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MoonwatcherII 20-11-2010 15:25

Le vie della conoscenza sono (in)finite
 
Mi chiedo se sia possibile conoscere davvero una persona, penetrarla fino a raggiungerne l’essenza. Da buon sociofobico posso affermare di non conoscere nessuno fino a tal punto. Come ci si conosce? Penso che ci si conosca almeno in due modi diversi, cioè o mediante la conoscenza diretta o mediante la conoscenza indiretta. La conoscenza diretta implica parlare di se stessi. Interessarsi al proprio interlocutore in modo diretto comporta che se quest’ultimo è interessato ci chiederà di rimando di parlare di noi stessi in modo diretto. La conoscenza indiretta significa parlare di altro da se stessi oppure può significare anche condividere una qualche esperienza. Nelle fasi iniziali è più probabile che la conoscenza sia indiretta, o comunque diretta ma poco profonda. Ci si svela poco a poco, ed è naturale lasciare ciò che di se stessi si considera difetti per ultimi, e ciò non va scambiato per tentativo di mistificazione, di ingannare l’interlocutore, si tratta di amor proprio. Nella conoscenza indiretta dal parlare di argomenti esterni a sé in modo neutrale si passa in breve tempo ad un approccio più personale. Si finisce comunque sempre col parlare di se stessi. Idem se si condivide una qualche esperienza. Conclusione: per conoscere qualcuno bisogna conoscere e saper parlare di se stessi, non ci si può costruire un sé sociale senza avere un sé. Corollario: mi chiudo in casa e non conosco più nessuno finché non sono arrivato a una piena conoscenza e accettazione di me stesso. Siete d’accordo?

JohnReds 20-11-2010 15:36

Re: Le vie della conoscenza sono (in)finite
 
Quote:

Originariamente inviata da moonwatcherII (Messaggio 435605)
mi chiudo in casa e non conosco più nessuno finché non sono arrivato a una piena conoscenza e accettazione di me stesso.

Cito una frase non mia ma che considero molto vera: l'esperienza è essenzialmente un mezzo per conoscere e costruire noi stessi, più che per conoscere il mondo.
Quindi non ha senso rinchiudersi in casa.
Semmai la cosa da cambiare è il modo con cui, di volta in volta, gestiamo e accettiamo le esperienze che facciamo.
Certo può essere anche un'esperienza utile (io l'ho fatto) la solitudine totale, può servire a "disintossicarci dagli altri" e ritornare in equilibrio. Ma per come la vedo io è solo una fase temporanea.

Sul resto sono d'accordo: per conoscere le persone bisogna prima accettarsi e avere un "sé" da esporre.

Black Moon 20-11-2010 15:41

Re: Le vie della conoscenza sono (in)finite
 
Quote:

Originariamente inviata da moonwatcherII (Messaggio 435605)
mi chiudo in casa e non conosco più nessuno finché non sono arrivato a una piena conoscenza e accettazione di me stesso. Siete d’accordo?

assolutamente no

Black Moon 20-11-2010 15:43

Re: Le vie della conoscenza sono (in)finite
 
solo uscendo e parlando con altre persone impari come comportarti e a conoscere gli altri

SilverHawk 20-11-2010 15:51

Re: Le vie della conoscenza sono (in)finite
 
Quote:

Originariamente inviata da JohnReds (Messaggio 435611)
Cito una frase non mia ma che considero molto vera: l'esperienza è essenzialmente un mezzo per conoscere e costruire noi stessi, più che per conoscere il mondo.
Quindi non ha senso rinchiudersi in casa.
Semmai la cosa da cambiare è il modo con cui, di volta in volta, gestiamo e accettiamo le esperienze che facciamo.
Certo può essere anche un'esperienza utile (io l'ho fatto) la solitudine totale, può servire a "disintossicarci dagli altri" e ritornare in equilibrio. Ma per come la vedo io è solo una fase temporanea.

Sul resto sono d'accordo: per conoscere le persone bisogna prima accettarsi e avere un "sé" da esporre.

quoterrimus!
forse uno degli interventi migliori di tutto il forum, complimenti john!

Myway 20-11-2010 17:44

Re: Le vie della conoscenza sono (in)finite
 
Quote:

Originariamente inviata da moonwatcherII (Messaggio 435605)
Mi chiedo se sia possibile conoscere davvero una persona, penetrarla fino a raggiungerne l’essenza. Da buon sociofobico posso affermare di non conoscere nessuno fino a tal punto. Come ci si conosce? Penso che ci si conosca almeno in due modi diversi, cioè o mediante la conoscenza diretta o mediante la conoscenza indiretta. La conoscenza diretta implica parlare di se stessi. Interessarsi al proprio interlocutore in modo diretto comporta che se quest’ultimo è interessato ci chiederà di rimando di parlare di noi stessi in modo diretto. La conoscenza indiretta significa parlare di altro da se stessi oppure può significare anche condividere una qualche esperienza. Nelle fasi iniziali è più probabile che la conoscenza sia indiretta, o comunque diretta ma poco profonda. Ci si svela poco a poco, ed è naturale lasciare ciò che di se stessi si considera difetti per ultimi, e ciò non va scambiato per tentativo di mistificazione, di ingannare l’interlocutore, si tratta di amor proprio. Nella conoscenza indiretta dal parlare di argomenti esterni a sé in modo neutrale si passa in breve tempo ad un approccio più personale. Si finisce comunque sempre col parlare di se stessi. Idem se si condivide una qualche esperienza. Conclusione: per conoscere qualcuno bisogna conoscere e saper parlare di se stessi, non ci si può costruire un sé sociale senza avere un sé. Corollario: mi chiudo in casa e non conosco più nessuno finché non sono arrivato a una piena conoscenza e accettazione di me stesso. Siete d’accordo?


Le conoscenza di se stessi spesso abbisogna della frequentazione con altri i quali possono servire da "battente" per le proiezioni di cose nostre interne e per specchi che ci faccia conoscere aspetti di noi stessi che da soli, postulando un livello evolutivo medio, probabilmente non riusciremmo mai a vedere fino in fondo, raggion per cui sarebbe meglio aprirsi al mondo, anche se fa male e parecchio.

I giudizi altrui, le dinamiche sociali ecc servono, o dovrebbero servire, in ultima analisi per conoscere meglio se stessi, poi è ovvio che penetrare l'essenza ,prima di tutto quella propria, è un percorso molto lungo e complesso, e certamente una volta realizzato ti da strumenti e competenze idonee per capire e poi comprendere molto meglio le persone con cui hai a che fare.

A Delfi, dove c'eRa un famoso oracolo c'era incisa una frase "uomo conosci te stesso e conoscerai l'universo e gli dei che in esso dimorano".

EdgarAllanPoe 20-11-2010 17:50

Re: Le vie della conoscenza sono (in)finite
 
Quote:

Originariamente inviata da moonwatcherII (Messaggio 435605)
Mi chiedo se sia possibile conoscere davvero una persona, penetrarla fino a raggiungerne l’essenza. Da buon sociofobico posso affermare di non conoscere nessuno fino a tal punto. Come ci si conosce? Penso che ci si conosca almeno in due modi diversi, cioè o mediante la conoscenza diretta o mediante la conoscenza indiretta. La conoscenza diretta implica parlare di se stessi. Interessarsi al proprio interlocutore in modo diretto comporta che se quest’ultimo è interessato ci chiederà di rimando di parlare di noi stessi in modo diretto. La conoscenza indiretta significa parlare di altro da se stessi oppure può significare anche condividere una qualche esperienza. Nelle fasi iniziali è più probabile che la conoscenza sia indiretta, o comunque diretta ma poco profonda. Ci si svela poco a poco, ed è naturale lasciare ciò che di se stessi si considera difetti per ultimi, e ciò non va scambiato per tentativo di mistificazione, di ingannare l’interlocutore, si tratta di amor proprio. Nella conoscenza indiretta dal parlare di argomenti esterni a sé in modo neutrale si passa in breve tempo ad un approccio più personale. Si finisce comunque sempre col parlare di se stessi. Idem se si condivide una qualche esperienza. Conclusione: per conoscere qualcuno bisogna conoscere e saper parlare di se stessi, non ci si può costruire un sé sociale senza avere un sé. Corollario: mi chiudo in casa e non conosco più nessuno finché non sono arrivato a una piena conoscenza e accettazione di me stesso. Siete d’accordo?

ma perchè non agisci spontaneamente, istintivamente? Questi discorsi non c'entrano, sono solo riflessioni di una persona troppo riflessiva e introspettiva, le cose si fanno e basta.

barclay 20-11-2010 18:34

Re: Le vie della conoscenza sono (in)finite
 
Alla conoscenza di un essere umano si applica il Principio d'Indeterminazione di Heisenberg: premesso che talvolta neanche gli psicologi ci riescono, se qualcuno dice di conoscere profondamente un'altro essere umano, mente, prima di tutto, a se stesso :cool:
Per quanto riguarda le esperienze, è un fatto che anche gli estroversi tendono a ripetere sistematicamente i propri errori. Se non ci libera di certe convinzioni profonde poi, l'unica cosa che si continuerà a sperimentare è il rifiuto :sad:
Il discorso sull'istinto, infine, sarebbe valido se la FS o il DEP non lo sopprimessero in toto http://www.fobiasociale.com/picture....&pictureid=565

Myway 20-11-2010 18:39

Re: Le vie della conoscenza sono (in)finite
 
Quote:

Originariamente inviata da stone (Messaggio 435688)
Alla conoscenza di un essere umano si applica il Principio d'Indeterminazione di Heisenberg:[/IMG]

L'errore e l'approssimazione credo siano connaturati alla conoscenza stessa, altrimenti non saremmo qui sulla terra :cool:

SilverHawk 20-11-2010 18:56

Re: Le vie della conoscenza sono (in)finite
 
Quote:

Originariamente inviata da EdgarAllanPoe (Messaggio 435676)
ma perchè non agisci spontaneamente, istintivamente? Questi discorsi non c'entrano, sono solo riflessioni di una persona troppo riflessiva e introspettiva, le cose si fanno e basta.

concordo anche con questa affermazione, farsi tutte ste seghe mentali è completamente inutile

Mock Turtle 20-11-2010 19:21

Re: Le vie della conoscenza sono (in)finite
 
Quote:

Originariamente inviata da EdgarAllanPoe (Messaggio 435676)
ma perchè non agisci spontaneamente, istintivamente? Questi discorsi non c'entrano, sono solo riflessioni di una persona troppo riflessiva e introspettiva, le cose si fanno e basta.

Magari ci sono persone che sono istintivamente e spontaneamente riflessive e introspettive, e che magari istintivamente fanno le cose solo dopo aver pensato a lungo... :)

Comunque, isolarsi dal mondo non credo sia un bene in assoluto. Inoltre credo si possa conoscere se stessi anche attraverso gli altri... poi ognuno è liberissimo di fare le proprie esperienze...

dottorzivago 20-11-2010 19:37

Re: Le vie della conoscenza sono (in)finite
 
All'inizio ci si conosce solo con la conoscenza indiretta.....

Io ho iniziato a reagire istintivamente e chiudendo anche qualche porta.

Ho un conoscente che frequento da qualche mese quasi un anno....ci vediamo solo a casa sua a vedere le partite di calcio.....mi invita spesso. Eì senza amici.... e nn esce mai!
Ho provato a spronarlo....a buttare li qualche occasione x uscire e fare qualcosa di diverso...anche x conoscerci un po meglio, ma tutto invano lui non vive e nn vuole neanche vivere!!!
Anche io ho una vita sociale limitata ma cerco di uscirci, lui è messo peggio di me e se ne frega.
A questo punto ho iniziato a dire no! Se mi vuoi come amico mi chiami e proponi,....se no sprofonda nella solitudine!

Insomma....senza esperienze comuni che possono essere delle semplici uscite nn si riesce a diventare amici amici

MoonwatcherII 20-11-2010 19:54

Re: Le vie della conoscenza sono (in)finite
 
Quote:

Originariamente inviata da EdgarAllanPoe (Messaggio 435676)
ma perchè non agisci spontaneamente, istintivamente? Questi discorsi non c'entrano, sono solo riflessioni di una persona troppo riflessiva e introspettiva, le cose si fanno e basta.

Quote:

Originariamente inviata da SilverHawk (Messaggio 435700)
concordo anche con questa affermazione, farsi tutte ste seghe mentali è completamente inutile

Una delle poche cose che conosco sicuramente di me stesso (:D) è che sono come ha detto Mock, uno che è istintivamente non istintivo (:D) ma riflessivo.

MoonwatcherII 20-11-2010 20:30

Re: Le vie della conoscenza sono (in)finite
 
Per spiegarmi meglio:
  1. non riesco assolutamente a parlare di me stesso, ogni domanda fattami di tipo personale mi getta nel panico, inizio a rispondere a monosillabi o ad emettere suoni tipo "uhm...ehm...già...ecco"; di per sè non credo di essere molto riservato, credo che il punto fondamentale sia che mi vergogno di me stesso
  2. sento di non avere argomenti ampiamente condivisi di cui parlare con la ggente, non mi interesso di calcio, di attualità, di politica, di gossip, ecc.; e comunque non son neppure capace di parlare di quei pochi argomenti che mi interessano, di costruirci un discorso personale, insomma sono una frana, questo è assodato
  3. se vivo qualche esperienza condivisa la vivo e basta, come l'esperienza lavorativa, e creo un muro per non farmi conoscere personalmente (torniamo al punto 1.)
  4. se sono sufficientemente a mio agio mi sembra mi riesca non malissimo il cazzeggio leggero, ma devo essere proprio a mio agio eh, e comunque è ben lontano dai risultati di un estroverso (non che lo faccia per emulare un estroverso, mi viene spontaneo e credo sia il lato estroverso che cerca di venire alla luce, giacché penso che vivendo in altre condizioni e facendo esperienze diverse la mia introversione sarebbe stata molto molto meno introvertita)

Comunque adesso esco e vado a fare un po' di pratica, che il lato estroverso sia con me. :yes:

Miky 20-11-2010 21:01

Re: Le vie della conoscenza sono (in)finite
 
spero di non arrivare mai a conoscere fino in fondo una persona, altrimenti poi...sai che noia, risulterebbe prevedibile e poco interessante! un minimo di fascino dell'ignoto ognuno lo deve mantenere.

Miky 20-11-2010 21:13

Re: Le vie della conoscenza sono (in)finite
 
Quote:

Originariamente inviata da moonwatcherII (Messaggio 435605)
Corollario: mi chiudo in casa e non conosco più nessuno finché non sono arrivato a una piena conoscenza e accettazione di me stesso. Siete d’accordo?

Bravo! così si fa! come farebbe uno che vuole imparare a nuotare, ma invece di buttarsi in acqua, preferisce stare a casa a leggere manuali sul nuoto.
Se vuoi conoscere un altro gli devi andare icontro.
La verità è che per consocere le persone hai bisogno delle abilità sociali e quelle abilità le acquisisci solo uscendo il più possibile, interagendo il più possibile col le persone. Se stai chuiso in casa fai la muffaaaa non solo non conoscerai gli altir, ma non consocerai nemmeno te stesso, perchè il verto te stesso lo devi conoscere nel confronto e nel rapporto con gli altri.

C'è stato un periodo in cui avevo molta più facilità a conoscere le persone. é stato tanti anni fa quando frequentavo un altro forum, organizzavo i raduni e insomma...ero arrivato ad un buon punto, poi però da allora mi sono di nuovo chiuso in me stesso ed ora sento di essere peggiorato rispetto a qualche anno fa, non che io sia mai stato un grande conoscitore di persone, però mi risultava più facile di adesso.

dottorzivago 20-11-2010 21:18

Re: Le vie della conoscenza sono (in)finite
 
Quote:

Originariamente inviata da moonwatcherII (Messaggio 435761)
Per spiegarmi meglio:
  1. non riesco assolutamente a parlare di me stesso, ogni domanda fattami di tipo personale mi getta nel panico, inizio a rispondere a monosillabi o ad emettere suoni tipo "uhm...ehm...già...ecco"; di per sè non credo di essere molto riservato, credo che il punto fondamentale sia che mi vergogno di me stesso
  2. sento di non avere argomenti ampiamente condivisi di cui parlare con la ggente, non mi interesso di calcio, di attualità, di politica, di gossip, ecc.; e comunque non son neppure capace di parlare di quei pochi argomenti che mi interessano, di costruirci un discorso personale, insomma sono una frana, questo è assodato
  3. se vivo qualche esperienza condivisa la vivo e basta, come l'esperienza lavorativa, e creo un muro per non farmi conoscere personalmente (torniamo al punto 1.)
  4. se sono sufficientemente a mio agio mi sembra mi riesca non malissimo il cazzeggio leggero, ma devo essere proprio a mio agio eh, e comunque è ben lontano dai risultati di un estroverso (non che lo faccia per emulare un estroverso, mi viene spontaneo e credo sia il lato estroverso che cerca di venire alla luce, giacché penso che vivendo in altre condizioni e facendo esperienze diverse la mia introversione sarebbe stata molto molto meno introvertita)

Comunque adesso esco e vado a fare un po' di pratica, che il lato estroverso sia con me. :yes:

Queste cose le potrei copiare ed incollare in un altro post perche sono le stesse cose che passo io.
Io la cusa l'ho data alla mia vita non sociale. Puoi girarci intorno quanto ti pare ma l'argomento "vita sociale" che secondo me raggruppa (serate, uscite, feste, cene, pomeriggi in centro, aperitivi) salta fuori. Quando viene fuori io tiro su un muro invalicabile che nn permette di approfondire la conoscenza, quando invece sento puzza che questa conversazione puo saltare fuori cerco di non farla neanche nascere.
Ti faccio un esempio stupido.....in palestra ho legato con un ragazzo....e questo mi porta ad evitarlo il piu possibile il venerdi invece il lunedi e mercoledi non ho problemi...questo perchè?
Perché la mia mente malata pensa....giovane, uscite, vita sociale, locali....ora salta fuori la domanda "cosa fai stasera?".....e io li come un baccalà o mi arrampico sugli specchi o dico "me ne sto a casa".....quest ultima cosa molto piu facile a dirsi che a farsi, qualcuno di voi mi capirà!
MEttetela come vi pare ma questo tipo di conversazione tra 25 enni è normale che salti fuori prima o poi!

Questa situazione porta una miriade di problemi.....con le ragazze, al lavoro, con gli amici.
Eppure io non mi vergogno di me stesso....sono abbastanza fiero di quello che ho fatto ma temo questa difficoltà nella conversazione, ne risentono anche gli altri argomenti perche nell'inconscio c'è anche il ragionamento......ora parlo solo di cose serie, lavoro non di me stesso come fanno tutti e divento noioso e mi deprimo!

Gregor Samsa 20-11-2010 21:53

Re: Le vie della conoscenza sono (in)finite
 
In italico quoto:

Mi chiedo se sia possibile conoscere davvero una persona, penetrarla fino a raggiungerne l’essenza. Da buon sociofobico posso affermare di non conoscere nessuno fino a tal punto

Io penso di no perché quel principio che esponi è ideale, non reale. Penso che anche i non-sociofobici non arriveranno mai a una tale simbiosi/fusione con l'altro.
Io inizio a pensare che la conoscenza dell'altro sia un procedimento assolutamente interiore che non presuppone un vero interscambio tra gli individui: quello che ci arriva dall'altro sono i suoi stimoli non la sua essenza. Siccome il procedimento di conoscenza degli altri è secondo me, intriso spesso di elementi arbitrari (ognuno dispone di differenti chiavi interpretative), è facile che si sentano frasi del tipo: "da quella persona non me lo sarei mai aspettato, lo conoscevo così bene".

SilverHawk 20-11-2010 23:29

Re: Le vie della conoscenza sono (in)finite
 
Quote:

Originariamente inviata da moonwatcherII (Messaggio 435761)
credo che il punto fondamentale sia che mi vergogno di me stesso

eh già, succedeva anche a me, e questo forse era uno dei blocchi maggiori...
devi capire (o lo deve capire la tua mente) che le cose di cui vergognarsi davvero nella vita sono altre, molto più gravi, come uccidere, o rubare, o tradire un amico o tante altre cose... non il "non uscire il sabato sera"...

La cosa che mi fa più ridere è che se qualche anno fa uno mi chiedeva "ma che fai non esci stasera?" Io mi inventavo una miriade di scuse...
Ora invece non ho problemi a dire "no perchè..." oppure "no, non mi va stasera"... E certe cose a persone che non le hanno mai vissute sembrano assurde, ma sono enormi conquiste... come quando uno a scuola riusciva a passare dal 4 al 6 ed era felicissimo, mentre per chi aveva la media dell'8 il 6 era un brutto voto...

James Logan 20-11-2010 23:31

Re: Le vie della conoscenza sono (in)finite
 
Quote:

Originariamente inviata da SilverHawk (Messaggio 435909)
eh già, succedeva anche a me, e questo forse era uno dei blocchi maggiori...
devi capire (o lo deve capire la tua mente) che le cose di cui vergognarsi davvero nella vita sono altre, molto più gravi, come uccidere, o rubare, o tradire un amico o tante altre cose... non il "non uscire il sabato sera"...

La cosa che mi fa più ridere è che se qualche anno fa uno mi chiedeva "ma che fai non esci stasera?" Io mi inventavo una miriade di scuse...
Ora invece non ho problemi a dire "no perchè..." oppure "no, non mi va stasera"... E certe cose a persone che non le hanno mai vissute sembrano assurde, ma sono enormi conquiste... come quando uno a scuola riusciva a passare dal 4 al 6 ed era felicissimo, mentre per chi aveva la media dell'8 il 6 era un brutto voto...

quoto, è esattamente quello che faccio io.


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