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è il timido che viene escluso o è lui che esclude?
spiego meglio il dilemma
i timidi sono piu soli perche considerati troppo silenziosi/ menosi / noiosi o sono piu soli perche loro non danno la possibilità agli altri di interagire con loro riporto un esempio per entrambi i casi caso a) no cazzo non invitarlo cosa ci portiamo la mummia? ( è stato escluso perche giudicato poco attivo ) caso b) ciao come ti chiami? pino e come stai ? bene the end ( si è autoescluso non ponendo a sua volta domande) potrebbero essere sempre entrambe le cose ma secondo voi quale prevale? |
Re: è il timido che viene escluso o è lui che esclude?
io direi che sia un 60 esclude lui e 40 viene escluso
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Re: è il timido che viene escluso o è lui che esclude?
Secondo me è colpa nostra,che veniamo esclusi,perchè se vedono un introverso,le persone pensano che ti da fastidio quando ti parlano,è difficile che trovi una persona,che capisce che sei introverso ,ma ti parla lui per primo,e ci sono persone così,lo dico perchè ho degli amici,e persone che mi vogliono bene.
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Re: è il timido che viene escluso o è lui che esclude?
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Re: è il timido che viene escluso o è lui che esclude?
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Re: è il timido che viene escluso o è lui che esclude?
secondo me sono entrambe le cose, nel mio caso per una serie di motivazioni prevale la seconda ma non so se vale per tutti.
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Re: è il timido che viene escluso o è lui che esclude?
Per un' anima sensibile e una mente precocemente speculativa è normale non desiderare fare parte di quell'universo chiassoso, volgare, egoista, costituito dall'insieme dei suoi coetanei cui gli tocca avere a che fare fin dall'asilo.
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Re: è il timido che viene escluso o è lui che esclude?
Il timido non si esclude per primo.
Si limita a non saper comunicare adeguatamente. Come conseguenza scatta il meccanismo per cui non si instaura Rispetto e Condivisione quando è nel gruppo. Quindi non si sente a suo agio nel gruppo (né gli altri fanno tentetivi seri di venirgli incontro). Gli altri se ne rendono conto e si convincono che dipenda da un carattere negativo del timido. Quindi finiscono per ignorarlo ed emarginarlo. In conclusione non è incentivato ad avere una frequentazione regolare col gruppo (perché non si sente a suo agio) né gli altri sono incentivati ad includerlo (perché "ha un brutto carattere"). Ecco che ben presto non può più tornare indietro ed è completamente isolato dal gruppo. |
Re: è il timido che viene escluso o è lui che esclude?
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Re: è il timido che viene escluso o è lui che esclude?
Penso entrambi
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Re: è il timido che viene escluso o è lui che esclude?
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le poche o tante opportunità che accadono, il timido, per forza di cose, non le sfrutta adeguatamente come farebbe una persona non timida |
Re: è il timido che viene escluso o è lui che esclude?
Non si può dare una risposta a priori, le situazioni sono tante e spesso i due fattori coesistono, ergo non si può dire quale dei due prevalga in assoluto.
Certo c'è da dire che il timido più che escludere, scappa da un contatto che per lui è fonte di ansia, e di norma quello che ci rimette dalla mancata socializzazione è lui, non certo "gli altri" che possono socializzare con altre persone. |
Re: è il timido che viene escluso o è lui che esclude?
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Re: è il timido che viene escluso o è lui che esclude?
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ci piaccia o no, la società animale ha delle regole, e quella umana nello specifico non fa eccezione. |
Re: è il timido che viene escluso o è lui che esclude?
tutte e due........
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Re: è il timido che viene escluso o è lui che esclude?
p.s.
quello che ho detto, lo dico da timido. lo specifico perchè può sembrare che li stia accusando gratuitamente, quando invece per me prendere consapevolezza che siamo noi la maggiore causa dei nostri problemi, è il primo passo necessario a migliorare la nostra condizione. |
Re: è il timido che viene escluso o è lui che esclude?
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Esercitare la timidezza non comporta per forza "escludere" altre persone, poi, per la cronaca. Basta anche balbettare o arrossire per essere definiti e riconosciuti come timidi. In generale, la comunicazione e la socializzazione coinvolgono (almeno) due persone, non credo sia sensato dire che se non si socializza è prevalentemente colpa o responsabilità o causa di una sola delle due. E proprio di quella che ha difficoltà maggiori a socializzare e che dovrebbero valergli, almeno in parte, da "attenuanti", considerando che la sua scelta non è certo libera da condizionamenti nella stessa misura in cui lo è quella dell'altra. P.S.: Btw, questo topic ha un impostazione troppo manichea e tende a dividere gli utenti nelle opposte schiere del "dagli alla società" e del "dagli al timido". Spero di essere smentito. |
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