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Domanda provocazione ma nemmeno tanto.
Nelle varie psicoterapie che ho fatto, durante il corso di questi anni, spesso mi si domandava di individuare il vantaggio che si ha nello stare nella condizione in cui stiamo.
La prima volta che mi fu detto, saltai dal lettino di psicanalisi, mi girai verso la psicoterapeuta e dissi con tono incazzato: nessuno!! Poi lei inizio' con le sue supposizioni. 1) Non volersi prendere le proprie responsabilita' 2) Voler essere al centro dell'attenzione... io sono fobico, sono malato, dovete comprendermi... 3) etc etc etc Voi cosa ne pensate? C'è, a vostro avviso, un meccanismo involontario che scatena questo tipo di fobie al fine di proteggergi dai problemi che si affrontano durante l'arco della vita? Sebbene io pensi che conti molto il contesto in cui si è cresciuti, il rapporto con la famiglia, una base genetico/caratteriale, non mi sento di escludere queste ipotesi... |
Re: Domanda provocazione ma nemmeno tanto.
Io penso sia come sottrarsi a un esame: pur di non trovarsi difronte all'ipotesi di non essere all'altezza della situazione, la si evita del tutto, ma questo crea un circolo vizioso: più eviti, meno sarai all'altezza, più continui a evitare...
Il "vantaggio" sarebbe di essere incapaci, ma solo eprchè lo abbiamo voluto e non perchè imposto dalle nostre reali incapacità, non so se mi sono spiegato... |
Re: Domanda provocazione ma nemmeno tanto.
perfettamente... quindi non credi che il carattere, il contesto familiare etc abbiano una loro incidenza? pensi che sia solo "colpa" nostra?
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Re: Domanda provocazione ma nemmeno tanto.
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Quindi praticamente, mi sono ammalata per poter vivere la vita che volevo, fare il lavoro che volevo e non sentirmi continuamente istigata a fare un lavoro che mi faceva schifo. Però non ne sono sicura... :huh: |
Re: Domanda provocazione ma nemmeno tanto.
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Re: Domanda provocazione ma nemmeno tanto.
queste psciterapie...sempre molto utili.....poi avete cominciato a parlare del sesso degli angeli?
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Re: Domanda provocazione ma nemmeno tanto.
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Re: Domanda provocazione ma nemmeno tanto.
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Poi è stato a fine seduta quindi non abbiamo potuto scandagliare quest'affermazione. Ho fatto un liceo che non era quello adatto a me, ho fatto un'università che non era esattamente quella adatta a me, poi ho fatto per 3 anni un lavoro che mi faceva schifo. Dopo 3 anni così e un'umiliazione subita che non voglio spiegarvi al momento e non so se ve la spiegherò, ho avuto un enorme shock e cominciato a stare veramente male. Dopo ho ricominciato a fare ancora un lavoro simile, che poi ho mollato di punto in bianco per andare in un'altra città a fare uno stage di un lavoro che mi piace abbastanza, a cui aspiravo all'inizio dell'università. Poi ho fatto qualche mese là, dopo sono tornata e ho fatto un altro lavoro molto carino ma con un capo bestia e con condizioni di lavoro inaccettabili. Dopo 2 anni così mi sono messa in proprio. Come ti ho spiegato all'inizio, la mia famiglia mi ha spinta molto a fare ciascuna delle cose prima dello stage, è dallo stage in poi che faccio quello che voglio io. Ora mi sento ancora molto condizionata dal loro giudizio, sto cercando di staccarmene per poter andare avanti e scegliere il lavoro che voglio e implementarlo, per me stessa e non per piacere a loro. Mi sono ammalata forse per poter avere l'alibi di seguire i miei sogni e fare il lavoro che mi piace, che è la mia vita. Tu secondo me cerchi di apparire agli altri come una persona forte e non sensibile (le due cose non sempre stanno in contrapposizione in realtà), e così camuffando la tua vera natura, non ne puoi più e stai cercando un modo di venirne fuori per poter essere finalmente te stesso. |
Re: Domanda provocazione ma nemmeno tanto.
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e rotflastc |
Re: Domanda provocazione ma nemmeno tanto.
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chi è già in malafede pensa male che è marcio pensa male la tipa-dottoressa aveva una tipica personalità sado-maso per cui "responsabilità" non è un onore che uno raggiunge la soddisfazione di prendersi cura di un bene collettivo, di realizzare qualcosa che va oltre l'interesse personale ma un "dovere" da compiere ma come Kant ha precisato molto bene, l'etica autentica è un valore intrinseco, ricompensa agendola l'etica finta invece agisce qualcosa per motivi secondari come ottenere elogi ed evitare punizioni ma responsabilità non è un peso da portare responsabilità è un eccellenza che si esprime in una funzione collettiva altrimenti l'essere umano si riduce a una marionetta una persona amata diventa una personalità amorevole, responsabile e felice, e la sua eccellenza è semplicemente l'espressione dei suoi desideri più profondi il malato di mente invece sogna caos e malvagità e agisce doveri |
Re: Domanda provocazione ma nemmeno tanto.
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Re: Domanda provocazione ma nemmeno tanto.
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Ho avuto un'esperienza con una psicologa che non mi è piaciuta. Pure mia cugina è laureata in psicologia, ma ha la sensibilità di un sasso. |
Re: Domanda provocazione ma nemmeno tanto.
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Re: Domanda provocazione ma nemmeno tanto.
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Re: Domanda provocazione ma nemmeno tanto.
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Re: Domanda provocazione ma nemmeno tanto.
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Re: Domanda provocazione ma nemmeno tanto.
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Re: Domanda provocazione ma nemmeno tanto.
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Re: Domanda provocazione ma nemmeno tanto.
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Re: Domanda provocazione ma nemmeno tanto.
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per questo la sanità fisica e psichica sono una questione di fortuna. Il primato della tecnica: "L'intervento è riuscito ma il paziente è deceduto." :thumbup: |
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