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Labocania 22-07-2011 20:50

Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Ho notato che qua manca un luogo dove è possibile riporre versi, strofe, interi poemi appena scoperti, oppure or ora richiamati dalla mente.

A me è venuto il desiderio di rileggere Vento a Tindari di Quasimodo:

VENTO A TINDARI.

Tindari, mite ti so
Fra larghi colli pensile sull’acque
Delle isole dolci del dio,
oggi m’assali
e ti chini in cuore.

Salgo vertici aerei precipizi,
assorto al vento dei pini,
e la brigata che lieve m’accompagna
s’allontana nell’aria,
onda di suoni e amore,
e tu mi prendi
da cui male mi trassi
e paure d’ombre e di silenzi,
rifugi di dolcezze un tempo assidue
e morte d’anima

A te ignota è la terra
Ove ogni giorno affondo
E segrete sillabe nutro:
altra luce ti sfoglia sopra i vetri
nella veste notturna,
e gioia non mia riposa
sul tuo grembo.

Aspro è l’esilio,
e la ricerca che chiudevo in te
d’armonia oggi si muta
in ansia precoce di morire;
e ogni amore è schermo alla tristezza,
tacito passo al buio
dove mi hai posto
amaro pane a rompere.

Tindari serena torna;
soave amico mi desta
che mi sporga nel cielo da una rupe
e io fingo timore a chi non sa
che vento profondo m’ha cercato.

Winston_Smith 22-07-2011 22:37

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Ogni riferimento a voi-sapete-chi è puramente voluto ^^

Mentre noi corravam la morta gora,
dinanzi mi si fece un pien di fango,
e disse: "Chi se’ tu che vieni anzi ora?".

E io a lui: "S’i’ vegno, non rimango;
ma tu chi se’, che sì se’ fatto brutto?".
Rispuose: "Vedi che son un che piango".

E io a lui: "Con piangere e con lutto,
spirito maladetto, ti rimani;
ch’i’ ti conosco, ancor sie lordo tutto".

Allor distese al legno ambo le mani;
per che ’l maestro accorto lo sospinse,
dicendo: "Via costà con li altri cani!".

Lo collo poi con le braccia mi cinse;
basciommi ’l volto e disse: "Alma sdegnosa,
benedetta colei che ’n te s’incinse!

Quei fu al mondo persona orgogliosa;
bontà non è che sua memoria fregi:
così s’è l’ombra sua qui furïosa.

Quanti si tegnon or là sù gran regi
che qui staranno come porci in brago,
di sé lasciando orribili dispregi!".

E io: "Maestro, molto sarei vago
di vederlo attuffare in questa broda
prima che noi uscissimo del lago".

Ed elli a me: "Avante che la proda
ti si lasci veder, tu sarai sazio:
di tal disïo convien che tu goda".

Dopo ciò poco vid’io quello strazio
far di costui a le fangose genti,
che Dio ancor ne lodo e ne ringrazio.

Tutti gridavano: "A Filippo Argenti!";
e ’l fiorentino spirito bizzarro
in sé medesmo si volvea co’ denti.


(Inferno VIII, 31-63)

ajMcwill 25-07-2011 07:11

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
"Su la sabbia di Gela colore della paglia
mi stendevo fanciullo in riva al mare antico di Grecia
con molti sogni nei pugni stretti e nel petto.

Là Eschilo esule misurò versi e passi sconsolati,
in quel golfo arso l'aquila lo vide,
e fu l'ultimo giorno."

Salvatore Quasimodo

nymphe 05-08-2011 21:49

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Continuiamo con Baudelaire. C'è allegria nell'aria insomma.

Mi sento malinconica stasera, la poesia che propongo mi trasmette un'immagine semplice ma intensa, nella quale, perchè no, anche immedesimarsi:

Tristezza della luna

Questa sera la luna sogna più languidamente; come una
bella donna che su tanti cuscini con mano distratta e leggera
prima d'addormirsi carezza il contorno dei seni,
e sul dorso lucido di molli valanghe morente, si abbandona
a lunghi smarrimenti, girando gli occhi sulle visioni
bianche che salgono nell'azzurro come fiori in boccio.

Quando, nel suo languore ozioso, ella lascia cadere su questa
terra una lagrima furtiva, un pio poeta, odiatore del sonno,

accoglie nel cavo della mano questa pallida lagrima
dai riflessi iridati come un frammento d'opale, e la nasconde
nel suo cuore agli sguardi del sole.


«I fiori del male»


En français:

Tristesse de la lune

Ce soir, la lune rêve avec plus de paresse;
Ainsi qu'une beauté, sur de nombreux coussins,
Qui d'une main distraite et légère caresse
Avant de s'endormir le contour de ses seins,

Sur le dos satiné des molles avalanches,
Mourante, elle se livre aux longues pâmoisons,
Et promène ses yeux sur les visions blanches
Qui montent dans l'azur comme des floraisons.

Quand parfois sur ce globe, en sa langueur oisive,
Elle laisse filer une larme furtive,
Un poète pieux, ennemi du sommeil,

Dans le creux de sa main prend cette larme pâle,
Aux reflets irisés comme un fragment d'opale,
Et la met dans son coeur loin des yeux du soleil.


«Les fleurs du mal»

Labocania 08-08-2011 02:03

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Abendphantasie, Friedrich Hölderlin.

Davanti alla sua capanna side tranquillo nell’ombra
L’aratore; fuma il focolare dell’uomo parco.
Ospitale risuona al viandante nella pace
Del villaggio la campana del vespro.

Ora anche i naviganti tornano al porto,
in lontane città, lieto si estingue lo strepito
industre del mercato, nel quieto fogliame
splende agli amici il convito socievole.

E io dove mi volgo? Vivono i mortali
Di mercede e lavoro; in alterno travaglio e riposo,
tutto è gioia; perché non dorme
mai solo per me questa spina nel petto?

Nel cielo della sera si schiude una primavera;
innumeri le rose fioriscono e calmo risplende
l’aureo mondo; oh, lassù prendete
anche me, nubi di porpora! E possa

dileguare in luce e aria il mio amore e dolore! –
Ma, come atterrito da folle preghiera, fugge
l’incanto; si fa buio e solitario
sotto il cielo, come sempre io sono…

vieni tu, dolce sopore! Soverchia è la voglia
del cuore, ma infine, gioventù, la tua brace si spegne,
tu senza pace, sognante!
Calma e serena è poi la vecchiaia.

LaBelleDameSansMerci 23-08-2011 11:28

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Che sorpresa leggere Hölderin, di solito poco conosciuto. :o

Io stamattina ho riletto questa di Emily Dickinson, che ho scritto proprio davanti al mio letto, su un mobile, qualche anno fa.
Quote:

Non può essere l'estate:
è già passata;
è troppo presto per la primavera;
bisogna traversare la lunga città bianca
prima che i merli cantino.
Non può esser la morte - è troppo rossa -
e i morti vestono di bianco.
E il tramonto mi tronca le domande
in una stretta di crisolito.

Labocania 20-09-2011 14:35

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Quote:

Originariamente inviata da LaBelleDameSansMerci (Messaggio 583850)
Che sorpresa leggere Hölderin, di solito poco conosciuto. :o

Amo i poeti poco conosciuti, ma il nome Hölderlin non dovrebbe essere avvolto dalle tenebre più fitte dell'oblio.

Altro tedesco, questo decisamente più conosciuto: Goethe.

Elegie romane:

Lieto e ispirato or qui sul classico suolo mi sento,
con forza piú gentile parlanmi qui due mondi.

Qui seguo il consiglio, a l’opre mi do dei maggiori
con premurosa mano,sempre con nuova gioja

Però le notti amore mi tiene altrimenti occupato.
Dotto a metà divengo, ma lieto al doppio sono.

E non m’èduco forse spiando del seno leggiadro
le forme, e via guidando la mano giú per l’anca?

Bene allor prima intendo il marmo; pensando comparo,
con toccante occhio vedo, con man veggente tocco.

Che se la Bella poi mi ruba qualche ora del giorno,
ore mi dà la notte, che compensanmi a pieno.

Non si bacia già sempre, si fan pur dei savi discorsi;
e s’ella al sonno cede, medito io molto allora.

E spesso a lei scandito con agile man su le terga
ho l’esametro, e spesso ho in braccio a lei rimato.

Ella alita dolce, nel sonno leggiero, e nel fondo
piú segreto del petto l’alito suo m’infoca.

Attizza Amor frattanto la lampa, e ripensa quel tempo,
che ai triunviri suoi rendea servigio uguale.




"Però le notti amore mi tiene altrimenti occupato./Dotto a metà divengo, ma lieto al doppio sono." Beato Goethe!

Labocania 11-11-2011 15:24

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Canto dell'artista, Goethe.

Per creare, per concludere,
cerca spesso, artista, d'isolarti;
per godere delle tue invenzioni,
corri allegro a unirti agli altri!
Lì scruta nel tutto, prendi atto
del corso della tua vita,
e le opere di tanti anni
rivedrai nel tuo compagno.

EdgarAllanPoe 17-11-2011 21:17

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
http://spazioinwind.libero.it/eleono...ioggia_n.p.jpg

"Per Eleonora i versi più noti: l'inizio del manoscritto autografo de La Pioggia nel pineto, la lirica più famosa di tutta la produzione letteraria di D'Annunzio. Il pretesto narrativo della lauda è una passeggiata del poeta nel bosco con Ermione: un nome che nasconde l’identità, almeno sentimentale, di Eleonora Duse. L'attrice trascorse col poeta le estati dal 1899 al 1903".

http://a8.sphotos.ak.fbcdn.net/hphot..._1788206_n.jpg

Winston_Smith 18-11-2011 00:17

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Dante Alighier, s’i’ so bon begolardo,
tu mi tien’ bene la lancia a le reni,
s’eo desno con altrui, e tu vi ceni;
s’eo mordo ’l grasso, tu ne sugi ’l lardo;
s’eo cimo ’l panno, e tu vi freghi ’l cardo:
s’eo so discorso, e tu poco raffreni;
s’eo gentileggio, e tu misser t’avveni;
s’eo so fatto romano, e tu lombardo.
Sì che, laudato Deo, rimproverare
poco pò l’uno l’altro di noi due:
sventura o poco senno cel fa fare.
E se di questo vòi dicere piùe,
Dante Alighier, i’ t’averò a stancare;
ch’eo so lo pungiglion, e tu se’ ’l bue.


(Cecco Angiolieri, Sonetto CII)

Nothing87 24-11-2011 09:42

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Ecco a voi un haiku:

"Kantekkotsu
ume wo metoru to
yumemi keri."

(Sōseki)

"Il freddo penetra nelle ossa
prendo in sposa un pruno
in sogno".

Nothing87 26-11-2011 09:38

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Visto che qui spesso si parla di sessualità eccovi questo sonetto in veneto intitolato "Lode alla mona":

"Cara Mona, che in mezzo a do colone
Ti xe là messa, come un capitelo,
Per cupola ti gà do culatone,
E ’l bus del Cul de sora xe ’l to Cielo.

Perchè t’adora tutte le persone
Ti stà coverta sotto un bianco velo,
Che, se qualcun te l’alza, e che t’espone,
Vittima sul to altar casca ogni Oselo.

El sacro bosco ti me par de Diana,
Dove all’ingresso ghè do mustacchioni,
Che all’arca ne conduse della mana;

Notte, e zorno ti fà miracoloni,
Che l’acqua, che trà sù la to fontana,
Dà vita ai morti, e spirito ai Cogioni."

(Zorzi Alvise Baffo)

Otago 26-11-2011 11:13

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Me jera xa capità de lexarla. :ridacchiare:

Otago 26-11-2011 11:18

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
La preferita di ogni studente:

MATTINA
G.Ungaretti

M’illumino
D’immenso.


Ungaretti è sempre stato il mio preferito.

LeonardKraditor 26-11-2011 11:57

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Una delle mie preferite in assoluto.

Lilicka! (In luogo di una lettera) - Vladimir V. Majakovskij

Un fumo di tabacco ha divorato l'aria.
La stanza
è un capitolo dell'inferno di Krucennych.
Ricordati -
Proprio a questa finestra
per la prima volta
estasiato accarezzavo le tue mani.
Eccoti oggi seduta,
il cuore chiuso dentro una corazza.
Ancora un giorno e poi
mi scaccerai
magari anche imprecando alle mie spalle.
Nella buia anticamera la mano nella manica
più non stenterà a entrare disfatta dal tremore.
Correrò via
e getterò il mio corpo sulla strada.
Selvatico animale
impazzirò
sotto una sferza di disperazione.
Ma così non si deve,
mia cara,
mia diletta,
meglio lasciarci ora.
Non importa -
Il mio amore
e' un pesante macigno
che incombe su di te
ovunque tu possa fuggirmi.
Lascia in un grido estremo che si sfoghi
l'amarezza dei lamenti e del rancore.
Quando anche un bue è disfatto di fatica
lui pure andrà a gettarsi
in fredde acque in cerca di ristoro.
Ma altro mare non c'è per me
tranne il tuo amore
né tregua c'è in amore anche nel pianto.
Se un elefante stanco vorrà pace
si stenderà maestoso sull' infuocata sabbia.
Ma altro sole non c'è per me
tranne il tuo amore,
benché io non so tu dove o con chi sei.
Se così se ne fosse tormentato
dell'amore - un poeta
in soldi e gloria l'avrebbe mutato,
ma altro suono non c'è
che mi dia gioia
tranne che il suono del tuo nome beato.
E non mi getterò giù nella tromba delle scale
e non berrò il veleno
né premerò il grilletto dell'arma sulla tempia.
E non c'è lama di coltello che abbia su me potere
tranne che sia la lama del tuo sguardo.
Tu scorderai domani
che io t'incoronavo
che d'un ardente amore l'anima ti bruciavo,
e un carnevale effimero di frenetici giorni
disperderà le pagine dei miei piccoli libri...
Le secche foglie delle mie parole
potranno mai indurre uno a sostare,
a respirare con avidità?

Almeno lascia che un'estrema tenerezza
copra l'allontanarsi
dei tuoi passi.


26 maggio 1916, Pietrogrado

Angus 26-11-2011 23:44

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Qui giacciono i miei cani (D'Annunzio)

Qui giacciono i miei cani
gli inutili miei cani,
stupidi ed impudichi,
novi sempre et antichi,
fedeli et infedeli
all’Ozio lor signore,
non a me uom da nulla.
Rosicchiano sotterra
nel buio senza fine
rodon gli ossi i lor ossi,
non cessano di rodere i lor ossi
vuotati di medulla
et io potrei farne
la fistola di Pan
come di sette canne
i’ potrei senza cera e senza lino
farne il flauto di Pan
se Pan è il tutto e
se la morte è il tutto.
Ogni uomo nella culla
succia e sbava il suo dito
ogni uomo seppellito
è il cane del suo nulla.

Mi è sempre piaciuta e mi ha sempre affascinato, anche se non ho mai capito il significato degli ultimi versi. Se qualcuno lo conosce si faccia avanti :P

Don Chisciotte 14-12-2011 16:26

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Se riuscirai a non perdere la testa quando tutti
la perdono intorno a te, dandone a te la colpa;
se riuscirai ad aver fede in te quando tutti dubitano,
e mettendo in conto anche il loro dubitare;
se riuscirai ad attendere senza stancarti nell'attesa,
se, calunniato, non perderai tempo con le calunnie,
o se, odiato, non ti farai prendere dall'odio,
senza apparir però troppo buono o troppo saggio;

se riuscirai a sognare senza che il sogno sia il padrone;
se riuscirai a pensare senza che pensare sia il tuo scopo,
se riuscirai ad affrontare il successo e l'insuccesso
trattando quei due impostori allo stesso modo;
se riuscirai a riascoltare la verità da te espressa
distorta da furfanti per intrappolarvi gli ingenui,
o a veder crollare le cose per cui dai la tua vita
e a chinarti per rimetterle insieme con mezzi di ripiego;

se riuscirai ad ammucchiare tutte le tue vincite
e a giocartele in un sol colpo a testa-e-croce,
e a perdere ed a ricominciar tutto daccapo,
senza mai fiatare e dir nulla delle perdite;
se riuscirai a costringere cuore, nervi e muscoli,
benché sfiniti da un pezzo, a servire ai tuoi scopi,
e a tener duro quando niente più resta in te
tranne la volontà che ingiunge: "Tieni duro!";

se riuscirai a parlare alle folle serbando le tue virtù,
o a passeggiar coi re e non perdere il tuo fare ordinario;
se né i nemici né i cari amici riusciranno a colpirti,
se tutti contano per te, ma nessuno mai troppo;
se riuscirai a riempire l'attimo inesorabile
e a dar valore ad ognuno dei suoi sessanta secondi,
il mondo sarà tuo allora, con quanto contiene,
e - quel che è più, tu sarai un Uomo, ragazzo mio!


Se di Rudyard Kipling

rayuela 31-12-2011 17:57

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
MEZZ'ORA


Mio non sei stato né mai sarai,
Credo. Fu l'altro ieri:
Uno sfiorarsi al bar, dirsi qualcosa,
Niente di più; e già la pena provo
Del rimpianto, confesso. Ma c'è talvolta
In noi dell'Arte, di mente tale eccesso
Che un' ombra fuggitiva di piacere
Trasformiamo in sostanza, ne facciamo
Realtà palpabile. Così fu al bar,
L'altro ieri: complice in me una
Ubriacatura misericordiosa,
In rapimento erotico ho vissuto
Per mezz'ora, assoluto...

(Devi averlo capito: sei rimasto
Apposta un po' di più). Ma quanto,
Oh quanto necessario fu il guardarti
Nelle labbra, e il corpo tuo accanto
Avere al mio... Concesso
Non m'avrebbero un tale incanto
Vertigine d'alcool, sogno,
Pur tanto forti, mai...


Konstantinos Kavafis

EdgarAllanPoe 27-01-2012 11:55

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
http://www.letteratu.it/wp-content/t...c=1&q=80&bid=1


Dall’Argine

Posa il meriggio su la prateria.
Non ala orma ombra nell’azzurro e verde.
Un fumo al sole biancica; via via
fila e si perde.

Ho nell’orecchio un turbinìo di squilli,
forse campani di lontana mandra;
e, tra l’azzurro penduli, gli strilli
della calandra.

Carlien 27-01-2012 14:46

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Wislawa Szymborska - Addio a una vista

Non ce l'ho con la primavera
perché è tornata.
Non la incolpo
perché adempie come ogni anno
ai suoi doveri.
Capisco che la mia tristezza
non fermerà il verde.
Il filo d’erba, se oscilla,
è solo al vento.
Non mi fa soffrire
che gli isolotti di ontani sulle acque
abbiano di nuovo con che stormire.
Prendo atto
che la riva di un certo lago
è rimasta - come se tu vivessi ancora - bella
come era.
Non ho rancore
contro la vista per la vista
sulla baia abbacinata dal sole.
Riesco perfino ad immaginare
che degli altri, non noi
siedano in questo momento
sul tronco rovesciato d’una betulla.
Rispetto il loro diritto
a sussurrare, ridere
e tacere felici.
Suppongo perfino
che li unisca l'amore
e che lui stringa lei
con il suo braccio vivo.
Qualche giovane ala
fruscia nei giuncheti.
Auguro loro sinceramente
di sentirla.
Non esigo alcun cambiamento
dalle onde vicine alla riva,
ora leste, ora pigre
e non a me obbedienti.
Non pretendo nulla
dalle acque fonde accanto al bosco,
ora color smeraldo,
ora color zaffiro
ora nere.
Una cosa non accetto.
Il mio ritorno là.
Il privilegio della presenza
ci rinuncio.
Ti sono sopravvissuta solo
e soltanto quanto basta
per pensare da lontano.

TomRogerRobert 28-01-2012 19:38

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Mettiamo anche qualcosa di allegro in giro

Ernesto Ragazzoni - Laude dei pacifici lapponi

Ben tappati dentro i poveri,
ma fidati lor ricoveri,
mentre, lento, sui tizzoni
cuoce il lor desinaruzzo,
i pacifici lapponi
bevon l’olio di merluzzo.

Fuori il vento piglia a schiaffi
quattro o cinque abeti squallidi:
gli orsi bianchi sono pallidi
pel gran freddo, e si dan graffi
l’un con l’altro per distrarsi...

Oh! bisogna ricordarsi
che ormai nevica da mesi;
fiumi e rivi presi al laccio
dell’inverno, son di ghiaccio
(e che ghiaccio! perché il ghiaccio
è assai freddo in quei paesi).

Ma che importa lor? Ghiottoni
dallo stomaco di struzzo,
i pacifici lapponi
bevon l’olio di merluzzo.
E son là, raccolti e stretti,
padre, madre, zii, bambini
(battezziamoli lappini,
i lapponi pargoletti?)
e poi c’è la nonna, il nonno,
qualche amico dei vicini;

ciascun preso già dal sonno
perché ha l’epa troppo piena
già di grasso di balena;
pure, a nuove imbandigioni
ogni dente torna aguzzo,
e i pacifici lapponi
bevon l’olio di merluzzo.

Beatissimi! Fra poco,
tutti e quanti russeranno
in catasta attorno al fuoco.
Poi, doman, si leveranno,
mangeranno e riberranno
il buon olio di cui sopra,
e così, per tutto l’anno
sempre... fin che moriranno.

Così svolgesi la loro
vita, piana e senza scosse,
senza mai quell’ansia insana
che ci muta in pellirosse;
senza il fiel, senza la bile
necessari all’uom civile.

Ho da dirvelo? Una smania
prepotente mi dilania,
ed invan da più stagioni
in me dentro la rintuzzo...
Vo’ in Lapponia, tra i lapponi,
a ber l’olio di merluzzo.



Il finale è epico XD

lumbard92 29-01-2012 11:55

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Giovanni Pascoli - La mia sera

Il giorno fu pieno di lampi;
ma ora verranno le stelle,
le tacite stelle. Nei campi
c'è un breve gre gre di ranelle.
Le tremule foglie dei pioppi
trascorre una gioia leggiera.
Nel giorno, che lampi! Che scoppi!
Che pace, la sera!
Si devono aprire le stelle
nel cielo si tenero e vivo.
Là, presso le allegre ranelle,
singhiozza monotono un rivo.
Di tutto quel cupo tumulto,
di tutta quell'aspra bufera,
non resta che un dolce singulto
nell'umida sera.
E', quella infinita tempesta,
finita in un rivo canoro.
Dei fulmini fragili restano
cirri di porpora e d'oro.
O stanco dolore, riposa!
La nube nel giorno più nera
fu quella che vedo più rosa
nell'ultima sera.
Che voli di rondini intorno!
che gridi nell'aria serena!
La fame del povero giorno
prolunga la garrula cena. La parte, si piccola, i nidi
nel giorno non l'ebbero intera.
Né io……. e che voli, che gridi,
mia limpida sera!
Don…don…e mi dicono, Dormi!
Mi cantano, Dormi! Sussurrano,
Dormi! Bisbigliano, Dormi!
là voci di tenebra azzurra…
Mi sembrano canti di culla,
che fanno ch'io torni com'era…
sentivo mia madre… poi nulla…
sul far della sera.


Mi piace soprattutto la parte in cui torna il sereno perchè penso che ci rappresenti un po' tutti... dopo il temporale torna per forza il bel tempo, così come dopo un periodo in cui ci si sente tristi (per i più svariati motivi) deve venire un periodo migliore!

Hexley 12-04-2012 16:52

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Queste le ho scritte io:


Nella Notte

Fortunato chi porta con sé il ricordo
e sa attingere
nella veglia,
al cielo sotterraneo,
ai magici giardini
che brillano
nel profondo della notte

Oltre il varco segreto
l'antico cancello
spalancato nel buio
riposa nascosto dalla luce

Mai conosciuti dal Sole
nella Notte
i suoi fiori
innocenti e spontanei
morbide lucciole
lumi a sé stessi
brillano insieme

petali di pensieri
riflettono
ombre luminose
nella fonte nascosta

fuggevoli forme di nuvole
si affacciano
sotto la superficie

lontano dal tempo,
nell'attimo eterno

dormono infinite ricchezze
sconosciute e dimenticate

si cullano ricordi
più antichi della memoria

specchiandosi nel liquido cielo
che onniscente
stupisce se stesso

sgorgano sogni infiniti
e dissetano semi nascosti
che attendono
fiduciosi
nell'oscurità feconda

attraverso la volta stellata,
dentro la sorgente
ogni bambino che gioca
si riconosce nell'acqua

in quel giardino
infinito ma vicino
colmo di meraviglia
e caldo
come la dimora più antica

________________________________________________

Dioniso

Io sono Dioniso
La Musica Mi Attraversa
E Mi Sommerge
Il Ritmo Mi Trascina
E Possiede
Forte come un Fiume In Piena

Brillo nella Luce del Sole
Drogato dalle Spezie
Deliziato dal Profumo
Dei Fiori Respiro La Gioia
La mia Anima Vibra
Nei loro Colori

Piango nel Tramonto
Fremo nel Vento
Quando l'Autunno
Accarezza le mie Foglie
La Linfa di Fuoco
Mi Muove a Divorare
E Mi Divora
Ferocemente
Assetato di Essa

Nel Sesso
Fragrante Profumo
Primavera Nella Carne

__________________________________________________ ___

Sogno

Ho volato
alla velocità del pensiero
in un universo di caleidoscopica intelligenza
pura coscienza abbagliata da infinita meraviglia
nel cuore la gioia dell'anima
che come goccia evapora
in un sole brillante di luce spirituale
perché ha toccato Dio

__________________________________________________ ___

Alfabeto dell'Infinito

Esploro l'infinito del possibile
ogni istante racchiude una nuova meraviglia
troppo vasta per la linea del tempo.

Ricerco l'alfabeto del possibile
l'arte combinatoria
degli aspetti e delle trasformazioni generali
il linguaggio eterno
degli dei architetti di mondi.

__________________________________________________ _____

In un abisso

C'è una parte di me
che non riesco ad afferrare
che in rari momenti di libertà.

La parte di me che
si apre spontaneamente
al mondo,
correndo felice
incontro alle esperienze.

Perché mi sono ucciso?
Sepolto vivo,
in un cupo silenzio,
per tanti anni?

Dove può arrivare
il dolore di un bambino,
e la vendetta?

Ad uccidere un figlio,
accecarne la gioia,
gettarne il cuore
in un abisso.

_____________________________________________

A Estia

Estia,
presenza invisibile,
vergine e saggia
una in se stessa
completa
degna della stima più alta
eterna custode del fuoco

al centro
del cerchio sacro
arde pura,
raccolta e distaccata
luminosa
riscalda lo spazio interno,
la casa del Sé.

__________________________________________________ _

Eclissi

in un attimo
il cielo si è avvolto intorno a noi

le stelle attenderanno silenziose
dietro la corona di luce

splendida Luna d'argento
dall'oro che risplende nell'azzurro
lasciati baciare

fammi brillare Sole per te

__________________________________________________

Io amo

Io amo
io amo il sole
io amo il sorriso
gli occhi
le dolci voci
delle ragazze
io amo sfrecciare nell'orizzonte
io amo il cielo
io amo le sconfinate verdi foreste
io amo l'infinito
io amo il pieno respiro della vita
io amo possedere la mia donna
vedere il suo rapimento
sentirla godere
io amo camminare sereno nella notte
io amo tutto ciò che è intenso
io amo la tempesta
io amo il temporale
il bagliore del fulmine nell'oscurità
il fragore del tuono
amo le rondini nel vento
amo il profumo del verde
dissetato dalla pioggia
amo i campi dorati
distese di spighe generose
sintesi dell'amore
del sole e della terra
amo il sorriso
e l'immediatezza dei bambini
io amo la libertà
io amo i seni pieni
il profumo di donna
e la sublime morbidezza della pelle
sotto le mie carezze
amo il semplice sapore del pane
io amo le tranquille domeniche
la musica
leggere
pensare
scrivere
io amo la luna
circondata da magici contrasti di nubi
in una notte suggestiva
e amo questo centro
che vede
che sente
che ama

__________________________________________

Risveglio

galleggio
piccola foglia di speranza
sotto cieli di libertà
sull'orizzonte della vita

dove l'oceano di sofferenza
precipita nell'abisso

rainy 12-04-2012 17:29

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Gli auguri dell'Innocenza - William Blake

Vedere il mondo in un granello di sabbia
e il paradiso in un fiore selvatico.
Tenere l'infinito nel palmo di una mano
e l'eternità in un'ora
.

Qin Shi Huang 16-07-2012 23:53

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Questo che a notte balugina
nella calotta del mio pensiero,
traccia madreperlacea di lumaca
o smeriglio di vetro calpestato,
non è lume di chiesa o d'officina
che alimenti
chierico rosso, o nero.
Solo quest'iride posso
lasciarti a testimonianza
d'una fede che fu combattuta,
d'una speranza che bruciò più lenta
di un duro ceppo nel focolare.
Conservane la cipria nello specchietto
quando spenta ogni lampada
la sardana si farà infernale
e un ombroso Lucifero scenderà su una prora
del Tamigi, dell'Hudson, della Senna
scuotendo l'ali di bitume semi-
mozze dalla fatica, a dirti: è l'ora.
Non è un'eredità, un portafortuna
che può reggere all'urto dei monsoni
sul fil di ragno della memoria,
ma una storia non dura che nella cenere
e persistenza è solo l'estinzione.
Giusto era il segno: chi l'ha ravvisato
non può fallire nel ritrovarti.
Ognuno riconosce i suoi: l'orgoglio
non era fuga, l'umiltà non era
vile, il tenue bagliore strofinato
laggiù non era quello di un fiammifero.

Sotterranea 17-07-2012 21:14

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Il mare brucia le maschere,
le incendia il fuoco del sale.
Uomini pieni di maschere
avvampano sul litorale.

Tu sola potrai resistere
nel rogo del Carnevale.
Tu sola che senza maschere
nascondi l'arte d'esistere.

G. Caproni

rainy 21-07-2012 16:07

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Sola nel mondo eterna, a cui si volve
Ogni creata cosa,
In te, morte, si posa
Nostra ignuda natura;
Lieta no, ma sicura
Dall’antico dolor. Profonda notte
Nella confusa mente
Il pensier grave oscura;
Alla speme, al desio, l’arido spirto
Lena mancar si sente:
Cosí d’affanno e di temenza è sciolto,
E l’età vote e lente
Senza tedio consuma.
Vivemmo: e qual di paurosa larva,
E di sudato sogno,
A lattante fanciullo erra nell’alma
Confusa ricordanza:
Tal memoria n’avanza
Del viver nostro: ma da tema è lunge
Il rimembrar. Che fummo?
Che fu quel punto acerbo
Che di vita ebbe nome?
Cosa arcana e stupenda
Oggi è la vita al pensier nostro, e tale
Qual de’ vivi al pensiero
L’ignota morte appar. Come da morte
Vivendo rifuggia, cosí rifugge
Dalla fiamma vitale
Nostra ignuda natura
Lieta no ma sicura;
Però ch’esser beato
Nega ai mortali e nega a’ morti il fato.


(Giacomo Leopardi, Dialogo di Federico Ruysch e delle sue mummie , 1824)

Pluvia 23-07-2012 19:39

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Non è un vero angolo della poesia se manca il più grande poeta di tutti i tempi
!Attenzione!: la traduzione dal greco antico è stata realizzata da me. (le traduzioni trovabili già in italiano sono estremamente libere, ma qui è stata riportata la traduzione fedele del passo, realizzata da me medesimo appunto)
http://www.contucompiti.it/wordpress...-nausicaa1.jpg

OMERO ODISSEA (libro sesto 127-210)
L'INCONTRO DI ODISSEO E NAUSICAA


Così dicendo, di sotto i cespugli sbucò Odisseo glorioso,
dal folto della selva un ramoscello di foglie con mano gagliarda
stroncò, affinchè coprisse sul corpo le vergogne di uomo.
Si mosse come leone nutrito sui monti, sicuro della forza,
che va bagnato da pioggia e battuto da vento; gli occhi
ardono. Tra buoi si getta, tra pecore
tra cerve selvagge; il ventre lo spinge,
in cerca di greggi e nella solida casa a giungere.
Così Odisseo fra fanciulle bei riccioli stava
per mescolarsi, nudo presso esse: il bisogno infatti lo incalzava.
Terribile a quelle apparve, imbruttito da salsedine,
fuggirono qua e là nelle rive che si protendevano.
Sola, la figlia di Alcinoo rimase, a lei infatti Atena
il coraggio nel cuore infuse e da ginocchia timore le tolse.
Stette davanti, stando immobile: e meditò Odisseo,
se i ginocchi prendendo, pregar la fanciulla occhi belli,
o così con parole di miele, da lontano,
pregarla che la città gli mostrasse e vesti gli desse.
Così a egli che pensava parve cosa migliore,
pregar di lontano con parole di miele,
affinchè con chi le prendeva i ginocchi non si sdegnasse nel cuore la vergine.
Subito dolce e scaltra parola parlò:
"T'imploro, signora: dea o mortale sei?
Se dea tu sei, di quelli che il cielo vasto possiedono,
ad Artemide, figlia del grande Zeus,
per aspetto e grandezza e bellezza rassomiglio vicinissima.
Se invece mortale sei, di quelli che in terra vivono,
tre volte beati il padre e la madre sovrana,
tre volte beati i fratelli: molto a essi l'animo
sempre s'addolcisce di gioia per te,
quando contemplano un tal germoglio muovere a danza.
Ma soprattutto beatissimo in cuore più degli altri,
chi soverchiando coi doni, ti condurrà in casa sua.
Mai simil cosa ho veduto cogli occhi,
nè uomo, nè donna: riverenza mi vince, guardandoti.
In Delo una volta, presso l'altare d'Apollo,
vidi levarsi un fusto nuovo di palma:
giunsi infatti anche lì; e innumerevole esercito mi seguiva,
via in cui m'era destino aver tristi pene.
Così ammirandolo, ero stupito nell'animo
a lungo, poichè mai crebbe tale pianta da terra,
come te, donna, ammiro e sono incantato e ho paura tremenda
di abbracciarti i ginocchi: ma duro strazio m'incalza.
Ieri al ventesimo giorno fuggii il mare colore del vino:
intanto sempre m' ha spinto l'onda e le procelle rapaci,
dall'isola Ogigia; qui m'ha scagliato ora un dio,
affinchè in qualche modo anche qui patisca male: non credo infatti
che finiranno, ma ancora molto gli dei compieranno prima.
Ma tu signora, abbi pietà: infatti molte malvagità soffrendo
a te per prima mi prosto, nessuno conosco degli altri
uomini, che hanno questa città e terra.
La città mostrami, dammi un cencio da mettermi addosso,
se avevi una fodera dei vestiti, venendo qui.
A te gli dei diano tante cose, quante nel cuore desideri,
marito, casa e concordia gloriosa rendano;
Di questo infatti nulla è migliore e superiore,
quando, avendo la stessa opinione nei pensieri, dirigono la casa
l'uomo e la donna: molte sofferenze ai maligni,
ma gioie per gli amici, e loro moltissimo han fama splendida."
A lui Nausicaa braccio bianco in risposta parlò:
"Straniero, nè a malvagio nè a stolto uomo somigli,
ma Zeus Olimpio divide la fortuna tra gli uomini,
nobili e cattivi, come vuole, a ciascuno:
e a te tali cose ha dato, bisogna che tu tolleri in ogni caso.
Ora però, poichè alla nostra città e terra sei giunto,
non abbisognerai di veste, nè di null'altro,
come s'addice a chi tollera molti mali e sta come supplice.
La città ti mostrerò e dirò il nome del popolo.
I Feaci questa città e terra possiedono,
e io son la figlia di Alcinoo magnanimo,
che tra i Feaci ha potere e forza".
Certo, e alle ancelle bei riccioli ordinò:
"Fermatevi, ancelle: dove fuggite vedendo un uomo?
Forse uno degli uomini nemici credete che sia?
Non c'è mortale vivente nè mai ci sarà,
che alla terra dei Feaci pervenga
portando guerra: molto cari agli immortali siamo.
Viviamo in disparte nel mare flutti infiniti,
lontani,nè mai qualcuno degli altri mortali si mischia a noi.
Ma questi è un misero naufrago che qui è giunto,
del quale dobbiamo occuparcene: da Zeus infatti vengono tutti
gli stranieri e i poveri, un dono piccolo e caro.
Ma date, ancelle, allo straniero da mangiare e da bere,
lavatelo nel fiume, dov'è il riparo dal vento".

juhi 29-07-2012 22:09

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Son luce ed ombra; angelica
farfalla o verme immondo
sono un caduto cherubo
dannato a errar sul mondo,
o un demone che sale,
affaticando l'ale,
verso un lontano ciel.

Ecco perché nell'intime
cogitazioni io sento
la bestemmia dell'angelo
che irride al suo tormento,
o l'umile orazione
dell'esule dimone
che riede a Dio, fedel.

Ecco perché m'affascina
l'ebbrezza di due canti,
ecco perché mi lacera
l'angoscia di due pianti,
ecco perché il sorriso
che mi contorce il viso
o che m'allarga il cuor.

Ecco perché la torbida
ridda de' miei pensieri,
or mansueti e rosei,
or violenti e neri;
ecco perché con tetro
tedio, avvincendo il metro
de' carmi animator.

O creature fragili
dal genio onnipossente!
Forse noi siamo l'homunculus
d' un chimico demente,
forse di fango e foco
per ozioso gioco
un buio Iddio ci fe'.

E ci scagliò sull'umida
gleba che c'incatena,
poi dal suo ciel guatandoci
rise alla pazza scena
e un dì a distrar la noia
della sua lunga gioia
ci schiaccerà col pie'.

E noi viviam, famelci
di fede o d'altri inganni,
rigirando il rosario
monotono degli anni,
dove ogni gemma brilla
di pianto, acerba stilla
fatta d'acerbo duol.

Talor, se sono il demone
redento che s'india,
sento dall'alma effondersi
una speranza pia
e sul mio buio viso
del gaio paradiso
mi fulgureggia il sol.

L'illusion-libellula
che bacia i fiorellini,
-l'illusion-scoiattolo
che danza in cima i pini,
-l'illusion-fanciulla
che trama e si trastulla
colle fibre del cor,

viene ancora a
sorridermi
nei dì più mesti e soli
e mi sospinge l'anima
ai canti, ai carmi, ai voli;
e a turbinar m'attira
nella profonda spira
dell'estro ideator.

E sogno un'Arte eterea
che forse in cielo ha norma,
franca dai rudi vincoli
del metro e della forma,
piena dell'Ideale
che mi fa batter l'ale
e che seguir non so.

Ma poi, se avvien che l'angelo
fiaccato si ridesti,
i santi sogni fuggono
impauriti e mesti;
allor, davanti al raggio
del mutato miraggio,
quasi rapito, sto:

e sogno allor la magica
Circe col suo corteo
d'alci e di pardi, attoniti
nel loro incanto reo.
E il cielo, altezza impervia,
derido e di protervia
mi pasco e di velen.

E sogno un'Arte reproba
che smaga il mio pensiero
dietro le basse immagini
d'un ver che mente al Vero
e in aspro carme immerso
sulle mie labbra il verso
bestemmiando vien.

Questa è la vita! L'ebete
vita che c'innamora,
lenta che pare un secolo,
breve che pare un'ora;
un agitarsi alterno
fra paradiso e inferno
che non s'accheta più!

Come istrion, su cupida
plebe di rischio ingorda,
fa pompa d'equilibrio
sovra una tesa corda,
tal è l'uman, librato
fra un sogno di peccato
e un sogno di virtù.

-Dualismo, Arrigo Boito-

Sotterranea 30-07-2012 08:09

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
XVII SONETTO

Non t'amo come se fossi rosa di sale, topazio
o freccia di garofani che propagano il fuoco:
t'amo come si amano certe cose oscure,
segretamente, tra l'ombra e l'anima.

T'amo come la pianta che non fiorisce e reca
dentro di sé, nascosta, la luce di quei fiori;
grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo
il concentrato aroma che ascese dalla terra.

T'amo senza sapere come, né quando, né da dove,
t'amo direttamente senza problemi né orgoglio:
così ti amo perché non so amare altrimenti

che così, in questo modo in cui non sono e non sei,
così vicino che la tua mano sul mio petto è mia,
così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno.

Neruda

juhi 30-07-2012 08:20

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi-
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola
un grido taciuto, un silenzio.
Così li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla.
Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti.

-Verrà la morte e avrà i tuoi occhi, Cesare Pavese-

Winston_Smith 30-07-2012 09:22

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Quote:

Originariamente inviata da dany91 (Messaggio 812790)
Non è un vero angolo della poesia se manca il più grande poeta fino al 1265

:occhiali:

Rick Blaine 02-08-2012 18:10

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Donne ch’avete intelletto d’amore,
i’ vo’ con voi de la mia donna dire,
non perch’io creda sua laude finire,
ma ragionar per isfogar la mente.
Io dico che pensando il suo valore,

Amor sì dolce mi si fa sentire,
che s’io allora non perdessi ardire,
farei parlando innamorar la gente.
E io non vo’ parlar sì altamente,
ch’io divenisse per temenza vile;

ma tratterò del suo stato gentile
a respetto di lei leggeramente,
donne e donzelle amorose, con vui,
ché non è cosa da parlarne altrui.
Angelo clama in divino intelletto 15

e dice: "Sire, nel mondo si vede
maraviglia ne l’atto che procede
d’un’anima che ’nfin qua su risplende".
Lo cielo, che non have altro difetto
che d’aver lei, al suo segnor la chiede,

e ciascun santo ne grida merzede.
Sola Pietà nostra parte difende,
ché parla Dio, che di madonna intende:
"Diletti miei, or sofferite in pace
che vostra spene sia quanto me piace

là ’v’ è alcun che perder lei s’attende,
e che dirà ne lo inferno: O mal nati,
io vidi la speranza de’ beati".
Madonna è disiata in sommo cielo:
or voi di sua virtù farvi savere. 30

Dico, qual vuol gentil donna parere
vada con lei, che quando va per via,
gitta nei cor villani Amore un gelo,
per che onne lor pensero agghiaccia e pere;
e qual soffrisse di starla a vedere

diverria nobil cosa, o si morria.
E quando trova alcun che degno sia
di veder lei, quei prova sua vertute,
ché li avvien, ciò che li dona, in salute,
e sì l’umilia, ch’ogni offesa oblia.

Ancor l’ha Dio per maggior grazia dato
che non pò mal finir chi l’ha parlato.
Dice di lei Amor: "Cosa mortale
come esser pò sì adorna e sì pura?".
Poi la reguarda, e fra se stesso giura

che Dio ne ’ntenda di far cosa nova.
Color di perle ha quasi, in forma quale
convene a donna aver, non for misura:
ella è quanto de ben pò far natura;
per essemplo di lei bieltà si prova.

De li occhi suoi, come ch’ella li mova,
escono spirti d’amore inflammati,
che feron li occhi a qual che allor la guati,
e passan sì che ’l cor ciascun retrova:
voi le vedete Amor pinto nel viso,

là ’ve non pote alcun mirarla fiso.
Canzone, io so che tu girai parlando
a donne assai, quand’io t’avrò avanzata.
Or t’ammonisco, perch’io t’ho allevata
per figliuola d’Amor giovane e piana,

che là ’ve giugni tu dichi pregando:
"Insegnatemi gir, ch’io son mandata
a quella di cui laude so’ adornata".
E se non vuoli andar sì come vana,
non restare ove sia gente villana:

ingegnati, se puoi, d’esser palese
solo con donne o con omo cortese,
che ti merranno là per via tostana.
Tu troverai Amor con esso lei;
raccomandami a lui come tu dei.

Rick Blaine 02-08-2012 18:12

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 





They fuck you up, your mum and dad.
They may not mean to, but they do.
They fill you with the faults they had
And add some extra, just for you.

But they were fucked up in their turn
By fools in old-style hats and coats,
Who half the time were soppy-stern
And half at one another’s throats.

Man hands on misery to man.
It deepens like a coastal shelf.
Get out as early as you can,
And don’t have any kids yourself.

Efits 02-08-2012 19:13

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Solo, camminando per le strade affollate
Solo, sorridendo per abitudine
Solo, in un mondo che non mi appartiene
penso a te
Pianto silenzioso a occhi muti, riversare
di pensieri e parole, lacrime e gioia si fondono
in un ricordo lontano, spezzato ma pur vivo
come frammenti di vetro traslucido che portano via
la più intima parte di me
ferendomi

Scritta da me in un momentaccio, anni fa

Pluvia 03-08-2012 03:56

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Quote:

Originariamente inviata da Winston_Smith (Messaggio 817395)
Non è un vero angolo della poesia se manca il più grande poeta fino al 1265

"Quamquam quid me utrique vestrum "loqui" dixerim? Strepere est quicquid ab ullo vobis dicitur: nimis excellitis supraque hominem estis et toto vertice itis in nubis? Sed dulce mihi velut infanti est cum disertissimis nutritoribus balbutire".

Trad: "Ma insomma, perché parlo di "stile" proprio a voi due [Omero e Virgilio]? Sono solo chiacchiere le cose che chiunque può dire a voi: siete troppo in alto voi, siete al di sopra di noi semplici uomini, e dall'altezza della vostra sommità passeggiate tra le nuvole. Ma a me è dolce, come un bambino, balbettare con facondissimi nutritori".
Francesco Petrarca, Familiares XXIV 12, 9 ottobre 1360 (:occhiali:)

PS: Petrarca ebbe nel 1366 da Boccaccio la traduzione di Iliade e Odissea; pare invece non abbia mai posseduto l'opera del tuo divin poeta, come lui stesso ammette nell'epistola Familares XXI - 15

"Ea vero michi obiecte calumnie pars altera fuerat, cuius in argumentum trahitur quod a prima etate, que talium cupidissima esse solet, ego librorum varia inquisitione delectatus, nunquam librum illius habuerim, et ardentissimus semper in reliquis, quorum pene nulla spes supererat, in hoc uno sine difficultate parabili, novo quodam nec meo more tepuerim. Factum fateor, sed eo quo isti volunt animo factum nego".

Trad: "L’altra calunniosa accusa che mi si fa è che io, che fin da quella prima età in cui avidamente si coltivano gli studi, mi compiacqui tanto di far raccolta di libri, non abbia mai ricercato il libro di costui (Dante), e mentre con tanto ardore mi diedi a raccoglier libri quasi introvabili, di quello solo, che era alla mano di tutti, stranamente non mi sia curato. Confesso che è così, ma nego di averlo fatto per le ragioni ch’essi dicono".

:occhiali:

Efits 06-08-2012 15:44

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Eldorado


Gaiamente vestito
un galante cavaliere,
alla luce del sole ed all’ombra
aveva viaggiato lungamente,
cantando una canzone
in cerca di Eldorado.
Ma egli diventò vecchio
questo cavaliero così ardito
e sul suo cuore un’ombra
cadde quando ei non trovò
alcun luogo sulla terra
somigliante all’Eldorado.
E come la sua possanza
lo abbandonò alla fine,
egli incontrò un’ombra pellegrina
“Ombra,diss’egli,
dove può essere
questa terra di Eldorado?”
“Sui monti
della Luna,
giù nella valle dell’Ombra,
cavalca, arditamente cavalca
-l’ombra replicò-
se tu cerchi l’Eldorado!”

(Edgar Allan Poe,1849)

Winston_Smith 06-08-2012 15:48

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Quote:

Originariamente inviata da dany91 (Messaggio 820815)
"Quamquam quid me utrique vestrum "loqui" dixerim? Strepere est quicquid ab ullo vobis dicitur: nimis excellitis supraque hominem estis et toto vertice itis in nubis? Sed dulce mihi velut infanti est cum disertissimis nutritoribus balbutire".

Trad: "Ma insomma, perché parlo di "stile" proprio a voi due [Omero e Virgilio]? Sono solo chiacchiere le cose che chiunque può dire a voi: siete troppo in alto voi, siete al di sopra di noi semplici uomini, e dall'altezza della vostra sommità passeggiate tra le nuvole. Ma a me è dolce, come un bambino, balbettare con facondissimi nutritori".
Francesco Petrarca, Familiares XXIV 12, 9 ottobre 1360 (:occhiali:)

PS: Petrarca ebbe nel 1366 da Boccaccio la traduzione di Iliade e Odissea; pare invece non abbia mai posseduto l'opera del tuo divin poeta, come lui stesso ammette nell'epistola Familares XXI - 15

"Ea vero michi obiecte calumnie pars altera fuerat, cuius in argumentum trahitur quod a prima etate, que talium cupidissima esse solet, ego librorum varia inquisitione delectatus, nunquam librum illius habuerim, et ardentissimus semper in reliquis, quorum pene nulla spes supererat, in hoc uno sine difficultate parabili, novo quodam nec meo more tepuerim. Factum fateor, sed eo quo isti volunt animo factum nego".

Trad: "L’altra calunniosa accusa che mi si fa è che io, che fin da quella prima età in cui avidamente si coltivano gli studi, mi compiacqui tanto di far raccolta di libri, non abbia mai ricercato il libro di costui (Dante), e mentre con tanto ardore mi diedi a raccoglier libri quasi introvabili, di quello solo, che era alla mano di tutti, stranamente non mi sia curato. Confesso che è così, ma nego di averlo fatto per le ragioni ch’essi dicono".

:occhiali:

Uno che ha dei pregiudizi verso un'opera solo perché scritta in volgare invece che in latino si squalifica da solo.

DANTE > Petrarca :occhiali:

Rick Blaine 06-08-2012 16:28

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Quote:

Originariamente inviata da dany91 (Messaggio 820815)
"Quamquam quid me utrique vestrum "loqui" dixerim? Strepere est quicquid ab ullo vobis dicitur: nimis excellitis supraque hominem estis et toto vertice itis in nubis? Sed dulce mihi velut infanti est cum disertissimis nutritoribus balbutire".

Trad: "Ma insomma, perché parlo di "stile" proprio a voi due [Omero e Virgilio]? Sono solo chiacchiere le cose che chiunque può dire a voi: siete troppo in alto voi, siete al di sopra di noi semplici uomini, e dall'altezza della vostra sommità passeggiate tra le nuvole. Ma a me è dolce, come un bambino, balbettare con facondissimi nutritori".
Francesco Petrarca, Familiares XXIV 12, 9 ottobre 1360 (:occhiali:)

PS: Petrarca ebbe nel 1366 da Boccaccio la traduzione di Iliade e Odissea; pare invece non abbia mai posseduto l'opera del tuo divin poeta, come lui stesso ammette nell'epistola Familares XXI - 15

"Ea vero michi obiecte calumnie pars altera fuerat, cuius in argumentum trahitur quod a prima etate, que talium cupidissima esse solet, ego librorum varia inquisitione delectatus, nunquam librum illius habuerim, et ardentissimus semper in reliquis, quorum pene nulla spes supererat, in hoc uno sine difficultate parabili, novo quodam nec meo more tepuerim. Factum fateor, sed eo quo isti volunt animo factum nego".

Trad: "L’altra calunniosa accusa che mi si fa è che io, che fin da quella prima età in cui avidamente si coltivano gli studi, mi compiacqui tanto di far raccolta di libri, non abbia mai ricercato il libro di costui (Dante), e mentre con tanto ardore mi diedi a raccoglier libri quasi introvabili, di quello solo, che era alla mano di tutti, stranamente non mi sia curato. Confesso che è così, ma nego di averlo fatto per le ragioni ch’essi dicono".

:occhiali:

Fu proprio dopo quell'ammissione di colpa che Boccaccio gliene regalò una copia che certamente Petrarca lesse e, essendo un genio oltre che un letterato tra i più grandi, ammirò.

Winston_Smith 06-08-2012 16:34

Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
 
Comunque lasciamo parlare qualcuno che ne capisce :occhiali:

http://it.wikipedia.org/wiki/Opere_d...laude_di_Dante

Il titolo "vulgato" aderisce perfettamente al tono di alto e quasi religioso elogio dell'opera.

Intorno alla figura del divino poeta vibra come un alone di leggenda conforme al tipo ideale che, nell'Alighieri, Boccaccio delinea e onora come primo, augusto ed eroico cultore della poesia e della scienza.


:occhiali:


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