di "distacco".
La donna invisibile :ridacchiare:
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Re: Senso di "distacco".
Momenti di sconforto li ho passati anch'io drammatici, di sofferenza pura
ma mi dicevo sono curioso di vedere come va a finire se la finisco qui che senso ha aver percorso tutti questi anni. Momenti cosi ci impongono una sterzata che si scontra con la nostra inerzia a proseguire per la strada più battuta se non si sterza le conseguenze le sentiamo sulla nostra pelle. Cioè io come tanti in questo mondo con il tempo costruiamo la nostra vita con dei paraocchi che non ci permettono di vedere bene la strada che stiamo percorrendo se la strada e dritta nessun problema ma se ci sono diverse curve e non riusciamo a restare in carreggiata non è colpa della strada o vita ma noi stessi che andiamo via con questi aggeggi sui occhi. Momenti come questi servono per guardarsi dentro per capire con che paraocchi stiamo viaggiando |
Re: Senso di "distacco".
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http://it.wikiquote.org/wiki/Emil_Cioran |
Re: Senso di "distacco".
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Quoto anche la sua firma. |
Re: Senso di "distacco".
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La paura della morte e la speranza in una sopravvivenza oltremondana sono motivazioni futili, che portano solo ad un attaccamento disperato e mai ad un sollievo. Però ci sono tanti tipi di "conversioni". La tua speranza è morta, ma non sai cosa può germogliare dalle sue ceneri. Parlo anche per esperienza personale. Anche io ero come te, tempo fa, apparentemente disilluso, disincantato, uno che apparentemente aveva raggiunto il nocciolo della vita, uno che aveva tolto tutti i veli ed aveva visto la deprimente e insensata realtà. Ma mi sbagliavo, ed è stato assai doloroso, ma anche bellissimo, vedere quanto mi sbagliavo. In ogni caso, lungi da me il volerti convincere anche perchè non potrei. Ti ho solo accennato come la vedo io e ti faccio i miei più sinceri auguri per la tua vita, spero che tu possa ancora trovare qualche porta aperta, anche se ora le vedi tutte chiuse. |
Re: Senso di "distacco".
Dunque...
Come penso di aver già detto anche io sono un inguaribile materialista. Per me lo spazio-tempo non è che un'equazione estremamente complicata non da risolvere, ma anche solo da osservare. Una vita non è che l'espressione delle variabili di questa equazione. Come lo svelamento, per la nostra prospettiva, di alcuni degli angoli di un frattale: puoi trarne una visione generale.. Puoi pensarla; ma non potrai mai raggiungerla. Mi stupisce incredibilmente, nonostante io non creda in alcun dio nè in forze irrazionali, la cinica perfezione che forma una nuvola, o un cavolo, o una tastiera di pc. VVV attenzione: opinioni sensibili VVV Se credessi in dio tutto si ridurrebbe ad una sorta di magia, con un inizio, ed una fine. Senza dio tutto è incredibilmente complesso e pieno di significato.. Commoventemente necessario. Tutto ha tutti gli scopi possibili. Uno spettacolo. Scusate se edito... sono già lungo... Pensare che un essere umano mi guarda non perché ha un burattinaio dietro le spalle ma perché l'intero ordine della materia nell'universo lo ha formato, come me e il contesto che ci circonda.. è un pensiero talmente sublime che se lo avessi sempre fisso in mente abbraccerei e piangerei sulla spalla di chiunque incontrassi... Altro che distacco... La ragione non esclude in alcun modo i sentimenti. :bene: |
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