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christy 10-09-2009 11:09

gli psicologi/libri parlano
 
in sti giorni sto leggendo vari libri di psicologia (cioè lo facevo anche prima...ma ora mi voglio appuntare alcune parti/frasi che ritengo significative)...

sto notando che sti psicologi/psicoterapeuti/psichiatri che scrivono i libri non dicono cose molte diverse da quelle che io vado ripetendo e a quelle a cui ognuno di noi con una profonda autoconsapevolezza può arrivare.

1°-La mente può proteggersi dall'ansia diminuendo la consapevolezza (formando così una "parte cieca").

Ecco...questa ad esempio è una cosa che io stesso (e come me altri qui dentro) ho detto spesso...se sei troppo autoconsapevole vai a far riemergere cose che una persona "normale" tende a tenere nel proprio inconscio...viceversa con una maggiore autoconsapevolezza l'ansia sale perchè tendi a prendere in considerazione alcuni aspetti che diversamente non prenderesti...

Ora voglio riportare pian piano di qui in avanti alcune cose che leggo e che mi appariranno interessanti per poterle condividere con voi..

Beh al prossimo punto :)

Carlom 10-09-2009 11:24

Re: gli psicologi/libri parlano
 
La "missione" di un individuo sta nel raggiungere la maggior consapevolezza di se stesso. Non capisco perchè uno debba crearsi una parte cieca quando il problema sta nello scoprire il perchè di quest'ansia. Credo che alla fine comportarsi in questo modo porta a nascondere il problema per crearsi la solita pseudo stabilità/equilibrio che spesso ci tiene incatenati alle nostre paure.

christy 10-09-2009 11:27

Re: gli psicologi/libri parlano
 
si infatti carlom...infatti credo ci siano 2 modi per stare a sto mondo in pace con se stessi
1- inconsapevolezza...e sei uno dei tanti
2- consapevolezza assoluta e arrivi al punto di controllare l'ansia e conviverci fino a neutralizzarla...perchè capisci che sei tu a manovrare te stesso...e ritorni quasi alla serenità dell'inconsapevolezza solo con la totale consapevolezza (il che è anche più "emozionante")

lenore 10-09-2009 11:30

Re: gli psicologi/libri parlano
 
wow! mi piace questa cosa non ci avevo pensato mai

TheCopacabana 10-09-2009 11:54

Re: gli psicologi/libri parlano
 
So' d'accordo con Carlom.

La posizione suggerita dalla frase e' una posizione di rinuncia, di sconfitta, quindi una posizione negativa.

L'atteggiamento di Carlom e' un atteggiamento combattivo, di reazione, di contrattacco, quindi un atteggiamento positivo.
Grande Carlom! :)

E' possibile che non vinciamo l'ansia, ma e' anche possibile vincerla. Se ci nascondiamo, e' SICURO che non vinciamo. Quindi, perche' non rischiare? ;)

clanghetto 10-09-2009 11:55

Re: gli psicologi/libri parlano
 
Quindi praticamente se ti ubriachi sei te stesso?

Potrebbe pure funzionare ma non è che uno può rimanere in uno stato di minore consapevolezza per sempre. Arriva il momento della lucidità e, per come siamo fatti noi, ci vengono le paranoie rimuginando sulle azioni fatte. Almeno così penso.

TheCopacabana 10-09-2009 11:58

Re: gli psicologi/libri parlano
 
Quote:

Originariamente inviata da clang hetto (Messaggio 229647)
Quindi praticamente se ti ubriachi sei te stesso?

"In vino veritas" dicevano gli antichi... :D
Clanghetto, t'ho pescato con le braghe calate! :D
1 a 0 per me! ;)

MoonwatcherIII 10-09-2009 12:00

Re: gli psicologi/libri parlano
 
I libri parlano? :o Da quando? :confused:

clanghetto 10-09-2009 12:02

Re: gli psicologi/libri parlano
 
LOL! LO sapevano pure quei grezzi dei latini?!? Allora da oggi bevo solo vino da farmi venire il fegato grosso come una casa. XD

Carlom 10-09-2009 12:19

Re: gli psicologi/libri parlano
 
Quote:

Originariamente inviata da TheCopacabana (Messaggio 229646)
So' d'accordo con Carlom.

La posizione suggerita dalla frase e' una posizione di rinuncia, di sconfitta, quindi una posizione negativa.

L'atteggiamento di Carlom e' un atteggiamento combattivo, di reazione, di contrattacco, quindi un atteggiamento positivo.
Grande Carlom! :)

E' possibile che non vinciamo l'ansia, ma e' anche possibile vincerla. Se ci nascondiamo, e' SICURO che non vinciamo. Quindi, perche' non rischiare? ;)

Esatto, il nascondersi. Cacchio, da quante cose scappiamo o ci nascondiamo noi fobici?! Anche i miei sogni/incubi mi perseguitano e son sempre gli stessi da anni e anni. In ogni sogno vengo inseguito da sconosciuti per ore ed ore ed io scappo, scappo e scappo, senza un motivo, se non la paura di qualcosa, qualcosa che non affronto. Più chiari di così?
Alla fine ci si fa l'abitudine e si scappa dai problemi quasi per inerzia, ogni scusa è buona per evitarli e la vita ti scivola via.
Il mio è un atteggiamento combattivo è vero, sono un pò testardo ed ogoglioso (per questo non cederò mai ai farmaci), ma è anche vero che vivo di momentanei slanci illuminanti che mi arrivano da libri, film, persone speciali (che in questo forum abbondano) che per un attimo, per un min, un'ora o un giorno che sia, ti fanno sperare in una guarigione ma che inevitabilmente si spengono nella solita apatia di tutti i giorni.

deltoide 10-09-2009 12:24

Re: gli psicologi/libri parlano
 
Ma forse lo psicologo intendeva che non si deve essere troppo consapevoli di quello che proviamo durante un attacco d'ansia, nel senso che più ci focalizziamo sulle sensazioni negative più queste incrementano. Tipo quando si inizia ad arrossire e il pensare "Oddio, che vergogna, sto arrossendo" non faccia altro che peggiorare la cosa (o almeno a me succede così e ogni volta passo da leggermente colorita a rosso peperone).

TheCopacabana 10-09-2009 12:26

Re: gli psicologi/libri parlano
 
Quote:

Originariamente inviata da Carlom (Messaggio 229663)
...ma che inevitabilmente si spengono nella solita apatia di tutti i giorni.

??? Questa mi ha lasciato un po' perplesso.
Dai tuoi post, mi ero fatto un'idea di te come di una personalita' curiosa, attiva, etc.
Io credo che sia l'individuo a scegliere, se "essere apatico tutti i giorni", oppure se darsi una mossa, reagire, cercare di migliorare.
Tu che ne dici?

J4ck 10-09-2009 12:30

Re: gli psicologi/libri parlano
 
Quote:

Originariamente inviata da Carlom (Messaggio 229620)
La "missione" di un individuo sta nel raggiungere la maggior consapevolezza di se stesso. Non capisco perchè uno debba crearsi una parte cieca quando il problema sta nello scoprire il perchè di quest'ansia. Credo che alla fine comportarsi in questo modo porta a nascondere il problema per crearsi la solita pseudo stabilità/equilibrio che spesso ci tiene incatenati alle nostre paure.

in realtà nella maggior parte dei casi non sei te che decidi ma il tuo cervello: il tuo inconscio che, come dice christy, per proteggersi dall'ansia diminuisce la consapevolezza... In molti casi questa cosa è molto positiva ti permette ad esempio di dimenticare eventi molto brutti come ad es incidenti mentre in altri casi maschera il un problema reale..

Quindi il cervello per non subire troppo stress e ansia ci auto-inganna, perdiamo la consapevolezza e non vediamo più il problema e quindi non possiamo risolverlo...

Quote:

si infatti carlom...infatti credo ci siano 2 modi per stare a sto mondo in pace con se stessi
1- inconsapevolezza...e sei uno dei tanti
2- consapevolezza assoluta e arrivi al punto di controllare l'ansia e conviverci fino a neutralizzarla...perchè capisci che sei tu a manovrare te stesso...e ritorni quasi alla serenità dell'inconsapevolezza solo con la totale consapevolezza (il che è anche più "emozionante")
Come dice christy ci sono 2 strade..secondo me ce ne sono 3...
1.incosapevolezza... non sei consapevole dei tuoi problemi profondi ma puoi vivere lo stesso serenamente...

2.consapevolezza parziale....riesci a portare a livello conscio alcuni tuoi problemi superficiali e risolverli ma senti ancora che c'e qualcosa che non và ma non riesci a far affiorare i problemi più profondi o riesci solo in parte...
la mente continua ad auto-ingannarti e ti nasconde qualcosa e fà vedere qualcos'altro...

3. consapevolezza assoluto o illuminazione...tutti i problemi i blocchi inconsci sono portati a livello conscio.. A livello conscio sono visibili e quindi risolvibili...
quindi ansia, stress e tensioni spariscono....


Io non penso, anzi sono sicuro di non essere consapevole al 100% di me stesso ma, un'evento "tragico" che mi è successo 3 anni fà, mi ha permesso di iniziare questo percorso che mi ha portato a conoscermi meglio. Seppur di strada da percorrere ce nè ho ancora tanta sono molto più felice rispetto a come vivevo anni fa nella completa inconsapevolezza.

concludo citando le parole di Osho che dice che nella
"via verso la conoscenza di sé ciò che importa non è tanto arrivare alla meta, quanto coltivare con tenacia la volontà di raggiungerla, perché afferrare la verità è una grande benedizione, "...ma non averne mai sperimentata la sete è una grande sventura".

J4ck 10-09-2009 12:49

Re: gli psicologi/libri parlano
 
Quote:

Originariamente inviata da deltoide (Messaggio 229665)
Tipo quando si inizia ad arrossire e il pensare "Oddio, che vergogna, sto arrossendo" non faccia altro che peggiorare la cosa (o almeno a me succede così e ogni volta passo da leggermente colorita a rosso peperone).

pensare e consapevolezza non sono la stessa cosa...

tu subisci i tuoi pensieri di vergogna e ansia e quindi diventi rossa...

la persona consapevole non subisce i propri pensieri. Questi pensieri queste tensioni non hanno ragione di esistere se sei consapevole, perchè se sei consapevole hai fatto emergere dall'inconcio i problemi che che ti causavano quei pensieri e li hai risolti. Quindi ora non ci sono più.

Sembra un gioco di di parole incasinatissimo...ma fidati non è semplice da spiegare cos'è al consapevolezza è più semplice cercare di sperimetarla..

Carlom 10-09-2009 13:00

Re: gli psicologi/libri parlano
 
Quote:

Originariamente inviata da TheCopacabana (Messaggio 229666)
??? Questa mi ha lasciato un po' perplesso.
Dai tuoi post, mi ero fatto un'idea di te come di una personalita' curiosa, attiva, etc.
Io credo che sia l'individuo a scegliere, se "essere apatico tutti i giorni", oppure se darsi una mossa, reagire, cercare di migliorare.
Tu che ne dici?

D'accordissimo, ma è anche vero che la strada è decisamente in salita. Forse ho esagerato nel citare l'apatia o meglio ancora bisogna stare attenti anche al grado di apatia di cui si parla. La mia non è un'apatia che ti porta ad uno stato larvale, ma è un'apatia che ti assale nei momenti di maggior sconforto, quando le provi tutte ma vedi pochi risultati. Sulla mia personalità hai indovinato ma sono uno a fasi alternate, non molto stabile...le cause son sempre le stesse.

Prassi 10-09-2009 19:36

Re: gli psicologi/libri parlano
 
Quote:

Originariamente inviata da christy (Messaggio 229610)
in sti giorni sto leggendo vari libri di psicologia (cioè lo facevo anche prima...ma ora mi voglio appuntare alcune parti/frasi che ritengo significative)...

sto notando che sti psicologi/psicoterapeuti/psichiatri che scrivono i libri non dicono cose molte diverse da quelle che io vado ripetendo e a quelle a cui ognuno di noi con una profonda autoconsapevolezza può arrivare.

1°-La mente può proteggersi dall'ansia diminuendo la consapevolezza (formando così una "parte cieca").

Ecco...questa ad esempio è una cosa che io stesso (e come me altri qui dentro) ho detto spesso...se sei troppo autoconsapevole vai a far riemergere cose che una persona "normale" tende a tenere nel proprio inconscio...viceversa con una maggiore autoconsapevolezza l'ansia sale perchè tendi a prendere in considerazione alcuni aspetti che diversamente non prenderesti...

Ora voglio riportare pian piano di qui in avanti alcune cose che leggo e che mi appariranno interessanti per poterle condividere con voi..

Beh al prossimo punto :)

Non mi ricordo di avere letto cose del genere in passato nei tuoi posts, forse è perché mi fermavo alle prime righe. Mi ricordo invece la quantità di trash puro che scrivevi. Questo solo per punzecchiare, non c'entra niente con l'argomento del thread.

Vorrei chiederti personalmente e anche agli altri, presupposto che essere "aware" e in generale presenti alle cose che accadono sia la cosa da fare, come si fa? qual'è il succo? cosa dobbiamo fare noi normali cittadini applicato alla vita di tutti i giorni? c'è forse un modo diverso, più profondo, più attento di vivere l'ansia? Il dubbio c'è l'ho, ma una sensazione mi dice che non c'è. Rispondete su questo tema mi raccomando, e non sul fatto che sia una cosa da fare o meno essere più "aware" (forse impropriamente tradotto come "consapevole", e in questo caso secondo me più corretto da usare) che è quasi ovvio, nonostante sia l'argomento del thread.

Prassi 10-09-2009 19:46

Re: gli psicologi/libri parlano
 
Tra le altre cose, l'importanza della consapevolezza non selettiva è una cosa antica, di certo non se lo sono inventati gli psicologi. La desinenza Buddh- della parola che conosciamo bene deriva da "bodhi" che a sua volta deriva da "Budh", un verbo che è tradotto come "aware" e "awake" e "heedful". mentre questi tre verbi si riferiscono a una forma di presenza che non comporta un'attenzione selettiva per qualcosa - esempio il respiro, o la postura - per cui non c'è un "aware of" in questo corretto modo di interpretarli, dire "consapevoli" o ancora peggio "attenti" lascia sottointendere che ci sia un oggetto sul quale la nostra attenzione o il nostro focus si poggia - questo esclude il resto. questa per lo meno è l'opinione di alcuni.

deltoide 11-09-2009 10:21

Re: gli psicologi/libri parlano
 
Quote:

pensare e consapevolezza non sono la stessa cosa...

tu subisci i tuoi pensieri di vergogna e ansia e quindi diventi rossa...

la persona consapevole non subisce i propri pensieri. Questi pensieri queste tensioni non hanno ragione di esistere se sei consapevole, perchè se sei consapevole hai fatto emergere dall'inconcio i problemi che che ti causavano quei pensieri e li hai risolti. Quindi ora non ci sono più.

Sembra un gioco di di parole incasinatissimo...ma fidati non è semplice da spiegare cos'è al consapevolezza è più semplice cercare di sperimetarla..
Ok, grazie ;)
Sono una mente semplice e tendo a dare interpretazioni un pò troppo sbrigative alle cose

christy 11-09-2009 10:28

Re: gli psicologi/libri parlano
 
oh prassi trash puro al massimo lo scrivete voi su sto forum...io fino a prova contraria ho scritto sempre centinaia di post con analisi del proprio Io (roba che qui dentro fanno bene in pochi...qui dentro è pieno di gente che si limita a dire "SONO FOBICO", "ho l'ansia...non ho il ragazzo" SENZA minimamente provare ad analizzarsi ed esporre le proprie analisi...quindi se mai è il contrario...io insieme a forse un altro paio di utenti siamo gli unici che facciamo una profonda autoanalisi per scrivere su sto forum senza usarlo come "l'angolo dell'amico del cuore", ma piuttosto come una "seduta terapeutica")...poi che qualche utente o mod (vedi Red) si sia sempre divertito a farlo passare per altro (quando forse io sono stato sempre uno dei pochi a scrivere thread interessanti e analitici sul proprio Io) è un altro discorso a cui io nemmeno badavo molto...


Detto questo per raggiungere la consapevolezza necessaria e migliorarsi c'è bisogno solamente di tanta analisi e soprattutto tanti sforzi/tentativi.

Prassi 11-09-2009 13:27

Re: gli psicologi/libri parlano
 
Quote:

Originariamente inviata da J4ck (Messaggio 229670)
la persona consapevole non subisce i propri pensieri. Questi pensieri queste tensioni non hanno ragione di esistere se sei consapevole, perchè se sei consapevole hai fatto emergere dall'inconcio i problemi che che ti causavano quei pensieri e li hai risolti. Quindi ora non ci sono più.

Sembra un gioco di di parole incasinatissimo...ma fidati non è semplice da spiegare cos'è al consapevolezza è più semplice cercare di sperimetarla..

l'atto di essere consapevoli è riferito a qualcosa: questo dimostra che se c'è consapevolezza ci sono anche i fenomeni di cui sono oggetto.

inoltre essere semplicemente consapevoli non risolve i problemi, così che "puff" non ci sono più: per lo meno serve ad accorgersene. se i problemi sparissero per il solo fatto di essere stati soggetti ad uno sguardo, allora nessuno di noi sarebbe qui, no?

Prassi 11-09-2009 13:37

Re: gli psicologi/libri parlano
 
Quote:

Originariamente inviata da christy (Messaggio 230175)
oh prassi trash puro al massimo lo scrivete voi su sto forum...io fino a prova contraria ho scritto sempre centinaia di post con analisi del proprio Io (roba che qui dentro fanno bene in pochi...qui dentro è pieno di gente che si limita a dire "SONO FOBICO", "ho l'ansia...non ho il ragazzo" SENZA minimamente provare ad analizzarsi ed esporre le proprie analisi...quindi se mai è il contrario...io insieme a forse un altro paio di utenti siamo gli unici che facciamo una profonda autoanalisi per scrivere su sto forum senza usarlo come "l'angolo dell'amico del cuore", ma piuttosto come una "seduta terapeutica")...poi che qualche utente o mod (vedi Red) si sia sempre divertito a farlo passare per altro (quando forse io sono stato sempre uno dei pochi a scrivere thread interessanti e analitici sul proprio Io) è un altro discorso a cui io nemmeno badavo molto...


Detto questo per raggiungere la consapevolezza necessaria e migliorarsi c'è bisogno solamente di tanta analisi e soprattutto tanti sforzi/tentativi.

analisi di che? c'è analisi, ma nessuno analizza. questo è essere "aware"! non c'è niente di niente da analizzare. allo stesso modo c'è confusione riguardo a noi e alle cose che succedono, ma nessuno è confuso. questo è un altro esempio meraviglioso di essere totalmente consapevoli.

tu credi che la comprensione sia una questione di saperlo spiegare, e quindi tradurlo in linguaggio?

per il resto, non hai risposto alla mia domanda. anzi direi che hai peggiorato la situazione, sostituendo a consapevolezza "analisi", come se si trattasse di una descrizione linguistica!

spero di non essere stato troppo presuntuoso, ma questo è quello che penso. p.s. il trash lo scrivevi tu, chiedi in giro.

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in questo post credo di essermi un pò lasciato prendere dalla solita... "egomania"... abbiate pazienza :):baccio:

JohnReds 11-09-2009 13:40

Re: gli psicologi/libri parlano
 
Quote:

Originariamente inviata da Prassi (Messaggio 230332)
che la comprensione sia una questione di saperlo spiegare, e quindi tradurlo in linguaggio?

questa domanda, con la sua risposta (che è NO) spiega in sintesi qual'è l'enorme divario tra teoria e pratica

comunque credo sia possibile (parlando in modo molto prolisso, approfondito e facendo esempi) cercare di spiegare realmente cosa sia la comprensione, ma anchq qui non si sarà mai chiari al 100%

christy 11-09-2009 14:25

Re: gli psicologi/libri parlano
 
ok..allora ha parlato quello che usa il termine "aware" giusto x fare il "figo" o cosaltro?
sai che ti dico? ma non sto nemmeno a perdere tempo a rispondere...mesi fa l'avrei perso...ora? dico quell oche penso e tiro dritto.

Io ho fatto e sto facendo un'autoterapia ottimale e mi analizzo come pochi altri...voi no....io mi sto riconquistando il mondo e una sicurezza notevole voi no...

quindi vaffanchiappola al tuo "aware"....dì consapevolezza e non scassare la balle...

Io scrivevo trash? intanto io sono l'unico che concretamente sul forum è partito quando si è iscritto che era solo e non usciva di casa per la disabitudine e attuando ciò che scriveva è arrivato ad uscire, a conoscere persone e soprattutto ad abituarsi alla vita sociale.

Il trash quindi è il tuo/vostro modo di vivere e i vostri post senza un minimo di senso. Opachi...bye

J4ck 11-09-2009 14:46

Re: gli psicologi/libri parlano
 
Quote:

Originariamente inviata da JohnReds (Messaggio 230336)
questa domanda, con la sua risposta (che è NO) spiega in sintesi qual'è l'enorme divario tra teoria e pratica

comunque credo sia possibile (parlando in modo molto prolisso, approfondito e facendo esempi) cercare di spiegare realmente cosa sia la comprensione, ma anchq qui non si sarà mai chiari al 100%

è proprio vero...come si fà ad essere consapevoli nella vita di tutti i giorni?

Secondo me è una cosa che non si può spiegare ma solo provare.. E, in ogni caso, la si può provare per istanti della propria vita...

------in merito al come fare nella vita di tutti i giorni------
Quote:

christy dice
Detto questo per raggiungere la consapevolezza necessaria e migliorarsi c'è bisogno solamente di tanta analisi e soprattutto tanti sforzi/tentativi.
il fatto di analizzarsi comporto il fatto di pensare, il pensare secondo me crea disturbo all'interno della mente...magari fà anche venire a galla l'inconscio ma potrebbe anche distorcerlo.. ricordiamoci che il cervello è molto bravo ad ingannarci...

Quote:

mentre Prassi dice..
analisi di che? c'è analisi, ma nessuno analizza. questo è essere "aware"! non c'è niente di niente da analizzare. allo stesso modo c'è confusione riguardo a noi e alle cose che succedono, ma nessuno è confuso. questo è un altro esempio meraviglioso di essere totalmente consapevoli.
Prassi invece mi sembra che si ispiri alla cultura orietale (Buddismo, Zen)....Secondo la quale la consepevolezza si può raggiungere solo tramite la meditazione. E meditare signifca tutto meno che pensare o analizzare. Però tramite la meditazione si possono far venire a galla l'inconscio...

----------------------------------------
Ho scritto tante belle cose ma non ho ancora risposto a Prassi: cosa fare nella vita di tutti i giorni?

Io personalmente ogni tanto non tutti i giorni mi dedico a qualcosa che è una via di mezzo tra meditazione e analisi e leggo libri..(in questo periodo Osho).

J4ck 11-09-2009 15:17

Re: gli psicologi/libri parlano
 
Quote:

Originariamente inviata da christy (Messaggio 230366)
ok..allora ha parlato quello che usa il termine "aware" giusto x fare il "figo" o cosaltro?
sai che ti dico? ma non sto nemmeno a perdere tempo a rispondere...mesi fa l'avrei perso...ora? dico quell oche penso e tiro dritto.

Io ho fatto e sto facendo un'autoterapia ottimale e mi analizzo come pochi altri...voi no....io mi sto riconquistando il mondo e una sicurezza notevole voi no...

quindi vaffanchiappola al tuo "aware"....dì consapevolezza e non scassare la balle...

Io scrivevo trash? intanto io sono l'unico che concretamente sul forum è partito quando si è iscritto che era solo e non usciva di casa per la disabitudine e attuando ciò che scriveva è arrivato ad uscire, a conoscere persone e soprattutto ad abituarsi alla vita sociale.

Il trash quindi è il tuo/vostro modo di vivere e i vostri post senza un minimo di senso. Opachi...bye

continui a scrivere (o fai intedere) che sei il "migliore" e gli altri sono "sfigati" e che non fanno nulla per migliorare le proprio condizione...

Dici di avere la massima comprensione e consapevolezza di tutto MA ORA COSA FAI... FUGGI di fronte al confronto di opinioni sul tema della consapevolezza....forse non sei poi cosi tanto il migliore o lo sei solo nei tuoi pensieri...

christy 11-09-2009 16:28

Re: gli psicologi/libri parlano
 
io non fuggo assolutamente...però dal momento che parlo con gente "ignorante" a riguardo parlarne o non parlarne è la stessa cosa...e se devo fare discussioni da bar allora le faccio nella vita di tutti i giorni e non su un forum che almeno ci ricavi qualcosa di più utile...

J4ck 11-09-2009 16:45

Re: gli psicologi/libri parlano
 
Bene allora rispondi alle nostre tesi con tesi contrarie che dimostrino la nostra ignoranza in materia, cosi potremo comprendere anche noi dove stiamo sbagliando e migliorarci...

Io penso che il forum serva proprio a questo...confronto per miglioramento...

Il Trash del quali parli c'è sicuramente sul forum, ma non penso proprio che sia il caso di in questa discussione, per questo ti chiederei di continuare a discutere del tema principale...

Prassi 11-09-2009 19:12

Re: gli psicologi/libri parlano
 
Quote:

Originariamente inviata da christy (Messaggio 230366)
ok..allora ha parlato quello che usa il termine "aware" giusto x fare il "figo" o cosaltro?
sai che ti dico? ma non sto nemmeno a perdere tempo a rispondere...mesi fa l'avrei perso...ora? dico quell oche penso e tiro dritto.

Io ho fatto e sto facendo un'autoterapia ottimale e mi analizzo come pochi altri...voi no....io mi sto riconquistando il mondo e una sicurezza notevole voi no...

quindi vaffanchiappola al tuo "aware"....dì consapevolezza e non scassare la balle...

Io scrivevo trash? intanto io sono l'unico che concretamente sul forum è partito quando si è iscritto che era solo e non usciva di casa per la disabitudine e attuando ciò che scriveva è arrivato ad uscire, a conoscere persone e soprattutto ad abituarsi alla vita sociale.

Il trash quindi è il tuo/vostro modo di vivere e i vostri post senza un minimo di senso. Opachi...bye

questo è quello che si intende per "trash"

christy 11-09-2009 19:26

Re: gli psicologi/libri parlano
 
Prassi l'unico che fa trash qui sei tu....che sei anonimo....come lo sono i tuoi post...
e non aggiungi mai nulla di nuovo al forum...

JohnReds 11-09-2009 20:05

Re: gli psicologi/libri parlano
 
Quote:

Originariamente inviata da christy (Messaggio 230558)
non ho capito una sega

quoto:D

ahrarara amici

Prassi 12-09-2009 20:27

Re: gli psicologi/libri parlano
 
Quote:

Originariamente inviata da JohnReds (Messaggio 230336)
questa domanda, con la sua risposta (che è NO) spiega in sintesi qual'è l'enorme divario tra teoria e pratica

comunque credo sia possibile (parlando in modo molto prolisso, approfondito e facendo esempi) cercare di spiegare realmente cosa sia la comprensione, ma anchq qui non si sarà mai chiari al 100%

forse sbaglio, ma mi sembra che le tue due frasi si contraddicano. non so se qualcosa possa essere spiegato a solo a metà: se il linguaggio lo permette può essere spiegata descrivendola all'infinito, altrimenti può solo essere riferita o puntata.
dentro la prima categoria ricadrebbero gli oggetti fisici che possono essere descritti, come un albero. se entrambi abbiamo visto lo stesso albero basta un concetto che lo punti nella nostra memoria, se io non l'ho visto qualcuno me lo deve spiegare descrivendolo all'infinito.

dentro la seconda categoria, secondo me, ricadrebbero gli oggetti non fisici in senso stretto che non hanno una descrizione. ad esempio, è possibile descrivere che cos'è a livello di esperienza diretta il dolore a chi non l'ha mai provato, anche essendo "molto prolissi" e procedendo all'infinito? credo sia un fenomeno che può essere solo puntato da [qualsiasi forma di] linguaggio (che è descrizione) e in questo caso solo se è condiviso. dentro questa categoria ci metterei anche la "comprensione" riferita a sè, che secondo me è consapevolezza (non nel senso di analisi o introspezione ma di stato(?) naturale senza scelta), distinta da quella di un motore diesel che mi viene da chiamare conoscenza.

Prassi 12-09-2009 20:45

Re: gli psicologi/libri parlano
 
una riflessione: la peculiarità della consapevolezza, secondo me, è quella di essere forse l'unica cosa al mondo che nessuno può trasmetterti. può qualcosa che non può essere descritto, essere imparato da fonti esterne? se seguiamo delle istruzioni e siamo attenti a quelle non siamo attenti a tutto ciò che accade, o meglio consapevoli nel senso inclusivo di tutto. questo per me è un problema perchè, mi sento alla deriva.
ne ho parlato spesso con una persona (la mia fonte) che ogni volta mi ripete:

"Do you find out about awareness, by someone's explanation of what awareness is, or by being aware?"
o tradotta male, "impari ad essere consapevole da una spiegazione di qualcuno di cosa la consapevolezza sia, oppure essendo consapevole?"

la frustrazione che dell'essere senza mani nè braccia, e l'impossibilità di afferrare alcunchè lascia è terribile. solo un pensiero, ovviamente.

Prassi 12-09-2009 20:51

Re: gli psicologi/libri parlano
 
questa sarebbe una risposta parziale, e sicuramente insoddisfacente alla domanda "come faccio essere consapevole?"
la terribile risposta può essere dunque, secondo alcuni: "essendo consapevole." mi piacerebbe molto se ci fossero altre risposte :(

JohnReds 12-09-2009 21:13

Re: gli psicologi/libri parlano
 
Quote:

Originariamente inviata da Prassi (Messaggio 231240)
forse sbaglio, ma mi sembra che le tue due frasi si contraddicano. non so se qualcosa possa essere spiegato a solo a metà: se il linguaggio lo permette può essere spiegata descrivendola all'infinito, altrimenti può solo essere riferita o puntata.
dentro la prima categoria ricadrebbero gli oggetti fisici che possono essere descritti, come un albero. se entrambi abbiamo visto lo stesso albero basta un concetto che lo punti nella nostra memoria, se io non l'ho visto qualcuno me lo deve spiegare descrivendolo all'infinito.

dentro la seconda categoria, secondo me, ricadrebbero gli oggetti non fisici in senso stretto che non hanno una descrizione. ad esempio, è possibile descrivere che cos'è a livello di esperienza diretta il dolore a chi non l'ha mai provato, anche essendo "molto prolissi" e procedendo all'infinito? credo sia un fenomeno che può essere solo puntato da [qualsiasi forma di] linguaggio (che è descrizione) e in questo caso solo se è condiviso. dentro questa categoria ci metterei anche la "comprensione" riferita a sè, che secondo me è consapevolezza (non nel senso di analisi o introspezione ma di stato(?) naturale senza scelta), distinta da quella di un motore diesel che mi viene da chiamare conoscenza.

in effetti detto così si contraddicono, mi sono spiegato maluccio

quello che volevo dire è che è impossibile essere matematicamente certi di fare un testo esauriente e che permetta di capire cos'è la comprensione a tutti.

Però secondo me qualche speranza c'è, nel senso che magari posso riuscire a spiegarlo a qualcuno, non a tutti: a me è capitato di intuire e di "comprendere la comprensione" perché magari mi hanno parlato o letto di cose che si riallacciavano alla mia esperienza diretta, e in quel momento mi è partito un clic dove mi è nato il pensiero "ah, ho capito, in quel momento avevo lo stato mentale giusto"

si, la penso come te (che ti sei spiegato molto meglio), per spiegarsi in certi casi bisogna avere necessariamente qualcosa in comune, bisogna puntare

alla fine tutto il linguaggio umano si basa su dei concetti-base: noi conversiamo perché abbiamo un certo bagaglio di conoscenze condivise che ci permette di comprenderci a vicenda (ad esempio la comune conoscienza degli alberi)

per stati mentali e oggetti non fisici è molto più complicato, perché non siamo abituati a parlarne, e sopratutto è un mondo troppo complicato per essere appiattito tramite il linguaggio in modo esauriente (cacchio sembro HurryUp:))

insomma qualcosa è possibile trasmettere, ma non sempre, e non a tutti


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