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Elogio della timidezza
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Re: Elogio della timidezza
:riverenza::riverenza:
Vero è che dietro la timidezza a volte si nasconde l’orgoglio, la presunzione e perfino un’aggressività repressa che poi esplode o si riversa su vittime sacrificali magari famigliari. Il timido coltiva, come scrisse Emo, il piacere solitario «di non dover essere grato a nessuno». Più spesso però la timidezza è una specie di imene, di velo e di custodia per mantenere la verginità dell’essere, non offrirla al primo che passa, ma serbare l’anima in un tabernacolo come si addice alle cose più sacre o meno futili. È un modo per sorvegliare la propria frontiera, di vigilare sui propri confini. Perché chi non sa disegnare i suoi limiti, avverte Emo, deve accontentarsi dell’infinito. ------------- in quell'articolo mi sono ritrovato in molte cose :yes: finalmente un giornale che ne parla :) |
Re: Elogio della timidezza
Rob stavo per aggiungerlo io! Mi era stato segnalato anche a me l'articolo di Marcello Veneziani.
Il timido non è per forza un insicuro, più spesso teme di essere frainteso, non riconosciuto. Vive appartato e negli inevitabili convivi quasi mai tiene la conversazione, ma ascolta, si arma di pazienza e di attenzione, e quando il discorso non lo merita finge attenzione per non dispiacere l’interlocutore e per farlo sentire migliore di quel che sta dicendo. Al più interviene in margine, a postilla, o su richiesta. Alla fine però la timidezza rimane un difetto, godono solo gli altri per i vantaggi che scaturiscono da una personalità introversa timida. |
Re: Elogio della timidezza
Da come scrive, direi che Veneziani vive e pensa da persona timida. Non lo avrei mai detto. Certo fa piacere sentirlo parlare così, è come sentirsi dire: ti capisco perchè sono anch'io così, facciamoci coraggio, abbiamo delle qualità.
Certo, c'è differenza tra essere TIMIDO ed essere FOBICO...ma una parola nobile e buona è sempre di aiuto. |
Re: Elogio della timidezza
C’è un difetto d’indole, acuito dall’educazione, che merita di essere riabilitato nell’era sfacciata dell’esibizionismo. È la timidezza, il disagio di essere al mondo e di mostrarsi, il sacro rispetto per lo sguardo altrui, il sommesso desiderio di inabissarsi, di non figurare.
Che inizio. Non c'è una parola di troppo o un aggettivo di meno. Come vorrei saper scrivere così. :riverenza: |
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