il momento del passaggio
Mi rivolgo a tutti coloro che hanno una vera e propria depressione o che soffrono d'ansia o che hanno un disturbo di tipo ossessivo comp....insomma tutti quelli che hanno una "malattia" in questo senso...Sareste in grado di ricordare esattamente il momento in cui siete cascati nel "pozzo senza fondo"?E' stato graduale o tutto d'un botto?Cosa avete provato?Sensazioni,sentimenti,sintomi fisici...tutto ciò ke vi viene in mente mi interessa.
A me è successo una mattina uscendo di casa in un periodo relativamente stressante...così senza un motivo apparente mi sono kiesto :"E adesso come mi comporto?Cosa devo dire?Che facce devo fare?"...per farla breve era come se mi fossi "distaccato" da me stesso...nn sentivo più bene come prima il mio corpo...mi sentivo le gambe pesanti ma sentivo che un soffio di vento mi avrebbe portato via...Tutto iniziò così...e poi sempre peggio...sempre più investito di pensieri... sempre e solo ogni qualvolta esco da casa. |
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io avevo 10anni, una mattina mentre andavo a scuola, mi venne da pensare: "e se le persone mi giudicassero?"..... da li è iniziato tutto... cosi all'improvviso...
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Comunque la depressione mi è stata diagnosticata solo 2 anni fa e considero quel periodo come il punto più basso della caduta graduale, che non saprei dire quand'è iniziata. |
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Ho qualche ricordo di alcune mie reazioni successive ad alcuni eventi di scontro con gli altri, ma sono dell'idea di essere caduto qui dentro lentamente, queli eventi sono stati solo la scintilla di una situazione personale che era presente anche quando vivevo nell'incoscienza infantile, il terreno infatti si è formato proprio lì, anche quando sorridevo e non mi facevo molti problemi.
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Boh, io iniziai a sentirmi diverso dagli altri, iniziò tutto così.
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Re: il momento del passaggio
E' cominciato tutto con la scuola...ricordo nitidamente l'angoscia, il panico, l'incapacità di aprir bocca e farsi valere, il costante desiderio di invisibilità, la vergogna per ogni piccolo gesto..tristezza infinita
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Re: il momento del passaggio
Credo dalla prima superiore in poi, a 14-15 anni circa.
Ovvero quando cominciai ad esser meno infantile e più cosciente della mia personalità e dei miei problemi. |
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Io penso di si... perchè già allora mi accorgevo della mia diversità dagli altri.. di quanto gli altri fossero + socievoli.. di come avessero + amici, parlassero di + e di come già allora fossi lo sfigato della classe... Comunque se prima era solo una sorta di "malessere" costante e continuo dopo è cresciuta fino a sfociare alle volte in vera e propria disperazione.... e le idee e i pensieri suicidari si materializzano sempre + spesso e con frequenza ormai da anni.. Ma fino a non molti anni fa non pensavo fosse una vera e propria malattia e ancora ora non lo so.... forse è anche molto un modo di essere... anche perchè ho provato numerosi antidepressivi che non hanno sortito effetti rilevanti. Probabilmente finchè vivrò dovrò convivere con questo malessere. |
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io sono sempre stato un pò timido... però il colpo di grazia l'ho avuto a 12 anni, quando per motivi futili e situazioni infantili ho rotto in maniera traumatica con il mio ex-migliore amico che conoscevo dalla nascita...
da allora non sono più riuscito a costruire rapporti sociali duraturi, ed in generale non sono più riuscito a fidarmi completamente di qualcuno, oltre al fatto che da allora la mia fobia è andata ad aumentare.... :sad: |
Re: il momento del passaggio
a me inizio con un trauma al ginocchio provocatomi da ragazzi invidiosi della mia grande attitudine allo sport, vidi il mio futuro scivolarmi dalle mani in un sol colpo, terrificante, da allora ho accumulato solo ritardi su ritardi, perso anni di studio, usato da i cosiddetti amici che hanno raggiunto ognuno le loro mete scaricandomi come una fastidiosa zavorra e non risparmiandosi offendendomi pubblicamente per schiacciarmi, poi all'università ho incontrato ostilità da parte del mio relatore, poi dicono che mi piango solo addosso ma non è così perchè le circostanze che ho vissuto dimostrano quanto siano stati determinanti gli altri a farmi cadere nel baratro in cui mi trovo, ed è difficile essere compreso da chi invece nella vita non ha avuto sbarramenti....
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Re: il momento del passaggio
in parte ti capisco, anche io ho avuto a che fare con persone che fanno finta di essere amici solo per "convenienza", per raggiungere un loro scopo, una volta raggiunto: tranciano il rapporto... però almeno quelli che ho incontrato io non lo hanno tranciato in modo così diretto e brutale come è capitato a te, ma in maniera graduale, facendosi sentire molto meno, inventando scuse per non uscire, usandomi come una ruota di scorta e così via... non so se sia peggio così... forse si.
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Re: il momento del passaggio
i miei problemi sono quasi nati con me, si sono intensificati nella scuola materna per poi crescere sempre di più. riesco anche a individuare le cause.
Ma QUEL momento, il momento in cui c'è l'esplosione di consapevolezza è stato piuttosto recente, circa 5 anni fa. dovevo parlare (in un laboratorio iniversitario) in un gruppo di dieci persone sedute a cerchio. ero costretta a prendere parola (cosa alquanto innaturale). mi è successa una cosa incredibile, mi mancava l'aria, era come se avessi l'apparato fonatorio paralizzato, provavo ad aprire bocca per parlare e non ci riuscivo. i miei tentativi disperati sono sfociati in vergognosissimo e imbarazzante pianto, mentre gli altri ridevano. e poi una volta uscita da lì ho avuto la stessa sensazione di Decadent... le gambe pesanti, il soffio di vento che mi avrebbe portato via. alla fermata del tram ho visto un gruppo di persone con la faccia MOSTRUOSA... credo che non fossero reali, forse solo il frutto della mia immaginazione o del mio stato. |
Re: il momento del passaggio
per me è stato un percorso graduale, iniziato con l'età dell'adolescenza, da bambino non ero timido, ne avevo alcun sintomo simile... forse vivevo in un mondo tutto mio, spensierato, poi quando ho acquistato la consapevolezza dei grandi, è diventato tutto più difficile,
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Re: il momento del passaggio
Il primo ricordo che ho della mia infanzia è direttamente legato alla fobia. In pratica avevo 4 anni circa e mio zio aveva appena comprato una cinepresa (è un appassionato di cinema, voleva realizzare un piccolo cortometraggio in casa e c'era il compleanno di mio cugino). Ad un certo punto mi fissa la telecamera in faccia e mi chiede di dirgli cosa avevo mangiato a colazione la mattina (se nn sbaglio). Lì mi sono sentito imbarazzato e ho abbassato lo sguardo perchè mi dava fastidio quello della luce accesa accanto alla cinepresa. E da lì è cominciato tutto...quindi, che io ricordi, son sempre (o quasi sempre, tolti i momenti in cui ero ubriaco) stato timido...ho cominciato bene eh? Questa è la prima cosa che ricordo della mia vita
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Re: il momento del passaggio
Premetto che io la timidezza e l'introversione, a differenza di altri, me la porto dietro fin dalla nascita. Da quando sono nato non ho conosciuto periodi di estroversione, sono sempre stato come sono ora.
Quello che ho di differente oggi rispetto all'infanzia è sostanzialmente uno stato di depressione saltuaria mista a una malinconia continua (se vogliamo usare un termine più medico "distimia"). Nell'infanzia nonostante l'introversione, in alcune occasioni, mi bloccasse avevo comunque degli amici, e l'ho trascorsa in modo relativamente felice (come ho già scritto nella presentazione, con gli occhi di oggi mi pare quasi un'età dell'oro...). I miei problemi di depressione sono iniziati proprio con la fine dell'infanzia e l'inizio dell'adolescenza cioè attorno ai 12 anni con le scuole medie. La causa scatenante? Gli amici che avevo, uno in particolare l'unico che era veramente tale, mi voltano le spalle, mi emarginano, la mia introversione era diventata un peso troppo grosso: l'adolescenza imponeva il possedere un carattere forte, e io non ce l'avevo. Ho subito l'isolamento, l'emarginazione e persino gli insulti da parte di coloro che in passato consideravo amici. Il liceo l'ho trascorso lasciandomi tutto alle spalle, cercando di dimenticare, sperando che le cose cambiassero radicalmente... Il cambiamento è avvenuto solo in parte, ho avuto qualche successo, ma purtroppo è stato insufficiente. L'introversione mi ha impedito di darmi una svolta drastica, e la depressione, rinforzata dai ricordi del passato, ha continuato a permanere facendosi sentire alcuni giorni più forte, in altri meno, per tutti questi anni. |
Re: il momento del passaggio
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L'adolescenza credo sia in assoluto la tappa più dura del ciclo di vita. Mi dà fastidio anche soltanto ricordare quel periodo. |
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