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da dove nasce la timidezza?
so che molti di voi, sono seguiti da uno psico
altri invece sono molto documentati altri come me sanno poco e quindi mi chiedo la timidezza quando e da cosa è causata? è una cosa soggettiva o oggettiva? ad esempio con 2 genitori permissivi chiunque sarebbe diventato timido ( è un esempio di oggettività) grazie a tutti leggo su wikipd che la timidezza hai massimi livelli diventa fobia sociale |
Re: da dove nasce la timidezza?
pare sia coinvolto un gene del trasportatore della serotonina (5-HTTLPR) e un gene del recettore della dopamina (D4R)
http://en.wikipedia.org/wiki/Shyness#Origins |
Re: da dove nasce la timidezza?
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Re: da dove nasce la timidezza?
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Re: da dove nasce la timidezza?
in questi articoli sono trattate diversi tipi di cause:
http://www.addio-timidezza.com/2011/...l-mancato.html http://www.addio-timidezza.com/2011/...lambiente.html http://www.addio-timidezza.com/2010/...la-teoria.html http://www.addio-timidezza.com/2010/...-genetica.html http://www.addio-timidezza.com/2010/...-e-quando.html :) |
Re: da dove nasce la timidezza?
Nessuno lo sa e nessuno lo saprà. MAI.
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Re: da dove nasce la timidezza?
tutti abbiamo paura... la nostra è solo un'esagerazione di questa sensazione:interrogativo:
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Re: da dove nasce la timidezza?
Concomitanza di fattori genetici(predisposizione) con fattori ambientali
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Re: da dove nasce la timidezza?
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Re: da dove nasce la timidezza?
si diventa timidi da bambini. è la reazione ad un senso di inadeguatezza causato dal tipo educazione/ambiente in cui si cresce.
Se per es. i genitori sono troppo apprensivi trasmettono un senso di inadeguatezza/insicurezza ad affrontare le situazioni della vita. Stessa conseguenza per genitori assenti o poco affettivi, trasmettono l'idea di non essere adeguati/meritare l'amore e l'affetto. Altri tipi di atteggiamenti genitoriali che portano allo stesso risultato sono per es. l'essere troppo severi e rigidi . In genere la timidezza sparisce quando si raggiunge la maturità. La spiegazione della timidezza come senso di inadeguadezza è l'unica che mi convince. |
Re: da dove nasce la timidezza?
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Re: da dove nasce la timidezza?
nel mio caso si tratta di paure apprese dall'esperienza, quindi imparate.
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Re: da dove nasce la timidezza?
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Non pensare alla timidezza solo in base alla tua esperienza. La tua è una delle tante configurazioni in cui si può manifestare la timidezza. :) |
Re: da dove nasce la timidezza?
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Ho letto l'articolo ma non mi sembra che parli di altre forme di timidezza. Quali altre forme ci sono? Il blog è interessante perché spiega molto bene cose che è utile sapere ma non serve a nulla sapere tutte queste cose finchè la gente a partire dalla propria famiglia si comportano come dei mostri. Io sto morendo di timidezza e non gliene frega niente a nessuno. Spero di crepare il prima possibile |
Re: da dove nasce la timidezza?
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Mia cara Dalila1, non sono i tuoi familiari che devi cambiare (non ne hai né il potere né la possibilità), ma te stessa rispetto al modo di "assorbire" i loro comportamenti, il modo di rapportarti al (tuo) presente, il modo di percepire te stessa. Quote:
Questo tuo modo di pensare costituisce un classico comportamento di fuga dalla realtà, nel senso che ti permette di evitare un tuo impegno diretto, alla soluzione delle tue problematiche. È quello che possiamo definire un depistaggio attuato dal tuo sistema cognitivo (che è a un livello inconscio) per evitare che tu possa portare al livello di consapevolezza le credenze negative di base (inconsce) che sono all'origine del tuo malessere. Se non porti al livello di consapevolezza tali credenze negative, non hai la possibilità di modificarle e quindi non puoi uscire dalla palude. Gli altri (compreso i tuoi familiari) non sono in grado di comprendere realmente la portata della tua sofferenza, perché non sono te, perché non sono psicologi, perché non conoscono il funzionamento della mente umana, forse non hanno neanche una grande istituzione. Quindi non ha alcun senso avere dei rancori nei confronti di persone che non hanno le conoscenze e le competenze per comportarsi diversamente. Se vuoi liberati dei tuoi problemi, ti consiglio di non andare alla ricerca di colpevoli. Ciò che deve cambiare, sei tu così come sei nel presente, in termini psicologici, sono le convinzioni negative di base che hai su di te nel presente. Non devi nemmeno inseguire il passato, poiché non lo puoi modificare. La tua vita comincia oggi, e domani comincerà domani. È chiaro che la sola conoscenza dei meccanismi mentali che alimentano la timidezza, da sola, non può risolvere i tuoi problemi, c'è bisogno di un metodo operativo e di tecniche per modificare le cose. Non sei tu quella che deve crepare, ma la tua timidezza: per cominciare cerca di voler bene a te stessa. :) |
Re: da dove nasce la timidezza?
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Re: da dove nasce la timidezza?
Per rispondere alla tua domanda ritengo opportuno chiarire alcune cose. nello schema sono sintetizzati i tre livelli di pensiero
http://www.sites.google.com/site/sch...20pensiero.jpg L' obiettivo dovrebbe essere quello di far emergere le credenze di base da cui discendono gli altri livelli di pensiero. Le credenze di base sono caratterizzate da pensieri non complessi, anzi sono semplici, sintetici quasi perentori ed esprimono le tue qualità sotto forma di giudizio: sono del tipo "sono una fallita", "sono un incapace", "sono inutile", "non servo a niente", eccetera. Tieni presente che questi tipi di pensieri a volte puoi anche averle dette a te stessa in modo cosciente, in questi casi, essi sono il frutto dello sconforto ma non costituiscono necessariamente uno stato di consapevolezza della credenza di base. Va fatta una netta distinzione tra quelli che sono pensieri del momento che scaturiscono da una esplosione emotiva post evento, dai pensieri di base che invece intervengono a monte dei comportamenti e cioè nella fase in cui valuti le situazioni per stabilire gli atteggiamenti da prendere. Se dici a te stessa "sono un incapace" quando gli eventi si sono già verificati, sei di fronte ad una reazione di sconforto, anche se tale reazione va a rafforzare ulteriormente la credenza di base, il pensiero profondo invece si verifica prima dell'evento, cioè quando stai per viverlo. Le credenze intermedie sono pensieri che, partendo dagli assunti delle credenze di base, devono determinare la tua capacità a far fronte agli eventi, in un certo senso rispondono alla domanda: "sono in grado di affrontare questa cosa?" oppure "che capacità dovrei mostrare di avere per affrontare questa cosa?", un esempio pratico può essere: "devo fare le cose in modo perfetto, se voglio riuscire nella vita". Questi tipi di pensieri hanno la caratteristica di essere, per lo più, condizionali. I pensieri automatici negativi sono quelli che con un po' di concentrazione possono essere portati al livello di consapevolezza, spesso possono manifestarsi sotto forma di immagini mentali (ad esempio ho paura di attraversare la strada e immagino la scena di finire sotto un'auto), sono pensieri che in qualche modo sintetizzano le credenze di base e quelle intermedie. Io non so quali sono le tue credenze di base o intermedie, solo tu sei in grado di poterle individuare, anche se la cosa può sembrarti paradossale, in te c'è questa capacità. È proprio su questa capacità intrinseca di ogni individuo che il psicoterapeuta cognitivo comportamentale imposta la strategia terapeutica, egli infatti, induce il paziente a scoprire da sé i propri pensieri e comportamenti disfunzionali, ed è anche questa la ragione per la quale la tecnica cognitivo comportamentale risulta essere quella che ha prodotto il maggior tasso di successo: per fare un esempio banale, una cosa è dire al bambino "non mettere le mani vicino alla presa di corrente che ti fai male" è altra cosa è quando il bambino mette le mani sulla presa di corrente e prende una scossa, ciò che si acquisisce con le proprie forze, con l'esperienza diretta, ha una maggior forza formativa e auto regolante. Va da se che, per prendere consapevolezza di queste credenze profonde, bisogna adottare un metodo, una tecnica. Ti sarà ben difficile riuscire a raggiungere questi pensieri inconsci andando a naso, anche perché la tendenza delle persone afflitte da ansia sociale è quella di fissare la propria attenzione su fatti o elementi fuorvianti, ma che appaiono loro del tutto logiche e chiare come il sole; ad esempio Rory in un altro topic, attribuisce i suoi problemi alla mancanza di autostima, ma questa si forma come conseguenza, non costituisce una causa di base, questa confusione si fa perché l'autostima, nel momento in cui si determina, entra a far parte di un circolo vizioso in cui tutti gli elementi auto alimentano il circolo stesso. :) |
Re: da dove nasce la timidezza?
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Re: da dove nasce la timidezza?
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1) Nessun individuo è in grado di modificare gli altri. Quindi Dalila1 non può sperare di poter cambiare i suoi familiari. 2) È piuttosto difficile (direi quasi impossibile) che persone che non manifestano capacità di comprensione verso determinati tipi di sofferenze, siano in grado di modificare i propri comportamenti in tal senso. Quindi Dalila1 farebbe bene a non aspettarsi dai suoi familiari mutamenti nei loro comportamenti. 3) Dalila1 non deve modificare se stessa in funzione dei suoi familiari, né in funzione di altri; ma dovrebbe lavorare per modificare quei convincimenti negativi profondi che ha verso se stessa e che la condannano alla timidezza. 4) L'unico dovere morale o etico che una persona ha, nei confronti degli altri, è il rispetto, e quindi anche il non danneggiamento volontario. Ma non si può pretendere che gli altri debbano necessariamente avere comportamenti specifici verso gli altri. La comprensione delle difficoltà o dei disagi altrui non può configurarsi come forma di rispetto, semmai come segno distintivo di sensibilità: ma nessuno è obbligato ad essere sensibile, né lo si può pretendere. 5) Non ho pensato a Dalila1 come una timida paranoica, a dire il vero non mi sono proprio posto il problema. Sul tipo di rapporto tra Dalila1 e i suoi familiari, lei non ha fatto descrizioni e io non voglio farmi alcun tipo di congettura. Quel che sappiamo, perché lo ha detto Dalila1, è che i suoi non si dimostrano sensibili ai suoi problemi. 6) Il perché dell'uso del termine "mostro" sarebbe più utile per il suo psicoterapeuta (se ce l'ha), a noi può raccontarcelo se ne ha voglia o se le fa piacere confidare certi dettagli della sua vita privata, ma è una scelta che spetta a lei. Dato che certi argomenti possono creare imbarazzo, preferisco astenermi dal fare questa domanda che tu suggerisci. :ciao: |
Re: da dove nasce la timidezza?
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