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La condizione dell'introverso
Potesse esser mia, per qualche attimo soltanto, la condizione meravigliosa di quegli esseri che tranquilli, se ne stanno al posto che occupano! Possibile che non ci sia un po' di spazio per me, che il riposo a me non spetti mai, che il posto assegnatomi da una sorte indecifrabile sia così scomodo? Deve sempre seguirmi questa maledetta coscienza? Possibile che a me non debba toccare la triste fortuna d'ignorare me stesso? Essere costretto a guardarsi senza posa, ad arrossire ad ogni respiro mentre osservo la misera figura che mi tocca incarnare, senza potermi compiacere della mia mediocrità perché una parte di me nel profondo si ostina a strappar faville da quelle luci che verso le quali vango ancora trascinato da quella volontà di vita che un tempo lontano riusciva a dipingere grandiose scene e ora riesce solo ad umiliarmi con quella grandezza, possibile nei celesti regni dell'immaginazione, ma stridente in maniera orribile con le miserie della realtà.
Così non mi rimane altro da fare che interrogarmi sull'inconcepibile misfatto che rappresento, una mescolanza di spirito divino sempre più degradato dalle tendenze abominevoli mie che s'intrecciano con quelle vedo chiaramente in ogni uomo. |
Re: La condizione dell'introverso
bello ma :miodio: alle 3 meno un quarto di notte hai scritto ciò.....
ma come fai ad essere così lucido a certi orari? dormi di giorno? :pensando: |
Re: La condizione dell'introverso
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Re: La condizione dell'introverso
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Re: La condizione dell'introverso
In termini più comprensibili, lego la triste condizione esistenziale dell'introverso all'inesausta inclinazione l'analisi critica di se stesso e di ogni altro fenomeno umano, la capacità di innalzarsi al di sopra di tutto quanto lo circonda , per fugaci attimi, farsi rapire dalle abbacinanti soglie delle vette del pensiero e dell'immaginazione e di ruzzolare giù da quelle vette sublimi ogni volta che la vita riprende possesso delle sue facoltà immiserendole con le catene di fastidi, contingenze, doveri.
Se la nostra immaginazione fosse più povera e la nostra fibra interiore meno capace di passione, guadagneremmo parecchio in termini di serenità. |
Re: La condizione dell'introverso
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i due tizi che facevano il laboratorio con me hanno iniziato a considerarmi un pazzo :D |
Re: La condizione dell'introverso
Perdipiù il grosso casino è che per molti introversi questa "profondità" o "sensibilità" non si traduce in un'effettiva visione del mondo "profonda" o "sensibile", perché sono in conflitto con queste stesse caratteristiche...
Come dire, ho talento per A, ma in questo mondo di B essere A è deviante. Passerò dunque la vita a lottare tra la mia tendenza ad A e il desiderio di non essere discriminato. Per dirla con l'inflazionata storia della caverna, taluni si voltano verso l'uscita, ma rimangono ben fermi sulle proprie gambe, in mezzo agli altri. Consapevoli del valore del mondo "reale" e dell'inganno delle ombre, ma incapaci di avanzare. Bene o male che sia... |
Re: La condizione dell'introverso
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per quanto mi riguarda, credo che la grande maggioranza delle persone rientri nella seconda casistica. |
Re: La condizione dell'introverso
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