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Estratti sull'Introversione dal Prof.Anepeta
questi estratti mi dipingono a pennello. e secondo me sono veramente
decisivi alla comprensione. Quote:
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Re: Estratti sull'Introversione dal Prof.Anepeta
Riflessione consolatoria solo in parte. Saremmo praticamente obbligati raggiungere un livello di consapevolezza superiore pena l'infelicità perenne.
Ho dei dubbi sul fatto che la poca apertura al mondo esterno e il conseguente scarso confronto/scontro con realtà a noi "aliene" insito nell'introversione possa portare ai risultati di cui sopra, se non in rari casi. Uno su mille ce la fa (se va bene). |
Re: Estratti sull'Introversione dal Prof.Anepeta
secondo me non hai capito la riflessione. :/
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Re: Estratti sull'Introversione dal Prof.Anepeta
Io non mi sento così.
Non sento di dover trovare una mia strada per raggiungere l'appagamento. Non sento neppure di dover ricevere apprezzamento da tutti, comeun estroverso. Dopo aver trovato una propria strada che succede? Solitamente questa strada per l'introverso sarà comunque una strada che prevede solitudine. Alla fine saremo sempre soli, è questo che mi fa girare le balle. |
Re: Estratti sull'Introversione dal Prof.Anepeta
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Unico appunto: Quote:
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Certo non tutti gli estroversi riusciranno a realizzarsi, molti rimarranno allo stato di abbozzo , non riusciranno mai a afferrare il loro vero io. |
Re: Estratti sull'Introversione dal Prof.Anepeta
Essa, infatti, essendo poco o punto compatibile con l’adattamento istituzionale, comporta la necessità di trovare la propria strada, di scavarla e di tracciarla nel mentre la si percorre. Si tratta di una fatica immane, che richiede, oltre ad un’intuizione dei propri bisogni vocazionali, grande determinazione, impegno e disciplina. È un po’ come risalire una corrente piuttosto che abbandonarsi ad essa.
L’individuazione introversa, viceversa, prescinde dal giudizio sociale: rappresenta una sorta di dovere che il soggetto ha nei propri confronti prima ancora che nei confronti degli altri. Il tu devi, in questo caso, a differenza di quanto avviene di solito negli estroversi, è una “vocazione”, eufemismo che sta per un vincolo genetico a cui occorre (o è consigliabile) rispondere anche indipendentemente dalle conferme sociali. Questi sono i due passi in cui mi rispecchio di più. Purtroppo non credo di avere abbastanza determinazione per andare controcorrente e adempiere ai doveri che io sento di imporre a me stesso (anche per un innato perfezionismo e per sfuggire ai sensi dicolpa da esso creati), prima ancora che essi vengano richiesti dall'esterno. |
Re: Estratti sull'Introversione dal Prof.Anepeta
Riporto in evidenza questo topic per dare la possibilità, a qualcuno che non l'ha ancora fatto, di riconoscersi nelle parole di Anepeta.
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Re: Estratti sull'Introversione dal Prof.Anepeta
Piuttosto condivisibile, d'altronde è abbastanza ovvio che per l'introverso la componente SOGGETTO sia di gran lunga più importante della componente OGGETTO, cioè mondo esterno.
Non sò se il termine del processo di individuazione diverga realmente tra intro ed estro o se arrivati a quel punto sono concetti che vengono trascesi, però a mio avviso il giudizio sociale diventa non più condizionante a quel punto. |
Re: Estratti sull'Introversione dal Prof.Anepeta
mah......traltro io conoscevo uno ke ci stava in cura ma nn mi pare abbia fatto kissà che progressi....
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Re: Estratti sull'Introversione dal Prof.Anepeta
Beh alla fine non dice una cosa tanto strana.
L'estroverso basta che si guardi intorno e trova nei coetanei e nella società, fatta su misura per lui, i modelli per essere se stesso. L'introverso non ha una società fatta su misura per lui, però cerca intorno a se i modelli di comportamento, ma l'inadeguatezza di tali modelli gli crea un sacco di casini. Quindi il lavoro mastodontico che si trova di fronte è quello di rigettare tutto ciò che lo fa stare male (più o meno l'intero ordinamento sociale) e crearsene uno fatto a posta per lui. Che culo:) |
Re: Estratti sull'Introversione dal Prof.Anepeta
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Re: Estratti sull'Introversione dal Prof.Anepeta
in realtà credo che anche gli estroversi abbiano la loro parte introversa (piccola ma presente) ugualmente schiacciata. ed anche alcuni aspetti della parte femminile del maschio sono schiacciati (non ovviamente i tratti matrizzati che sono invece predominanti).
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Re: Estratti sull'Introversione dal Prof.Anepeta
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Re: Estratti sull'Introversione dal Prof.Anepeta
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La parte maschile e femminile, intesi come principi, sono ugualmente presenti in entrambi i sessi ed andrebbero integrate ed usate entrambe. |
Re: Estratti sull'Introversione dal Prof.Anepeta
al di la della giusta critica al modello sociale.
al di la del tentativo legittimo e giusto di sganciamento dal conformismo comportamentale che ci induce ad estrovertirci o a ricalcare modelli socializzanti manieristici (le buone maniere di cui parla Risé non sono un tratto introverso, ma una risposta spesso sbagliata che l'introverso interiorizza ed enfattizza). al di la di questo, dicevo, bisogna anche sganciarsi dal giudizio morale di quelli che consideriamo superficiali. loro in fondo sono quello che sono, come lo siamo noi. pretendere di essere scelti o apprezzati in base a qualità che non piacciono è un errore. in fondo noi guardiamo il culo delle ragazze come fanno loro. |
Re: Estratti sull'Introversione dal Prof.Anepeta
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Il fatto è che specie tra i 18 ed i 30 anni si viene apprezzati in funzione di tutta una serie di cose vrso le quali noi introversi siamo carenti, amicizie, ragazze , estrosità varie ecc. E' un periodo in cui è facile richiudersi in se stessi al max livello, non è un'età favorevole per noi, anche perchè difficilmente a 18/20 anni si è stati in grado di sviluppare un'individualità piuttosto forte. A mio avviso preso atto di questo si deve cercare di completare al meglio il proprio percorso interiore, per "risbucare" fuori , dopo i 25/30 anni ben costruiti ed in rampa di lancio ad un'età in cui molti sono ormai in fase discendente.Certo il risbucare fuori non comporterà il poter fare tutto il percorso ordinario a livello sociale, avremo altre situazioni, fatte più di qualità che di quantità, altri passatempi e diversivi ,differenti dalla media degli altri ma non per questo meno interessanti. Il rischio è che non si riesca mai a completare il proprio percorso, magari perchè l'attrattiva verso i modelli classici è troppo forte e ci distoglie da ciò che dovremmo fare, ed alla fine non saremo nè carne nè pesce. |
Re: Estratti sull'Introversione dal Prof.Anepeta
...ho letto poco tempo fa tutto il libro di Anepeta sull'introversione e davvero mi ritrovo al massimo in tutte le sue analisi... ve lo consiglio caldamente. :) per il resto, che dire, io credo che sia importante come dice lui prendere consapevolezza della nostra natura e valorizzarci, penso sia veramente la chiave di svolta accettare la propria natura per poi poter vivere meglio, senza vittimizzarci continuamente e sentirci messi in disparte. Certo è più semplice a dirsi che a farsi... ma bisogna provarci.
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Re: Estratti sull'Introversione dal Prof.Anepeta
a me sembrano molte chiacchiere, l'esperienza di vita mi dice che non ho mai conosciuto un introverso che stia semplicemente in pace con se stesso, altro che benessere interiore, profondo, duraturo e pure quieto... sti cazzi, forse quando ci si isola dal mondo, ma dopo un po' subentra la depressione...
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Re: Estratti sull'Introversione dal Prof.Anepeta
perché uno dovrebbe essere in pace con se stesso?
la conflittualità interiore è un tratto dell'introversione, non può essere curato. è così e basta. questa conflittualità può portare alla depressione oppure può essere accettata e in questo modo si può cercare di coglierne i lati migliori. la conflittualità può portare a creatività, ad esempio. d'altro canto quali sono le alternative? piangere su se stessi o estrovertirsi? mi sembra che le alternative siano molto peggio. |
Re: Estratti sull'Introversione dal Prof.Anepeta
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